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DOMANDE MACROECONOMIA
1. Definite il Prodotto Interno Lordo e le modalità con cui può
essere calcolato (somma delle remunerazioni o valore
aggiunto)
Il PIL esprime il valore complessivo di tutti i beni e servizi
finali prodotti all’interno di un Paese, in un determinato
periodo di tempo (tipicamente l’anno), al lordo degli
ammortamenti. Il PIL può essere calcolato attraverso due
modalità. Con il metodo del valore aggiunto il PIL è la
somma dei valori aggiunti di tutti i settori che compongono
l’economia, in un dato arco di tempo, intendendo con valore
aggiunto il valore della produzione totale al netto del valore
dei beni intermedi usati nella produzione stessa. Tuttavia il
PIL può anche essere calcolato come la somma dei redditi, o
remunerazioni, corrisposti a tutti i fattori che hanno dato il
proprio contributo alla produzione, in un determinato arco di
tempo.
2. Definite il Deflatore del PIL. Cosa rappresenta la sua
variazione percentuale?
Il deflatore è un indice di prezzo e rappresenta la variazione
del PIL in un certo periodo di tempo e si ottiene facendo il
rapporto tra il PIL nominale e il PIL reale. La sua variazione
percentuale indica una stima dell’inflazione avutasi in un
certo periodo di tempo.
3. Cosa rappresenta il tasso di crescita tendenziale di una
variabile?
Il tasso di crescita tendenziale indica la variazione del
periodo corrispondente nell’anno precedente.
4. Cosa rappresenta il tasso di crescita congiunturale di una
variabile?
Il tasso di crescita congiunturale indica la variazione di una
variabile rispetto al periodo precedente a quello che stiamo
considerando.
5. Definite e descrivete l’equilibrio sul mercato dei beni.
Rappresentatelo anche graficamente
Il mercato dei beni in un’economia chiusa è dato dalla
somma di consumi, investimenti e spesa pubblica. In
un’economia aperta si devono considerare anche le
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esportazioni, al netto delle importazioni. I consumi sono tutti
quei beni e servizi acquistati dai consumatori, gli
investimenti sono le spese che le imprese fanno per acquisire
nuovi macchinari o impianti, la spesa pubblica riguarda la
spesa che lo Stato sostiene per interventi economici, i quali
possono riguardare nuovi investimenti o erogazioni di
servizi. Infine le importazioni sono gli acquisti di beni e
servizi dall’estero mentre le esportazioni sono gli acquisti di
beni e servizi nazionali da parte del resto del mondo. In
un’economia chiusa si ha equilibrio quando la produzione è
uguale alla domanda ( Y= (1/(1-C₁))*(C₀
+I+G-C₁T)). Il termine (C₀+I+G-C₁T) rappresenta la
domanda di beni che non dipende dal livello di produzione,
per questo è chiamato “spesa autonoma”. Poiché il
denominatore del primo fattore è (1-C₁) e la propensione
marginale al consumo è un numero compreso tra 0 e 1, allora
tutto il fattore sarà un numero maggiore di 1. Tale numero è
definito moltiplicatore poiché moltiplica l’effetto della spesa
autonoma. Tanto più c1 si avvicina a 1, tanto maggiore sarà il
moltiplicatore. Consideriamo ora un incremento pari a X
della domanda rispetto alla quantità di equilibrio, di
conseguenza la produzione aumenta di un fattore X al fine di
soddisfare questo nuovo livello di domanda, tale aumento di
produzione implica un incremento del reddito pari a X,
causando quindi un ulteriore crescita della domanda. Questo
processo continua finché si arriverà ad un nuovo punto di
equilibrio tra domanda e offerta. Alla fine si ha come
risultato un aumento della produzione superiore
all’incremento iniziale della domanda, di un fattore pari al
moltiplicatore. ( fai grafico e formula per spiegare meglio )
6. Cosa rappresenta la propensione marginale al consumo?
La propensione marginale al consumo indica quanto varia il
consumo al variare del reddito, nella funzione del consumo
C=C₀+C₁*Yd rappresenta il coefficiente angolare.
7. Cosa rappresenta la propensione media?
La propensione media al consumo è il rapporto tra i consumi
di un dato periodo e il reddito percepito nello stesso periodo.
8. Definite il risparmio
Il risparmio privato è la differenza tra il reddito disponibile e
il consumo, il risparmio pubblico è uguale alle imposte meno
la spesa pubblica.
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9. L’equilibrio sul mercato dei beni per un’economia chiusa
implica l’equilibrio fra risparmi e investimenti. Mostrate
questa condizione macroeconomica.
Sappiamo che : Y=C+I+G, sottraiamo da ambo i membri le
imposte T e spostiamo C a sinistra, otteniamo Y-T-C=I+G-T.
Il lato sinistro indica il risparmio privato S. Riscriviamo
l’equazione come I=S+(T-G). Abbiamo verificato che
l’equilibrio sul mercato dei beni per un’economia chiusa
implica l’equilibrio fra risparmi e investimenti, infatti sul lato
sinistro abbiamo gli investimenti mentre il lato destro è
composto dalla somma tra il risparmio privato e il risparmio
pubblico.
10. Definite il moltiplicatore del reddito e mostrate
graficamente come si modifica l’equilibrio sul mercato dei
beni a seguito di una variazione esogena della spesa pubblica.
In un’economia chiusa si ha equilibrio quando la produzione
è uguale alla domanda ( Y= (1/(1-C₁))*(C₀
+I+G-C₁T)). Il termine (C₀+I+G-C₁T) rappresenta la
domanda di beni che non dipende dal livello di produzione,
per questo è chiamato “spesa autonoma”. Poiché il
denominatore del primo fattore è (1-C₁) e la propensione
marginale al consumo è un numero compreso tra 0 e 1, allora
tutto il fattore sarà un numero maggiore di 1. Tale numero è
definito moltiplicatore poiché moltiplica l’effetto della spesa
autonoma. Tanto più c1 si avvicina a 1, tanto maggiore sarà il
moltiplicatore. Consideriamo ora un incremento pari a X
della domanda rispetto alla quantità di equilibrio, di
conseguenza la produzione aumenta di un fattore X al fine di
soddisfare questo nuovo livello di domanda, tale aumento di
produzione implica un incremento del reddito pari a X,
causando quindi un ulteriore crescita della domanda. Questo
processo continua finché si arriverà ad un nuovo punto di
equilibrio tra domanda e offerta. Alla fine si ha come
risultato un aumento della produzione superiore
all’incremento iniziale della domanda, di un fattore pari al
moltiplicatore. ( fai grafico e formula per spiegare meglio )
11. Il moltiplicatore del reddito può essere visto attraverso un
successivo aggiustamento dinamico verso l’equilibrio?
Si. Ipotizziamo un incremento pari a X della domanda
rispetto alla quantità di equilibrio, di conseguenza la
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produzione aumenta di un fattore X al fine di soddisfare
questo nuovo livello di domanda, tale aumento di produzione
implica un incremento del reddito pari a X, causando quindi
un ulteriore crescita della domanda, a cui seguirà un aumento
della produzione etc... Questo processo continua finché si
arriverà ad un nuovo punto di equilibrio tra domanda e
offerta. Alla fine si ha come risultato un aumento della
produzione superiore all’incremento iniziale della domanda,
di un fattore pari al moltiplicatore. (1/(1-C₁))*ΔG
12. Qual è l’effetto di una tassazione proporzionale al reddito?
Una tassazione proporzionale al reddito è lineare ed
endogena, comporta un effetto moltiplicativo (1/(1-C₁*(1-t)))
inferiore rispetto al caso in cui T è esogena, la pendenza della
funzione del consumo si riduce.
13. Qual è l’impatto del moltiplicatore quando il bilancio viene
mantenuto in pareggio?
Se il bilancio viene mantenuto in pareggio avremo G-T=0, il
finanziamento della variazione di G è ottenuto attraverso la
variazione di T (ΔG = ΔT). Sostituendo G al posto di T nella
funzione di equilibrio tra domanda ed offerta avremo :
à
Il moltiplicatore sarà quindi ΔY/ΔG = (1-C₁)/(1-C₁) = 1
14. Descrivete le variabili che influenzano la domanda di
moneta
La domanda di moneta è influenzata dal reddito e dal tasso
d’interesse. La prima variabile incide positivamente sulla
domanda di moneta, c’è un legame di proporzionalità diretta.
Il tasso d’interesse invece ha un effetto negativo sulla
domanda di moneta poiché a fronte di un aumento del tasso
d’interesse sui titoli si preferisce investire in titoli piuttosto
che mantenere la ricchezza in forma liquida.
15. Cosa si intendete per costo opportunità?
Il costo opportunità è il costo derivante dal mancato
sfruttamento di un’opportunità concessa al soggetto
economico. Quantitativamente, il costo opportunità è il
valore della migliore alternativa tralasciata. In altri termini, il
costo opportunità è il sacrificio che un operatore economico
deve compiere per effettuare una scelta economica.
16. Il tasso di interesse rappresenta un costo opportunità
nell’ambito della definizione della domanda di moneta?
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Si. La domanda di moneta è composta dalla moneta e dai
titoli. In questo ambito il soggetto economico decide se è
meglio allocare le risorse in moneta o in titoli a seconda di
quale fra i due tassi d’interesse è il più elevato. Tale
decisione è definita costo-opportunità.
17. Qual è la differenza fra un’economia in cui c’è solo
circolante e una in cui ci sono anche i depositi?
In un’economia con solo circolante le banche non
intervengono, mentre in un’economia in cui ci sono anche i
depositi le banche assumono importanza, attraverso i depositi
quest’ultime possono determinare un aumento di moneta ad
esempio erogando prestiti, questo processo moltiplicativo
continua impedendo così alla banca centrale di avere il
controllo rigido dell’offerta di moneta perché ci sono anche i
depositi e non più solo i contanti. La differenza tra i due
modelli è quindi la decisione di politiche estensive o
restrittive c