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Asimmetria articoli-clitici in francese e italiano

In quest'ultimo i dati si avvicineranno a quelli di J.gli stessi dati, ovvero di produzione elicitata. - Lezione 9 09/11/2021

L'ipotesi discussa è quella di Leonard: se è confermata entrambe le forme (articoli e pronomi) saranno compromesse. Risposta di Leonard sulla asimmetria articoli-clitici in francese (riformulazione ipotesi superficiale): gli articoli seppur non salienti dal punto di vista fonologico, vengono mantenuti perché portano un'informazione (genere) che altrimenti andrebbe persa. Ma in italiano, nella maggior parte dei nomi il genere è espresso nel nome, quindi ci aspettiamo una differenza di risultati tra francese e italiano.

Gli articoli in italiano non sono identici ai pronomi clitici: i pronomi hanno flessione regolare, mentre gli articoli hanno varie forme; solamente al femminile le due forme (clitico/articolo) sono identiche.

I partecipanti sono 4 monolingui di età 7-11. Il test è un test che

mostra dei brevi video in cui viene presentata un'azione, i personaggi vengono introdotti con l'uso dell'articolo indeterminativo e ci si aspetta la produzione di un articolo definito e di pronomi clitici a seconda della domanda posta dallo sperimentatore. Per produrre articoli: che cosa succede nella scenetta? Per produrre clitico: che cosa fa la mamma alla bambina? Per produrre riflessivo: che cosa fa il gatto? Articoli e pronomi sono in tutti i casi singolari. Lavori più recenti propongono anche plurali perché la difficoltà nell'accordo dei due casi può essere diversa. Risultati. Vanno letti in due fasi: 1) calcolo risposte corrette e incorrette: clitici 50% risposte corrette; riflessivi 56%, articoli 94%. Le note ci dicono come mai le risposte non sono al 100% (84 domande invece di 46). Per ogni elemento viene specificato cosa si intende con corretto e non corretto (tab. 3). Corretto: i sintagmi nominali pieni (pettina la bambina invece di)

la pettina), in questo modo la produzione di clitici si riduce al 32%. Incorretto: omissioni (31%) ed errori di genere (19%). Questi dati sono parzialmente diversi da studi su bambini DSA italiani, viene in genere osservato un numero di omissioni inferiori, in età scolare si tende in genere a produrre SN piuttosto che omissioni. Quando troviamo queste differenze dobbiamo chiederci se c'è variabilità individuale. Nel caso dei determinanti le forme corrette sono l'82%, c'è poi una percentuale di articoli indefiniti, poi tra le forme incorrette vediamo 2 omissioni, 2 errori di genere e 2 altri errori. Negli errori di genere, in tutti i casi, il maschile sostituisce il femminile (p. 7). Il maschile è la forma che si considera non marcata, poiché si utilizza anche in contesti generici o per gruppi di nomi maschili e femminili. Da forma meno marcata, viene usata al posto del femminile perché non richiede accordo. In

Lavori più recenti mostrano che è importante considerare il genere del soggetto (uguale all'oggetto o diverso), poiché ha un ruolo nella scelta del pronome. Non sappiamo se e come questo è avvenuto in questo test. In francese quando abbiamo due elementi con generi diversi ci sono degli effetti di influenza del genere del soggetto sul pronome, proprio perché quando i due antecedenti sono nel discorso bisogna tenerli in memoria e questo crea delle interferenze del genere del soggetto. Questo sembra verificarsi in maniera simile anche in italiano, nonostante il soggetto in italiano sia nullo. Non sappiamo se questi casi (19%) siano tutti casi in cui c'era mismatch di genere oppure no, ma può essere dovuto al fatto che il maschile è non marcato. Andando a guardare il numero di forme effettivamente prodotte (38% vs. 82%) la differenza tra queste due forme è significativa e seguono i risultati del francese (J. 1998). Poi vengono

Discussi gli errori di accordo di genere, la maggior parte riguardano oggetti inanimati o animali, laddove il genere non si può ricostruire attraverso il sesso del referente.

Errori. 8) maschile invece che femminile. Qui il referente è nella frase precedente. La forma non marcata prevale sull'accordo. 4/6/7) femminile invece che maschile. Qua diventa difficile capire come possano emergere questi errori. 5) può essere un errore d'accordo ma potrebbe essere un altro tipo di errore: l'aggettivo non è un predicativo del soggetto ma una forma sbagliata del complementatore locativo (che invece di dove). Qua dovremmo valutare la capacità di produrre frasi locative. Comunque sono evidenti le difficoltà con l'accordo. Nel caso dei pronomi riflessivi la percentuale delle omissioni è abbastanza alta (44%). Pronomi personali = pronomi riflessivi > pronomi clitici.

Gruppi di controllo: 1) con la stessa età anagrafica; 2) con

la stessa competenza lessicale;

con la stessa competenza sintattica. Questi bambini (1-2) presentano le stesse percentuali di full NP per iclitici ma nessuna omissione. Per quanto riguarda gli articoli le forme corrette sono al 90% e non producono nessun errore e omissione. Il gruppo dei bambini più piccoli usa omissioni coerenti con l'età, full DP e le percentuali di pronomi corretti sono il 58%. Non c'è nessun errore di genere. Per quanto riguarda gli articoli, producono meno indefiniti e più forme corrette, i bambini con disturbo avevano le stesse percentuali alte. La discussione che segue mostra che le differenze sono quelle attese: anche i bambini più piccoli producono più pronomi rispetto ai DSA. Nel gruppo di controllo dei bambini più grandi, le percentuali di clitici aumentano perché diminuiscono le omissioni. Gli errori riguardano soprattutto gli errori di genere. La tendenza è la stessa di quella osservata

per il francese ma la differenza riguarda i riflessivi. In questo articolo non si trova la differenza tra clitici e riflessivi, mentre questa differenza la si trova nei bambini più piccoli. La discussione confronta il modo in cui sono stati codificati i dati finora e il modo in cui sono stati codificati in J. Andando ad analizzare in dettaglio, si vede che il tipo di verbi riflessivi utilizzati nei due test sono differenti: J. ha utilizzato solo riflessivi propri (azione su qualcosa o qualcuno), qui anche riflessivi inerenti (appaiono solo in quella forma). Quindi si rianalizzano i dati per poter confrontare i risultati. Sono stati eliminati i verbi inerenti. Una seconda osservazione è il modo in cui sono state analizzate le risposte che contenevano sintagmi nominali pieni. Nella prima tabella venivano inserite come risposte corrette, mentre dalla seconda vengono separate. Mentre J. le considerava errori, il che fa una grande differenza tra i due studi. Nel caso di J., queste

risposte erano 26 il 32%, in questo esperimento 12% nei DSA e bambini più grandi e 21% negli altri gruppi di controllo. Se li consideriamo errori, le omissioni potrebbero essere viste di conseguenza come omissioni del DP. Nei riflessivi non possiamo avere una risposta con DP pieno, perché porterebbe alla violazione con l'elemento nominale e questo non è del principio C, cioè il pronome sarebbe co-indicizzato possibile. Così si procede nel considerare i full NP come errori (come in J.). In 10) viene cambiato il verbo, viene inserito un altro predicato + complemento oggetto e quello che nella risposta target era complemento oggetto, viene prodotto come complemento indiretto e il pronome non viene prodotto. J. considera questa omissione del pronome, mentre in questo lavoro vengono considerate risposte "altre" poiché abbiamo un elemento che non stavamo cercando di elicitare (dativo). In tutti questi casi in cui si è cambiato il predicato,il dativo è stato omesso. Rianalizzando i dati in maniera simile a J., si arriva allo stesso risultato, cioè i riflessivi sono meglio preservati dei pronomi accusativi. La differenza italiano/francese dipende da tutti questi modi diversi di conteggiare i dati. Questo articolo mostra quanto è importante la decisione nella codifica dei dati e quanto è importante duplicare le modalità dello studio cui ci stiamo basando, anche nella codifica dei risultati. Quello che emerge in questo articolo è la differenza tra accusativi e dativi. Il test era di elicitation dei dativi ma emergono molte omissioni quando viene modificato il predicato (nel gruppo con DSA). Ci sono pochi studi sui pronomi dativi, sia in acquisizione tipica che atipica. In uno studio recente si vede che se costruiamo un test in cui ci si aspetta la risposta dativa i risultati sono diversi: vengono prodotti più dativi che accusativi (pronomi clitici vs dativi/ no riflessivi). Ilrisultato del presente studio sembra essere legato al fatto che i dativi non siano stati elicitati direttamente ma erano un risultato di cambio di predicato. Per capire se i dativi sono compromessi bisogna intraprendere uno studio specifico sui dativi. L'osservazione fatta è un'ipotesi probabilmente semplicistica: se il problema fosse solo il movimento ci potremmo aspettare dei problemi sulla posizione del pronome (posizione post-verbale), ma nel 38% dei casi in cui il pronome è prodotto, l'errore di placement non è presente. Questo riguarda in generale tutti gli studi sui pronomi clitici. Si tenta un'analisi dei clitici che si rifà a Sportiche (2006), ovvero sulla presenza di un CliticVoiceP. La sua ipotesi è che nella frase ci siano delle teste che si chiamano CliticVoice e che nella posizione dell'argomento, l'argomento del verbo sarebbe un argomento nullo che deve spostarsi. Il clitico non distanza, non può uscire.dalla subordinata, quindi c'è una restrizione sul può essere spostato a lungo movimento, quindi se non è il pronome che si muove dobbiamo proporre che ci sia qualche altro elemento che si muove ma non viene pronunciato. La proposta è che esista un clitic criterion: pro si muove nella CliticVoice on relazione di specificatore-testa col clitico. Questo spiega anche il clitic doubling (clitico + DP), molto raro in italiano, più frequente coi dativi. In altre lingue romanze è più frequente anche con gli accusativi. La difficoltà di movimento potrebbe essere dovuta allo spostamento di pro che non avviene correttamente e questo produrrebbe per lo più delle omissione. In realtà molti errori sono di genere e quindi questa soluzione non basta. La questione rimane aperta anche sulla popolazione tipica (vedi ultima frase articolo). – Lezione 10 16/11/2021 Viene analizzata l'acquisizione dei pronomi clitici in L1, L2 ebambiniHamann e Belletti (2006).con DSA (principalmente sul francese).Emergono due aspetti importanti:1) differenza in francese tra pronomi clitici complemento e pronomi
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A.A. 2021-2022
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marta_didomenico di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica clinica 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Cardinaletti Anna.