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LA RESISTENZA SISTEMICA ACQUISITA [SAR]
- Si manifesta verso un ampio spettro di patogeni, di natura fungina, batterica e virale
- Indotta da agenti patogeni che causano HR o artificialmente mediante una pre-inoculazione con patogeni
necrogeni o induttori chimici di resistenza (composti di sintesi chimica che attivano le difese inducibili della
pianta comportandosi come elicitori)
- Si manifesta dopo intervalli di tempo variabili ma relativamente ampi (1-2 e più giorni), anche in organi distali
rispetto a dove è avvenuto il contatto con l’induttore
- In questi ultimi (organi distali) si parla più correttamente di Resistenza Locale Acquisita (LAR)
- La protezione è conferita anche ai tessuti non inoculati o non esposti all’induttore: protezione di lunga durata,
spesso settimane o mesi ed è aspecifica
- Trasmissibile per innesto, ma non trasmissibile alla progenie
- È una delle poche armi efficace contro le malattie virali
LA RESISTENZA SISTEMICA INDOTTA DAI RIZOBATTERI
- Indotta attraverso l’interazione delle radici della pianta con i rizobatteri (batteri non patogeni) che ne stimolano
la crescita
- Non è mai la conseguenza di lesioni necrotiche o reazioni di ipersensibilità ed è mediata dall’etilene e dall’acido
jasmonico (JA)
INDUTTORI DI RESISTENZA
- Acido salicilico (SA): attiva sintesi di alcune proteine e alla cellulare e all’induzione della SAR
- Acido jasmonico: contribuisce all’attivazione delle proteine di difesa.
- Etilene: si propaga attraverso la pianta e partecipa anch’esso alla formazione della resistenza sistemica
- BTH (benzotiodiazolo): analogo funzionale di SA, è in grado di attivare meccanismi di resistenza legati a SAR
- BABA (Acido β-amminobutirrico)
Chitosano: polimero naturale derivante dalla deacetilazione della chitina
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IL BIOCONTROLLO
- Pratica o processo mediante il quale un organismo indesiderato viene controllato dalle attività di altri organismi
- In patologia vegetale: la soppressione di un patogeno mediata da organismi già presenti o introdotti nell'ospite
o dalle molecole da loro prodotte.
- Primo caso studiato di biocontrollo = cocciniglia (lcerya purchasi) -> rodolia cardinalis (antagonista naturale)
Perché si fa biocontrollo?
- Minimizza gli effetti negativi sull'operatore e l'ambiente supporta le strategie di controllo già esistenti
- Può presentare una valida alternativa ai prodotti fitosanitari di sintesi (vantaggio ecologico ed economico)
- Può controllare malattie per le quali i metodi tradizionali non sono efficaci
- Metodo di lotta robusto perché basato sull'interazione complessa di più organismi (al momento non si è
trovata nessuna resistenza, se si sviluppa una resistenza nel patogeno, l'antagonista o si evolve e supera la
resistenza del patogeno o muore)
- Il target non è solo l’azienda biologica ma anche quelle integrate (non vieta utilizzo di altri agrofarmaci)
Perché NON fare biocontrollo?
- Difficile prevedere e valutare l'efficacia degli agenti di biocontrollo nelle condizioni di impiego perché in campo
ci sono condizioni molto diverse (condizioni meteo, flora già presente, altri fattori) dal campo sperimentale;
- Scarsa conoscenza dei meccanismi di difesa indotti dagli agenti di biocontrollo difficoltà di formulazione.
- Per essere approvato deve rimanere efficace in condizioni ambientali e di stoccaggio molto diverse
AGENTI DI BIOCONTROLLO
Gli organismi in grado di controllare i patogeni vegetali; sono per lo più microrganismi associati alle piante: endofiti
ed epifiti. In particolare si studiano anche le potenzialità di funghi e batteri. Più raramente, anche di virus. Le classi
più studiate sono i PGPR i PGPB e BCF (BioControl Fungi, in particolare si usano molto i Trichoderma, predatori di
altri funghi)
ENDOFITI: molto specializzato per l'ambiente della pianta. Sono tutti gli organismi (funghi, batteri o attinomiceti) in
grado di vivere nella pianta senza causare nessun sintomo. Si distinguono in 3 classi:
- Endofiti competenti (più interessanti): riesce a colonizzare pianta in maniera attiva (penetrazione) e avere un
rapporto con l'ospite, sono endofiti obbligati, sono i più evoluti, sono i più estremi (poche basi nel corredo),
sono i più interessanti ma sono difficili da coltivare per evidenti motivi.
- Endofiti obbligati (competenti): di difficile coltivazione, però la loro caratteristica è importante a livello
ecologico per il biocontrollo, perché rimangono nella pianta una volta immessi, non vanno a colonizzare altri
ambienti.
- Endofiti facoltativi (competenti): possono vivere anche fuori dalla pianta; spesso sono batteri del suolo, come i
batteri nodulatori (rizomi) che vivono nel suolo e possono colonizzare radici.
- Endofiti opportunisti: microrganismi che entrano occasionalmente nella pianta e beneficiano di un ambiente
favorevole; non hanno una relazione specifica con l’ospite. Non molto interessanti per il biocontrollo
- Endofiti passeggeri: microrganismi che entrano nella pianta per caso (attraverso stomi, ferite,…). Non si
moltiplicano molto
BIOCONTROLLO ≠ Plant Growth Protection
- PGPR: contribuisce al benessere della pianta SEMPRE in diversi modi
- Biocontrollo: è uno dei meccanismi del PGPR e si applica unicamente se c’è il patogeno, un agente di
biocontrollo senza patogeno potrebbe avere nessun effetto o uno negativo sulla pianta.
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I meccanismi di azione del biocontrollo
- Antagonismo diretto: produzione di inibitori (tossine, enzimi litici, molecole di QS), competizione per un nicchia
ecologica (potrebbe essere indiretto)
- Antagonismo indiretto: vado a migliorare la protezione della pianta, o peggioro l’habitat in cui vive il patogeno.
Strategie di biocontrollo (come si applica)
- Aumentativa: strategia nella quale l’antagonista è introdotto in concentrazione e frequenze tali da permetterne
la riproduzione e stabilità, così da essere pronto nel caso arrivasse il patogeno. Questa strategia sfrutta la
componente biologica. L’efficacia non è alta come un agrofarmaco, però costa meno, abbassa i livelli di attacco
patogeno.
- Inondativa: strategia nella quale l’antagonista è introdotto in maniera massale, ottenendo il controllo del
patogeno senza curarsi della sua riproduzione dopo il trattamento (come se fosse un fitofarmaco)
- Bisogna considerare ovviamente LA SOGLIA DI DANNO. I principali batteri utilizzati sono:
o Bacillus (pumilus, sottilis, thuringesis, licheniformis - contro Rhizoctonia, Fusarium; Erwinia, oidio e piralide)
o Pseudomonas (fluorescens, syringae contro Botrytis cinerea, Mucor pyriformis, Penicillium)
o In via di scoperta (scoprire se agente è tossico solo per determinato organismo patogeno o anche per altro)
Methylobacterium paenibacillus (P. polimixa) pantoea - P. agglomerans (patogeno per l’uomo)
Sinnecrosi o competizione:
- Competizione per interferenza: una specie interferisce direttamente con l’altra, per il nutrimento, o la
colonizzazione dell’ospite
- Competizione per sfruttamento: una specie interferisce indirettamente con l’altra, dato che entrambe usano
stessa risorsa (finita) per sopravvivere.
- Competizione ipovirulenza: si usa un patogeno disarmato (ipovirulento) che farà un danno minore o nullo sulla
pianta andando ad occupare stessa nicchia di patogeno super virulento. Alcuni ceppi ipovirulenti sono
ipovirulenti perché sono infetti da un virus così che questo virus viene trasmesso a tutti i funghi, e si osserverà
una diminuzione della virulenza generale
- Allelochimico: qualunque molecola del metabolismo secondario che ha effetto su organismi terzi; possono
essere antibiotici, enzimi litici, siderofori (chelano Fe), degradazione dei fattori di virulenza (spore, propaguli,...)
del patogeno, interferenza Quorum Sensing (QS) —> tanti batteri come Xylella ecc. quando entrano e sono in
pochi non manifestano sintomatologia, poi quando sono in molti cambiano morfologia la manifestano.
- Antibiotici: Molecole non proteiche organiche, a basso PM, che hanno un effetto negativo (morte) su organismo
con cui entrano in contatto. Molto efficaci, funzionano a bassissima dose, provocano insorgenza di resistenza.
Es: Pantea agglomerans —> colpisce E. amylovora che ha stesse caratteristiche e vive nello stesso ambiente.
- Antagonismo diretto: Produzione di VOC (sostanze volatili)
o Possono permeare nella pianta senza fare danni
o Ruolo da semiochimici (qualunque molecola che da rapporta con chi lo produce e chi lo riceve es. ormoni):
hanno induzione di comportamenti diversi nel patogeno (terpeni), o induzione di comportamenti diversi
nell’ospite (induzione di resistenza). L’induzione di resistenza è un meccanismo di regolazione molto fine, è
la speranza futura del biocontrollo.
o Azione di antibiotico (DMDS dimetildisolfuro)
o Interferenza con QS (es. Terpeni) 15
MISURE DI CONTROLLO DELLE MALATTIE VIRALI
INTRODUZIONE
- Le misure territoriali sono prese dal servizio fitosanitario delle regioni.
- L’UE, tramite l’EPPO, determina i protocolli per la diagnosi, le procedure fitosanitarie (quando estirpare e
trattare) e si occupa anche di stilare le liste dei patogeni “da quarantena” per le quali la lotta è obbligatoria
o Lista A1: patogeni da quarantena non presenti in Italia
o Lista A2: patogeni da quarantena presenti sul territorio ma non ancora diffuse su tutto il territorio (es:
Sharka e Xylella)
- L’EPPO controlla il servizio fitosanitario centrale in Italia che a sua volta controlla quelli regionali. Tutti i
problemi delle varie regioni vengono comunicate al servizio fitosanitario centrale che comunica con le varie
autorità a livello europeo o internazionali che a sua volta legiferano in materia.
- Il servizio fitosanitario si occupa:
o Di raccogliere tutte informazioni di malattie da patogeni di quarantena, eseguire controlli per
comprenderne la diffusione sul territorio
o Rilascio del passaporto verde (le piante possono circolare liberamente all’interno della UE)
o Di accertare che siano effettuati i adatti nelle giuste tempistiche
- Agricoltori cosa possono fare?
o Utilizzo di materiale sano e certificato! (Esente da qualsiasi virus o patogeno)
o Utilizzo di piante resistenti:
I geni che conferiscono resistenza alle piante possono essere sia dominanti che recessivi.
Esistono molte più informazioni su piante erbacee che arboree. A volte la resistenza è monogenica
oppure poligenica (meglio scegliere quest’ultima)
- La lotta contro le malattie da virus presenta difficoltà maggiori nelle piante che negli animali in quanto le piante
non hanno risposta immunitaria: una pianta infetta da virus lo rimane, ed è destinata a morire o a rimanere
in