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DIALETTI ITALIANO
Derivazione latina
Derivazione latina+circoscritto +esteso+parlato +scritto+/- codificazione grammaticale (di tipo descrittivo) +codificazione grammaticale (di tipo normativo)-prestigio sociale (dialettofoni inibiscono l’uso del +prestigio socialedialetto con i figli)
No termini scientifici e ricercati
Include vocaboli raffinati e specifici
L’Italia viene suddivisa in 4 grandi aree, delimitate da fasci di isoglosse (linee tracciate sulle carte linguistiche, che separano le aree geografiche a seconda degli specifici fenomeni che in esse si realizzano):
Dialetti nord-occidentali (gallo-italici)
Dialetti nord-orientali (veneto) linea separatrice La Spezia-Rimini
Dialetti centrali (toscano e laziale)
Dialetti meridionali Linea separatrice Roma-Ancona
Dialetti meridionali estremi (Puglia salentina, estrema Calabria, Sicilia)
Caratteri dei dialetti settentrionali:
- semplificazione di consonanti doppie (es. cavallo > kavalo)
- caduta di vocali finali diverse da a (es.
sale > sal)- caduta di vocali atone e mantenimento delle toniche (sellarium > slèr)
Caratteri dei dialetti meridionali:
- assimilazioni nd>nn e mb>mm (es. quando > quannu)
- uso di tenere per avere
- fenomeno della metafonesi (vocale tonica si muta influsso della vocale finale es. acetu > acitu)
- posposizione del possessivo
Oggi l’uso del dialetto è stato inibito, grazie all’istruzione scolastica, alla fruizione dei mass media, alle migrazioni interne (dovute all’espansione delle grandi città e delle industrie, al servizio di leva obbligatorio) e anche la competenza attiva del dialetto è oggi in declino (meno del 50%).
Vi è dunque la compresenza di lingua nazionale e dialetti. Tali capacità vengono definite:
Bilinguismo: Diglossia: compresenza di due o + lingue diverse, compresenza nel parlante di 2o+ varietà della avendo medesimo prestigio e delle quali stessa lingua 1.x scritto e usi formali il parlante a
competenza attiva e passiva. 2.xparlato e usi informali
Bilinguismo endogeno a bassa distanza strutturale: Dialia: compresenza di due varietà della medesima lingua le due varietà di lingua sono entrambe presenti con poca differenza strutturale e che vengono usate nel parlante e si sovrappongono tra loro. Indipend. dal grado di formalità. Tra lingua e dialetti vi è uno scambio reciproco, iniziato ai tempi dell'unificazione italiana, quando si fece viva la necessità di una lingua unica che contribuisse anche all'unificazione. Processo di italianizzazione fenomeno di inserzione, cioè aggiunta di uno o più suoni in posizione iniziale di parola. Rientra tra i fenomeni fonologici del vocalismo e del consonantismo, per cui si verifica un mutamento del corpo fonico della parola e che portano a un aumento o a una diminuzione del num. dei suoi fonemi. Dialetti italianizzati: le parlate locali subiscono l'influsso dell'italiano con
Una reazione di superstrato (cioè l'italiano è la lingua che si impone). Questo interscambio avviene in due modi:
- Mancanza di parole nel dialetto, che individui determinati referenti (supplisce le carenze lessicali, con adattamento alla propria morfologia)
- Accanto a parole già esistenti se ne affiancano di nuove, prese in prestito dalla lingua.
Italiano regionale: varietà di lingua che subisce l'influenza del dialetto di quella particolare area geografica (non confiniamministrativi) in una reazione di sostrato, dove la lingua che si afferma subisce l'influsso della lingua dominante quell'area. Le particolarità sono visibili soprattutto nella pronuncia e nell'intonazione (tipo cantilena siciliani, toscani..), ma anche a livello lessicale:
- Settentrione: in morfosintassi vi è maggior uso del passato prossimo anche nei casi del passato remoto (usato per indicare azioni che non hanno più riflessi nel presente) e nelle zone del Trentino.
lessico: "cencio","rena","anello"...che rimangono +ke altro a livello lett.e fuori degli usi correnti.
Meridione : morfosintassi uso maggiore del pass. Remoto (anche se il fenomeno è in via di regresso) anke nei casi in cui si parla di azioni che hanno riflessi sul presente, posposizione del possessivo e costruzione del compl. ogg. preceduto da a sopratt. con referenti animati (es. chiama a Giovanni). Sopratt. in Sicilia e in Sardegna vi è la tendenza a collocare il verbo a fine frase e la copula dopo il nome del predicato. Lessico: "imparare" > insegnare; "faticare" > lavorare; "tenere" > avere..
In qst prospettiva vanno analizzati:
Geosinonimi: (classificabile all'interno della variazione diatonica) parole che indicano lo stesso referente hanno un significante diverso a seconda dell'area geografica (es. anguria, cocomero, melone);
Geomonimi: parole che hanno medesimo significante, ma che,
A seconda della regione, indicano un referente diverso (es. esperto = xs.competente; in Sicilia = xs.scaltra, furba). Questo tipo di particolarità si verificano soprattutto nel parlato e in situazioni di minore formalità; indipendentemente dal metro della variazione diastratica.
Oggi le varietà regionali tendono a sfocare nella scrittura più impegnata (es. giornalismo e saggistica), tranne in quelle opere letterarie che si sforzano di raccontare una data varietà linguistica (es. i romanzi di A. Camilleri).
Lo studio delle varietà regionali è importante per la linguistica, perché questa convivenza tra italiano e dialetti non solo è attuale ed evidente a tutti noi, ma è anche un fatto storico che coinvolge tutti i parlanti. È palese a tutti infatti che l'italiano si arricchisce di giorno in giorno non solo con neologismi e forestierismi (cioè con parole prese in prestito da altre lingue) ma anche con termini presi dalle varietà locali.
All'insegnamento di tedesco e italiano. Parlate di altri ceppi:
- Bavaro-tirolesi: provenienti dalle minoranze tedescofone presenti in Alto Adige e parlate nella provincia di Bolzano. La situazione linguistica dell'Alto Adige è complessa, in quanto italiano e tedesco sono le lingue ufficiali usate solo nelle situazioni formali, mentre nel quotidiano si fa riferimento alle parlate dialettali degli italofoni e a quelle dei germanofoni residenti, che risentono dell'influsso delle parlate tirolesi del sud tirolo.
- Sloveno: confine N-E, dove si distinguono due gruppi: quello della provincia di Trieste, in parte tutelato; e quello della provincia di Udine e di Gorizia, più esposti all'influsso del Friuli.
- Croato: centri del Molise, residuo di emigrati dalla Danimarca nel XV sec. i quali erano insediati in vaste zone della costa adriatica.
Significanti e referenti presi appunto in prestito da una data varietà locale ed estese al territorio.
nazionale (es. mafia: parola tipicamente siciliana, dove è presente il fenomeno, che in tutta Italia indica quel particolare tipo di associazione a scopo criminale e lucroso.
- albanese: sparsi nella zona meridionale della penisola (Calabria, provincia di Pescara, Sicilia, comune di Rosicano);
- dialetti di origine greca: Puglia salentina e Calabria, fino in Aspromonte. Queste parlate vengono definite griche e fu il linguista Rohlfs a sostenere l'ipotesi che esse fossero ereditarie delle parlate dell'antica Magna Grecia; oggi si è più propensi a ritenere che esse siano il residuo della colonizzazione bizantina;
- colonie tedescofone: comuni presenti nelle valli del Monte Rosa, ad opera di popolazioni provenienti dalla Svizzera meridionale (Vallese) migrate in età medievale, nel Trentino e nel Veneto;
- parlate galloromanze: Capitanata (a ovest della provincia di Foggia), affini alle parlate franco-provenzali;
- parlate di origine provenzale: Guardia Piemontese (Cosenza).
residuo degli insediamenti valdesi nel XV sec. Dal punto di vista sociolinguistico si osserva che alcune di queste varietà, quali tedesco, greco... sono considerate come espressioni dialettali, ma nei loro rispettivi stati sono riconosciute come lingue nazionali; altre invece come provenzale, catalano... anche negli stati di provenienza sono varietà minoritarie. Dal punto di vista storico abbiamo minoranze autoctone, cioè di popolazioni indigene come il ladino; ed altre derivate dalle migrazioni come croato e dialetti galloromanzi. Dal punto di vista politico la legge del 15 dicembre '99 tutela le comunità e le lingue di minoranze. La legge prevede la possibilità di insegnarle nelle scuole, di impiegarle negli uffici pubblici, di conservare nomi e cognomi nelle forme linguistiche originarie. Oltre alle minoranze sopra presentate bisogna aggiungere il crescente numero di immigrati provenienti dal terzo mondo (Asia, Africa, America Latina), dai paesi.rmalmente, si stabiliscono in paesi come l'Italia, la Germania e il Regno Unito, in cerca di migliori opportunità economiche e di una vita migliore. Questi immigrati spesso lavorano in settori come l'agricoltura, l'edilizia e i servizi domestici, occupando spesso posti di lavoro che i cittadini locali non sono disposti a fare. Tuttavia, la loro presenza ha anche sollevato preoccupazioni riguardo all'immigrazione illegale, alla concorrenza sul mercato del lavoro e all'integrazione culturale.