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B) NOME
- Tranne poche eccezioni (uomo, moglie, re, sarto, ladro, drago, fiasco) i nomi
> salute.
italiani derivano dall’accusativo latino SALUTE(M)
- Il latino aveva tre generi, in italiano scompare il neutro.
Le parole neutre maschili in gran parte sono divenute maschili, il cambiamento
metaplasmo di genere.
di genere è tecnicamente chiamato
- Tuttavia, il neutro ha lasciato tracce, alcuni maschili singolari in -o hanno un
braccio, i bracci, le braccia; Fondamento,
doppio plurale come ad esempio
fondamenti, fondamenta, ecc.
La forma in -a deriva dalla desinenza del neutro plurale latino.
- Per esprimere il comparativo di maggioranza e il superlativo il latino
utilizzava forme sintetiche.
CLARUS > CLARIOR (comparativo)
CLARUS > CLARISSIUMUS (superlativo)
In latino però il comparativo di maggioranza aveva una forma sintetica
che fu sostituita da una forma analitica:
MAGIS/PLUS + agg.
In italiano il superlativo ha:
continuato il modulo analitoc molto/tanto + agg.
Recuperato per via dotta il superlativo sintetico in -ISSIMUS
C) VERBO
La riduzione delle coniugazioni verbali
- (da quattro a tre -are, -ere, -ire,
solo la 1° e la 3° sono attive nell’introduzione di nuovi temini, ad es. tagg-are
chatt-are, ecc.)
formazione tempi composti
- La dei AMAVERAM > avevo amato
Formazione passivo perifrastico
- del AMABAR > ero amato
formazione futuro
- Diversa del da forma sintetica ad analitica
formazione condizionale
- La del , inesistente in latino.
FUTURO:
- Nel latino classico l’indicativo futuro si formava aggiungendo al tema del verbo
un’uscita che variava.
- In alternativa al futuro sintetico c’erano varie forme perifrastiche, tra cui
l’infinito + HABEO.
- Da questa perifresi è derivato anche il futuro italiano, dato da infinito + forme
ridotte del presente di HABERE:
lodarò > lodarò > loderò
LAUDAR(E)*AO >
CONDIZIONALE: infinito
- Unione verbo + perfetto di HABERE
In fiorentino lodarei loderei
LAUDARE HEBUI > >
Nei dialetti meridionali e in Sicilia (condizionale derivato dal
piuccheperfetto latino amàra; fora
AMA(VE)RA(M) > FU(E)RA(T) >
Nei poeti siciliani si incontra la forma infinito + imperfetto di
HABERE, dato il
forte influsso del provenzale usato nella poesia AMAR(E) (HAB)E(B)A(M) >
amaria
Importante ricordare i tipi di futuro, condizionale, ecc. ricordare l’unione dei tempi e
un esempio.
L’ORDINE DELLE PAROLE:
- Nella frase latina si distingueva il significato con i casi, l’ordine non era fisso.
SOV,
- Molti autori latini privilegiavano questa forma per ragioni stilistiche
può essere privilegiata anche nell’italiano per alzare il registro.
SVO Claudio saluta Marcello.
- Nel sistema italiano l’ordine abituale è
PRONOMI ATONI:
- Nell’italiano contemporaneo i pronomi personali sono proclitici (pronome
scritto separato).
- Si ha enclisi (attaccato al verbo):
mi)
Con un imperativo (aiuta
ti
Con un gerundio (vedendo )
le
Con un participio isolato (parlato )
la
Con un infinito (incontrar )
si si
In formule cristallizzate (vende , affitta )
Nell’italiano antico enclisi e proclisi dei pronomi atoni seguivano
regole differenti descritte da Tobler-Mussafia.
- Dalle origini al Quattrocento l’enclisi era obbligatoria:
All’inizio di un periodo, cioè dopo un punto fermo.
Dopo la congiunzione -e-.
ma
Dopo la congiunzione
All’inizio di una proposizione principale che seguiva una subordinata.
Domanda esame, capire se in una frase i pronomi atoni rispettano la tendenza della
legge Tobler-Mussafia?
LE PREPOSIZIONI COMPLETIVE:
- In latino tre forme diverse:
Quod + indicativo
Ut + congiuntivo
Soggetto all’accusativo e predicato verbale all’infinito
- In italiano formate da:
che + indicativo
La congiunzione o congiuntivo in forma esplicita (tralascio il
che non sei venuto)
fatto di + infinito di far
Preposizione nella forma implicita (mi capita questo)
Che, deriva dal pronome indefinito QUID nel latino che ha esteso la sfera d’uso
che aveva nel latino classico prendendo il posto di QUIA, QUOD, QUAM.,¨
BOCCACCIO – DECAMERON, VI:
- Dilettato < DELECTATU(M)
Chiusura di e pretonica in i, consonantismo: nesso CT in doppia (assimilazione
regressiva, caduta finale (M), U breve in o.
- Viniziato < VENETIANU(M)
U breve in o, vocalismo tonico siciliano E lunga in i, caduta M finale
- Puote < POTE(T)
Dittongamento da O a uo, caduta T finale
- Cuoco < COCU(M)
Caduta M finale, la O breve ha creato un dittongo
- Cotta < COCTA(M)
Sillaba chiusa quindi non dittonga, caduta M finale, nesso CT in doppia
(assimilazione regressiva)
- Fuoco < FOCU(M)
O breve da origine a un dittongo, caduta M finale
- Brieve < BREVE(M)
Dittongamento di E breve in posizione tonica in ie (in italiano standard breve,
dovuto all’influenza del Quattrocento in seguito alla conquista di Pisa da parte di
Firenze), caduta M.
Esame in itinere fino a qui…………………………………………….
La varietà linguistica d’Italia
L’Italia è la nazione più ricca e differenziata per la varietà linguistica, compresenza
lingua standard dialetti lingue di minoranza alloglotte
della , dei e altre
(presenti per ragioni storiche). Questa ricchezza è dunque data dalla convivenza sul
suolo italiano di più varietà linguistiche.
Al di fuori dai confini politici l’Italiano può essere lingua ufficiale per
prossimità geografica (es. Ticino), inoltre è frequente incontrare persone che
comprendono l’italiano (ex colonie italiane in Africa, Principato di monaco, comunità di
immigrati) ecc.
minoranze alloglotte in base
Vi sono dentro i confini italiani :
Alla lingua
- (es. romanze: provenzale, sardo, catalano o non romanze: tedesco,
greco, albanese, ...)
All’entità peso della comunità
- e al (grandezza dei gruppi)
Si parla di:
Penisole linguistiche
- quando le entità più grandi situate al di fuori del
territorio nazionale penetrano i confini.
Isole linguistiche
- quando vi sono comunità che hanno perso il legame con la
madre patria, appunto comunità alloglotte.
Le minoranze linguistiche sono tutelate dalla legge
Il primo tentativo di classificazione dei dialetti italiani rimane quello di
Dante si basava principalmente sulla geografia
che : la catena appenninica come
spartizione dei dialetti est-ovest.
Una staticità dei territori dialettali non esiste e mai è esistita.
L’approccio dantesco non è attuale, alla fine del 1800 vi è una prima descrizione
dell’Italia dialettale da Ascoli la base per le descrizioni
. La sua descrizione sarà
successive fondate su criteri linguistici e non più geografici come quelli di Dante.
le diverse aree dialettali vengono definite sulla base di isoglosse
Nella dialettologia ,
linee virtuali che delimitano la diffusione nello spazio di determinati fenomeni Alcuni
linguistici, essa è data dall’unione di tutti i punti in cui è presente un fenomeno.
punti si addensano formando fasce di isoglosse .
- Le fasce determinano confini tra macro aree dialettali.
- Ogni isoglossa evidenzia un preciso fenomeno linguistico.
A nord della linea Spezia-Rimini abbiamo:
Indebolimento delle occlusive sorde intervocaliche
- (formiga anziché
formica)
Scempiamento delle consonanti geminate
- (bela per bella)
Caduta delle vocali finali atone
- (sal per sale)
Sincope delle sillabe atone
- (tlar per telaio)
Presenza di alcuni tipi lessicali
- (incö per oggi)
A sud della linea Roma-Ancona:
Sonorizzazione delle consonanti sorde in posizione post-nasale
- (mondone per montone)
Metafonesi delle vocali toniche e/o
- (acitu per aceto)
- L’uso di tenere, femmina, frate per avere, donna, fratello
Posposizione dell’aggettivo possessivo
- (sòreta per tua sorella)
Leggermente più a nord della linea Roma-Ancona:
Confine dell’assimilazione -nd- > -nn- / -mb- > mm
- (quanno per quando)
Lingue d’influenza:
sostrato
Lingue di – prima delle conquiste romane
astrato
Lingue di – contemporanee al latino
superstrato
Lingue di – barbare dopo la caduta dell’impero romano
Tutte hanno influenzato il volgare parlato nelle varie regioni d’Italia
I dialetti gallo-italici sono interessati da:
- Caduta delle vocali finali e debolezza delle vocali atone tranne la -a
- Presenza vocali miste ü, ï, ö
- Esiti in -CT- difformi dal toscano (latte – lait – lac’)
Nei dialetti veneti:
- Conservazione delle vocali finali (ma non dopo liquida nasale) e
ressistenza delle vocali atone (stomego per stomaco)
- Assenza delle vocali miste
- Presenza di dittonghi ie/uo in sillaba libera (piegora per pecora)
Nel napoletano:
- Metafonesi e dittongamento metafonetico (liettë per letto, nirë per nero)
- Sviluppo vocale atona finale in vocale indistinta (misë per mesi si
distingue il plurale dalla -i di mise, la quale si differenzia dalle -e di mesi. La
vocale assume una distinzione morfologica)
- PJ > affricata palatale sorda intensa (SAPIO > saccio)
- PL >/ki/ PLUS > chiù
Nel siciliano:
- Diverso sistema vocalico (5 toniche: i,è,a,ò e 3 atone: a,i,u)
- Assenza della metafonesi
- Assenza vocali indistinte
Il toscano da dialetto, dato il prestigio letterario di Dante, Boccaccio e
Petrarca, esso diviene grazie alla codificazione del 1500 lingua standard
Dal fiorentino all’italiano standard:
- Anafonesi (GRAMIGNA > gramégna > gramigna)
- Dittongamento di E ed O (brevi) in sillaba aperta (PEDEM > piede)
- -e atona pretonica > i (nepote > nipote)
- -ar- atono > -er- nel futuro dellaprima declinazione (amarò > amerò)
- -RJ- intervocalico > j (NOTARIUM > notaio)
- Assenza di metafonesi
Tra le opposizioni fiorentino ed italiano:
Gorgia, cioè spirantizzazione delle occlusive sorde intervocaliche
(tipico della zona fiorentina amiho per amico.
Tendenza al monottongamento nel fiorentino di -uo- tonico (nuovo,
buono > novo, bono) c