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K
N/N).
E quindi: crescita del prodotto – crescita del fattore lavoro = crescita della produttività
totale dei fattori (che indica quanto bene riusciamo a combinare K e N) + l’elasticità x
la differenza fra la crescita del capitale e la crescita del fattore lavoro. In poche parole,
N/N)
ciò che sta a sinistra dell’uguale (Y/Y - ci dice qual è il tasso di crescita
dell’output per lavoratore, che è uguale alla produttività del lavoro (media). Mentre, a
N/N)
destra dell’uguale abbiamo (K/K - che indica il tasso di crescita del capitale per
lavoratore; se questo è > 0, allora la produttività del lavoro è > TFP. Quindi stiamo
cercando di capire perché ad un certo punto la produttività del lavoro supera il
parametro A (in sostanza). E lo è per forza perché è sommato ad un’altra cosa che è
positiva.
Quindi, la crescita della produttività del lavoro eccede la crescita della TFP quando la
crescita del capitale è maggiore di quella del lavoro. E “maggiore” non significa solo in
termini di quantità; se noi ci riferiamo all’innovazione tecnologica, è soprattutto in
termini di qualità. Quindi è un tipo di capitale che permette alle persone di fare cose
che prima non facevano (in maniera più veloce, più efficace e più efficiente).
Ma le rivoluzioni industriali non sono mai solo delle rivoluzioni tecnologiche. Sono stati
scombinati i modi di fare produzione; con l’industria 4.0 ci si immagina che il vero
valore è dato da chi detiene i dati! Quindi le rivoluzioni tecnologiche cambiano le
società (e chi non è capace di governare potrebbe causare l’effetto contrario). 48
Perché l’ICT (Information and Communications Technology) ha dato molti benefici
all’economia degli USA e meno ad altri paesi?
Per diversi motivi; ci possono essere delle resistenze al cambiamento (non tutte le
economie si adattano velocemente al progresso tecnologico), disponibilità di lavoro, la
composizione settoriale della produzione e il peso dei servizi, investimenti in R&S e
istruzione (formazione). Quest’ultima è fondamentale in quanto senza quelli non
c’è crescita!! E persino gli economisti, che in molte cose sono in disaccordo, su questo
punto sono invece d’accordissimo! E questo è fondamentale perché è dalla ricerca che
in qualche modo si produce innovazione. Poi, se non c’è apprendimento delle
innovazioni tecnologiche, non c’è nemmeno la capacità di usarle. Quindi, se questo
manca, difficile che si inneschi una crescita economica! E l’Italia ne è un esempio
perché anziché investire, taglia.
E l’industria 4.0 significa soprattutto riuscire ad investire in maniera digitalizzata una
grande fabbrica, vuol dire che serve una grande specializzazione settoriale (ci sono
settori che più di altri possono beneficiare dell’industria 4.0). Che poi sostanzialmente
l’industria 4.0 non è altro che politica industriale tedesca; il governo tedesco ha deciso
di incentivare certi tipi di produzione dando un nome a queste tecnologie di “Industria
4.0” (la capacità di digitalizzare).
IL MODELLO DI SOLOW (1956)
Due domande alla base del modello:
- Quale è la relazione fra il tenore di vita e il tasso di risparmio, la crescita della
popolazione e il progresso tecnologico?
- Come cambia la crescita nel tempo? Accelera o si ferma?
Ci sono delle ipotesi che fa: economie chiuse con una spesa pubblica pari a 0, si può
estendere il modello in economia aperta e in presenza di spesa pubblica. L’ipotesi è
che lui si interroga sul tasso di crescita della popolazione ipotizzando che è uguale al
tasso di crescita per lavoratore e quindi che non ci siano variazioni nel tasso di
partecipazione al lavoro (è quindi un’ipotesi semplificatrice). E quindi quando noi
diciamo, in riferimento al modello, del tasso di crescita della popolazione, ci riferiamo
anche al tasso di crescita della forza lavoro.
In economia chiusa quindi nella domanda aggregata non c’è G (G = 0) e quindi i
consumi (del settore risparmio) sono pari al reddito meno gli investimenti: C = Y – I .
t t t
Riscriviamo tutto in termini di ammontare “per-lavoratore” (quando vediamo la lettera
piccola significa “per-lavoratore”): y = Y / N ; c = C / N ; k = K / N . k è il
t t t t t t t t t t
rapporto capitale-lavoro. La “t” è il tempo (in ogni momento/in ogni anno). Ribadendo
(o meglio, immaginando) che popolazione e forza lavoro siano la stessa cosa. 49
Detto ciò, la funzione di produzione “per-lavoratore” viene espressa così: y = f(k ) .
t t
Quindi, in sostanza, dobbiamo immaginare che non ci sia crescita della produttività.
Nella funzione di produzione abbiamo quindi capitale e lavoro e quindi possiamo
esprimere la funzione per singolo lavoratore come y = f(k ) . Quindi è una funzione
t t
solamente del rapporto capitale-lavoro k (quanto capitale ha a disposizione il singolo
t
lavoratore) e ha la stessa forma di quella aggregata:
Detto anche questo, che cosa dice il modello di Solow?
Lui dice che esiste una situazione di lungo periodo che possiamo chiamare “stato
stazionario”, cioè una situazione di equilibrio di lungo periodo verso cui le economie
tendono in assenza di crescita della produttività. Cioè, se non c’è crescita della
produttività, secondo Solow le economie tendono a raggiungere uno stato stazionario
in cui l’output per-lavoratore (y ), il consumo per-lavoratore (c ) e il capitale per-
t t
lavoratore (k ) sono costanti nel tempo!! Quindi, se non c’è crescita della produttività,
t
le economie tendono a raggiungere questo stato stazionario. E quindi non c’è crescita
nel lungo periodo.
Ma che caratteristiche ha questo “stato stazionario”?
Dimentichiamoci per un attimo della crescita della popolazione (= 0) (e quindi per
adesso non c’è né crescita della produttività e né crescita della popolazione). L’unica
cosa che cresce può essere il capitale. Però se un’economia è in questo stato
stazionario in cui il rapporto capitale-lavoro è costante, a cosa serve un investimento
ad un’economia di questo tipo? In un’economia che è nello stato stazionario, il
rapporto capitale-lavoro è lo stesso, quindi in sostanza un investimento serve solo a
k k
rimpiazzare il capitale vecchio!! E quindi: = I - . Dove è il tasso di
ammortamento (che moltiplica “k”). Nello stato stazionario l’economia si comporta
così: 50
Abbiamo sull’asse delle x sempre il rapporto capitale-lavoro. L’ammortamento è il
tasso di ammortamento () moltiplicato per k. L’investimento è una funzione che
dipende dal tasso di risparmio. E se l’investimento è superiore all’ammortamento, lo
stock di capitale tende ad aumentare. Viceversa, se l’investimento è minore
dell’ammortamento, lo stock di capitale sta diminuendo. Invece, lo stato stazionario si
trova nel punto in cui (in assenza di crescita della produttività e della popolazione)
questo livello di capitale che è occupato rimane uguale (lo chiamiamo “k*”, ossia il
rapporto di capitale-lavoro nello stato stazionario, che rimane invariato). Ed è l’unica
possibilità per far rimanere il rapporto capitale-lavoro costante, ossia che
l’investimento nuovo serve semplicemente a sostituire (o rimpiazzare) il capitale che
esiste!! Quindi questa è la caratteristica dello stato stazionario, se non c’è crescita
della popolazione e un aumento della produttività!
Quindi: se i lavoratori sono sempre gli stessi e la produttività è sempre la stessa, dico
che l’economia è in una situazione in cui il rapporto capitale-lavoro rimane uguale e
che l’unico modo perché rimangano uguale è che l’investimento sostituisca il capitale
precedente (quindi lo stock di capitale non cambia, né aumenta e né diminuisce; sta
solo sostituendo quello precedente e ogni lavoratore ha la ancora la stessa quantità di
capitale a disposizione). 51
Se invece introduciamo la variabile della crescita della popolazione, come fa il
rapporto capitale-lavoro a rimanere costante?
Rimane costante se l’investimento da un lato rimpiazza il capitale deteriorato
(vecchio) e dall’altro lato dà il nuovo capitale necessario alla popolazione che sta
crescendo (“popolazione” significa anche “lavoratori”, popolazione e lavoratori sono la
stessa cosa nel modello di Solow. Tanto cresce la popolazione e tanto cresce la forza
lavoro). A quel punto allora l’investimento non è solo uguale all’ammortamento, ma è
uguale all’ammortamento + il tasso di crescita della popolazione: I = (n + d)K .
t t
Quindi possiamo esprimerlo in termini “per-lavoratore”.
E quindi possiamo definire i consumi come: C = Y – I = Y – (n + d) K .
t t t t t
In termini “per-lavoratore”, nello stato stazionario: c = f(k) – (n + d) k .
Possiamo rappresentare queste cose (relazione fra consumo per lavoratore e rapporto
capitale-lavoro nello stato stazionario) nel primo grafico: 52
53
Nel secondo grafico invece vediamo che si può dimostrate che la Golden Rule è
definita da: PMK = n + d.
Quindi il consumo possiamo rappresentarlo come la differenza fra l’output per
lavoratore e l’investimento. L’area rosa infatti rappresenta il consumo per-lavoratore.
Allora noi possiamo stabilire una relazione fra il rapporto capitale-lavoro e l’output per-
lavoratore, investimento per-lavoratore (la retta) e il consumo per lavoratore (l’area di
mezzo); in particolare, che relazione c’è fra consumo per-lavoratore e il rapporto
capitale-lavoro?
All’aumentare del rapporto capitale-lavoro, fino a un certo punto il consumo cresce; da
un certo punto in poi, il consumo cala! Quindi, se aumenta il rapporto capitale-lavoro,
inizialmente il consumo cresce e poi il consumo cala. Perché? Perché se arriviamo al
limite in cui le due si incrociano, significa che tutto l’output che viene prodotto dal
lavoratore viene utilizzato per l’investimento e non c’è consumo all’estremo.
Trasferendo questo in un altro grafico (il secondo grafico qui sopra), ha quella forma lì,
ma è la stessa cosa (prima aumenta e poi cala).
Questo punto k nella figura è la “Re