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5. LA REGOLA "MUOVI" (PROSPETTIVE GENERALI)
Il merge mette insieme le parole della lingua in dipendenza dalle proprietà delle varie parole. Vi è poi la regola muovi, molti costituenti che dovrebbero comparire in una determinata posizione poi in certi tipi di frase li troviamo in altre posizioni. In italiano per esempio nelle frasi interrogative: Che cosa guardava? La luna.
L'elemento interrogativo viene interpretato come argomento interno del verbo guardare, ma non lo troviamo in posizione post-verbale. Non è quindi vero che gli elementi si saldano in determinate posizioni, ma possono saldarsi anche in altre posizioni.
L'ipotesi uniforme e più giustificata è che l'elemento appare in quella determinata posizione perché si è applicata una regola di movimento che prende Muovi un costituente già saldato nella struttura e lo risalga in un'altra posizione lasciandone una traccia o una copia nella posizione.
di partenza e ci indica un tipo di modalità diverso da quello che appare in "guardava la luna" (dichiarativa). Nella modalità dichiarativa gli elementi seguono SVO, principio di ricorsività. Nella modalità interrogativa vi è la differenza. "guardare" Essendo una frase grammaticale, tutti i ruoli tematici e gli argomenti del verbo sono realizzati. Il soggetto non compare realizzato, ciò viene da un'entità che dal punto di vista linguistico si realizza come un' espressione di tipo differente: in questo caso argomento interno DP. Operazioni di questo tipo interessano non solo l'oggetto diretto, ma anche altri costituenti.
Chi guardava la luna?
Con che cosa guardava la luna?
Naturalmente una delle motivazioni - per dimostrare che in questo caso c'è una profonda relazione tra queste
posizioni: la posizione di oggetto diretto, esprimessimo in tutte queste fasi l'elemento la posizione di aggiunto con valore di strumento, la posizione di soggetto, - è che se noi messo ininterrogazione nella posizione di base le costruzioni sarebbero tutte agrammaticali.
*Che cosa guardava la luna?
*Che cosa guardava la luna con il cannocchiale?
dipende dal fatto che ci troviamo di fronte
In questi casi l'agrammaticalità a due costituenti che sono argomenti ma uno di essi non riceve un ruolo sceglieremo l'uno o l'altro per selezionare l'argomento tematico. Pertanto,
Questo tipo di movimento si può effettuare anche a lunga distanza, per esempio: Che cosa credi che guardasse? Con che cosa credi che guardasse la luna? Chi credi che guardasse la luna? interpretazione all'interno della frase subordinata,
In questi esempi, questi elementi, i pronomi interrogativi li riconduciamo per la loro cioè sono tutti elementi che stabiliscono stretti
con una frase interrogativa. Possiamo evidenziare i vari elementi del testo utilizzando i seguenti tag HTML:rapporti con la frase “che guardasse.”
Che cosa? La luna (ogg. diretto)
Con che cosa? (agg. strumentale)
Chi? (soggetto)
Abbiamo detto che questi casi sono tutti casi di formazione di frasi interrogative. Quindi tutti questi esempi sono esempi di movimento che hanno a che fare con la modalità interrogativa della frase: la modalità non deve essere confusa con il modo, che ha a che fare con le proprietà del verbo. La modalità ha a che vedere con la struttura di una frase e può essere definita come il modo o la forma in cui un interlocutore esprime un contenuto proposizionale.
Gianni guardava la luna.
Questo contenuto proposizionale di guardare da parte dell'individuo un oggetto viene espresso da una frase con modalità dichiarativa. Modalità dichiarativa significa che il contenuto proposizionale viene espresso in modo tale che possa essere sottoposto a verità o falsità.
Nel nostro caso abbiamo a che fare con una frase interrogativa.
Con una modalità interrogativa, che si utilizza quando si vuole formulare una domanda su una determinata entità, che dal punto di vista linguistico corrisponde ad un costituente, e di cui vogliamo conoscere la natura. In questo caso la costruzione interrogativa è una costruzione interrogativa parziale (WH), poiché non interessa tutto il contenuto proposizionale, bensì formula una domanda su un'entità che linguisticamente si realizza tramite un costituente, e viene anche denominata WH prendendo in esame come "W" (what, which, where). Questo tipo di costruzioni si realizzano in inglese e cioè tramite l'utilizzo di pronomi interrogativi che cominciano per. Per rinforzare l'ipotesi del movimento in casi di questo tipo - e questo lo abbiamo già visto poiché se realizzo uno stesso elemento che ci permette di interpretare una posizione di base che si salda quando viene combinato in sintassi la frase risulta.
La grammatica generativa ha proposto anche altre prove, altre motivazioni empiriche, alcune sono riportate da Donati:
“want “wanna”, La prova della wanna contraction che consiste nella contrazione del verbo to” in ma non avviene sempre, ma ha delle restrizioni. Ciò wanna un’interrogativa avviene anche in parziale contraction What do you want to observe? What do you wanna observe? Nel caso in cui in questo tipo di costruzioni realizziamo un soggetto, impedendo così l'adiacenza tra i due elementi, vediamo che la contrazione è impossibile: I want this boy to observe the moon *I wanna this boy observe the moon Questo fenomeno è morfofonologico, quindi è necessario che ci sia adiacenza tra i due elementi, se inseriamo del materiale tra i due elementi la contrazione è impossibile. Se trasferiamo questi comportamenti che abbiamo visto adesso ad una interrogativa formata sul soggetto, troviamo gli stessi identici
risultati:
Who do you want to observe the moon?
Who do you wanna observe the moon?
Si giunge alla conclusione che tra want e to esiste materiale non visibile dal punto di vista fonologico, ma è rilevante dal punto di vista sintattico.
L'ipotesi è che si tratta di una traccia che segnala la posizione in cui "who" viene saldato in sintassi e dove anche giustifica la sua presenza all'interno dell'inizio di frase, realizzandosi lessicalmente come "who".
Questa è una prova empirica che dimostra questo tipo di movimento. Dal punto di vista del formalismo questo viene indicato mediante un elemento t, Traccia e che viene sottoscritto con lo stesso indice con cui viene scritto "who" e questa formalizzazione ci spiega e ci descrive che "who", che significa traccia, è stato saldato in questa posizione ma poi si sia mosso in
Quest'altra posizione. Un'altra ipotesi più recente per indicare questi tipi di movimento è che si sia saldato attraverso una copia, che nella posizione di base viene cancellata una volta entrata nella forma fonetica.
Altri fenomeni di movimento sono motivati da proprietà specifiche degli elementi lessicali oppure anche da proprietà che sono richieste da certi elementi.
Pronomi lessicali. Un esempio, proposto anche da Donati, è quello dei pronomi clitici.
Clitici mi, ti, l’, la/le, lo/gli, ci, vi, pronomi clitici personali li, le/loro pronomi clitici riflessivi mi, ti, si, ci, vi, si pronome clitico partitivo ne occupano sempre all’interno della frase una posizione.
Queste forme clitiche a differenza dei pronomi liberi occupano una posizione diversa da quella dei pronomi liberi corrispondenti (posizione di un sintagma determinante di qualsiasi tipo); i pronomi clitici si trovano adiacenti alla forma verbale o precedendola o seguendola.
formandoGianni guarda lei.
Gianni la guarda.
*Gianni guarda la.
La posizione in cui si trova si chiama posizione proclitica.
Gianni vuole guardarla.
“Gianni la guarda”, interpretiamo “la” come l'oggetto diretto di guardare, utilizziamo un pronome clitico che sappiamo già a quale elemento nel mondo reale questo oggetto si riferisce. Anche in questo caso la posizione viene giustificata dal movimento sintattico. Questa posizione è considerata come il prodotto del movimento sintattico dell'argomento interno a questa posizione di adiacenza alla forma verbale.
*Gianni la guarda Maria
Gianni la guarda lei.
“ne” Con altre forme clitiche il movimento viene giustificato dal punto di vista morfofonologico, è il caso del clitico partitivo che riprende un’espressione nominale.
Ho visto [una luna enorme.]
Ho visto [un’enorme luna.] → quando l’aggettivo precede l’elemento luna, vi è cancellazione.
vocalica.→ tra “Ne”Ne ho vista una enorme. una ed enorme vi è del materiale sintattico non visibile che impedisce la cancellazione vocalica.corrisponde ad un sintagma nominale. In questo caso una non è un determinante ma un quantificatore. l’altro è il movimento di unNella grammatica generativa si propone che vi siano due tipi di movimento: il primo è quello di un movimento di X (testa)XP (sintagma). Donati per il primo propone l’esempio del “will” nelleIniziamo con il movimento della testa, X come elemento nucleale. costruzioni interrogative.Movimentodi testa John will go.Will John go? 10Viste le diverse posizioni tra “will” e “John” in entrambi i casi, abbiamo due opzioni che potremmo utilizzare per poter spiegare quello che nellaè che il soggetto che si muove a destra di “will”,grammatica tradizionale viene chiamata inversione tra soggetto e ausiliare. La prima ipotesi
mentre la seconda è che "will" si muove a sinistra del soggetto. Per rinforzare la prima ipotesi bisogna trovare dei dati empirici e quelli che ci permettono di corroborarla è dato dalla realizzazione di avverbio. Prendiamo un avverbio come "definitely", esso può modificare il contenuto del sintagma verbale. La sua posizione è fissa tra soggetto e verbo. Applichiamo la prima ipotesi: John definitely will go. *Definitely will John go? "will" si muove a sinistra di "John". La prima ipotesi cade. Prendiamo ora la seconda ipotesi, ipotesi in cui Will John definitely go? Ciò dimostra che è sempre l'ausiliare a muoversi ad una posizione superiore. Ma qual è la posizione a cui si muove? Una generalizzazione è che il movimento sintattico genera sempre struttura. John will go. Dire "Will John go" significa attivare la modalità interrogativa della frase. Dal punto di vistaLa rappresentazione si attiva la modalità interrogativa "Will" tramite un complementatore. Andrà a finire nella p.