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L'offerta di lavoro
Quindi l'impresa confronta quello che gli costa assumere al margine una persona in più con quello che gli rende al margine quella persona; quindi, nel punto di ottimo, quello che paga all'ultimo assunto è uguale alla produttività di quella persona. Solo così si raggiunge la massimizzazione del profitto: se il costo fosse maggiore del rendimento, all'impresa converrebbe assumere di meno; mentre, se il costo fosse minore del rendimento, gli converrebbe assumere di più.
Consideriamo un mercato del lavoro in concorrenza perfetta, in cui la contrattazione circa il salario W e il numero di ore di lavoro venga deciso dal potenziale lavoratore con il datore di lavoro.
Consideriamo il caso in cui non vi sia il Sindacato che, per esempio, stabilisca un salario minimo e un impegno orario massimo.
Il potenziale lavoratore potrà, quindi, offrire liberamente un certo ammontare di ore di lavoro (N) sapendo però che
esiste un trade-off tra lavoro e tempo libero. Più ore di lavoro offre, meno tempo libero gli rimane. Ma solo se lavora percepisce un salario e quindi può consumare. Il salario, quindi, rappresenta il costo opportunità del tempo libero. Quindi, essendo libero di scegliere, l'agente economico massimizzerà la sua utilità U quando il SMS (saggio marginale di sostituzione tra lavoro N e L, tempo libero L) uguaglierà la sua remunerazione, cioè il salario W. SMSL,N = W Questa condizione rappresenta la sua offerta di lavoro, che sarà crescente al crescere del salario. Quindi, il potenziale lavoratore sarà disposto ad offrire più ore di lavoro, rinunciando al suo tempo libero, solo se cresce il salario. Aggregando tutte queste condizioni si ottiene la curva di offerta aggregata di lavoro (NS). L'equilibrio di mercato del lavoro Se mettiamo insieme le curve di domanda e di offerta di lavoro, otteniamo l'equilibrio sul mercato di lavoro.lavoro: W0 è il prezzo di mercato del lavoro di equilibrio.
Nel punto E il numero di persone domandate saranno uguali al numero di persone offerte.
LF è la forza lavoro totale: LF>N, poiché nel sistema economico vi sono persone inoccupate, ovvero i disoccupati involontari.
Distinguiamo:
- Disoccupazione volontaria (Uv);
- Disoccupazione involontaria (Ui).
Dal punto di vista grafico Uv è data dalla differenza tra la forza lavoro totale (labor force) e l'occupazione di equilibrio: LF-NEssa è decisa dai singoli agenti economici, i lavoratori, ed è costituita da tutti coloro che sono volontariamente disoccupati, nel senso che non offrono lavoro al salario di equilibrio o perché non hanno bisogno di lavorare o perché ritengono il salario troppo basso per offrire ore di lavoro.
In Italia, c'è una scarsa partecipazione femminile al mercato del lavoro dovuta all'assenza di welfare per l'accudimento dei figli.
Ad es. asili
nido scari o troppo costosi, necessità di trovare e assumere una babysitter.
Ui, invece, si ha quando vi è un eccesso di offerta di lavoro rispetto alla domanda.
In questo modello di mercato di lavoro se il salario reale W fosse perfettamente flessibile, si potrebbe avere solo Uv.
Dopo aver costruito la curva di domanda di lavoro delle imprese e dopo aver costruito la curva di offerta di lavoro dei potenziali lavoratori, possiamo rappresentare l'equilibrio sul mercato del lavoro. Qualora LF fosse maggiore del livello di equilibrio, la differenza tra LF e N ci darebbe Uv.
Invece, Ui si ottiene se il salario W viene fissato ad un livello maggiore W1 rispetto a quello di equilibrio W0, perché se si esce dalla concorrenza perfetta, nella quale i singoli potenziali lavoratori si confrontano con i singoli datori di lavoro, il salario diventa rigido verso il basso, cioè fissato ad un livello maggiore rispetto a quello di equilibrio, grazie, ad esempio, al
sindacato.W1>W0 (nel grafico indicato con WE) e quindi Ns>Nd. Se si vuole più occupazione bisogna che il salario W1 scenda al livello di equilibrio W0. Ricordando che LF=N+U, possiamo calcolare il tasso di disoccupazione: N= numero di occupati e U= numero di disoccupati (volontari e involontari) u=(LF-N)/LF con U=LF-N quindi: u=U/LF. Keynes, nella Teoria Generale, si dimostra scettico nei confronti della presunta causa della disoccupazione involontaria. Perché i salari sono sia un costo di produzione sia potere d'acquisto per i lavoratori; quindi se il W diminuisce anche la domanda di beni di consumo scenderà. Consumi minori faranno peggiorare le aspettative di profitto degli imprenditori e quindi diminuiranno gli investimenti. Se ciò avviene, la domanda aggregata (C+I) diminuirà e di conseguenza anche il reddito e l'occupazione. Quindi, diminuire il salario risulta controproducente. Sarebbe meglio, in una fase di alta disoccupazione involontaria,Sostenere la domanda aggregata cioè favorire gli investimenti e la spesa pubblica in infrastrutture. La presenza del sindacato introduce potere di mercato dal lato dell'offerta di lavoro. A parità di occupazione, il salario, in presenza di "contrattazione collettiva", sarà maggiore rispetto al salario "individuale". I salari reali non sono più alti rispetto all'equilibrio standard solo in presenza di sindacato ma vi sono altre cause:
- I salari di efficienza: La produzione marginale del lavoro (PMG) dipende dal salario percepito. Se il lavoratore è ben retribuito la sua produttività sarà maggiore, quindi la funzione di produzione sarà: Y=F(e(W)N) con W>0 terrà conto quindi di e, l'effort, ovvero lo sforzo. Quindi, la produttività che in precedenza abbiamo sempre ritenuto indipendente dal salario, qui dipende dal salario perché elevati salari.
implicano la selezione di personale altamente qualificato oppure personale molto efficiente e quindi con un'elevata produttività. Ne deriva che quindi il salario di efficienza (Wef), che sono disposte a pagare le imprese, è più elevato rispetto a quello in corrispondenza all'equilibrio standard (W0) ed è rigido verso il basso: se Wef>W0 allora Nef<N2.
La differenza tra insider e outsiders: cioè tra chi è già all'interno dell'azienda e chi ancora è in cerca di occupazione. Gli insider hanno più esperienza degli outsider, per questo sono più produttivi. Quando si assume un outsider vi sono dei costi di turnover per formarli e trasformali in insider. Se il costo è molto elevato, le imprese preferiscono far fare agli insider gli straordinari e pagarli di più, piuttosto che sostenere costi eccessivi di turnover e quindi assumere meno outsider.
Il sistema economico è incentrato sulla
moneta svolge un ruolo centrale come mezzo di scambio e riserva di valore. Il processo di produzione e riproduzione aggregata si regge infatti sulla moneta. Storicamente si distinguono: 1. Moneta merce: bene che alcuni agenti scelgono come misura del valore. 2. Moneta segno: moneta metallica su cui era stampigliato il suo valore di riferimento. 3. Moneta cartacea: fino al 1914 circa era possibile convertirla in oro (sistema gold standard). 4. Moneta cartacea: dal 1944 al 1972 solo il dollaro resta convertibile in oro (dollar system). 5. Moneta non convertibile: è una moneta fiduciaria (sistema fiat money) perché garantita dall'autorità di politica monetaria (la Banca Centrale Europea). Oggi esistono le monete virtuali: i Bitcoin, la Sardex e la Libbra non sono garantite da nessuna autorità politica monetaria e per questa hanno un alto rischio. Keynes distingue: a) Real Exchange Economy (economia degli scambi reali) in cui la moneta è solo un mezzo di scambio: merce-denaro-merce; b) Monetary Economy: denaro-merce-denaro, dove la moneta svolge un ruolo centrale come mezzo di scambio e riserva di valore.quantità di denaro iniziale è maggiore della quantità di denaro finale. Qui la moneta non è solo mezzo di scambio utilizzato dagli operatori per superare i problemi legati al baratto, ma è cruciale perché se non si ha la quantità di denaro per attivare il processo produttivo (acquistare i mezzi di produzione, le materie prime per produrre le merci da vendere), non si ottiene il profitto e quindi il sistema entra in crisi. Non esiste, quindi, dicotomia tra sfera monetaria e sfera reale; quello che succede in una sfera influenza quello che succede nell'altra, quindi, c'è interdipendenza tra le due sfere macroeconomiche. Tra di esse non c'è neutralità, nel senso che, variazioni di quantità di moneta, quando il livello di reddito è inferiore all'occupazione, hanno effetti sulle grandezze reali. Le funzioni della moneta: Moneta: tutto ciò che viene accettato come mezzo di pagamento.capire perché essa viene domandata bisogna tener conto delle sue funzioni.- Mezzo di scambio: grazie ad essa è possibile superare i problemi legati al baratto. Infatti, esso comporta una doppia coincidenza di bisogni, invece, con la moneta posso acquistare ciò che voglio.
- Riserva di valore: si accantona la moneta, intesa come liquidità, come scudo contro l'incertezza, per necessità future.
- Unità di conto: in un sistema economico, tutto è misurabile con la moneta; vi sono beni più o meno liquidi. Ad es. l'euro è un'unità di conto per il misurare il valore dei beni.
- Mezzo di finanziamento: poiché ci occupiamo del sistema D-M-D per ottenere profitto. I finanziamenti servono per far partire la produzione.
La domanda di moneta
La moneta ha un prezzo che viene dettato dal mercato monetario: i=tasso d'interesse nominale* (rate of interest) Md=L(i,Y)* perché lo consideriamo nel breve periodo
domanda di moneta, money demand, è il prodotto di una funzione L(), che decresce all'aumentare del tasso d'interesse nominale i e cresce all'aumentare del livello di reddito Y. Quindi, L dipende inversamente da i e da luogo alla domanda speculativa di moneta; mentre, dipende direttamente da Y, dando luogo alla domanda per le transizioni. I prezzi P nel breve periodo sono fissi o vischiosi, poiché vi sono i menu costs. L indica quanto liquidi desiderano essere gli agenti economici: detenere la propria ricchezza in forma liquida è meno utile se si rinuncia ad un alto tasso di rendimento i su attività non liquide, più utile se nel periodo considerato, la spesa reale è alta, e quindi si fanno molti pagamenti. Detenere moneta ha un costo-opportunità, poiché si rinuncia a guadagni potenziali investendo in altre attività.