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PROFILASSI

La cui base normativa è rappresentata dall'Ordinanza Malattia a denuncia obbligatoria dell'Alto Commissariato per l'Igiene e la Sanità 15/9/1955. Le misure da esso sancite in caso di focolaio di infezione in allevamento sono abbastanza severe: apposizione cartelli "zona infetta", sequestro dell'allevamento, divieto di spostamento di animali o materiali, abbattimento dei conigli infetti, distruzione degli animali morti o abbattuti, sequestro degli animali e blocco delle movimentazioni, disinfezione delle conigliere infette.

La profilassi diretta implica il ricorso ad alcune misure di biosicurezza e bonifica ambientale in grado di impedire l'introduzione dell'agente all'interno dell'allevamento:

  • Ubicazione dei capannoni: lontano da acque stagnanti, altri allevamenti e zone ad elevata densità di selvatici.
  • Struttura dell'allevamento: meglio più unità di 80-100 conigliere.
  • Rimonta di...
allevamento: con soggetti interni o con conigli acquistati dopo quarantena e isolamento. - Eliminazione fattori stressanti: svezzamenti precoci, cattiva ventilazione, coccidiosi, verminosi, climatizzazione. - Miglioramento delle condizioni ambientali: per ridurre l'incidenza di patologie come pasteurellosi o colibacillosi che possono stressare e predisporre gli animali all'infezione. - Separazione dei capannoni da un eventuale macello presente in azienda. - Trasporto al macello in contenitori sterilizzabili. - Corretta gestione: limitazione all'ingresso di estranei, controllo di mezzi, acqua e mangime, doppie porte, zanzariere metalliche alle finestre e ai bocchettoni dell'aria, ingresso impedito a cani e gatti. - Detersione e disinfezione. - Disinfestazione: all'esterno e all'interno verso artropodi vettori, per aspersione nei nidi e sui conigli per ectoparassiti, lotta a predatori e conigli selvatici. - Impiego di cateteri monouso per le operazioni didi malattia. Questo tipo di vaccino viene utilizzato per stimolare una risposta immunitaria generale nel coniglio, che può aiutare a proteggerlo da diverse malattie. - Autologo o specifico: viene preparato utilizzando il virus isolato dal coniglio stesso o da altri conigli della stessa specie. Questo tipo di vaccino è specifico per la malattia che si vuole prevenire e può essere più efficace nel fornire una protezione mirata. La vaccinazione è un importante strumento per prevenire la diffusione di malattie infettive negli allevamenti di conigli. Tuttavia, è importante seguire le linee guida e le normative locali per garantire una corretta somministrazione dei vaccini e per assicurarsi che siano utilizzati prodotti sicuri ed efficaci. Inoltre, è fondamentale adottare misure di igiene e biosicurezza negli allevamenti, come la pulizia e la disinfezione regolare delle strutture, il controllo degli insetti vettori e la quarantena e separazione degli animali infetti o sospetti infetti. La combinazione di queste misure preventive può contribuire a ridurre il rischio di diffusione di malattie e a mantenere la salute e il benessere dei conigli negli allevamenti.dell'immunità è limitata, quindi si manifesta poca sintomatologia. Tuttavia la vaccinazione viene richiamata semestralmente e si utilizza nelle zone dove il rischio di malattia è basso. Deve essere somministrato per via intradermica a soggetti di età superiore a 3 settimane. Non va somministrato a conigli con malattia in incubazione o in atto. È inattivato da antisettici e disinfettanti. - Omologo: SG33, Borghi, MSD, MXT; si tratta di un virus della mixomatosi attenuato grazie a passaggi su uova o colture cellulari fino alla perdita di patogenicità. Possiede una maggiore efficacia e durata ed induce immunità pronta e costante negli adulti e nei cuccioli con più di 1 mese nati da madri vaccinate (nei cuccioli sotto i 30-40 giorni vi è interferenza con gli anticorpi materni). È sufficiente vaccinare i riproduttori una sola volta allo svezzamento. Per la scelta del piano vaccinale bisogna valutare il rischio,

Tipologia aziendale, situazione epidemiologica e sanitaria e condizioni ambientali. In linea generale si effettua una prima vaccinazione a 4-5 settimane (evitare il vaccino prima di questa età a causa dell'interferenza dell'immaturità degli anticorpi materni e del sistema immunitario) seguita da un intervento di richiamo a distanza di 40-50 giorni per garantire una risposta immunitaria più efficace, in considerazione della possibile interferenza degli anticorpi materni al primo intervento vaccinale. I riproduttori vengono poi vaccinati ogni 6 mesi o un anno a seconda del tipo di vaccino e delle indicazioni della casa farmaceutica e nelle aziende rurali o soggette al contagio per la presenza di zanzare o di malattia si vaccina 2 volte l'anno, selvatico, dopo la prima vaccinazione/richiamo in genere a marzo e settembre. Quelli destinati all'ingrasso si vaccinano all'inizio, poi non tutti gli allevatori richiamano essendo il ciclo di produzione corto.

Le fattrici vanno vaccinate prima dell'accoppiamento.

MALATTIA EMORRAGICA VIRALE (MEV) è chiamata anche Rabbit Haemorragic Disease (RHD) e si configura come una malattia altamente contagiosa e spesso letale che colpisce i conigli domestici e selvatici europei (Oryctolagus cuniculus). La lepre non risulta recettiva a tale infezione ma a quella provocata da un agente antigenicamente correlato al virus della RHD e che prende il nome di sindrome della lepre bruna europea (European brown hare syndrome o EBHS).

EZIOLOGIA

Rabbit Haemorragic Disease Virus (RHDV) appartiene alla famiglia Caliciviridae e al genere Lagovirus. Si tratta di un virus nudo, di piccole dimensioni (32-35nm di diametro), costituito da una molecola di RNA monocatenario a polarità positiva e sprovvisto di envelope, quindi molto resistente in ambiente esterno. Esso è stato isolato per la prima volta nel 1984 in Cina e, successivamente, nel 1999 è stata identificata in Italia ed in Germania una variante.

Antigenica altamente virulenta denominata RHDVa, poi considerata un sottotipo del ceppo originale nei confronti del quale si verifica cross-è emersa un'ulteriore reattività. Nel 2010 in Francia e nel 2011 in Italia variante, sierologicamente distinta rispetto a RHDV e RHDVa e per questo chiamata RHDV2. Essa mostra solo l'89% di identità amminoacidica con gli altri ceppi e risulta in grado di infettare anche la lepre oltre che il coniglio domestico e selvatico. Colpisce soprattutto i conigli molto piccoli, di 15-20 giorni di età ed è in grado di infettare anche i soggetti vaccinati, per tale variante non è del 100%. Sono virus molto resistenti in ambiente: sopravvivono in presenza di materiale organico, se sottoposti a variazioni di acidità (pH 3-12) e all'azione di etere e numerosi cicli di congelamento e scongelamento nonché l'ipoclorito e cloroformio.

Sono inattivati da disinfettanti come di sodio allo 0,5%, l'idrossido di sodio all'1%, fenoli, la formaldeide e la glutaraldeide. La maggior parte dei ceppi emoagglutina i globuli rossi umani del tipo O (ma varianti HA-negative o HA-temperatura dipendente). Nonostante i numerosi tentativi, il virus non è in grado di replicare né su colture cellulari né su uova embrionate.

EPIDEMIOLOGIA

In Italia sono attualmente presenti tutte e tre le varianti del virus con una maggiore prevalenza di RHDVa rispetto a RHDV. Si tratta di una malattia altamente contagiosa, la cui morbilità può raggiungere infatti il 100% accompagnandosi ad una mortalità di circa il 70-80%. L'infezione può colpire animali di tutte le età ma il quadro clinico si osserva generalmente in soggetti di età superiore ai 40-50 giorni mentre i più piccoli sembrano refrattari alla comparsa della malattia per motivi che non sono ancora stati del tutto chiariti.

La trasmissione si realizza sia per via diretta che indiretta. La prima è rappresentata dal contatto tra animale sano e animale infetto e avviene per via digerente. La seconda si caratterizza principalmente per l'ingestione respiratoria o congiuntivale e per l'utilizzo di acqua o alimenti contaminati, strumentazione contaminata e non correttamente sterilizzata, nonché attraverso attrezzature quali gabbie e veicoli. Inoltre, insetti, uccelli, roditori, uomo e cani possono comportarsi da vettori passivi (es: lupi e volpi che mangiano lepri infette). Le principali fonti di contagio sono gli animali malati in fase acuta e gli animali guariti che continuano ad eliminare il virus. Esso si rinviene all'interno di escreti e secreti, urine e feci, carni e sangue. PATOGENESI Il virus penetra per via oronasale o congiuntivale, replica a livello dei distretti linfatici locali e successivamente si riversa nel circolo ematico dando origine ad una viremia primaria. A seguito di

questa esso si localizza nel fegato grazie al suo tropismo per gli epatociti e le cellule di Kupffer per poi generare una seconda viremia, attraverso la quale raggiunge altri organi e tessuti bersaglio. La patologia si caratterizza per la comparsa della cosiddetta CID (coagulazione intravasale disseminata), una condizione dovuta sia al danno vascolare indotto dalla replicazione del virus in grado di determinare l'attivazione del sistema intrinseco della coagulazione sia al danno epatico caratterizzato dalla liberazione di tromboplastina tessutale attivazione del sistema estrinseco della coagulazione. In tal senso la trombocitopenia e la deplezione dei fattori plasmatici della coagulazione risultano alla base di una grave tendenza all'emorragia. Una coagulopatia secondaria alla ridotta sintesi di fattori della coagulazione da parte degli epatociti danneggiati aggraverebbe poi ulteriormente il quadro del deficit emocoagulativo.

SINTOMATOLOGIA

Il periodo di incubazione

È molto breve e può variare da poche ore a 1-3 giorni. Aseconda del decorso, si distinguono diverse forme di malattia emorragica del coniglio: - Iperacuta: a decorso molto rapido, si verifica la morte improvvisa senza che vi sia possibilità di sviluppo della sintomatologia. Si osserva una generale perdita di sangue attraverso i principali orifizi dell'animale coinvolto. - Acuta: si manifesta con febbre (>40°C) e sintomi aspecifici ad essa associati quali letargia, anoressia e depressione del sensorio. Si osservano inoltre dispnea, contrazioni muscolari, spasmi, paralisi e cianosi delle mucose. È una forma a decorso rapido, tanto che gli animali muoiono entro 24-36 ore. Anche in questa forma si verificano epistassi e perdita di sangue dalle orecchie. Inoltre, gli animali provano molto dolore e frequentemente emettono suoni lamentosi.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
14 pagine
2 download
SSD Scienze agrarie e veterinarie VET/05 Malattie infettive degli animali domestici

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher www.lalla di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di malattie infettive degli animali da compagnia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Teramo o del prof Di Martino Barbara.