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PIL=C+I+G+X-IM.

Posso calcolare quanto è stato acquistato e quindi speso dai consumatori, dallo

stato, dalle imprese . Componenti della spesa, o domanda, aggregata per i beni

prodotti in un sistema economico:

• Consumi (C)  dei beni di consumo;

• Acquisti pubblici di beni e servizi (G - goverment);

• Investimenti lordi (I) = Investimenti fissi lordi (spese delle imprese +

spese per comprare immobili edifici abitativi delle famiglie) + variazione

scorte (variazione nelle giacenze di prodotti finiti, semilavorati, prodotti

intermedi e beni in corso di lavorazione che si verifica nel settore imprese

tra l’inizio e la fine dell’anno). Fissi xk non sono investimenti finanziari ma

per impianti. La variazione scorte può essere intenzionale o non

intenzionale [può aspettarsi una maggiore domanda e quindi aumentano

le scorte oppure queste aumentano perché nessuno compra]. Anche

queste non comprate che sono rimaste in magazzino sono comprate

dall’impresa che le ha prodotte e quindi devono entrare nel PIL;

• Se l’economia è aperta: esportazioni nette [Esportazioni - Importazioni =

X - IM].

In un’economia chiusa: PIL =C+I+G;

In un’economia aperta:

1. bisogna aggiungere il valore dei beni acquistati da non residenti (X);

2. bisogna sottrarre la domanda dei residenti che ricade su beni prodotti

all’estero (IM). Portando a sinistra il valore delle importazioni, si

ottiene la seguente identità: PIL + IM = C + I + G + X [PIL + IM sono

le risorse mentre C+I+G+X sono gli impieghi].

Questa identità prende il nome di Conto economico delle risorse e degli

impieghi, predisposto ogni anno dall’Istat per l’Italia.

Esercizio

Prima definizione: vendite al pubblico A + vendite al pubblico di B +

esportazioni = PIL [no vendite a B perché se viene venduto a un’impresa è un

bene intermedio].

Seconda: vendite al pubblico + vendite a B – Acquisti da B.

Terza: salari + profitti [ricavi – costi]  le imposte ind. modificano il PIL =

reddito + imposte.

Quarta: formula.

Il PIL reale  Q

Variazioni nel tempo del PIL nominale tipicamente riflettono [PxQ]:

• variazioni delle quantità prodotte Q;

• variazioni nei prezzi unitari dei vari beni prodotti P.

è meglio se il PIL aumenta x la variazione delle quantità prodotte. Per isolare la

parte della variazione del PIL dovuta a variazioni delle sole quantità prodotte 

PIL reale: calcolo il PIL usando prezzi costanti al livello prevalente in un anno

“base”. È la somma delle quantità di beni finali vautati a prezzi costanti,

mentre il pil nominale è la somma delle quantità di beni finali valutati al loro

prezzo corrente.

Il problema è il seguente:

La soluzione:

Usare i prezzi di uno stesso anno, detto anno baseIl PIL così calcolato è detto

reale, o a prezzi costanti, o a prezzi dell’anno base. Legenda: PIL nominale =

euroY; PIL reale = Y.

PIL nominale e PIL reale sono uguali nell’anno base.Per gli anni successivi a

quello base, normalmente euroY > Y (perchè, mediamente, si osserva

inflazione). La variazione del PIL reale tra due anni consecutivi è il tasso di

crescita dell’economia.

Il pil misura la dimensione economica di un paese. Il pil reale pro capite è il pil

reale diviso per la popolazione e indica il tenore di vita. Se pil è in crescita c’è

un espansione, in decrescita recessione. Se il pil nominale aumenta più

velocemente di quello reale la differenza è dovuta a un aumento dei prezzi.

Cosa determina la produzione aggregata di un’economia?

Nel Breve periodo [1 anno] = variazioni della domanda;

nel medio periodo [un decennio] = variazioni dei fattori relativi all’offerta;

nel lungo periodo [mezzo secolo] = fattori come istruzione, tasso di risparmio e

ruolo del governo.

Tasso di crescita dell’economia: tasso a cui varia il pil reale tra due anni

consecutivi.

Il tasso di crescita de pil nominale è pari alla somma del tasso di variazione del

deflatore del pil e del tasso di variazione del pil reale

Trend è lo sviluppo continuo che dovrebbe essere seguito, ma qui cala a picco.

Il PIL reale quando si abbassa siamo in recessione. Il PIL reale oscilla ma cresce

nel lungo periodo: il ciclo economico è questo.

Problemi con il PIL è che non misura il benessere di una nazione e nemmeno

una misura del benessere economico:

• Assegna stesso peso a “beni” e “mali”: cresce il PIL ma xk sono cresciute

le vendite di sigarette [mali];

• Prescinde da distribuzione del reddito: il PIL aumenta ma non corrisponde

alla retribuzione che magari invece è più bassa [meglio essere povero in

un paese che ha PIL grande, perché la torta è più grande e sempre

crescente così ci sarà più torta x tutti];

• Non misura tutto quello che dovrebbe misurare: il sommerso [mercato

nero], ci sono attività che non emettono fattura.

Il PIL non è dunque una misura pienamente soddisfacente del benessere

economico.

Altre misure proposte guardano a più variabili, in aggiunta al PIL (pro-capite).

Ad esempio, lo Human Development Index (HDI) delle Nazioni Unite guarda

anche a grandezze quali aspettativa di vita e istruzione [ma qual è il peso

dell’istruzione e quale quello dell’aspettativa di vita?]. In genere, forte

correlazione tra queste misure alternative e il PIL, che resta perciò la misura più

facilmente calcolabile, e confrontabile tra paesi, del benessere economico di un

paese.

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Publisher
A.A. 2014-2015
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ellyna94ever di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Macroeconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano o del prof Ferraguto Giuseppe.