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Estratto del documento

LIBRO I

Comincerò a discorrere della suprema norma del cielo e degli dei, e ti spiegherò gli elementi

primordiali delle cose, da cui la natura crea tutti i corpi. Se gli uomini vedessero la sicura fine dei

loro travagli, in qualche modo potrebbero contrastare le superstizioni e insieme le minacce dei vati.

Gli uomini infatti ignorano quale sia la natura dell’animo, se sia nata o al contrario si insinui in

coloro che nascono, e perisca insieme con noi distrutta dalla morte, oppure discenda a vedere le

tenebre e le vaste paludi dell’Orco. Lo sgomento possiede tutti i mortali, perché scorgono in terra e

in cielo accadere fenomeni dei cui effetti non possono in alcun modo vedere le cause, e

assegnano il loro prodursi al volere divino. Quando avremo veduto che nulla nasce dal nulla, allora

più agevolmente potremo scoprire da cosa abbia vita ogni essenza e in qual modo ciascuna si

compia senza l’intervento degli dei. Se infatti nascesse dal nulla, da tutte le cose potrebbe prodursi

ogni specie e più nulla avrebbe bisogno di un seme. Bisogna dunque ammettere che nulla nasce

dal nulla, poiché le cose necessitano di un seme dal quale ognuna possa espandersi. Aggiungi che

la natura disgrega di nuovo ogni corpo nei suoi elementi essenziali, ma non può annientarlo del

tutto. La materia è eterna. Nessuna sostanza ritorna nel nulla, ma tutte dissolte ritornano alle

particelle elementari della materia. Dunque ogni cosa visibile non perisce del tutto, poiché la natura

ricrea una cosa dall’altra, e non lascia che alcuna ne nasca se non dalla morte di un’altra. La

natura agisce per mezzo di corpi invisibili. Ma tutte le cose non sono serrate e compatte di materia

corporea; difatti c’è in esse anche il vuoto. Esiste il vuoto intangibile e immateriale, senza il quale

le cose non potrebbero spostarsi per nessuna ragione. Inoltre, per quanto le cose ci appaiono

solide, puoi tuttavia vedere che contengono il vuoto; attraverso le rocce e gli anfratti s’infiltra

l’umore delle acque; le voci attraversano i muri; il rigore del freddo s’insinua nel profondo delle

ossa. Infine perché scorgiamo alcune cose pesare più di altre, sebbene non abbiano una maggiore

grandezza? Dunque quel che è ugualmente grande ma appare più leggero, senza alcun dubbio

rivela di contenere maggiore quantità di vuoto,mentre ciò che è più pesante dimostra di contenere

maggiore quantità di materia. Tutta la natura dunque, consiste di due cose: esistono infatti i corpi e

il vuoto in cui essi sono situati e si muovono in tutte le direzioni. I corpi a loro volta si suddividono

in elementi primordiali. Invece gli elementi primordiali non v’è forza capace di scinderli. Vi sono

corpi di natura solida ed eterna, da me indicati come semi o particelle elementari, da cui fu formato

l’intero universo. La materia e lo spazio in cui si producono tutte le cose devono esistere di per sé

e immuni da mescolanze. Infatti dovunque si estende lo spazio, là non v’è materia; dovunque poi si

estende la materia, non v’è assolutamente spazio vuoto. La materia tuttavia si alterna al vuoto

poiché in assoluto non esistono in natura né il pieno, né il libero spazio. Se la materia non fosse

eterna, prima d’ora tutte le cose sarebbero svanite nel nulla e dal nulla sarebbe rinato tutto ciò che

vediamo. E se i corpuscoli primordiali potessero in qualche modo mutarsi ed essere vinti, sarebbe

incerto persino quel che può nascere, quel che invece non può, e per quale ragione ogni cosa è

provvista d’un potere determinato. Quanti ritennero che sostanza delle cose fosse il fuoco e che di

solo fuoco consistesse l’intero universo, dimostrano di allontanarsi dalla corretta ragione. Chiedo

infatti come le cose potrebbero essere varie se sono generate da solo e puro fuoco; a nulla

gioverebbe che il caldo fuoco divenisse più denso o più rado, se i germi ignei avessero la

medesima natura. Quelli che ritennero il fuoco sostanza delle cose e quelli che stabilirono l’aria

come principio, e quanti credettero che la sola acqua formasse le cose, o che fosse la terra a

creare tutto, appaiono grandemente allontanarsi dal vero. Aggiungi anche quanti sono dell’idea che

tutto possa prodursi dal fuoco e dalla terra, dall’aria e dall’acqua. Fra i primi di costoro v’è

Empedocle di Agrigento. Egli espose scoperte a tal punto illuminate, che quasi non sembra nato

da stirpe mortale. Eppure egli e quello che ho detto prima, nell’indagare i principi delle cose fecero

disastri ed errarono gravemente; innanzitutto perché, escluso il vuoto dalle cose, suppongono il

movimento e ammettono nature molli; poi perché non pongono un limite al suddividersi dei corpi.

Dalle particelle elementari e dalla loro combinazione si creano tutte le varie sostanze. Spesso ha

grande importanza per i medesimi elementi primordiali con quali altri e in quale disposizione si

uniscano e quali impulsi fra loro imprimano o ricevano.

Come i medici, quando cercano di somministrare ai fanciulli l’amaro assenzio, prima cospargono

l’orlo della tazza di miele, affinché l’inconsapevole età dei fanciulli ne sia illusa fino alle labbra, e

frattanto beva l’amaro succo dell’assenzio, senza che l’inganno le nuoccia, e anzi al contrario in tal

modo torni in salute; così io, poiché questa dottrina appare spesso troppo ostica a quanti non

l’abbiano conosciuta a fondo, e il volgo ne rifugge e l’aborre, ho voluto cospargerla col dolce miele

delle Muse, in modo da poter trattenere il tuo animo con i miei versi perché tu possa attingere

l’intera natura dell’universo e di qual forma essa consista e si adorni. Ora, poiché si deve

riconoscere che fuori del tutto non può esistere nulla, l’universo non ha estremo, né confine, né

misura. Non v’è nulla che all’esterno limiti l’universo. Certamente gli atomi non si sono disposti

ciascuno nell’ordine proprio per un loro disegno sagace, né certo pattuirono quali moti essi

avrebbero impresso; ma poiché in mille modi diversi, senza posa si aggirano nel vuoto da tempo

infinito, e provano ogni genere di moto e ogni tipo di unione, giungono infine ad assumere quelle

tali disposizioni di cui consiste l’attuale struttura dell’universo.

LIBRO II

È dolce quando i venti sconvolgono le distese del vasto mare, guardare da terra il grande travaglio

di altri; non perché l’altrui tormento procuri diletto, bensì perché t’allieta vedere da quali affanni sei

immune. Ma nulla è più dolce che abitare i templi sereni del cielo fondati sulla dottrina dei sapienti,

da dove tu possa abbassare lo sguardo sugli alti e vederli errare smarriti cercando qua e là il

sentiero della vita, e sforzarsi giorno e notte con straordinaria fatica per impadronirsi del potere. O

animi ciechi! In quel tenebrosa esistenza e fra quanti grandi pericoli si trascorre questa vita! Come

non vedere che la natura non ci chiede null’altro, se non che il corpo sia esente dal dolore, e che

l’anima sia sgombra da affanni e timori? Vediamo che al nostro corpo necessitano ben poche cose

che possano lenire il dolore e in tal modo offrano anche molti soavi piaceri. È necessario che

questo terrore dell’animo e queste tenebre siano dissipati non dai raggi del sole, bensì

dall’evidenza della dottrina naturale.

I corpi tendono tutti a precipitare nel libero vuoto: il peso trascina indistintamente tutti i corpi verso

il basso. I corpi, quando cadono verticalmente trascinati dal loro stesso peso, in un momento del

tutto indefinito si sviano un poco dl percorso. Se infatti non deviassero, precipiterebbero tutti in

basso simili a gocce d’acqua, non si produrrebbero gli scontri e non avrebbero luogo gli urti fra i

corpuscoli primordiali: in tal modo la natura non avrebbe generato mai nulla. Le particelle

elementari delle sostanze volteggiano distinte tra loro da una diversa figura. Qualunque forma

accarezzi i sensi, non fu creata senza qualche levigatezza dei suoi germi, e al contrario qualsiasi

altra che risulti molesta e aspra, è caratterizzata da una certa ruvidezza della materia. Vi sono

anche corpuscoli che non possono ritenersi né levigati, né del tutto uncinati, ma piuttosto con

spigoli poco sporgenti che possano provocare solletico ai sensi piuttosto che scalfirli. È necessario

che le particelle basilari differiscano grandemente di forma, così da poter provocare le varie

sensazioni. I germi delle cose, che sono plasmati con figure somiglianti fra loro, sono infiniti. Non

v’è nulla in natura che non sia formato da germi mischiati fra loro; tutto ciò che possiede numerose

facoltà, dimostra di racchiudere in sé moltissimi generi di elementi primordiali.

(Ogni natura divina deve fruire di un’esistenza immortale in suprema quiete distaccata dalle nostre

vicende e immensamente remota. Esente da ogni dolore, immune da pericoli, per nulla bisognosa

di noi, non si commuove ai nostri meriti né è presa dall’ira. )

Tutte le cose sono costituite da semi commisti fra loro. Tuttavia non devi ritenere che tutte le

particelle elementari possano aggregarsi in ogni caso. Allora vedresti dappertutto prodursi mostri,

sorgere parvenze d’uomini a metà fiere. Certamente ciò deve avvenire in virtù d’una norma

stabilita. I corpi elementari della materia non posseggono alcun colore. Essi non necessitano di

colori, ma con diverse forme producono sensazioni variabili.

In primo luogo non può esistere sensibilità in alcun corpo prima che sia generata l’intera natura

dell’essere vivente. La morte non distrugge le cose in modo da annientare i germi, ma disgrega

soltanto le loro coesioni; poi torna a congiungerli e fa in modo che così tutti i corpi mutino forma e

colore. Nei miei stessi versi ha somma importanza con quali altre e in quale disposizione sia posta

ogni lettera: sono sempre le stesse; se non tutte, almeno la maggior parte sono simili, ma il loro

ordine diverso distingue i nomi delle cose. Ugualmente accade nei corpi: appena variano i moti, la

posizione, le forme della materia, anche i corpi stessi devono mutare. Non è verosimile che solo

questa terra e questo cielo siano stati creati, e che fuori di essi tanti corpuscoli basilari non

producano nulla. Quando vi è molta materia, quando si offre uno spazio e nessuna causa si

oppone, è evidente che i corpi si formano e compiono il loro sviluppo. E se il numero degli atomi è

così sterminato esistono altrove altri globi terrestri e diverse razze di uomini e specie di fiere. Se

terrai questi concetti bene impressi nella mente, la natura ti apparirà subito operare ogni cosa per

sua forza spontanea, senza gli dei. Tutto

Dettagli
A.A. 2016-2017
7 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher stellinadeisognatori di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia filosofica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Bora Paola.