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Lucrezio e il De Rerum Natura

La sua è un’opera di ragionamento, di critica e insieme di alto valore poetico, organizzata in

maniera armonica. L’intento del Poeta appare dunque duplice: esporre la dottrina filosofica e fare

opera di vera poesia: Il De Rerum Natura è il vero ed unico poema didascalico della letteratura

latina. Il poema si apre con l’invocazione a Venere, detta genitrice degli Eneadi, secondo la

leggenda che fa discendere Enea da Anchise e da Venere. Il poeta si rivolge a Venere affinché

persuada Marte a ristabilire la pace, Marte cui non dispiace reclinare il capo sul grembo di Venere.

La preghiera a Venere ha come scopo quello del raggiungimento della pace affinchè Memmio, non

distratto più dai suoi compiti militari, possa dedicarsi all’ascolto dei precetti filosofici. Dopo

l’invocazione degli dei cari al Poeta, segue il primo inno ad Epicuro al cui pensiero filosofico si

ispira. Lucrezio mette in evidenza l’aspetto della dottrina epicurea che egli ritiene più importante,

cioè quello di avere distrutto la superstizione e il terrore degli dei, svelando la vera natura dei

fenomeni naturali. Il Poeta ritiene che la dottrina di Epicuro non sia empia perché annulla il ruolo

degli dèi negli eventi naturali. È invece dannosa la falsa religione come è dimostrato dall’episodio

di Ifigenia, fanciulla vergine sacrificata alle divinità per ottenere che la flotta greca potesse salpare

dal porto di Aulide, dove era trattenuta dalla bonaccia. Per Epicuro gli dèi possono esistere ma non

si curano delle cose mortali. Lucrezio afferma che è la saggezza l’unica sorgente di felicità nella

vita. Lucrezio quindi, partendo dal principio che nulla si crea dal nulla, espone numerosi esempi

che sono consistenti con questo principio. E più in là Lucrezio espone l’idea atomistica della

materia costituita da atomi che combinati insieme danno origine alle varie forme della natura.

Come conseguenza logica del principio della eternità della materia le cose non possono svanire

nel nulla, come non possono nascere dal nulla. Quindi Lucrezio propende per la conservazione del

numero degli atomi che compongono l’universo, dicendo che le cose sono costituite da

aggregazioni di atomi che possono separarsi nei costituenti elementari per poi riaggregarsi per dar

luogo a forme diverse della natura. Lucrezio mette in evidenza come alcuni fenomeni si

manifestano senza che il nostro senso visivo percepisca la presenza di materia, dando

l’impressione errata che si siano prodotti dal nulla. Egli espone alcuni esempi come il vento che,

pur essendo invisibile, produce effetti tangibili a volte anche disastrosi, oppure gli odori, o il caldo,

o il freddo, o le voci che producono sensazioni rivelabili dai nostri sensi e che quindi devono

essere costituiti da elementi materiali. Dopo avere parlato della materia, seguendo un altro

principio fondamentale della filosofia epicurea, Lucrezio espone il concetto di vuoto che permette il

muoversi delle cose e spiega le diverse densità della materia. Secondo Lucrezio nell’universo

esistono solo materia e vuoto: la materia è tutto quello che è rivelabile per mezzo dei sensi, mentre

all’esistenza del vuoto si giunge con il ragionamento. La materia è costituita da atomi, e le differenti

aggregazioni di questi danno origine ai differenti tipi di sostanze. Per Lucrezio gli atomi sono

indivisibili ed eterni. Forte del suo principio atomistico, Lucrezio critica fortemente tutti quei filosofi

propugnatori delle teorie anti-atomistiche. L’idea di Lucrezio sull’universo era basata su due cardini

fondamentali: l’infinità dello spazio e l’infinità della materia. Per rendere chiara l’idea di infinità,

Lucrezio fa l’esempio della freccia che, anche se lanciata dagli estremi confini dell’universo, deve

sempre andare più in là, non potendosi concepire che venga fermata o rimbalzi indietro per la

presenza di nuovi corpi. Lucrezio esprime anche il concetto che non vi sono punti preferenziali

nell’universo e che, per la sua infinità, non ha significato di parlare di centro.

Dividere un corpo, per la concezione atomistica di Lucrezio, significa separare gli atomi che lo

compongono, ma in nessun caso dividere gli atomi. Anche il concetto che ha Lucrezio dello spazio

in cui sono immersi gli atomi è puramente fisico. Questo spazio è il vuoto, interpretato come

mancanza di atomi, cioè di materia. La percezione sensoriale, per gli atomisti, è causata dal

Dettagli
A.A. 2016-2017
2 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher stellinadeisognatori di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia filosofica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Bora Paola.