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MUTAZIONE FATTORE II
Fattore II fattore G20210A
Gli omozigoti sono rari perché è una condizione incompatibile con la vita.
Negli eterozigoti c’è un rischio maggiore di:
3 volte per la trombosi venosa
5 volte l’ictus ischemico e l’infarto miocardico specie in donne giovani
7 volte di trombosi nei diabetici
10 volte di trombosi nelle vene centrali
149 volte maggiore in donne che assumono un contracettivo orale
Nelle donne gravide il rischio è molto più alto sia per una trombofilia fisiologica causata dalla
secrezione ormonale, sia per la presenza di una massa (il feto) che esercita compressione.
MUTAZIONE MTHFR
MTHFR: metilentetraidrofolatoreduttasi
La mutazione è presente quasi nel 60% della popolazione ed è una cosa che gli ematologi (che
chiamiamo in questo caso coagulologi) definiscono molto banale, molto lieve, leggera e non
sensibile di particolari attenzioni, cioè che non bisogna farci molta attenzione. Ma quando produce
iperomocisteinemia può causare sia trombosi venosa che arteriosa, specialmente nei soggetti
giovani.
Se è in eterozigosi o in omozigosi facciamo il dosaggio della metionina e in caso diamo vitamina B,
basta una pillola per eliminare qualunque rischio proveniente dal MTHFR. I soggetti sono
prevalentemente giovani.
2. STASI
Diminuzione della velocità di scorrimento del sangue. I globuli ,rossi una volta che si riuniscono in
pacchetti, diventano ecogeni. Normalmente il sangue è anecogeno (ad una certa velocità i globuli
rossi sono separati fra di loro); quando i globuli rossi si riuniscono in pacchetti, perché la velocità è
diminuita, diventano riflettenti e questo prende il nome di “voluta di fumo”.
3. TRAUMATISMO DELLA PARETE VASALE
Questo può avvenire per un incidente o per un atto chirurgico, ma oggi si fa molta attenzione a
chiamare lesione della parete vasale anche la disfunzione endoteliale. Questa è presente ad
esempio nei fumatori, negli obesi, nei soggetti sedentari e anche nei varicosi (chi ha le varici ha
un’alterazione della parete della varice).
FATTORI DI RISCHIO
FATTORI DI RISCHIO CONGENITI O NON MODIFICABILI:
Mutazioni e deficienze (già viste prima),compresa l’iperomocisteinemia provocata
dall’MTHFR
Dislipidemia congenita
Sindrome da anticorpi anti-fosfolipidi,
Eccesso degli attivatori del plasminogeno
FATTORI DI RISCHIO ACQUISITI:
Traumi da chirurgia
Immobilizzazione
Le fratture
L’obesità
Lo scompenso cardiaco
Le neoplasie e la chemioterapia conseguente
Il cateterismo che si fa spesso nei neoplastici
Gravidanze
Sindromi da iperviscosità
Contracettivo orale
Ridotta sintesi di antitrombina terza
Malattie fibrotiche
Uno dei fattori più rilevanti che causa aborti ripetuti è proprio la trombofilia congenita, tant’è che
se una donna non riesce a proseguire la gravidanza oltre la sesta/settima settimana si fanno i
fattori di trombofilia e in gran parte dei casi si vede che queste donne sono trombofiliche. Basta
fare l’eparina dal primo giorno di gravidanza, che la placenta si impianta bene e non trombizza. Gli
aborti sono causati dal fatto che queste donne trombofiliche mandano in trombosi le vene
placentari e il feto muore; facendo l’eparina si inibisce la trombosi della placenta e la gravidanza
va avanti. PROFILASSI
Una volta che abbiamo evidenziato dei rischi in un paziente dobbiamo sapere se i rischi sono tali
da dover fare la profilassi, cioè se a un paziente che è a rischio dobbiamo evitare che gli si verifichi
la trombosi.
Per evitare ciò il paziente si deve sottoporre al Padua Prediction Score, ovvero a un test orale che
ci dà dei punteggi.
Si dà un punteggio di 3 nei seguenti casi:
Cancro, perché il cancro è fortemente predisponente per trombosi venosa
Pregressa malattia tromboembolica (questo perché la trombosi lascia dei residui sulla
parete, che predispongono a una nuova trombosi)
Mobilità ridotta (se il paziente è allettato, immobilizzato, paraplegico, ha avuto un ictus o
deve stare per forza seduto).
Diamo un punteggio di 2 in caso di:
Trauma
Diamo un punteggio di 1 a:
Età
Scompensi cardiaci
La profilassi è indicata per soggetti con un punteggio pari o superiore a 4 del Padua prediction
score.
Il Padua Prediction Score è senza dubbio utile per avere le carte in regola, ma una volta che avete
individuato il soggetto, un soggetto ad esempio che non si muove dalla sedia, già sapete che ha
una grossa probabilità di fare trombosi perché va in contro a stasi. Inoltre voi sapete che la vena
femorale è a meno di mezzo centimetro dalla cute, quindi basta sedersi che si chiude la vena
femorale. Se il paziente anziano quindi non si sposta continuamente e non fa inspirazioni profonde
va in contro a stasi, infatti vedete tutti i vecchietti che stanno molto seduti hanno le gambe gonfie,
questo perché non attivano la pompa muscolare e vanno in stasi, hanno quindi un’alta probabilità
di trombosi venosa profonda ed è quindi necessario fare profilassi, ovvero trattarli con l’eparina.
DIAGNOSI CLINICA DI TROMBOSI VENOSA PROFONDA E EMBOLIA POLMONARE
Visto che sappiamo che quasi il 50% delle trombosi venose profonde è asintomatico dobbiamo
utilizzare uno score che si chiama Score di Wells.
Secondo questo score si assegna un punteggio di 1 a un paziente che ha una neoplasia, una
paralisi recente, un dolore lungo il decorso delle vene ect.
E in base a questi punteggi:
Maggiore di 3alta probabilità di trombosi
Tra 1 e 2 media probabilità
Minore di 1 bassa probabilità
Questo significa che dopo che lo avete visitato e avete visto il punteggio, con un punteggio
superiore a 3 prima impostate una profilassi e poi lo mandate a fare un ecodoppler.
Le trombosi più frequenti sono
- tra i vasi superficiali:
la safena
le collaterali
- tra i vasi profonde, al di sotto della fascia muscolare:
Distalivena poplitea o vene del polpaccio
Prossimalivene al di sopra del ginocchio (quelle a livello del legamento inguinale e poco
sopra)
Naturalmente più è grossa la vena e più è prossimale, più è alto il rischio di embolia polmonare
perché le pareti sono più grosse ed è difficile che il trombo si attacchi bene a parete
CLINICA
Edema
Dolore che può essere spontaneo o provocato
Impotenza funzionale
Si può avere, ma non sempre, la teleangectasia(dilatazione) della vena superficiale
Si può avere la febbre.
Tutti questi sintomi purtroppo non sono costanti, non sono presenti al 100% nella trombosi
venosa. Ciò avviene per le seguenti motivazioni.
L’edema a cosa è dovuto? All’impossibilità del sangue di ritornare da quella via perché è
trombizzata ma se noi abbiamo una trombosi di piccola entità che è vicina a delle
diramazioni, che suppliscono benissimo, potremmo anche non avere edema
Il dolore: è presente per l’infiammazione della fascia muscolare, ma nelle trombosi venose
profonde la flogosi è relativamente scarsa, quindi si può non avere dolore spontaneo; è
difficile invece che non sia presente il dolore provocato, basta che toccate il polpaccio che
quello salta in aria perché ha già l’infiammazione della fascia muscolare.
Teleangectasia superficiale si ha solo nel caso in cui le vene superficiali devono supplire la
trombosi venosa del circolo profondo; se il circolo profondo è trombizzato solo per una
piccola parte e non ha bisogno delle vene superficiali queste non vanno incontro a
teleangectasia.
Febbre: la febbre non è dovuta a processi infettivi! Quindi l’abitudine di dare antibiotico a
soggetti con trombosi venosa è sbagliata, la febbre è dovuta al riassorbimento della fibrina
che quando si scompone produce dei prodotti di degradazione del fibrinogeno che sono
pirogeni, quindi la febbre nel 99,9% dei casi non è espressione di infezione quindi non si
deve usare l’antibiotico.
L’entità, sede e consistenza dell’edema:
Entità: inversamente proporzionale alle possibilità di reflusso da parte di un circolo collaterale. Più
grosso è l’edema e meno sono attive le possibilità di reflusso.
Diagnosi di sede in base all’edema:
Se noi abbiamo una trombosi plantare l’edema coinvolgerà piede e malleolo
Se la trombosi e sub-poplitea l’edema sarà piede, malleolo e polpaccio
Se abbiamo una trombosi femoro-iliaca avremo un edema esteso a piede, malleolo,
polpaccio e coscia
se è cavale coinvolge tutte e due le cosce più lo scroto.
L’edema non è mai sospeso: nella trombosi è sempre consequenziale e sempre dal basso verso
l’alto, comincia dal piede e va a finire nella zona più alta della trombosi.
Consistenza: all’inizio è tendenzialmente molle poi diventa più elastico e poi diventa fibrotico.
Diventa fibrotico perché scompare o si riduce molto la componente liquida e si trasforma in
adipofibrosi. L’edema cronico poi non scompare più.
Dolore
Può essere spontaneo o provocato da palpazione. Ci sono due manovre che normalmente si
fanno:
manovra di Homans: dolore alla pressione digitale nella pianta del piede (il cosiddetto
punto di Peyr). Si prende il piede, si distendono le dita e si mette il dito nella pianta del
piede in modo da distendere la fascia, se lui ha la trombosi salta in aria dal dolore
manovra di Bauer: paziente con il piede flesso, si fa ballottare un attimino il polpaccio e poi
gli si mettono due dita a premere il polpaccio, però appena voi vi poggiate con
determinazione ai muscoli surali il paziente vi avvertirà del dolore.
DIAGNOSI STRUMENTALE
Dal punto di vista strumentale quello che era il gold standard fino a qualche tempo fa, la
flebografia, non si fa più. Si fa in casi eccezionali.
E’ diventato gold standard l’ecocolordoppler. Altre tecniche come la tac spirale, risonanze e le
tecniche con isotopi, cioè tutte le metodiche radiologiche, si fanno solo in casi particolari tipo
trombosi in sedi particolari o particolari patologie.
L’unico test ematologico valido per la diagnosi di trombosi è la determinazione del D-dimero con
metodo ELISA. Ha una sensibilità del 99%, ma ha una scarsa specificità. Questo significa che ha un
valore predittivo negativo, cioè esclude ma non conferma la