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PROBLEMA DELLA CONVERGENZA
Tra il 1981 e il 1991 cambia tutto il sistema economico mondiale, e si affermano le economie moderne, contemporanee. Nel 1991 crolla l'Unione Sovietica, le economie pianificate tendono a scomparire. Nel 1993-94 negli Stati Uniti viene commercializzato internet, e questo crea uno scompiglio nell'ordine economico mondiale. È l'epoca delle grandi speculazioni finanziarie, riglobalizzazione dell'economia. L'economia mondiale torna a essere globalizzata; la prima grande fase dei mercati globalizzati è stata a inizio '900. I principali indici che misurano il livello di globalizzazione tornano ai livelli del 1914. È una globalizzazione diversa, perché basata sulle tecnologie dell'informazione, pienamente finanziarizzata, nel senso che il peso della finanza è maggiore, è sempre più basata su paradigmi di creazione di valore legati a conoscenza e informazione. Con lariglobalizzazione dell'economia mondiale la crescita economica non è più connessa a un'estensione produttiva e industriale del sistema economico. Si introduce l'idea di crescita intensiva invece che crescita estensiva. La crescita estensiva è quella postbellica, della Golden Age, in cui i sistemi produttivi si ingrandiscono, le industrie diventano più grandi, vengono introdotti principi scientifici dell'organizzazione del lavoro; si basa sull'allargamento dell'utilizzo della manodopera e l'allargamento della scala dell'economia. La crescita intensiva è basata sul progresso tecnico, sull'elaborazione di nuove conoscenze, sull'innovazione, sull'invenzione, anche senza l'allargamento della scala dell'economia, anche se queste pratiche corrispondono a un non aumento delle possibilità industriali di produzione. Il mondo economico restituito dalla seconda globalizzazione cheavviene nei primi anni '90 è molto diverso da quello del ventennio postbellico. I principi del Washington Consensus, che indicano il movimento dell'economia globale verso deregolamentazione, privatizzazione, liberalizzazione, sono coerenti con le indicazioni della macroeconomia classica, e sono soggetti a regimi di condizionalità. Tutte le principali istituzioni economiche mondiali dicono agli altri paesi che per accedere agli aiuti offerti dal fondo monetario e dalla banca mondiale devono implementare riforme coerenti al Washington Consensus, perché sono fondamentali per riuscire ad essere rilevanti nella nuova economia mondiale. Il ricatto è esplicito, ma allo stesso tempo ci sono argomenti razionali con cui inserirlo nell'agenda politica riformatoria di molti paesi. Tra gli argomenti logici, scientifici che supportano le politiche di riaggiustamento culturale, suggeriti per supportare l'idea di mettere in pratica quelle riforme.c'è quello della convergenza economica. La questione della convergenza diventa una costante nel pensiero degli economisti e dei policy maker per tutti gli anni '80, fino all'inizio degli anni '90. Il primo a sollevare il problema è Robert Mundell, il quale, analizzando i dati a disposizione, si accorge che il divario di crescita tra paesi leader del mondo e paesi seguitori, che era importante all'inizio della Golden Age, alla fine della Golden Age si è fortemente ridotto. Secondo quei dati statistici riferiti alle economie più avanzate, tra il 1948 e il 1971 c'è una forte convergenza economica, nel tenore di vita, nel livello di PIL assoluto, nel livello di PIL pro capite, nei livelli di consumo. Il divario di crescita si è ora ridotto; i dati sembrano mostrare esserci una sorta di catching-up, cioè di riaggancio dei paesi economicamente meno sviluppati rispetto ai paesi leader del pianeta. Mundell si pone laquestione se questa sorta di convergenza economica che i dati sembrano rilevare in quel momento è coerente con le predizioni della teoria della crescita di Solow e sotto quali condizioni.Teoria della crescita 52Noemi Ammirati
È un modello di crescita basato su due concetti fondamentali:
- L'economia cresce per accumulazione ma prima o poi arriva a uno stato di stazionarietà, e da qui il sistema cresce solo se aumenta la popolazione e quindi si ingrandisce l'economia, altrimenti reddito e capitale procapite rimangono fermi;
- Per modificare lo stato stazionario, cioè continuare a crescere, l'unico elemento utile è il continuo progresso tecnico-scientifico.
Il modello di Solow viene rappresentato con due equazioni raffigurate in un grafico avente sull'asse orizzontale il capitale pro capite, sull'asse verticale il prodotto pro capite.
La prima equazione è data dalla funzione del risparmio per unità del lavoro, la
quale è crescente e concava perché si immagina un sistema economico perfettamente concorrenziale, con rendimenti marginali decrescenti ed economie di scala costanti. La seconda equazione è data dalla retta di riproduzione dell'economia, che indica quante risorse sono necessarie per riprodurre le stesse quantità nel futuro. Solow fa quell'ipotesi di rendimenti marginali decrescenti e rendimenti di scala costanti per tenere buona l'ipotesi concorrenziale perfetta e perché ha in mente capitale tecnologico che si combina con input non tecnologici (come terra, lavoro) cioè non totalmente riproducibili dopo l'uso. Questa osservazione si rivela molto importante nel dibattito sulla convergenza economica: ci può essere convergenza economica solo se il capitale del sistema non ha caratteristiche di piena riproducibilità. Solow ha in mente l'economia degli anni '50; questo è il motivo per cui gli sembra.ragionevole supporre che i rendimenti del capitale siano decrescenti dopo l'utilizzo. L'intersezione tra le due funzioni determina lo stato stazionario dell'economia, che cresce indipendentemente dal progresso tecnologico solo fino a quel punto. Dopo quel punto reddito e capitale pro capite non crescono più fino a quando non succede qualcosa che sposta lo stato stazionario. Convergenza assoluta Immaginando due diversi sistemi economici A e B a due stadi diversi di sviluppo economico. L'economia A è in fase di sviluppo, quindi con capitale pro capite basso. L'economia B è già ampiamente sviluppata, cioè ha già subito il percorso di crescita basato sull'industrializzazione per accumulazione di capitale; essa è dunque più vicina allo stato stazionario. In entrambi i casi c'è una distanza verticale positiva che misura la quantità di risorse disponibili per l'accumulazione. Questaè più bassa nel sistema B piuttosto che nel sistema A, perché essendo più grande ha bisogno di più risorse per mantenere inalterate nel tempo le condizioni produttive.
L’economia A, essendo più piccola, ha una produttività marginale del capitale molto alta, dunque ha un grosso surplus di risorse da dedicare alla crescita, più alto di quello dell’economia B.
Dopo un po’ il surplus si assottiglia pesantemente: aggiungendo nel grafico un moto, entrambe le economie crescono, perché entrambe hanno risorse disponibili per la crescita. Tutti e due i sistemi economici si muovono verso lo stato stazionario.
L’economia B vede molto rapidamente ridursi il surplus di risorse dedicate alla crescita, dopo poco tempo si assottiglia sempre di più, perché il capitale impiantato è talmente tanto che la produttività scende in modo importante.
Nell’economia A, spostandosi verso destra,
la distanza verticale aumenta: il sistema economico non solo può crescere per accumulazione ma ha anche tassi di crescita crescenti nel tempo, almeno fino a quando non si avvicina allo stato stazionario.
Secondo questa idea implicita nel modello di Solow, dopo un po' di tempo entrambe le economie convergono allo stato stazionario, una più velocemente dell'altra. Arrivano allo stesso identico tasso di crescita e lo stesso identico reddito pro capite, entrambi pari a 0.
Quest'idea viene ricordata come idea di convergenza assoluta: le due economie dopo un po' in termini di crescita diventano identiche, non c'è più nessuna differenza.
La tesi della convergenza assoluta è vera, verificata dai dati con riferimento alle economie occidentali durante la Golden Age: l'intervallo 1948-1971 per i paesi più sviluppati è un periodo di forte convergenza economica.
Il problema è che questa convergenza c'è
quella di B. Inoltre, il tasso di crescita della popolazione nell'economia A è inferiore al tasso di crescita della forza lavoro nell'economia B. Queste differenze strutturali influenzano le possibilità di crescita e convergenza tra le due economie. Secondo il concetto di convergenza condizionata di Mundell, le economie con parametri strutturali diversi possono avere diverse opportunità di crescita e convergenza. Durante la Golden Age, solo tra i paesi occidentali, si è osservata una convergenza economica. Tuttavia, cambiando gruppo di paesi o periodo storico, la convergenza scompare. Questo suggerisce che la convergenza economica è condizionata da specifiche circostanze e parametri strutturali. In conclusione, la teoria della convergenza condizionata di Mundell evidenzia come le differenze strutturali tra le economie possano influenzare le possibilità di crescita e convergenza.quella di B. Allo stesso tempo, la retta di riproduzione dell'economia A è meno inclinata di quella dell'economia B, perché il tasso di crescita di A è minore di quello di B.
Date queste differenze strutturali, gli stati stazionari dei due sistemi economici, che sono i rispettivi punti di intersezione tra funzione di risparmio del sistema e retta di riproduzione semplice, sono molto diversi tra loro.
I dati statistici rivelano che durante la Golden Age tra i paesi occidentali c'è convergenza assoluta e stesso stato stazionario; paragonando però gruppi di paesi diversi in periodi di tempo differenti non si osserva più la convergenza assoluta ma una convergenza a gruppi.
Questa convergenza a gruppi è chiamata convergenza condizionata: l'economia tende ad uno stato stazionario che è condizionato dalle condizioni del sistema economico. Esempi di questi parametri strutturali sono propensione marginale al risparmio.
tasso di crescita demografico, tasso di deprezzamento della tecnologia. Il modello di Solow comunque non esaurisce tutte le possibilità, le differenze strut