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ESPLICIT/AZION/E
esplicit = morfo lessicale
e= morfo grammaticale
azion= morfo derivazionale cioè quei morfi a metà tra i lessicali e i grammaticali.
Troviamo poi i :
morfi legati = non possono apparire in isolamento, si uniscono ad altri morfi per
essere utilizzati
morfi liberi = parole straniere che funzionano da sole es kamikaze
morfi relativamente liberi = preposizione, congiunzione,pronomi che funzionano
senza bisogno di unirsi ma da soli non significano nulla (es CHE)
LINGUE AGGLUTINANTI --> lingue nelle quali c'è una perfetta corrispondenza tra
significante e significato
L'ITALIANO non è perfettamente agglutinante (Esc/e ---> viene da uscire)
Possiamo trovare :
amalgami o morfi comulativi = morfi all'interno dei quali ci sono diverse informazioni
(parl/o)
MORFO = unità minima con significante e significato
MORFEMA = unità minima di solo significato nella parte grammaticale (parl/o --> la "o"
è un morfo ma a sua volta è anche più morfemi ).
PARL/A/T/O possiamo scegliere se identificare "parl" o "parla". In questo caso si
tratta di allomorfi sono due diverse realizzazioni di una stessa classe di morfi
Se parliamo di morfo zero significa che abbiamo un significato ma non un significante
(4° lezione 14.03.18)
Le LINGUE FLESSIVE sono caratterizzate dal fatto che non sempre c'è una distinzione
netta dei morfi.
1)Morfi amalgami : c'è un significato complesso all'interno di essi . (Lav/o la "o"
indica tante cose").
In una lingua glutinante il morfo corrisponde al morfema
2)Morfi vuoti : due diverse realizzazioni di uno stesso elemento (parl/parla)
3)Morfo zero: C'è un significato ma non so dove sia, è qualcosa di non sistematico
FLESSIONE: modificazione che le parole subiscono all'interno di un testo. Possono
subirle perchè:
- in generale ogni lingua richiede di comunicare specifici aspetti grammaticali
- sono legate al contesto e devono assumere una forma particolare
Luogo di combinazione di categorie lessicali + categorie grammaticali
Categorie lessicali : parti del discorso. Per individuarli ci sono diversi criteri :
-funzione sintattica
-semantica (in base al significato)
-morfologica (descrizione della morfologia)
Categorie grammaticali: tempo numero genere. Ogni lingua richiede a ognuna di
esse(sostantivi,verbi ecc) di assumere un valore in riferimento alla categoria
grammaticale.
La flessione può essere inerente
contestuale
Inerente : è propria di un elemento lessicale e di una categoria lessicale perché la
lingua la richiede (aggettivi) e perché va specificato il valore della parola
indipendentemente dal contesto (sostantivi).
Contestuale : è determinata dal contesto cioè il valore che assumono le diverse
categorie grammaticali in base al contesto. Ci sono 2 modi per determinarla -->
l'accordo (flessione dell'elemento determinata da 1 o più elementi con la forma
contenente gli stessi valori grammaticali dell'elemento controllato es. stanzA bellA .) o
la reggenza ( modificazione degli elementi di una parola ma non per somiglianza
all'elemento che comanda . Quello che comanda fa solo quello senza far vedere
genere e numero).
Paradigma : insieme di tutte le forme che una parola può assumere determinate dal
sistema della lingua.
Classi di flessione : parole che completano il paradigma nello stesso modo e sono
determinate dalla storia di una lingua.
- forme perifrastiche cioè costituite da una combinazione di parole (tempi composti)
-fusioni (parte grammaticale e lessicale fusa ) es vorrò
-polimorfia più forme dello stesso verbo (spegnere/spengere)
- difettività (soccombere non ha il participio passato)
-allomorfia (legata alla classe di flessione)
-suppletivismo cioè forme realizzate con basi diverse (esco/usciamo vado/andiamo)
-invariabili/immutabili
Ci sono modi diversi per realizzare le flessioni all'interno di una lingua
- Per aggiunta --> si suffissa una parte in più che flette la parola
-Per inserimento su base discontinua --> ebraico/arabo
Se parliamo di composizione del lessico individuiamo 3 termini:
-lessico
-vocabolario (insieme delle parole utilizzate all'interno di un ambito definito. Non ha
criteri fissi per essere strutturato.)
-dizionario (volume che raccoglie i lemmi ritenuti rappresentativi di una lingua in un
determinato momento .
Il dizionario può essere affiancato dal dizionario dell'uso che vuole registrale l'uso
effettivo delle parole in un determinato momento . Esistono anche dizionari
storici,etimologici,di lingue.
(5° lezione 21.03.18)
LESSICO = insieme delle parole di una lingua compresi gli arcaismi e le potenziali
parole in realtà mai utilizzate.
Del lessico ci interessa l'origine delle parole,l'uso e l'analisi della semantica.
Origine : -Storica
- Generazione (formulare parole nuove)
In tutte le lingue c'è una componente che ha a che fare con la lingua madre e un'altra
componente che deriva dal contatto con altre lingue . Osserviamo che il lessico
italiano ha principalmente origine dal latino che è poi diventato quello di oggi. Alcune
parole hanno saltato delle fasi dell'evoluzione : sono gli allotropi (hanno origine
classica e sono stati introdotti a un certo punto per determinati scopi specifici in
determinati settori. Rimangono vicinissimi alla forma originaria . es paterno. L'origine è
spesso tecnica )
In italiano distinguiamo i prestiti adattati cioè le parole con origine non latina che si
sono adattate all'italiano con tutte le loro flessioni. Le lingue che hanno più influenzato
tutto ciò furono le lingue germaniche (le parole che iniziano con -gua, - gue) , quelle
francesi e quelle arabe.
I prestiti non adattati (forestierismi) che non si sono adattati nel corso degli anni , sono
stati spesso presi per ragioni di prestigio linguistico. Tra i non adattati distinguiamo i
non adattati che fungono da base lessicale per nuove parole (BAR --> barista) e quelli
che non possono essere usati come nuove basi lessicali (Kamikaze).
Oltre ai prestiti troviamo i Calchi semantici : cioè combinazioni di significato in lingua
straniera riprodotta però in italiano (grattacielo da skyscraper) Si ruba un'idea a una
lingua e la facciamo con la nostra lingua.
Ci sono poi le formazioni endogene che sono prodotte all'interno del sistema
linguistico (non hanno origine antica ,non sono rubate da altre lingue )
REGOLE DI FORMAZIONE DEI LESSEMI
Abbiamo 2 strumenti principali : -derivazione
- composizione
Derivazione : - aggiungendo un prefisso o aggiungendo un suffisso
La derivazione consiste nell'aggiunta di un morfo prima o dopo la base lessicale
Composizione : -unione di due lessemi
Si genera una parola nuova unendo due parole già esistenti (non sempre già
esistenti)
Esistono altri meccanismi oltre la derivazione e la composizione :
Riduzione (auto da automobile) --> la forma ridotta a volte sostituisce la forma
originale come con la parola tram che deriva da tramvai .
Parole macedonia : combinazioni con parti di altre parole (hotel, smog)
Parasintesi: parole come avvitare,abbottonare, inchiodare. Hanno una formazione
complessa con due meccanismi usati contemporaneamente (prefissazione e
conversione in inchiodare)
Polirematizzazione : formazione di unità lessicali complesse fatte di più parole. Il
significato della polirematica non è il semplice risultato dei significati delle parole che
ho unito ma è qualcosa di più (vedere rosso = arrabbiarsi ) . Non esiste una lista delle
polirematiche .Le posso rintracciare solo con una raccolta di rivelazione statistiche (De
Mauro ne elenca alcune)
Se dobbiamo sviluppare un'analisi, osserviamo gli elementi di partenza che
permettono a una regola di funzionare e di essere valida, gli elementi di arrivo cioè il
risultato dell'applicazione della regola e infine l'elemento testa che guida la
formazione del lessema e ne determina la categoria lessicale e il significato.
(l'elemento testa non è sempre presente ).
Noi analizziamo nello specifico solo la DERIVAZIONE e la COMPOSIZIONE.
derivazione (da un altro elemento) =
1- suffissazione (es derivazione) zione è un suffisso che permette di generare un nome
da un verbo . Il suffisso in questo caso è l'elemento testa che determina la categoria .
Con la suffissazione di solito l'elemento testa è a destra.
Esistono dei suffissi valutativi (caminetto) dove l'elemento testa non è riconoscibile
(sigaro / sigaretta che cambiano totalmente di significato). I suffissi valutativi
permettono di variare molto lavorando sempre sullo stesso nome.
2- Prefissazione (ritrovare) L'elemento testa è la base, non il prefisso . Solitamente
anche con la prefissazione l'elemento testa è a destra .
A metà tra derivazione e composizione troviamo i termini come filosofia e le
chiamiamo formazioni neoclassiche : sono cioè due elementi lessicali delle lingue
classiche che funzionano in unione ma non funzionano separatamente.
composizione =
Sono formazioni graduali. Per determinare la testa di un composto cerchiamo
l'elemento che individua la categoria e ne da un preciso significato.
(pescecane pesce è la testa) (capostazione capo è la testa) (terremoto moto è la testa)
(scuolabus bus è la testa) (saliscendi non ha testa ) (sottosopra non ha testa)
I composti possono essere -endocentrici (hanno la testa all'interno)
- esocentrici (non hanno la testa)
- in formazione (pesce martello, videochiamata )
L'unico limite è di natura sintattica: non posso combinare 2 categorie che nella lingua
di riferimento si trovano in un altro ordine ( è verbo + sostantivo , No sostantivo +
verbo).
Si classificano i composti secondo la sintatti :
-subordinativo (capostazione)
-coordinativo (vagone letto o cassapanca)
-appositivo (guerra lampo o viaggio studio ) che hanno un rapporto aggettivale
REGOLE DA APPLICARE A TUTTI I MECCANISMI
Sono regole di economia cioè che evitano di moltiplicare i prodotti della formazione di
lessemi
1) condizione della base unica: abbiamo la possibilità di aggiungere un affisso al
massimo a 1 o 2 categorie lessicali
2) blocco : -blocco evita la generazione di doppioni
- regola del blocco
blocco --> non posso derivare da una stessa base due parole diverse con due
suffissi che hanno lo stesso significato (si dice derivazione ,non derivamento ,non
derivatura ). Ci sono delle eccezioni come andamento e andatura ma il significato
delle parole è diverso.
regola del blocco --> se nella derivazione in