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Ordini delle parole nelle lingue e relazioni implicazionali

Da una parte abbiamo le lingue, lasciando per un momento il soggetto, vediamo VO (verbo oggetto) e OV (oggetto verbo), nel mondo questi sono gli ordini più diffusi. Greenberg ha visto che con una grande frequenza, le lingue che avevano un ordine VO presentavano anche un ordine nome aggettivo, nome genitivo, no frase relativa e uso di preposizioni. In modo speculare, le lingue che avevano un ordine di OV presentavano nella grande maggioranza dei casi, aggettivo nome, genitivo nome, frase relativa nome e uso di posposizioni (es il coltello con e non con il coltello).

Il tipo VO costruisce i sintagmi posizionando la testa a sinistra, viceversa il tipo OV colloca la testa a destra.

Frasi complesse:

Le frasi subordinate possono essere classificate in tre tipologie, in base alla relazione che intrattengono con il predicato della frase principale:

  • Subordinate avverbiali (o circostanziali) -> causali, temporali,
concessive, ipotetiche, finali, Implicite (sono frasi che hanno una forma verbale non finita) vs esplicite (hanno una forma verbale finita) Subordinate completive (o argomentali) -> Sostituiscono un costituente nominale maggiore della frase; saturano una valenza del predicato verbale, soggettive, oggettive, interrogative indirette. Subordinate relative -> Modificano un costituente nominale della frase. Es: il libro che ho letto ieri mi è piaciuto molto. [Il libro che ho letto ieri] Subordinate avverbiali: Es: la docente partirà quando la lezione sarà finita. Ci sono due predicati (partirà e sarà finita) il rapporto è circostanziale perché ci indica delle circostanze di un'altra tempo. In questo caso il tempo viene indicato da frase. Nodo f (frase intera) che si divide in frase 1: la docente partirà e frase 2: quando la lezione sarà finita. La prima frase si divide in SN la docente, e SV partirà. La docente si divide asia arrivato in ritardo è evidente. La frase si divide in Che Francesco sia arrivato in ritardo, che si divide a sua volta in SN (Francesco) e SV (sia arrivato in ritardo), dove sia arrivato in ritardo si divide in sia ausiliare e arrivato participio passato.

Sia scomparso incuriosisce tutti. Corrisponde a livello di frase semplice a la sua scomparsa incuriosisce tutti. Nodo f (frase intera). Che Francesco sia scomparso prima frase, incuriosisce tutti SV. Nella prima frase abbiamo complementatore che, Francesco sia scomparso è una frase, che si divide in SN Francesco e sia scomparso SV, Francesco nome, e sia ausiliare e scomparso participio passato, incuriosisce tutti abbiamo SN, incuriosisce verbo e tutti quantificatore.

Frasi relative: Il gatto che avevo trovato è scappato. Che avevo trovato è un modificatore di gatto, mi dice qualcosa relativa al gatto. A livello di frase semplice abbiamo il gatto rosso è scappato, questo rosso che è un aggettivo che modifica gatto corrisponde a quello che nella frase complessa era che avevo trovato. Nodo f (frase intera), poi, il gatto SN il gatto che avevo trovato, e SV è scappato. SN si divide in il determinante e gatto che avevo trovato SN, che si divide a sua volta in

nome gatto, che un'altra un'altra avevo trovato è frase, che si divide in complementatore che, e avevo trovato che è frase che si divide in SN (Ø) e SV avevo trovato (avevo aus e trovato participio passato) poi è scappato SV e si divide in è aus e scappato participio passato.

Lo sviluppo della morfosintassi:

Primo anno di vita: enunciati olofrastici.

Due anni circa: Unione di due o più parole, prime semplici frasi. dall'ampiezza

La capacità di produrre combinazioni di unità lessicali è strettamente dipendente del repertorio lessicale: la soglia minima per la comparsa di fenomeni combinatori di natura sintattica è di circa 100 parole.

Il passaggio dagli enunciati olofrastici a forme più complesse è mediato da alcune forme di transizione: le combinazioni cross-modali gesto-parola e le strutture verticali.

Le combinazioni cross-modali gesto-parola dell'abilità

Combinare simboli manuali e verbali è una tappa obbligatoria nello sviluppo della competenza comunicativa. Combinazioni equivalenti: il gesto e la parola veicolano, dal punto di vista semantico, lo stesso significato. Combinazioni complementari: il gesto specifica e disambigua il significato della forma verbale prodotta. Le costruzioni verticali: l'argomento. Il bambino e il caregiver condividono del discorso e lo espandono nei turni dialogici. Enunciati telegrafici, fortemente ancorati al contesto in cui vengono realizzati. Quattro fasi nel percorso di acquisizione delle strutture sintattiche:

  • Fase presintattica (19-26 mesi): enunciati telegrafici, il più delle volte privi di verbo, con frequenza minore frasi nucleari, spesso con valenza non saturata.
  • Fase sintattica primitiva (20-29 mesi): si riduce la produzione degli enunciati telegrafici a favore delle anche esse frasi nucleari, spesso ancora incomplete, compaiono i primi esempi di frasi complesse, incomplete.

Fase di completamento della fase nucleare (24 -33 mesi): le frasi semplici nucleari in questo stadio nonsolo sono complete, ma vengono espanse con elementi circostanziali esterni alla valenza, le frasicomplesse aumentano per numero e tipologia e appaiono morfologicamente complete.

Fase di consolidamento e generalizzazione delle regole in strutture combinatorie complesse (27-38 mesi):compaiono nuovi connettori interfrasali.dell’eloquioLe alterazioni qualitative di natura morfo-sintattica:

Agrammatismo: deficit severo di elaborazione grammaticale, che comporta un impoverimento della strutturasintattica della frase. Le manifestazioni sono:

  • stile telegrafico
  • Mancanza di subordinazione
  • Tendenza ad utilizzare le forme flesse più semplici e non marcate
  • nell’ordine all’internoErrori canonico delle parole della frase
  • Assenza di strutture grammaticali complesse
  • Frequente omissione di morfemi grammaticali liberi.

Paragrammatismo: disturbo sintattico della produzione

spontanea in cui gli elementi di morfologia flessiva ederivazionale sono sostituti oppure omessi, in un contesto di eloquio fluente.

Il lessico e la semantica:

Lessico e grammatica.

Semantica: livello di analisi linguistica che studia il significato.cos’èMa che il significato?“Chiedersi l’individuoquale sia la natura del significato significa interrogarsi sul modo in cui e il suorelazione”pensiero, la realtà esterna e la lingua sono in (Jezek).

Significato lessicale (insieme aperto)

Significato grammaticale (insieme chiuso)

Lessico: strato più esterno della lingua, luogo in cui conoscenza del mondo e strutture cognitive si fondono.

Il lessico:

Unità minima della semantica: lessema

Parola considerata dal punto di vista del significato

Lessema vs. Lemma

Lessico: lessema = dizionario: lemmal’insieme l’insieme

Il lessico è dei lessemi di una lingua, è astratto, è di parole e informazioni associate adesse,

immagazzinato nella nostra mente, descritto dal dizionario, oggetto concreto (tentativo di descrizione).

Il lessico è la componente della lingua più esposta di altre lingue (prestiti, calchi).

Il lessico contiene un numero potenzialmente illimitato di elementi, organizzati in maniera apparentemente caotica.

In realtà, si possono rintracciare almeno tre principi di ordinamento:

  1. Unica famiglia di parole: gruppo di parole derivate morfologicamente da base.
  2. Classe di parole (parte del discorso): gruppo di parole che condividono proprietà morfo-sintattiche, semantiche, e distribuzionali (es verbi, aggettivi ecc..).
  3. Reti di parole (relazioni paradigmatiche): gruppo di parole che possono essere sostituite in una stessa posizione sintagmatica (es sinonimi).

Classi di parole (tra semantica, morfologia e sintassi):

All'interno dei sistemi linguistici è sempre possibile ravvisare regolarità nel

Il funzionamento delle parole può essere suddiviso in classi, chiamate classi di parole o parti del discorso. Una classe di parole è un gruppo di elementi lessicali che condividono caratteristiche semantiche, morfologiche e sintattiche.

Tutti i sistemi linguistici hanno più di una classe di parole, ma il numero e la natura di queste classi possono variare notevolmente. Alcune categorie, come il sostantivo e il verbo, sono considerate più fondamentali.

Le reti di parole si basano su relazioni verticali e orizzontali. Le relazioni verticali organizzano le unità lessicali in gerarchie, come l'iponimia-iperonimia e la meronimia-olonimia. Le relazioni orizzontali, invece, dispongono i lessemi sullo stesso piano di genericità, come la sinonimia e i rapporti di opposizione semantica.

L'iponimia e l'iperonimia:

eacute; l'altro non implica la sua affermazione.
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Publisher
A.A. 2019-2020
39 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher simo_20 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di linguistica italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Da Milano Federica.