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LE CATENE DEGLI ACIDI GRASSI DEI FOSFOLIPIDI A LIVELLO DEI PRIMI

10 ATOMI DI CARBONIO E ESSENDO RELATIVAMENTE RIGIDO NE RIDUCE

IL MOVIMENTO: D’ALTRA PARTE I RESTANTI ATOMI DI CARBONIO HANNO

Più SPAZIO PER MUOVERSI

Più colesterolo inseriamo nella composizione dei liposomi più il doppio strato

• tenderà alla rigidità. Questo si verifica soprattutto al di sopra della Tm perché

chiaramente il colesterolo non va incontro a nessuna transizione ( mentre i

fosfolipidi si).

A temperatura superiore della Tm l’effetto del colesterolo è un effetto

• condensante, cioè viene ridotta la motilità delle catene aciliche e quindi la

fluidità del doppio strato.

A temperature inferiori alla Tm l’effetto del colesterolo è sempre fluidificante, cioè quello di

• impedire ai fosfolipidi di interagire troppo strettamente tra loro. In questo caso il sistema è

più fluido e permeabile di quanto non sarebbe senza colesterolo. Questo effetto è detto

EFFETTO MODULANTE.

Qual’è il possibile vantaggio?

Bisogna tener presente la stabilità del liposoma e la buona riuscita dello stesso, magari

inserendo il colesterolo si riesce meglio nella realizzazione.

L’effetto dato dalla presenza del colesterolo inoltre potrebbe avere riscontro anche

nel rilascio.

COMPOSIZIONE DEI LIPOSOMI

I liposomi sono costituiti da fosfolipidi naturali o sintetici ma possono contenere altre sostanze

come il colesterolo e polimeri idrofili coniugati ai lipidi.

Si possono preparare liposomi caratterizzati da cariche positive o negative sulla membrana.

I fosfolipidi possono essere neutri o carichi. Questo perché la testa polare a seconda se è

• neutra,positiva o negativa tende ad orientarsi in un tipo di tessuto piuttosto che in un altro.

Se la testa polare presenta delle cariche nette la formazione di liposomi risulterà essere più

• stabile in quanto essi avranno minore tendenza ad aggregarsi tra loro.

L’introduzione di cariche sulla superficie dei liposomi contenenti vari doppi strati

• concentrici porta alla repulsione dei bilayers con aumento dello spazio tra questi e di

conseguenza aumenta il volume del compartimento acquoso.

I liposomi carichi negativamente tendono a non interagire con le proteine plastiche

• generalmente anch’esse cariche negativamente.

-Per conferire carica positiva (+) si possono inserire nei liposomi lipidi come :la

STEARILAMMINA.

-Mentre per ottenere una carica negativa (-): l’acido FOSFATIDICO, LA FOSFATIDILSERINA

PREPARAZIONE DEI LIPOSOMI

1.METODO DEL FILM o “Thin layer

evaporation”

Il metodo del thin layer evaporation è un metodo per la preparazione dei liposomi.

Serve ad ottenere MLV e SUV

È suddiviso in due fasi:

1. andiamo a dissolvere in un solvente organico i fosfolipidi ( spesso si usa una

miscela di cloroformio-metanolo 2:1 ma la miscela non è sempre questa).

Cambiando il solvente organico qualche differenza la si nota nella formazione

del liposoma

Se dobbiamo dissolvere nel liposoma un p.a liposolubile lo aggiungo adesso nel

solvente organico.

2. La soluzione di fosfolipidi ed eventualmente p.a viene evaporata al rotavapor (sottovuoto

con blando riscaldamento). Si forma un sottile strato di materiale sulle pareti del pallone

(film lipidico)

3. Andiamo ad aggiungere nel pallone la fase acquosa. Se nel liposoma dobbiamo caricare il

principio attivo idrosolubile, lo metto adesso. La dispersione viene agitata fino ad assumere

un aspetto omogeneo.

4. Nel momento in cui aggiungo la fase acquosa i fosfolipidi che stavano nello strato sottile di

materiale passano in acqua e formano Liposomi. i liposomi che si formano potrebbero essere

anche molto grandi ( non otteniamo tutte particelle uguali tra loro ma abbiamo una vera e

propria DISTRIBUZIONE DIMENSIONALE)

Con questo metodo adesso si hanno solamente MLV ovvero liposomi multilamellari,

>micrometri.

RIDIMENSIONAMENTO DELLE MLV

Vi sono metodi diversi per ottenere i SUV più piccoli:

1. IMMERGERE IN UNA SORGENTE ULTRASONICA:SONICAZIONE (bagno ad

ultrasuoni) l’onda ultrasonica ha elevata potenza. Gli ultrasuoni sono caratterizzati da

frequenza,periodo e potenza (energia che possiede l’onda). Quando l’onda ultrasonica ha

elevata potenza e si propaga all’interno della fase acquosa, il liposoma si rompe in liposomi

via via più piccoli. Maggiore è la potenza degli ultrasuoni e più lungo è il tempo di

sonicazione e più i liposomi vengono piccoli.

ad elevata energia e per tempi sufficientemente

2. OMOGENEIZZAZIONE:

lunghi, continuo fino a quando non arriviamo alle dimensioni desiderate

(attorno ai 100nm)

3. ESTRUSIONE: la soluzione viene fatta passare attraverso dei filtri a membrana (tipo quelli

che si usano per la preparazione degli iniettabili. La nostra soluzione viene fatta passare

attraverso pori molto piccoli. Se ho un liposoma di 5 micrometri e pretendo di farlo passare

attraverso un poro da 0.2 micrometri non posso. Ma se lo faccio passare attraverso un foro di

1-2 micrometri ci passa perché è flessibile e sotto la spinta della pressione esercitata si piega

e passa. Nel fare questo si rompe e ottengo liposomi molto più piccoli. Si potrebbe prendere

dei filtri ora con fori di 500nm e li filtro ulteriormente e vado avanti cosi con filtri con fori

sempre più piccoli. Il problema a questo punto è che i porti delle membrane fino a

determinate dimensioni sono abbastanza regolari e standard ma quando voglio farlo molto

piccolo 70nm tipo, inizia a venir meno la garanzia di avere porti tutti uguali. La dimensione

del liposoma di conseguenza cambierà (aumento della variabilità)

4. COMBINAZIONE DEI VARI SISTEMI

SX Attraverso il metodo dell’estrusione da un liposoma multilamellare si passa ad uno di piccole

dimensioni

DX vediamo invece come gli ultrasuoni provochino una deformazione, si stacca uno sorta di

protuberanza dal liposoma stesso e se ne forma un altro più piccolo. La tendenza ad una taglia

sempre più piccola avviene man mano in maniera abbastanza caotica.

2.MICROFLUIDICA (metodo di preparazione

dei liposomi) SCHEDINE DI

Metodo completamente diverso dal precedente che prevede l’utilizzo di

MICROFLUIDICA: sono tavolette contenenti dei piccolissimi canali, molto

simili alle schede elettroniche dei computer. All’inizio della tavoletta ci sono degli ingressi.

I canali possono avere strutture diverse:

lineari

• Curvi a 90° etc

Dentro questi canali vengono separati ad una certa pressione fasi liquide che normalmente sono

MISCIBILI tra loro.

Quando arrivano al canale principale la velocità di questi flussi è tale che continuano ad andare

ognuno per la propria strada senza mischiarsi (anche se sono fatti di liquidi miscibili). Ovviamente

però vengono a contatto ma è come se si trattasse di un interfaccia (è una sorta di interfaccia perché

in realtà le fasi sono miscibili tra loro).

Nel punto in cui vengono a contatto succede che:

Se mettiamo i nostri fosfolipidi in ISOPROPIL ALCOL (solvente organico miscibile in

• acqua) e nei canali laterali facciamo arrivare la fase acquosa (tampone fosfato) all’uscita del

canale raccogliamo dei liposomi perché il fosfolipide dal canale di isopropil alcol con

l’interfaccia fittizia passa in acqua e forma il liposoma ben più piccolo di quello che si forma

con il metodo classico.

I liposomi sono sufficientemente piccoli per i nostri scopi?

Non è detto, può darsi che sia necessario intervenire per rimpicciolirli ulteriormente

Il problema è : nell’ultima unità di tempo quanti liposomi raccolgo? Pochissimi perché le

schedine in plexiglas sono piccole quindi pensare di traferire questa cosa su scala

industriale è ancora difficile (non ci si è riusciti). Bisognerebbe avere tante schedine che

funzionano contemporaneamente.

LIPOSOMIDI PRIMA GENERAZIONE 1°

I liposomi di prima generazione sono quelli che vengono fuori dai fosfolipidi nudi e crudi

colesterolo sfingolipidi)

(eventualmente aggiunti di o di

SFINGOLIPIDI sfingosina

Gli hanno come scheletro la al posto della glicerina e si

trovano soprattutto nello strato corneo e fanno da collante tra i corneociti rigenerati e

morti dello strato corneo.

I liposomi di prima generazione sono semplici liposomi che vengono caricati di p.a

• e vengono iniettati anche endovena.

Rimangono in circolazione poco tempo perché la fine di questi liposomi è la

• neutralizzazione e l’eliminazione smaltimento ad opera dei macrofagi (vengono

riconosciuti dal sistema immunitario).

LIPOSOMI DI SECONDA GENERAZIONE O

"STEALTH LIPOSOME” 2°

Si è quindi pensato di passare a quelli di SECONDA GENERAZIONE: gli STEALTH

LIPOSOME liposomi invisibili.

Questi sono creati tramite un fenomeno chiamato PEGILAZIONE.

Viene mascherato/nascosto al sistema immunitario e resta in circolazione molto più a lungo

rilasciando p.a.

Esempio tipico di un liposoma di 2°generazione e quello della DOXORUBICINA (antitumorale)

La doxorubicina con l’acqua si trova all’interno del liposoma e le teste polari del doppio strato

fosfolipidico che puntano verso l’interno formano delle MESOFASI

La mesofase è una fase liotropica a cristalli liquidi. Si forma una specie di gel all’interno del

liposoma.

I liposomi di prima generazione sono ormai superati completamente però bisogna

liposoma pegilato non è specifico e non riconosce un determinato

sottolineare che il

substrato biologico ma si distribuisce dappertutto. 3°generazione.

Ecco allora che si stanno cercando di riprodurre i liposomi di Abbiamo

monoclonali”

per esempio "anticorpi che si attaccano all’esterno del PEG che continua

a rendere il liposoma invisibile al sistema immunitario e che fa da distanziatore. Ovvero

l’anticorpo monoclonale non sta attaccato al liposoma ma sta ad una certa distanza

(anche perché l’anticorpo monoclonale non è una molecola molto piccola).

Max 2

Quanti anticorpi monoclonali è possibile attaccare?

Se questa sequenza chimica che dovrebbe veicolare il liposoma fosse più piccola rispetto

all’anticorpo monoclonale sarebbe meglio perché una struttura così grande rischia

compromettere la stabilità del liposoma.

di

Potremmo utilizzare sequenze glucidiche, acidi nucleici o pezzetti di acidi

nucleici. Ovviamente bisogna sempre conoscere prima il bersaglio.

INTERAZIONE LIPOSOMI-CELLULA

Bisogna prendere in considerazione l’ipotesi che il liposoma non si limiti a trasportare il p.a in giro

per l’organismo ma potrebbe interagire anche con le cellule per

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
22 pagine
SSD Scienze chimiche CHIM/08 Chimica farmaceutica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Chimicanda di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Tecnologie farmaceutiche industriali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Palmieri Filippo.