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TRONCA

ultima sillaba PIANA

penultima sillaba SDRUCCIOLA

terzultima sillaba BISDRUCCIOLA

quartultima sillaba

②il tono

Riguardano l’altezza musicale con cui le sillabe sono pronunciate e la curva melodica a cui la loro

successione da luogo. Il tono è l’altezza relativa di pronuncia di una sillaba. Sono lingue tonali il cinese,

il vietnamita, il thailandese.

③l’intonazione

E’ l’andamento melodico con cui è pronunciata una frase; in genere permette di capire se la frase è

un’affermazione, una domanda, un’esclamazione ecc.

domanda

Intonazione ascendente (luca sta arrivando?)

affermazione

Intonazione costante (luca sta arrivando.)

esclamazione

Intonazione discendente (luca sta arrivando!)

④ la lunghezza dei foni e delle sillabe

Estensione temporale relativa con cui i foni e le sillabe sono prodotti; ogni fono può essere breve o

lungo, cioè durare un tempo più o meno rapido; la rappresentazione con i due punti o la ripetizione

dipende dall’interpretazione che si da delle consonanti doppie.

❷ MORFOLOGIA E SINTASSI

LA MORFOLOGIA la struttura

La Morfologia studia la forma, della parola. E’ il livello superiore della prima articolazione.

Analizza il piano del significante in quanto dotato di significato.

MORFEMA e MORFO

MORFEMA : è l’unità minima di prima articolazione, il più piccolo pezzo di significante di una lingua

dotato di significato; minima associazione tra significante e significato. Unità pertinente a livello di

sistema.

MORFO : Morfema inteso come forma, dal punto di vista del significante, prima ancora della sua

analisi funzionale.

ALLOMORFI : variante formale di un morfema, realizza lo stesso significato di un altro morfo con la

è ciascuna delle forme con cui si può

stessa funzione con cui è in distribuzione complementare;

presentare un morfema che sia suscettibile di apparire sotto forme diverse.

Es. di allomorfia sono sono allomorfi di –abil.

–abil, -ibil, -ubil

Nozione di parola

È la minima combinazione di elementi minori dotati di significato (morfemi; almeno un morfema),

costruita spesso (ma non sempre) intorno ad una base lessicale, che funzioni come entità autonoma

della lingua e possa quindi rappresentare, da sola, un segno linguistico compiuto. non

- (gatto gatt-o; o-gatt)

All’interno di una parola l’ordine dei morfemi è rigido e fisso

- I confini di parola sono punti di pausa potenziale nel discorso

- Foneticamente la pronuncia di una parola non è interrotta ed ha un unico accento primario

Tipi di morfemi

1 classificazione FUNZIONALE sulla base della funzione svolta dal morfema

2 classificazione POSIZIONALE sulla base della posizione che i morfemi assumono all’interno della

parola e sul modo in cui essi contribuiscono alla struttura

1 classificazione FUNZIONALE (analizziamo la parola dentale)

dent- morfema lessicale

ha un significato concettuale,

-al- –e morfemi grammaticali,

ed sono due in cui:

al- morfema derivazionale

serve a formare parole (aggettivi) a partire da parole già esistenti,

-e morfema flessionale

serve ad attualizzare una delle diverse forme in cui la parola può comparire,

Quindi ci sono :

Morfemi lessicali classe aperta, continuamente arricchibile

- Morfemi grammaticali

- classe chiusa, non accoglie nuove entità

derivazione flessione

N.B. la non è obbligatoria, la sì.

2 classificazione POSIZIONALE

I morfemi grammaticali si suddividono in classi diverse a seconda della collocazione che assumono

radice lessicale).

rispetto al (o

morfema lessicale affissi;

I morfemi grammaticali sono globalmente chiamati

prefissi

- Morfemi posti prima della radice lessicale :

suffissi

- Morfemi posti dopo la radice lessicale :

desinenze

- Suffissi con valore flessionale :

I morfemi cumulativi

Spesso morfemi grammaticali hanno più di un significato e valore; es. in buone, vale sia come

-e

amalgama,

femminile che come plurale; un caso speciale è il cosiddetto quando due morfemi sono fusi

in maniera tale che non è più possibile distinguere i due morfemi all’origine della fusione.

I morfemi derivazionali

Mutano il significato della base a cui si applicano: possono AGGIUNGERE informazioni, MODIFICARE la

Permettono la formazione di un numero

classe di appartenenza e SFUMARE il senso della parola.

teoricamente infinito di parole da una base lessicale.

Parole composte

Ad es. nazionalsocialismo: nella stessa parola coesistono due radici lessicali che mantengono il proprio

significato, il valore che avrebbero in autonomia (socialismo nazionale) PAROLA COMPOSTA.

Esistono svariate tipologie di parole composte : nome+nome, agg+agg, verbo+verbo, avv+avv,

verbo+nome ecc…..

Il fenomeno del supplettivismo

Casi in cui un morfema lessicale in certe parole derivate viene sostituito da un morfo dalla forma

completamente diversa ma con lo stesso significato: es. .

acqua-idrico, cavallo-equino….

Unità plurilessematiche o polirematiche

Non sono parole in senso stretto; sono sintagmi fissi che costituiscono una unica unità di significato,

non corrispondente alla somma dei significati dei singoli elementi. Es. gatto delle nevi.

Formazione delle parole

LA SUFFISSAZIONE il più importante e produttivo dei processi di formazione delle parole;

-zion e –ment formano nomi di azione da verbi (spedizione, spegnimento); -ier –a(r)i –tor formano

nomi di agente a partire da verbi o da nomi (barbiere, fornaio, giocatore); -ità forma nomi astratti da

aggettivi (abilità).

LA PREFISSAZIONE è molto produttiva, non muta (al contrario della suffissazione) la classe

grammaticale della base; -in (inutile); -anti (anticamera o antigelo); -a (amorale);

L’ALTERAZIONE vengono formate delle parole che aggiungono al significato della base un valore

diminutivo, accrescitivo, peggiorativo.

generalmente valutativo :

Le parole derivate (esempi)

Suffissato nominale deverbale es. lavaggio

Prefissato aggettivale deaggettivale es. asociale

Suffissato deverbale denominale es. polverizzare

Tipi morfologici di parola

Parole basiche : mano

Parole alterate : manona, manina

Parole derivate : suffissate (maniglia, prefissate (rimaneggiare)

maneggiare),

Parole composte : corrimano

Unità plurilessamatiche : mano morta

Le parti del discorso

Nome/sostantivo (libro, pazienza, Gianni)

Aggettivo (bello, possibile, veneziano)

Verbo (giocare, mettere, credere)

Pronome (tu, chi, il quale)

Articolo (il, lo, un)

Preposizione (di, per)

Congiunzione (e, ma, mentre, dato che)

Avverbio (bene, facilmente, soltanto, ieri)

LA SINTASSI struttura combinano

Si occupa della delle frasi, ovvero studia come si le parole per formare le frasi. La

frase è l’unità di misura della sintassi.

Frase e proposizione

Una frase predicazione:

è identificata dal contenere una un’affermazione riguardo a qualcosa,

l’attribuzione di una qualità o un modo d’essere o di agire a una entità. Ci possono essere frasi senza

frasi nominali.

verbo, le

La proposizione è il costrutto dall’estensione più ampia e dalla composizione più complessa rispetto a

una frase semplice costituita da un’unica predicazione.

Il principio impiegato per l’analisi delle frasi è la scomposizione o segmentazione.

Gli alberi etichettati

È il metodo più diffuso per rappresentare l’analisi dei costituenti della frase. Un albero è un grafo

costituito da nodi da cui dipartono rami; ogni nodo rappresenta un sottolivello di analisi della sintassi e

è l’indicatore

reca il simbolo della categoria a cui appartiene il costituente di quel sottolivello;

sintagmatico della frase.

I sintagmi

Tre diversi sottolivelli nell’analisi in costituenti immediati: Il

frasi, sintagmi, singole unità lessicali.

sintagma è la minima combinazione di parole (almeno una) che funziona come unità della struttura

testa,

frasale; i sintagmi sono costruiti intorno a una sulla cui base vengono classificati e da cui

prendono il nome.

Il principale è il SN sintagma nominale, costruito intorno ad un nome.

I SPREP, sintagmi preposizionali devono essere agganciati all’opportuno nodo anche

indipendentemente dalla semplice successione lineare.

In un albero, ogni elemento che sta sul ramo di destra di un nodo modifica l’elemento che sta alla sua

sinistra sotto lo stesso nodo.

Una posizione esterna al nodo F può essere occupata anche da un avverbio.

Un SN può contenere al suo interno più di un SPREP.

Funzioni sintattiche

Sono i ruoli che i sintagmi assumono nella struttura sintattica della frase. 3 funzioni fondamentali:

SOGGETTO

- chi fa l’azione

PRED. VERBALE

- azione

OGGETTO

- chi subisce l’azione Il complemento di

A questi si aggiungono numerosi complementi: ecc..

di specificazione, di termine

termine è detto anche oggetto indiretto.

Schemi valenziali

Le funzioni sintattiche vengono assegnate a partire da schemi valenziali che costituiscono l’embrione

le valenze sono gli

iniziale della strutturazione delle frasi; ogni verbo è associato a delle valenze;

elementi implicitamente richiesti dal verbo; possiamo trovare :

- Verbi ZEROVALENTI i verbi metereologici o atmosferici (es. piove, nevica)

- Verbi MONOVALENTI un solo argomento (es. camminare)

- Verbi BIVALENTI due argomenti (es. lodare)

- Verbi TRIVALENTI tre argomenti (es. dare)

- Verbi TETRAVALENTI quattro argomenti ( es. spostare)

prima valenza di ogni verbo

Il soggetto si definisce la (l’unica nei verbi monovalenti), il soggetto è

l’argomento verbale più saliente.

seconda valenza

Il complemento oggetto è la nel caso dei verbi transitivi; può tuttavia consistere

anche in altri complementi.

In ogni frase, oltre agli elementi principali, possiamo trovare anche costituenti che realizzano altri

i circostanziali.

elementi, che non fanno parte dello schema valenziale: Essi aggiungono informazioni

spesso altrettanto importanti dal punto di vista del valore comunicativo della frase.

I ruoli semantici

Sono i principi semantici che concernono il modo in cui il referente di ogni sintagma contribuisce e

partecipa all’evento rappresentato dalla frase; frase vista dal punto di vista del significato:

Agente entità animata che provoca ciò che accade (Gianni mangia una mela)

- Paziente

- entità senza intervento attivo, subisce ciò che accade (Gianni mangia una mela)

Sperimentatore

- entità che prova o è toccata da un ce

Dettagli
A.A. 2015-2016
21 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher danieleterzolo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Glottologia e linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Fiorentini Ilaria.