Riassunto esame Linguistica Italiana, prof. Librandi, libro consigliato L'Italiano Contemporaneo e le sue Varietà, Masini
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Diacronia: variazione legata al tempo. Le lingue non sono statiche, ma in continuo dinamismo. Le abitudini linguistiche
dei più anziani (es.la prostesi di i davanti s preconsonantica ) sono soppiantate da nuovi usi del codice,
apportate dai giovani (es.l’uso di x al posto di “per”, formazione di neologismi, alcuni dei quali permangono in
diverse generazioni, come la parola sfiga). La variazione diacronica si riflette soprattutto nel lessico.
Il giovanilese si inserisce anche nella dimensione della variazione diafasica: esso infatti si realizza soprattutto
nel parlato e nelle situazioni +informali.
Diatopia: variazione legata alla dimensione spaziale. A seconda dell’area geografica, infatti, l’italiano assume tratti
diversi, propri di quella regione.
Differenze tra dialetto e lingua(italiano):
DIALETTI ITALIANO
Derivazione latina Derivazione latina
+circoscritto +esteso
+parlato +scritto
+/- codificazione grammaticale (di tipo descrittivo) +codificazione grammaticale (di tipo normativo)
-prestigio sociale (dialettofoni inibiscono l’uso del +prestigio sociale
dialetto con i figli)
No termini scientifici e ricercati Include vocaboli raffinati e specifici
L’Italia viene suddivisa in 4 grandi aree, delimitate da fasci di isoglosse (linee tracciate sulle carte linguistiche, che
separano le aree geografiche a seconda degli specifici fenomeni che in esse si realizzano):
Dialetti nord-occidentali (gallo-italici) Dialetti nord-orientali (veneto)
linea separatrice La Spezia-Rimini
Dialetti centrali (toscano e laziale) Dialetti meridionali
Linea separatrice Roma-Ancona
Dialetti meridionali estremi (Puglia salentina, estrema Calabria, Sicilia)
Caratteri dei dialetti settentrionali:
- semplificazione di consonanti doppie (es. cavallo > kavalo)
- caduta di vocali finali diverse da a (es. sale > sal)
- caduta di vocali atone e mantenimento delle toniche (sellarium > slèr)
Caratteri dei dialetti meridionali:
- assimilazioni nd>nn e mb>mm (es. quando > quannu)
- uso di tenere per avere
- fenomeno della metafonesi (vocale tonica si muta influsso della vocale finale es. acetu > acitu)
- posposizione del possessivo
Oggi l’uso del dialetto è stato inibito, grazie all’istruzione scolastica, alla fruizione dei mass media, alle migrazioni
interne(dovute all’espansione delle grandi città e delle industrie, al servizio di leva obbligatorio) e anche la competenza
attiva del dialetto è oggi in declino (meno del 50%).
Vi è dunque la compresenza di lingua nazionale e dialetti. Tali capacità vengono definite:
Bilinguismo: Diglossia:
compresenza di due o +lingue diverse, compresenza nel parlante di 2o+ varietà della
aventi medesimo prestigio e delle quali stessa lingua 1.xscritto e usi formali
il parlante a competenza attiva e passiva. 2.xparlato e usi informali
Bilinguismo endogeno a bassa distanza strutturale: Dialia:
compresenza di due varietà della medesima lingua le due varietà di lingua sono entrambe presenti
con poca differenza strutturale e che vengono usate nel parlante e si sovrappongono tra loro.
indipend.dal grado di formalità.
Tra lingua e dialetti vi è uno scambio reciproco, iniziato ai tempi dell’unificazione italiana, quando si fece viva la
necessità di una lingua unica che contribuisse anche all’unificazione. Processo di italianizzazione
fenomeno di inserzione, cioè aggiunta di uno o più suoni in posizione iniziale di parola. Rientra tra i fenomeni fonologici del vocalismo
e del consonantismo, per cui si verifica un mutamento del corpo fonico della parola e che portano a un aumento o a una diminuzione
del num.dei suoi fonemi.
Dialetti italianizzati:le parlate locali subiscono l’influsso dell’italiano con una reazione di superstrato (cioè l’italiano è la
lingua che si impone). Questo interscambio avviene in due modi:
Mancanza di parole nel dialetto, che individui determinati referenti (supplisce le carenze lessicali, con
adattamento alla propria morfologia)
Accanto a parole già esistenti se en affiancano di nuove, prese in prestito dalla lingua.
Italiano regionale: varietà di lingua che subisce l’influenza del dialetto di quella partic.area geografica (no confini
amministrativi) in una reazione di sostrato, dove la lingua che si afferma subisce l’influsso della lingua
dominante quell’area. Le particolarità sono visibili soprat.nella pronuncia e nell’intonazione (tipo
cantilena siciliani, toscani..), ma anche a livello lessicale:
Settentrione : in morfosintassi vi è maggior uso del pass. Prossimo anke nei casi del pass. Remoto (usato
xindicare azioni ke non hanno +riflessi nel pres.) e nelle zone del Trentino e della Lombardia presenza
dell’articolo determ.davanti a nomi propri di xs. Xil lessico parole come “anguria”, “vera”,”ometto”..e
parole che sono sconosciute in altre aree.
Centro : morfosintassi uso dell’indicativo cn i verbi d’opinione ( o verba putanti dove si dovrebbe usare il
cong.ke viene sostituito dall’ind.anke cn i verbi credo, spero e simili es. credo che viene); nel lessico
“pupo”, “caciara”…;solo in Toscana rimane l’uso di questo (xindicare vicinanza a chi parla), quello
(vicinanza a chi ascolta) e codesto (lontananza da ki parla e da ki ascolta, mantenuto solo nell’italiano
burocratico e/o nei registri +alti e sconosciuto nelle altre aree). Altra partic.diffusa sopratt.in Toscana e in
quale altra area (es. l’Umbria) è l’uso di formule impersonali xla 1ªxs. pl. (es. noi si pensava). Nel lessico:
“cencio”,”rena”,”anello”...che rimangono +ke altro a livello lett.e fuori degli usi correnti.
Meridione : morfosintassi uso maggiore del pass. Remoto (anche se il fenomeno è in via di regresso)
anke nei casi in cui si parla di azioni che hanno riflessi sul presente, posposizione del possessivo e
costruzione del compl.ogg. preceduto da a sopratt.con referenti animati (es.chiama a Giovanni). Sopratt.
in Sicilia e in Sardegna vi è la tendenza a collocare il verbo a fine frase e la copula dopo il nome del
predicato. Lessico: “imparare”> insegnare; “faticare”> lavorare; “tenere”> avere..
In qst prospettiva vanno analizzati:
Geosinonimi: (classificabile all’interno della variazione diatonica)parole che indicano lo stesso referente
hanno un significante diverso a seconda dell’area geografica (es.anguria, cocomero, melone);
Geomonimi: parole che hanno medesimo significante, ma che, a seconda della regione, indicano un
referente diverso (es.esperto =xs.competente; in Sicilia =xs.scaltra, furba)
Questo tipo di particolarità si verificano soprat.nel parlato e in situazioni di minore formalità;
indipend. dal metro della variazione diastratica.
Oggi le varietà regionali tendono a sfocare nella scrittura +impegnata (es.giornalismo e saggistica), tranne in quelle
opere lett.che si sforzano di raccontare una data varietà linguistica (es.i romanzi di A.Camilleri).
Lo studio delle varietà regionali è importante per la linguistica, perché qst convivenza tra italiano e dialetti non solo è
attuale ed evidente a tutti noi, ma è anche un fatto storico che coinvolge tutti i parlanti. E’ palese a tutti infatti che
l’italiano si arricchisce di giorno in giorno non solo con neologismi e forestierismi (cioè con parole prese in prestito da
altre lingue) ma anche con termini presi dalle varietà locali (prestito interno )
1
E tuttavia la variazione diatopica comprende anche quelle minoranze linguistiche, proprie di gruppi etnici che sono
tutt’oggi presenti sul territorio italiano :
Parlate neolatine:
- provenzale: valli sud occidentali del Piemonte confinanti con la Francia meridionale;
- franco-provenzali: provincia di Torino e Valle d’Aosta, dove, grazie alla condizione di statuto speciale, si
parlano italiano, francese e dialetti piemontesi;
- catalano: Alghero (Sassari). Venne introdotto da Pietro IV d’Aragona che, conquistata la città nel 1354, vi
fece deportare coloni provenienti da varie città della Catalogna e delle isole Baleari;
- ladino: province di Trento, Bolzano e Belluno, dove si unisce ad altri due gruppi: quello dolomitico del cantone
svizzero dei Grigioni (detto anke romancio) e quello del Friuli. In partic.nelle valli amministrative della
provincia di Bolzano qst varietà è inserita nei progr.scolastici, insieme all’insegnamento di tedesco e
italiano.
Parlate di altri ceppi:
- bavaro-tirolesi: provenienti dalle minoranze tedescofone presenti in Alto Adige e parlate nella provincia di
Bolzano. La situazione linguistica dell’Alto Adige è complessa, in quanto italiano e tedesco sono le lingue
ufficiali usate solo nelle situazioni +formali, mentre nel quotidiano si fa riferimento alle parlate dialettali
degli italofoni e a quelle dei germanofoni residenti, che risentono dell’influsso delle parlate tirolesi del sud
austriaco (sud tirolo);
- sloveno: confine N-E, dove si distinguono due gruppi: quello della provincia di Trieste, in parte tutelato; e
quello della provincia di Udine e di Gorizia, +esposti all0’influsso del Friuli;
- croato: centri del Molise, residuo di emigrati dalla Danimarca nel XV sec.i quali erano insediati in vaste zone
della costa adriatica;
1 Significanti e referenti presi appunto in prestito da una data varietà locale ed estese al territorio nazionale (es. mafia: parola
tipicamente siciliana, dove è presente il fenomeno, che in tutta Italia indica quel partic.tipo di associazione a scopo criminale e lucroso.
DESCRIZIONE APPUNTO
Riassunto per l'esame di Linguistica Italiana, basato su appunti personali e studio autonomo del testo consigliato dal docente L'Italiano Contemporaneo e le sue Varietà, Masini. Gli argomenti analizzati sono: le lingue storico-naturali, la diamesia, la diafasia, la diacronia e la diastratia, la morfologia verbale e pronominale, il lessico e la sintassi (dislocazione a destra ed a sinistra, frase scissa, tema sospeso o nominativo assoluto).
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher anita K di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Basilicata - Unibas o del prof Librandi Rita.
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