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IPOCORISTICI
Sono vezzeggiativi usati che sono divenuti col tempo dei veri e propri nomi . Caratteristiche
• caduta sillaba prima dell’accento Ferdinàndo ____> Nando
• variazione consonante iniziale Giuseppe ____> Peppe
• elemento geografico TOTò____Turi___Salvatore
• Accorciamenti bisillabici Simone ____> Simo
Maggiore trasformazione hanno avuto i soprannomi legati ai cognomi, che individuano il genere
comportamentale, i difetti e caratteri della personalità. Questo settore è anche il più aperto al
dialetto Er Piotta è divenuto nome d’arte e pseudonimo.
Cognomi
Funzione individuante propria dell’onomastica. I cognomi discendono dall’appellativo del capo
famiglia (nome di battesimo, ipocoristico, ma soprattutto dalle sembianze fisiche)
Caratteristiche :
• Da un nome maschile preceduto da preposiz Di Caterino (spesso associato nome –ino;
--ello)
• Aggettivo più nome Buonuomo, nome più aggettivo Barbarossa o verbo più nome
Mangiapane
• Da toponimi
• Mestiere capofamiglia
• Trovatelli
Anche l’origine regionale è importante nella loro formazione
Denonomastica: studio delle parole ed espressioni derivanti da nomi propri.
Capitolo 3
Lessico: complesso di parole di una lingua, unità fondamentale del lessico non è però la parola, ma
LESSEMA
Lessicologia: studio del lessico semantica: studio dei significati
Il lessico è costituzionalmente aperto ma al tempo stesso subisce perdite o prestiti.
Vocabolario di base è stato studiato da De Mauro:
7000lessemi che insieme al vocabolario corrente composto da:
• Lessico fondamentale
• Lessico di alto uso
• Lessico di alta possibilità
Forma il vocabolario comune di 45.000 lessemi che compare in testi complessi.
Etimologia del lessico
Abbiamo parole di origine latina, prestiti o forestismi
Capitolo 4
Fonetica: ramo della linguistica che studia i foni.
Abbiamo:
• Vocali: foni sonori uniche accentuate
• Consonanti: foni sonori e sordi
• Semiconsonanti e semivocali
Grafematica: studio delle lettere del alfabeto (grafemi) e altre notazioni nello scritto.
Sistema fonologico italiano: 7 vocali in posizione tonica e 2 semivocali o semiconsonanti.
Triangolo vocalico
A : centrale massima apertura cavità orale, lingua bassa.
E : aperta e chiusa e I vocale anteriore palatali
O: aperta e chiusa e U posteriori velari
In posizione atona le vocali si riducono a 5 e si hanno fonemi detti chiusi.
Distribuzione vocali:
U sempre tonica a fine parola
E tonica nei composti e nel passato remoto verbo.
O: però perciò
Iato: vocali contigue PAESE eterosillabiche.
Semiconsonanti: j palatale anteriore ed è simile a i w velare posteriore
Dittonghi: è un accostamento di due vocali, spesso inteso da chi ascolta come una vocale unica,
un singolo fonema vocalico.
• con le vocali I ed U in posizione 'atona' affiancate a vocale in posizione tonica
• con le vocali I ed U , affiancate fra di loro, dove una può essere tonica.
tonghi ascendenti e discendenti
Nella grammatica italianai dittonghi si conoscono dittonghi ascendenti (ad es., piede
,biada, fuoco, quando) e discendenti (ad es., baita , pausa, poi , Europa), se suono
cresce o diminuisce nella sequenza.
Trittongo:
Il trittongo è il legame di due vocali deboli i ed u, o di due i non accentate, con una vocale forte a,
e oppure o.
Consonanti
I fonemi consonantici sono 21 e li dividiamo in 3 gruppi a seconda del modo, luogo e carattere del
fono
Modo
• occlusive
• continue
-fricative
• liquide
-laterali -vibranti
• nasali
• affricate (o anche "semi-occlusive)"
• approssimanti
Luogo
• bilabiali
• labiodentali
• dentali
• alveolari e postalveolari
• palatali
• velari
• retroflesse o cacuminali
• uvulari
• faringali
• glottidali
Fono
Carattere del suono sordo o sonoro, nasale o orale.
Raddoppiamento fonosintattico:
\
Il raddoppiamento fotosintatto si nota nella pronuncia dalla consonante iniziale di una parola
legata alla precedente. Caratteristiche con esempi:
1)dirigiamoci a casa
detto fra le righe
non so che cosa faremo
parlerà Sara
parlerà Daniele
la parola casa viene interessata dal raddoppiamento. E’ un fenomeno collegato alla
1) pronuncia ma anche ad un fenomeno di sintassi. Infatti, la catena del parlato non presenta
pause tra le parole: la pronuncia delle parole può quindi essere influenzata dalla loro
posizione nella frase. Nel caso più tipico, il raddoppiamento è dovuto alla presenza, prima
della consonante raddoppiata, di un monosillabo oppure di una sillaba accentata (nel 1 e nel
2 esempio, la consonante rinforzata è anticipata da una preposizione).
Il fenomeno è peculiare del dialetto toscano e dell'italiano centro-meridionale, è assente nel nord
Italia.
Esempio a Firenze affi’ rentse
Parole che prevedono raddoppiamento :
• monosillabi forti qui qua me, tu ; avverbi, pronomi, verbi è ho ha nomi tè re gru
• alcuni monosillabi deboli, non tonici, come le preposizioni a,da, fra e pronomi come che
chi
• parole bisillabi qualche come
• parole ossitone
Struttura sillabica
Sillabe (gruppi fissi legati da diverse proprietà)
Sono formate da un nucleo con coda e attacco solitamente.
Attacco—nucleo----coda se ola sillaba è priva di coda è aperta
Rima
L’accento è soprasegmentale ovvero è al di sopra sequenza suono., e consiste nel far
emergere dalla catena fonica una sillaba per durata, intensità.
Esso è mobile e può variare posizione:
• sull’ultima sillaba (parole ossitone o tronche)
• su penultima (parossitone o piane)
• su terzultima (proparossitona o sdrucciola)
Capitolo 5
La morfologia flessa studia come si esprimono in nomi, articoli, e aggettivi, il genere e
numero di persona ed anche nei nei pronomi o di caso nei verbi, anche tempo, modo,
aspetto e diatesi.
Morfologia lessicale: studia la formazione delle parole per derivazione o composizione.
Elemento minimo dell’analisi morfologica è il Morfema, la più piccola unità linguistica
dotata di significato.
Le lingue nel mondo sono divise in due gruppi:
• lingue analitiche o isolanti dove ogni significato è rappresentato da un elemento unico,
che da solo costituisce una parola unica.
• Lingue sintetiche che tendono ad unire una sola parola con più morfemi, non autonomi,
legati tra loro e sono portatori di significati diversi.
Nel morfema distinguiamo: radice lessicale, che dà significao alla parola e morfema
grammaticale, che dà informazione morfologica.
Alle lingue sintetiche appartengono le lingue flessive dove una parola è composta da
radice lessicale, desinenza (essa porta una o più indicazioni sul carattere morfologico e
segnala accordo e rapporto tra le parole nella frase o testo.
Ogni lingua presenta una o più elementi analitici o sintetici. In tutte però ci sono le
cosiddette parti invariabili del discorso (avverbi, congiunzioni e pronomi) per tanto la
classificazione tipologica relativa alla morfologia viene fatta per caratteri predominanti.
Il latino classico è la lingua flessiva per eccellenza. L’italiano ha molti aspetti flessivci
che deriva dal latino ma ha anche caratteri isolanti.
Frequente nella morfologia italiana è l’allomorfia o alternanza, di più forme che hanno
valore morfologico uguale nelle desinenze che radici.
NOMI
In essi la flessione marca il numero, il genere è inerente al nome ed è immotivato tranne
che nei sostantivi che si riferiscono a esseri umani o animali, dove è legato al senso.
Dalla terminazione del singolare o al plurale si possono dividere in 6 classi di nomi
Forma singolar/plural
• -o/-i molto produttiva
• -a/-e produttiva, dove la maggioranza sono nom. Femm. E maschili invece con
terminazione in –ista e grecismi in –ma ex teorema
• -a,-i nomi femminili
• -o,-a non molto produttiva e presenta sviluppi con plurale in –i (lenzuoli bracci)
• Varie, invariabili nel plurale come (re, città, specie, crisi)
Aggettivi
Sono flessi nel genere e numero ed espressi da un morfema vocalico. 1 classe
buono/buona/buone/buoni.
Sugli aggettivi è marcato anche il grado, morfologicamente.
Comparativo maggioranza: si fa con tecnica analitica più aggettivo
1. Superlativo con avverbi assai molto tanto in modo analitico
2. Sintetico con suffisso –issimo
O con prefisso mega, super mega.
Particolare è l’aggiunta per nomi ed aggettivi, con tecnica sintetica, vari suffissi –ino, -etto, -accio,
-uzzo,-one, -atto che fanno assumere sfumature negative, vezzeggiative, accrescitive o peggiorative.
Articolo
Funzione: individuare nomi che precedono in modo determinante o indeterminante.
Davanti a nomi che iniziano per pn, pt, gn, ps, x, y, z, s+cons. (s impura), vocale lo; l’ davanti ad
una vocale o "h" seguita da vocale, non d’innanzi ad una "i" semiconsonantica. Gl’ e gli al plurale.
Per tutti gli altri casi: la, le; il-gli;
Ci sono poi gli articoli indeterminativi e partitivi. Non esiste l'articolo indeterminativo plurale, certo
che in termini come gli uni e gli altri ha il funzione di pronome. Dove si adopererebbe l'articolo
indeterminativo plurale, l'italiano adopera l'articolo partitivo o aggettivi indefiniti come alcuni o
qualche.
Pronomi
L’italiano è una lingua pro-drop che consente la caduta del pronome, ed è diversa dal francese e
dall’inglese.
I pronomi tu.lui, ella voi svolgono anche la funzione di allocutivi.
In funzione di c.ogget e di termine oltre alle forme toniche esiste una serie di pronomi atoni clitici:
mi,ti,ci,si,vi
ù lo, la
gli,le
li,le
loro pseudoclitico-bisillabico
sì riflessivo atono: l’uso di esso è complesso, abbiamo quello clitico: riflessivo e reciproco
di 3°p.s.e p. Maria si lava; si passivante ; impersonale.
Verbo
Parte del discorso che ci fornisce maggiori informazioni dal punto di vista morfologico (persona),
numero, tempo, modo, diatesi.
Tempi deittici
• Contemporaneo: presente ma può riferirsi ad un’azione abituale o atemporale, non di rado ci
si riferisce al passato come presente storico
• Posteriore: futuro
• Passato ha tre forme: L’imperfetto indica momenti passati durativi o abituali, facendo da
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