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Questo quadro fu commissionato da Clemente VII per una cattedrale, insieme alla
Trasfigurazione commissionata a Raffaello, sapendo che i due quadri erano posti
nello stesso luogo vicini, portò i due artisti ad essere spronati e dare il meglio di sé.
Come ben sappiamo Sebastiano del Piombo era amico di Michelangelo Buonarroti,
e questo creò diverse controversie sul fatto che potesse essere stato aiutato o meno.
Sicuramente Sebastiano era molto influenzato dalla pittura di Michelangelo, lo si nota
immediatamente nel corpo di Lazzaro, che riprende l’anatomia di Michelangelo. Le
due figure in primo piano di Gesù e Lazzaro spiccano, ai loro lati si aprono due ali di
persone che creano una forma a “U”, e conferiscono il senso della profondità. L’uso
della diffusione della luce e dei colori, come nel cielo tenebroso, ci ricorda un po’ la
pittura di Giorgione. Inoltre, questo quadro è definito uno dei migliori della pittura
tonale veneta.
Pietà
Questo è uno dei più importanti quadri di Sebastiano del Piombo, poiché sintetizza la
sua linea stilistica pittorica, in parte influenzata dai pittori veneti e in parte da quelli
fiorentini. L’opera è caratterizzata da una prima linea orizzontale determinata dal
corpo di cristo morto, e dal corpo verticale della Madonna che crea una forma
triangolare, il suo sguardo infine, rivolto verso l’altro, manda il nostro sguardo
altrove: probabilmente si tratta di una metafora della vita eterna. Sebastiano decide di
fare uso di una scena notturna al chiaro di luna, che illumina determinati punti della
scena, questo ci rimanda alla pittura veneta di Giorgione e in un certo senso all’uso
della luce di Tintoretto. Mentre è chiara l’influenza di Michelangelo nel corpo di
Cristo. Parmigianino
(Parma 1503 - Casalmaggiore 1540)
Francesco Mazzola, detto il Parmigianino, è stato uno dei maggiori interpreti di
questa fase della storia dell’arte. Proviene da una famiglia di pittori, deve la sua
attività all’aiuto degli zii nel mandarlo nel mondo dell’arte. A Parma inizia la sua
attività seguendo il Correggio, uno dei più importanti pittori di Parma di quel tempo.
Da questo momento inizia a differenziarsi rispetto gli altri artisti, poiché capace di
una sua visione stilistica legata all’eleganza e alla ricerca della raffinatezza. Decide di
trasferirsi poi a Roma, un soggiorno durato poco, dovuto al sacco di Roma, dal quale
fugge: questo però fu determinante per lui, lì entra in contatto con la pittura
rinascimentale e con artisti contemporanei quali per esempio Rosso Fiorentino e
Giulio Romano. Dopo Roma, va a Bologna fino a tornare nuovamente a Parma, la
sua vita durò molto poco a causa di una malattia psichica, morì a 37 anni.
Madonna dal collo lungo
Forse l’opera più nota del Parmigianino, eseguita poco prima della sua morte, fu
commissionata da Elena Baiardi per la sua Cappella nella Chiesa di Santa Maria dei
Servi. L’opera non fu mai consegnata, poiché il pittore morì e dunque è anche
incompiuta. È assai singolare, poiché le figure sono tutte sproporzionate, e sembra