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Teoria classica e keynesiana

ΔLaddizionale sarà pari a . Il ricavo addizionale generato dal lavoratore in più è dato perciò daWi iΔQ .Pi iPer un'impresa che massimizza il profitto risulta conveniente assumere lavoratori aggiuntivi finchéΔL < ΔQ . La risoluzione del problema sarà quindi la seguente:W Pi i i imax ΠΔQ = ΔLP Wi i i iΔQ W

La teoria classica e keynesiana sostengono che il salario reale (W /P ) influisce sulla domanda e l'offerta di lavoro.

Per la domanda di lavoro, essa è una funzione inversa del salario reale, rappresentata da D = DL - LQ.

Per l'offerta di lavoro, essa è una funzione positiva del salario reale, rappresentata da S = SL + LQ.

La quantità di lavoro offerto dipende dalle preferenze delle famiglie fra consumo e tempo libero, entrambe dotate di utilità positiva.

consumare è necessario guadagnare del reddito sostituendo tempo libero e lavoro. Si ritiene che al lavoro inerisca disutilità, perciò le preferenze dei lavoratori ed il salario reale determinano l'ammontare di equilibrio di lavoro offerto.

Per quanto riguarda le conseguenze di una variazione del salario reale sull'offerta di lavoro si possono evidenziare due effetti:

Effetto sostituzione → un aumento del salario reale rende più costoso il tempo libero, facendo quindi aumentare l'offerta di lavoro.

Effetto reddito → un aumento del salario reale fa anche aumentare il tenore di vita dei lavoratori, i quali possono permettersi di avere più tempo libero.

Secondo la teoria classica l'effetto sostituzione prevale sull'effetto reddito: un aumento del salario reale porta quindi ad un aumento dell'offerta di lavoro.

Date le funzioni di domanda ed offerta di lavoro è possibile ricavare il salario di equilibrio market

clearing, risultante dall'intersezione fra le due curve. È di facile dimostrazione perché se si è in presenza di salari inferiori o superiori a quello di equilibrio secondo la teoria classica il mercato tenderà a riportare la situazione al livello di equilibrio.

Nel modello classico la piena occupazione di equilibrio è compatibile con una disoccupazione volontaria, ma non ammette quella involontaria, in altre parole chi, per un dato livello di salario, ha interesse a lavorare potrà farlo.

Per la determinazione del prodotto aggregato basterà andare a sostituire il livello di occupazione di equilibrio nella funzione di produzione aggregata.

Problema della disoccupazione involontaria

Nel caso in cui si verifichi un eccesso persistente della disoccupazione involontaria, la soluzione data dai classici è quella della riduzione del salario reale fino al livello di equilibrio.

Legge di Say

La legge di Say può essere distinta in due

differenti versioni: 1. debole → implica che ogni atto di produzione e di offerta comporti necessariamente la creazione di un'equivalente domanda di prodotto in generale, ma non garantisce la piena occupazione, in quanto Teoria classica e keynesiana 2 può essere applicata per ogni livello di prodotto, in difetto e in eccesso. 2. forte → implica che l'economia concorrenziale di mercato tende automaticamente alla piena occupazione, in quanto è presente l'uguaglianza fra domanda ed offerta aggregate e quindi equilibrio nel mercato del lavoro. Per escludere l'insufficienza della domanda aggregata è necessario conoscere la teoria classica della determinazione del tasso di interesse. In equilibrio la spesa aggregata deve eguagliare il prodotto aggregato: Y = C(r) + I(r), dove I è la spesa per gli investimenti da parte delle imprese e C è il consumo da parte delle famiglie. Siccome le famiglie non spendono interamente il loro reddito,È possibile scrivere l'equazione del risparmio, dalla quale si ottiene la condizione di equilibrio: Y = C(r) + S(r) = S(r) + I(r) Il risparmio è in funzione del tasso di interesse perché quanto più questo è alto, quanto più le famiglie decideranno di sostituire il consumo attuale con quello futuro. Si può definire il tasso di interesse come il compenso reale della parsimonia. È evidente come il risparmio e gli investimenti siano rispettivamente direttamente ed inversamente proporzionali al tasso di interesse. Il tasso di interesse reale nella teoria classica si ricava graficamente dall'intersezione fra la funzione di investimento e quella di risparmio. Nel caso di un aumento del risparmio da parte delle famiglie si assisterebbe ad un calo del tasso di interesse e ad un conseguente aumento degli investimenti (per un ammontare pari al calo dei consumi). La spesa aggregata rimarrebbe invariata quantitativamente, ma cambierebbe la

Sua composizione. Nella teoria keynesiana questa stessa situazione non comporta un aumento degli investimenti, bensì un calo della spesa aggregata, dell'occupazione e del reddito, costituendo quello che si chiama paradosso della parsimonia.

Teoria quantitativa della moneta

È possibile seguire due approcci.

Approccio di Cambridge

La domanda di moneta è determinata principalmente dall'esigenza di compiere transazioni legate da una relazione positiva al valore monetario della spesa aggregata. La funzione di domanda di moneta può essere scritta come segue:

Md = kP Y

dove k è la frazione di reddito nazionale monetario annuo che gli agenti economici desiderano detenere.

Assumendo l'offerta di moneta esogena (determinata dalle autorità monetarie) l'equilibrio è ottenuto:

M = Md = M kP Y

Essendo Y predeterminato al valore di piena occupazione dalla fdp e k costante, allora M determina P.

Se, partendo da un mercato

monetario in equilibrio, si ha un aumento dell'offerta di moneta, l'unico modo per ritornare all'equilibrio è un aumento generale dei prezzi. Nella teoria classica i prezzi salgono perché le famiglie e le imprese, detenendo denaro in eccesso, lo spendono in beni e servizi, ma essendo l'offerta vincolata al livello di piena occupazione si avrà un aumento generale dei prezzi

Approccio di Fisher = La sua relazione è espressa dall'equazione: MV PY

Rappresentazione grafica della Teoria classica

Teoria classica e keynesiana 3

Teoria generale di Keynes

Nel modello di Keynes, il reddito nazionale dipende dal volume dell'occupazione e l'equilibrio macroeconomico è compatibile con la disoccupazione involontaria. La principale differenza rispetto alla teoria classica sta nell'attribuzione del ruolo equilibrante alle variazioni del prodotto anziché a quelle dei prezzi. = ) +

La spesa pianificata è data dalla seguente

equazione: E C(Y I)

Indicando con la propensione marginale al consumo, l'equazione per il consumo risulterà:

C = cY + I

E conseguentemente la condizione di equilibrio diviene esprimibile anche come:

C = cY + I

dato che il moltiplicatore sarà 0 < c < 1, quindi è possibile esprimere l'effetto di una variazione degli investimenti sul reddito come:

ΔY = ΔI/(1 - c)

Per quanto riguarda la determinazione del tasso di interesse, Keynes rifiuta l'idea che questo sia determinato dalle forze reali della parsimonia e della produttività marginale del capitale. Nella Teoria generale il tasso di interesse è un fenomeno monetario determinato da:

Teoria classica e keynesiana 4

preferenza per la liquidità, o domanda di moneta, del pubblico

offerta di moneta, determinata dalle autorità

Per quanto riguarda il desiderio di detenere moneta, i moventi diventano tre: transazioni, precauzionale

especulativo (sensibile al tasso di interesse). In un mondo incerto ci sarà sempre il movente speculativo per detenere moneta invece che altre attività, e questo avrà un effetto sul tasso di interesse maggiore di quello delle decisioni di risparmio. In questo modo il tasso di interesse dipende anche dalla fiducia, oltre che dall'offerta di moneta.

Analisi del mercato del lavoro

Keynes afferma che il mercato del lavoro non può trovarsi sempre in equilibrio, in quanto se i salari monetari sono rigidi, allora questo mercato è caratterizzato dalla presenza di disoccupazione involontaria. Inoltre sostiene che, anche se i salari sono flessibili, ciò non sarebbe bastato per riportare l'economia alla piena occupazione.

Rigidità dei salari nominali

Teoria classica e keynesiana

Economia aperta e legami economici internazionali

Legami internazionali

Con la globalizzazione i legami tra le economie nazionali diventano sempre più stretti.

un segno positivo, mentre una diminuzione delle riserve viene registrata con un segno negativo. Un'economia aperta si lega al resto del mondo in due modi:
  • Commercio internazionale: parte dei beni consumati è prodotta all'estero e viene importata. Parte della produzione del paese viene esportata.
  • Finanza e movimenti di capitali: i portafogli di privati, banche e società cercano i rendimenti più elevati, detenendo attività in patria o all'estero.
Bilancia dei pagamenti È il conto in cui vengono registrate le transazioni internazionali tra i residenti di un Paese e il resto del mondo. I due conti principali in cui si suddivide sono i seguenti:
  1. Conto corrente → registra il commercio in merci (detto bilancia commerciale) e servizi nonché i redditi e i trasferimenti.
  2. Conto finanziario → registra le operazioni in strumenti finanziari e la variazione delle riserve della Banca Centrale.
Le esportazioni vengono indicate con segno positivo, mentre le importazioni con segno negativo. Un aumento delle riserve della BC viene registrato con un segno positivo, mentre una diminuzione delle riserve viene registrata con un segno negativo.

segno negativo, viceversa con segno positivo.

Avanzo/disavanzo complessivo della BP

La BP deve essere in pareggio. Se un paese registra un disavanzo in conto corrente, il deficit deve essere finanziato vendendo attività o ottenendo prestiti dall'estero, operazioni che portano ad un avanzo di conto finanziario.

saldo di conto corrente + saldo del conto finanziario = 0

L'avanzo/disavanzo di conto finanziario può essere imputato ai privati o alla BC. Se la somma dei saldi di conto corrente e del conto finanziario relativo ai privati (senza considerare la variazione delle riserve della Banca Centrale) è in disavanzo, si dice che si ha un disavanzo complessivo della BP che dovrà essere coperto

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
52 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MarcoDelpi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Luzzati Tommaso.