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LUDOVICO ARIOSTO
LA VITA
Ariosto rappresenta il tipico intellettuale cortigiano del Rinascimento avendo vissuto sempre nella corte.
Però aveva sentimenti ambigui verso questo ambiente che si rifletteranno nella sua opera.
Il poeta nasce in una famiglia nobile nel 1474, primo di 10 tra fratelli e sorelle, La sua famiglia si stabilisce a
Ferrara presso la corte dei duchi d’Este ed è qui che studia prima il diritto e poi le lettere, suo grande
amore. Qui conosce Pietro Bembo e ne rimane influenzato tanto da indirizzarsi verso la poesia volgare.
Dopo la morte del padre dovette interessarsi del suo patrimonio e dei fratelli e sorelle. Divenne stipendiato
della corte e poi chierico per poter avere maggiore autonomia finanziaria. Dopo il periodo giovanile che si
dedicò alle liriche in latino e in volgare scrisse due spettacoli, commedie teatrali: “La Cassaria” e “I
Suppositi”, poi le Satire ed infine il capolavoro.
Cercò di intrecciare rapporti fuori dalla corte estense in particolare con quella medicea a Firenze ma nè i
Medici a Firenze né il papa Leone X (un Mediceo) lo chiamarono e quindi rimase a Ferrara. Ebbe anche una
relazione, con una donna di Firenze Alessandra Benucci che non potè sposare (in quanto chierico), se non
segretamente e a tarda età.
Ebbe incarichi politici e di governo dimostrando una buona capacità di equilibrio e di energia ma lui era
infastidito di queste attività pratiche preferendo le letture, la poesia, gli studi. Questa suo fastidio verso le
incombenze politiche ed amministrative cui veniva incaricato dai duchi d’Este emerge chiaramente nei suoi
scritti. Lui riteneva l’attività più alta la poesia, al contrario dei suoi datori di lavoro.
Anche se nelle Satire vuole dare di sé una immagine di amante della vita sedentaria, placida e
contemplativa, Ariosto nella realtà non era così, essendo dinamico e capace di districarsi nella corte. Anzi
era immerso nella vita cortigiana. La sua è una aspirazione personale e una immagine letteraria che vuole
dare anche per distaccarsi e difendersi da quella società cortigiana che non apprezzava fino in fondo .
LE OPERE MINORI
I primi scritti di Ariosto, quelli giovanili, sono liriche amorose in latino secondo i canoni “classici”
dell’umanesimo. Modelli sono i vari Orazio, Ovidio, Catullo,Virgilio,ecc..
Poi passa alla lirica in volgare che adotterà per l’intera vita. Le tante liriche furono raccolte e pubblicate
dopo la sua morte. Tema principale è l’amore nei riguardi della sua donna Alessandra Benucci. Pur
seguendo la lirica classica, lineare e perfetta che si rifaceva al Petrarca, Ariosto introduce spunti più intimi
ed affettuosi, scherzosi ed anche spunti erotici.
LE COMMEDIE- Ariosto scriverà commedie per professione perché nella corte di Ferrara erano richieste e
rappresentate. Dapprima furono tradotte e rielaborate commedie latine, poi si passò a testi originali in
volgare. Due commedie su tutte LA CASSARIA e I SUPPOSITI , due testi di grande importanza storica perché
rappresentano l’inizio ed il modello di tutte le commedie successive del 500.
Pur scrivendole per il diletto e divertimento della corte sono scritti di alta dignità artistica, sul modello
dell’imitazione dei classici, in particolare di Plauto. Solo che a differenza di Plauto sono in prosa e non in
versi, però l’intreccio è lo stesso: il giovane che vuole raggiungere il “bene” ed il vecchio che lo ostacola,