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Il curricolo: chi, cosa, perché, dove, quando, come
Il curricolo è un qualcosa di concreto, non solo i contenuti da insegnare ma anche come insegnarli, e la scelta di questi contenuti andrà a valutare tutti questi fattori attraverso le domande prima elencate.
Questo modello teorico didattico nasce e si afferma negli ultimi decenni della storia della glottodidattica grazie all'apporto di contributi di diverse scienze: ad esempio, l'importanza della centralità dell'apprendente, dal partire dai suoi bisogni mettendo al centro del processo di apprendimento e di insegnamento, le motivazioni dell'apprendente → nel caso di educazione linguistica mettiamo al centro il linguista, il perché/dove applicherà la lingua.
Un altro aspetto oltre alla centralità dell'apprendente e al tener in considerazione il bisogno e la
La motivazione riguarda l'importanza dei fattori che riguardano il processo di feedback, che è capace di trasformare il processo di insegnamento in una sequenza funzionale di verifiche, valutazioni e aggiustamenti. Il feedback aiuta a correggere l'apprendente e il suo processo d'apprendimento.
L'unità didattica è una nozione che deriva dalla psico-pedagogia statunitense e racchiude tutto un insieme di aspetti che vedremo nella seconda parte della lezione. Alle questioni che vanno considerate nell'estensione di un progetto di insegnamento sono strettamente collegate gli aspetti del contesto, l'apprendente, l'insegnante, i contenuti e la metodologia. Essi sono i punti di riferimento, le coordinate della nostra progettazione educativa e didattica.
Innanzitutto, se partiamo dal contesto, esso indica il DOVE, dunque ci fa riflettere sulla realtà sociolinguistica e politica dello stato in cui noi andiamo a proporre il nostro curricolo.
Ogni Stato ha la sua filosofia dellalingua, delle politiche linguistiche ben precise (vedi lezione 1) che poi si ripercuotono sul sistema linguistico delle nostre scuole. Per esempio, lingua inglese è la lingua più diffusa, la lingua seconda che di norma viene insegnata nelle scuole e che vengono aggiunte altre lingue in alcune scuole particolari (licei linguistici, istituti tecnici turistici, professionali), in alcune aree dell'Italia come il Trentino Alto Adige, la Val d'Aosta, oltre in inglese sarà presente anche il tedesco e il francese. Dunque, la realtà sociolinguistica del paese in cui si va a creare quel curricolo è ovviamente una base molto importante per definire il contesto. L'apprendente è il CHI apprende la lingua, con tutte le sue caratteristiche psicofisiche, le sue condizioni esistenziali e i suoi bisogni linguistici, la motivazione all'apprendimento della lingua ma anche i fini, e questo varierà alleCaratteristiche individuali dell'apprendente
Età, repertorio linguistico, provenienza, interessi.
Il ruolo dell'insegnante
L'insegnante è allo stesso tempo educatore tecnico dell'insegnamento e colui che controlla l'avanzamento del curricolo, quindi deve possedere non solo delle competenze linguistiche, ma anche didattiche e organizzative. Viene richiesta anche all'insegnante una formazione continua, è necessario che anche il suo insegnamento evolva e stia al passo con il tempo.
I contenuti
Questo è il fattore più legato agli aspetti che si decidono di insegnare. Parlando di educazione linguistica, l'oggetto è sicuramente la lingua ma anche la cultura/civiltà, e ciò deve essere tenuto conto nella scelta di ciò che entrerà nel curricolo. Per esempio, voglio insegnare l'inglese britannico o l'inglese americano? Capiamo come tutte queste scelte sono da tenere in considerazione. Generalmente i libri di testo
fanno riferimento all'inglese britannico. Quindi, oltre al binomio lingua-cultura e alla scelta di tipo di lingua da inserire nel curricolo dovrò definire anche il corpus linguistico, ossia l'insieme dei testi, delle strutture, della lingua, delle funzioni che voglio insegnare. Questi contenuti vengono identificati nel sillabo. Il sillabo è la lista dei contenuti che contiene tutti gli aspetti funzionali, nozionali, linguistici che io andrò ad insegnare. Io so che lo scopo del mio insegnamento è sempre la competenza comunicativa, dunque il sillabo andrà nella direzione di sviluppare le quattro sottocompetenze della competenza comunicativa (competenza linguistica, competenza paralinguistica, competenza extralinguistica, competenza sociopragmatica). Quando parliamo di curricolo non parliamo di programma, utilizzata un decennio fa. Curricolo entra più nell'idea di progettualità, di problem solving, di andare a creare unaLa pianificazione didattica deve essere flessibile e non statica come il programma. La sua flessibilità apre alla possibilità di cambiare nel corso d'opera in base alle esigenze dell'apprendente. L'ultimo aspetto che riguarda il curricolo è la durata. Generalmente i curricoli riguardano un periodo piuttosto lungo (ad esempio il primo biennio della scuola primaria, ed un curriculo per il triennio). Il curricolo generalmente ha la caratteristica di promuovere per quanto possibile una didattica che sia continuativa rispetto a ciò che gli studenti hanno appreso prima di quel ciclo a cui si riferisce quel curricolo sia a quello che apprenderanno dopo, si parla perciò di curricolo verticale, tutto questo per evitare che ci siano delle differenze negli apprendimenti.
I TIPI DI CURRICOLO (White)
White identifica tre diversi modelli curricolari che rappresentano un attenzione fra orientamento sul prodotto e orientamento sul processo. Significa che il curricolo
insegnare. Si analizzano le risorse disponibili, le competenze degli insegnanti, le caratteristiche degli studenti e si definiscono gli obiettivi in base a queste informazioni. Successivamente si progettano le attività didattiche, si valutano i risultati e si apportano eventuali modifiche al processo di insegnamento. Questo modello è più orientato sul processo, sulle modalità di raggiungimento degli obiettivi.sviluppare un certo tipo di processo di insegnamento. Secondo White, che identifica questo modello di curriculum in base ad una ricerca sperimentale sul campo dopo aver interrogato i docenti di aver capito come loro lavorano, quando è l'insegnante a creare il curriculum si orienta per lo più su quel tipo di modello, partendo da ciò che è possibile fare e poi individuando subito il CHI (l'apprendente) andando a fissare gli obiettivi ed il contenuto. Questo modello è più flessibile e più concreto, ma anche maggiormente negoziabile con lo studente perché è un modello che è capace di rispondere alle esigenze specifiche della singola classe ed è capace di assecondare i processi di apprendimento anziché puntare sul raggiungimento di un prodotto che è prefissato (come avviene nel primo modello). Il modello processuale è un tipo di curricolo orientato sul processo. Il modello situazionale rappresenta
una sintesi, unavia di mezzo tra il primo e il secondo modello. Vi è un'analisi della situazione di partenza, quindi si prende in considerazione contesto specifico dove il curricolo verrà attuato e quest'analisi costituisce proprio la premessa per creare il curricolo. In questo caso vediamo che assomiglia all'analisi del contesto del modello processuale. Il processo è ancora una volta al centro dell'attenzione di chi va a formulare un curricolo di questo tipo. I tre modelli potrebbero far pensare che lo sviluppo di tutte queste sequenze che troviamo all'interno dei vari "learnermodelli siano lineari, si passi da una cosa e consecutivamente all'altra. In realtà nell'ottica del concetto "centred curriculum" - cioè del curriculum basato sul lavoro dell'apprendente - il lavoro di pianificazione curriculare è flessibile, ciclico c'è una continua revisione di ciò che avviene nelFamoso linguista canadese, lo avevo già sostenuto decenni fa quando contrapponeva due diverse concezioni dell'apprendimento bilingue.
"Competenze sottosta