Linguaggi della devianza - Appunti
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ministero dell'Interno russo dava una mappa delle organizzazioni criminali: 275
erano considerate a dimensione regionale, 168 operavano a livello internazionale,
150 erano costituite da più gruppi alleati, altre 150 avevano base etnica Le persone
coinvolte in attività criminose come fiancheggiatrici sarebbero circa 3 milioni. I
gruppi criminali sono organizzati in vari modi, in forma più o meno rigida, con
gerarchie interne, o senza regole precise e con una forte dinamica aggregazione-
disgregazione. Alcuni sono eredi di organizzazioni del passato (il riferimento
obbligato è ai cosiddetti "ladri nella legge", una setta segreta attiva già dagli anni '20)
e le mafie etniche (georgiana, cecena, azera, usbeca etc.) operavano già in epoca
precedente e si sono sviluppate ulteriormente soprattutto nelle aree di crisi, segnate
da conflitti e guerre civili, ma si sono spostate sempre più verso Mosca, ritagliandosi
un loro spazio, I rapporti con l'economia legale, con il mondo politico e le
istituzioni, risultano da varie fonti, anche se in buona parte giornalistiche. L'80%
delle imprese privatizzate, degli alberghi e dei servizi sarebbe nelle mani dei gruppi
criminali con la compartecipazione di ministri, politici e uomini di potere. In
particolare le mafie russe controllerebbero il 35% delle banche, circa 2.000 imprese
statali e quasi la metà di quelle private. Si è parlato di 8 potentati economici ("le otto
sorelle") formatisi sotto la protezione di Eltsin Secondo un rapporto del generale
Yegorov, capo del Dipartimento per il controllo del crimine organizzato del
Ministero dell'Interno, molti gruppi criminali hanno al loro interno funzionari
pubblici. Per quanto riguarda i rapporti tra mafie e potere nelle repubbliche ex
sovietiche, ci limitiamo a qualche esempio. In Georgia la mafia è presente ai più alti
livelli del potere: l'ex vice primo ministro Iosseliani era notoriamente un padrino, con
una propria milizia privata, e i beni di prima necessità sono sotto il controllo di
gruppi mafiosi ; in Uzbekhistan , da 23 anni Rashidof col suo gruppo di potere
gestiva i sussidi statali( analogamente alla camorra per i sussidi del terremoto),
corrompendo il partito moscovita aveva potere di vita e di morte,costruendo
addirittura una prigione ; dello stesso tipo di comando feudale-clanico era quello
esercitato da Kunaev in Kazhakistan. Gli altri Paesi ex socialisti sono coinvolti in
attività criminali e vedono il proliferare di gruppi locali e l'intervento di gruppi
stranieri. Summit tra mafiosi siciliani e russi si sarebbero svolti a Varsavia nel marzo
1991 e a Praga nell'ottobre 1992, per prendere accordi sul traffico di droghe, sul
riciclaggio del denaro sporco e per «creare degli squadroni della morte, costituiti
principalmente da uomini dell'ex Kgb, gli stessi che controllano il traffico di droga
proveniente dall'Iran e dall'America Latina» Nel febbraio del 1993 a Sverdlosk, a
mille chilometri da Mosca, al centro del complesso militare-industriale ex sovietico,
si è scoperto che la Banca internazionale della Russia meridionale era creazione di un
mafioso siciliano e di un socio americano . Tra le repubbliche della CSI, l'Ucraina,
l'Azerbaigian, l'Uzbekistan, il Kirghizistan, il Tagikistan sono coltivatori di papavero
da oppio e di cannabis e il Kazakistan e soprattutto il Tagikistan, per la sua vicinanza
con l'Afghanistan, sono dei crocevia del traffico di eroina per il consumo nell'ex
URSS e in Europa. La Romania è diventato un crocevia internazionale anche per la
cocaina. In tali traffici sono implicati anche alti gradi della polizia, collegati con
membri della 'ndrangheta calabrese. In Romania la mafia controlla anche il racket
delle adozioni di minori. In Bulgaria, dopo la crisi delle esportazioni di tabacco,
prima dirette soprattutto in Russia, sono aumentate le coltivazioni di cannabis e di
papavero da oppio e le case farmaceutiche producono sostanze psicotrope e
amfetamine . La Polonia produce amfetamine: il 20% di tali sostanze sequestrate nei
paesi scandinavi negli ultimi anni proveniva da laboratori polacchi. Come abbiamo
già accennato, le attività e le organizzazioni di tipo mafioso nell'ex URSS non sono
una novità in assoluto. Da un punto di vista organizzativo, il precedente più
significativo è rappresentato dai cosiddetti "ladri nella legge" o "ladri che
obbediscono a un codice", cioè criminali organizzati secondo regole rigide, attivi fin
dagli anni '20. Si tratta di una setta segreta formata da ladri che non riconoscendo
l'abolizione della proprietà privata erano anche eversori dell'ordine costituito e
oppositori politici.Oggi i "ladri nella legge", in tutto poco più di duecento, sono
autorità riconosciute del mondo del crimine, ma sono alquanto lontani dalle regole
quasi ascetiche del periodo sovietico Un fenomeno molto più consistente, maturato
all'interno dell'istituzione Partito-Stato era la cosiddetta "mafia sovietica" o "mafia
politica" (Vaksberg 1991). Il termine è usato con due significati, che si intrecciano e
sovrappongono: il PCUS, soprattutto nella periferia, ma con la piena consapevolezza
e complicità dei vertici centrali, agiva con modalità criminali-mafiose (normalità
della corruzione, ricorso sistematico all'estorsione e talvolta anche all'omicidio) e
aveva rapporti continuativi e non episodici con gruppi e personaggi del mondo
criminale. Tale fenomeno, che può considerarsi un aspetto di una realtà più
complessa, che si manifestava con lo sviluppo dell'economia sommersa e del mercato
nero, la cosiddetta "economia-ombra", può spiegarsi come un correttivo all'economia
di piano e una sorta di democratizzazione come risposta alla fossilizzazione del
potere, privo di ricambio, e alla spoliticizzazione di massa. Le istituzioni sovietiche
hanno avuto un ruolo decisivo nella "transizione", gestendo operazioni illegali come
la vendita delle riserve auree e di enormi masse di rubli. Nel corso del 1991
l'ambasciata sovietica di Roma ha svenduto 2.000 tonnellate di oro (per un valore di
22 miliardi di dollari); delle riserve d'oro sovietiche a fine anno non era rimasto
neppure un grammo. L'operazione è stata gestita dal falso monsignore Roberto
Coppola, nominato "console itinerante" dell'URSS, con credenziali firmate da
Eltsin.Le fonti primarie dell’economia illegale russa risiedono nell’acquisto-vendita
dei beni importati e nella truffa finanziaria.Sempre nel '91 il KGB, con la complicità
della criminalità internazionale e probabilmente dei servizi segreti occidentali, portò
a termine una colossale truffa, avviata negli anni precedenti, svendendo 140 miliardi
di rubli (cioè la somma equivalente a tutto il denaro contante esistente in Russia,
corrispondente a 224 miliardi di dollari secondo la quotazione commerciale e a 10
miliardi sul mercato nero) per qualcosa come 7 miliardi e 800 milioni di dollari.Già
nel 1989 la famiglia mafiosa di S. Lorenzo di Palermo aveva acquistato 500 milioni
di rubli. I gruppi criminali hanno comprato i rubli utilizzando dollari falsi e proventi
di traffici illeciti. Nella truffa erano implicati esponenti della vecchia e della nuova
nomenklatura.A ciò si aggiunga la fuga di capitali in valuta straniera dall'ex URSS:
dal '90 al '93 si calcola che abbiano preso il volo 30 miliardi di dollari, ma secondo il
Fondo monetario Internazionale solo nel '92 sarebbero stati esportati illegalmente 17
miliardi di dollari. La svendita del patrimonio dell'ex URSS ha trovato il suo
coronamento con le operazioni di privatizzazione, condotte con una sorta di "furore
ideologico", seguendo i consigli del Fondo monetario internazionale. Dato che i
principali acquirenti sono stati i gruppi criminali, ci si può chiedere: le
privatizzazioni sono state una grande operazione di criminalizzazione dell'economia
o di legalizzazione delle mafie? A Mosca la mafia ha fatto man bassa di negozi,
alberghi e servizi. C'è stato un vero e proprio appalto alla mafia e il capo del
Comitato per la privatizzazione del consiglio comunale lo ha così giustificato: «Se la
mafia garantisce legge e ordine, cibo sugli scaffali e pavimenti puliti, allora io sono
per la mafia». In tal modo la mafia non solo si sarebbe legalizzata ma appare come,
improbabile, garante di legalità.
DESCRIZIONE APPUNTO
Appunti sui Linguaggi della devianza e più precisamente sulla mafia russa e sui riti di affiliazione delle organizzazioni criminali italiane. Nello specifico gli argomenti trattati sono i seguenti: la mafia dei Paesi dell’ex Unione Sovietica: entità,attività,il suo ruolo in Italia, i riti di affiliazione nelle organizzazioni criminali italiane.
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