Caratteristiche dei dialetti dell’Italia settentrionale (Piemonte, Lombardia,
etc…):
- “T” diventa “D”: questo fenomeno lo si ritrova nel lombardo, nel veneziano e
nell’emiliano;
- “P” diventa “B”:
- “K” diventa “G”: (in alcuni casi si perde, scompare, si annulla) anche questo
fenomeno lo si riscontra in Piemonte, in Veneto e in Emilia.
3. Evoluzione dal latino classico al latino volgare
All’inizio è stato detto che c’è una grande differenza tra il latino classico e
quello volgare. Ma da dove nasce questa differenza? nasce da un’evoluzione.
Il latino volgare (da vulgus: popolo) si sviluppa a partire dalla fine del II secolo.
d.C. All’inizio del III secolo d.C. vi sono dunque cinque varietà di latino
differenti:
1. Latino arcaico,
2. Latino pre-classico,
3. Latino classico,
4. Latino post-classico e
5. Latino tardo.
Il latino volgare è attestato da iscrizioni, opere letterarie e osservazioni
grammaticali. Fonti come le Iscrizioni Pompeiane, l’Appendix Probi e le opere
di Plauto e Petronio mostrano un crescente allontanamento tra la lingua scritta
e quella parlata.
Fenomeni piu ricorrenti per determinare questa evoluzione sono:
• Apocope: perdita di una vocale finale (amicum > amico).
• Sincope: caduta di una vocale interna (tabula > tabla).
• Monottongamento: ae > e, oe > e, au > o.
• Dittongamento (nato in Toscana): bonum > buono, pedem >
piede.
Più importante fonte: CIL
4. I cambiamenti morfologici
Nel passaggio al volgare, il latino perde:
• Il genere neutro, che confluisce nel maschile.
• Il sistema dei casi, sostituito da preposizioni e ordine fisso.
• La complessità delle declinazioni.
Relitti del neutro sopravvivono in parole come braccia/ossa/lenzuola. L’italiano
standard nasce quindi come sistema semplificato e innovativo, ma con tracce
della morfologia latina.
ma come si passa dal latino all'italiano?
Un vocabolo attraversa diverse fasi nella sua evoluzione dal latino all’italiano.
Esempio:
la parola VECCHIO (Plauto): dal latino classico vetus > latino volgare vetulus
> vetus + ulus, diminutivo allunga e rafforza la parola
- Vetulus > vetlus > sincope, caduta della vocale atona (senza accento)
- TL = KL > veklus > > semplificazione articolatoria
- KL = KKJ > vekkjus > intensificazione dell'occlusiva velare sorda +
trasformazione della laterale
- Vekkjus > vekkjo > evoluzione del vocalismo atono ù > o > vecchio
- Fonemi: 5 (v-e-cc-i-o)
- Grafemi: 7 (v-e-c-c-h-i-o)
Per disambiguare i due fonemi del grafema c, si aggiunge un segno diacritico
(H) in modo da distinguere suono dolce e suono duro.
5. I primi testi in volgare italo-romanza
Grazie a questa evoluzione e questo cambiamento nella lingua parlata, si
sviluppano altre lingue dopo il latino volgare tra cui la lingua italo-romanza e
tra i primi documenti che testimoniano appunto l’esistenza di questa lingua
diversa dal latino vi sono:
• Indovinello Veronese (VIII sec.): prima traccia scritta in un volgare
italo-romanzo.
“Separeba boves alba pratalia araba e albo versorio teneba e negro semen
seminaba. Gratias tibi agimus omnipotens sempiterne Deus”
Cadute le uscite consonantiche (rimangono solo boves e semen) MA non si è
ancora verificata la spirantizzazione
Chiusura di -A in -E
Se-pareba, “se-“ alcuni studiosi la considerano una formula introduttiva degli
indovinelli (“se”= “c’era una volta”)
Boves, formazione del plurale (mantenimento della -s nell’area della romania
occidentale), latinismo
Alba pratalia (plurale neutro), è un’innovazione, esisteva infatti “pratus” e
“”alia”. Il suffisso -alia indica la pluralità ma col mantenimento del neutro.
Mancata sonorizzazione delle sorde occlusive in posizione intervocalica
(praTalia)
Albo versorio, dal punto di vista morfologico e fonetico è un volgarismo (non è
album MA albo) dal punto di vista semantico è un latinismo (bianco è una
parola di origine germanica).
Versorio veniva utilizzato, nel latino classico, per indicare una parte dell’aratro.
• Graffito di Commodilla (IX sec.): mostra l’uso orale del volgare in
ambiente religioso.
NON
DICE
RE IL
LE SE
CRITA
A BBOCE
Non dire i segreti a voce”
“Il, le”, uno dei primi fenomeni di articoloide. Deriva dall’aggettivo/pronome
dimostrativo latino ma, nel Graffito di Commodilla è una forma primordiale
dell’articolo perchè mantiene ancora la forma di aggettivo ma con funzione
di articolo.
“A bboce”, vocem — b, betacismo (contrario della spirantizzazione),
oscillazione tra b/v ancora presente nei dialetti centro-settentrionali.
Grafema “b” doppio, l’autore, non essendo certo del rafforzamento
scrive una lettera più piccola dell’altra.
• Placiti Campani (960–963): atti giuridici in volgare, considerati
l’atto di nascita dell’italiano.
-Atto di nascita della lingua italiana, volontà di conservare questi documenti
(ufficiali, di valore giuridico).
Documenti che sono stati redatti in occasione di alcune cause giuridiche (I e II
sono iudicatum mentre III e IV sono memoratorium).
Da un lato abbiamo il Monastero di Montecassino (potenza religiosa che
racchiudeva in se diversi monasteri) e dall’altro dei privati cittadini che fanno
causa al monastero.
I- Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte
sancti Benedicti.
II- Sao cco kelle terre, per kelle fini que tebe monstrai, Pergoaldi foro, que ki
contene, et trenta anni le possette.
III- Kella terra, per kelle fini que bobe (vi) mostrai, sancte Marie è, et trenta
anni la posset parte sancte Marie.
IV- Sao cco kelle terre, per kelle fini que tebe mostrai, trenta anni le possette
parte sancte Marie.
Oscillazione tra il fonema “k” e il fonema “c”
Latinismi
trattamento tipico dell’area centrale d’Italia, perdita elemento labiale
Questi testi mostrano l’evoluzione fonologica e morfologica della lingua, con la
perdita per la prima volta di desinenze latine, la comparsa degli articoli, la
riduzione dei dittonghi e l’introduzione di nuove strutture sintattiche.
6. Le influenze esterne (superstrati germanici)
Dopo la caduta dell’Impero Romano, lingue germaniche come il gotico,
longobardo e franco influenzano molto il volgare:
• Goti: Lasciano poche tracce:
- Parole isolate che riguardano la vita militare: come elmo, guardia.
• Longobardi:
- Voci sopravvissute solo durante la dominazione longobarda e poi scomparse
ma successivamente riprese dalla storia del diritto: (faida)
-Trapassi semantici: modifica legata all’area del significato, trasformazione del
significato notevole o sfumatura del significato ( sgherro, sguattero.)
-Termini generici di lunga durata: Ex.balcone, panca, scaffale, guancia, bara,
spruzzare, strofinare.
• Franchi: influenza dovuta al prestigio politico- culturale
- Voci militari
Ex. Dardo, galoppare, tregua
- Abbigliamento
Ex. Cotta, guanto
- Terminologia feudale
Ex. Feudo, vassallo
- Termini astratti
Ex. Guarire, schivare, orgoglio, senno
Queste influenze si manifestano in lessico, toponomastica e semantica, con
fenomeni di trapasso semantico (es. sguattero da “guardiano” a “servitore”) o
anche detto più comunemente “rinnovamento linguistico”.
La lingua si arricchisce infatti attraverso dei prestiti avvenuti per contatto
linguistico che possono essere endogeni (da elementi interni, come
asciugamano) e esogeni (da lingue straniere, come cacao, film, cringe).
Il calco ad esempio è la “traduzione strutturale” o semantica di una parola
straniera, es.: grattacielo è il calco di skyscraper.
8. Frammentazione dialettale e isoglosse
All'inizio, nella penisola italiana si parlavano molti volgari diversi da regione a
regione, e questo rendeva molto difficile la comunicazione. Per questo motivo
si continuava a usare il latino scritto, che era invece compreso ovunque. Con
il tempo però si comincia a usare anche il volgare nei testi scritti, prima per usi
pratici e poi anche nella poesia, come con la scuola siciliana nel XIII secolo,
che usava un volgare raffinato ispirato alla poesia provenzale. è cosi che
Firenze diventa sempre più importante nel Trecento, grazie alla ricchezza dei
suoi banchieri e al potere dei Medici, che favoriscono la diffusione del
fiorentino, usato da chi voleva fare affari o essere accolto a corte. Nel
Quattrocento, con l’Umanesimo, si riapre il dibattito tra chi vuole tornare al
latino classico e chi sostiene invece di tenere il volgare. Alcuni pensano che i
volgari siano una corruzione del latino, altri li considerano la naturale
evoluzione del latino parlato. A difendere il volgare fiorentino c’è anche Leon
Battista Alberti che scrive anche la prima grammatica del toscano. Nel
Cinquecento si sente l'esigenza di una lingua unitaria per tutta l’Italia. Così
dopo l’invenzione della stampa, diventa ancora più urgente avere una lingua
chiara e condivisa. Vengono proposte diverse soluzioni: tornare al latino,
creare una lingua cortigiana, usare il fiorentino moderno come dice
Machiavelli, oppure adottare il fiorentino antico come propone Bembo.
Quest’ultima proposta, che prende Petrarca come modello per la poesia e
Boccaccio per la prosa, è quella che avrà più successo e che diffonderà
grazie alla scuola, al servizio militare, alla radio e alla televisione, tramite
programmi trasmessi in una lingua comprensibile a tutti. Verranno poi
successivamente anche organizzati corsi per chi parlava solo il dialetto. Così
che, dopo secoli di evoluzione e dibattiti, l’italiano potesse diventare davvero
la lingua parlata da tutti.
Come già accennato, oltre ad una lingua generale che potesse essere parlata
da tutti, esistevano anche i vari dialetti che si distinguono lungo tre isoglosse
principali (una linea immaginaria che unisce i punti su una cartina in cui ci
sono o non ci sono determinati fenomeni linguistici):
• La Spezia–Rimini: separa dialetti del nord Italia
da tutto il resto, i tratti presenti sono molto marcati.
• Roma–Ancona: separa la fascia mediana
dall'area meridionale
• Terza isoglossa Meridione estremo: separa dialetti meridionali da
dialetti meridional