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L'inquadratura nel cinema
L'inquadratura è ciascuna immagine in movimento che compone il film. Da un punto di vista spaziale è rappresentata da una porzione di realtà delineata da una cornice ideale, da un punto di vista temporale dalla durata compresa tra il suo inizio, successivo alla fine dell'inquadratura precedente, e la sua fine, che precede l'inizio dell'inquadratura successiva.
È opportuno distinguere il termine inquadratura da quello di piano. L'inquadratura è data da una cornice, costituita dai quattro bordi, che inquadra una porzione di spazio, mentre il piano è la porzione di spazio inquadrata.
È opportuno distinguere il piano fisso, dal primo piano, dal piano sequenza. Il piano fisso consiste nell'assenza del movimento della cinepresa, il primo piano riguarda la distanza tra la macchina da presa e il soggetto ripreso, mentre il piano sequenza consiste in un implicito rifiuto del
quando enfatizza o amplifica un'emozione o un concetto. L'illuminazione è un altro elemento fondamentale nell'inquadratura cinematografica. Può essere naturale, sfruttando la luce presente nell'ambiente, o artificiale, creata con l'uso di luci artificiali. L'illuminazione può contribuire a creare atmosfere, enfatizzare determinati dettagli o personaggi, o creare contrasti tra luci e ombre. La composizione dell'inquadratura è un altro aspetto importante. La posizione degli elementi all'interno del fotogramma può influenzare la percezione dello spettatore. Ad esempio, un soggetto posizionato al centro dell'inquadratura può apparire più importante o dominante rispetto agli altri elementi presenti. Infine, il movimento della macchina da presa può contribuire a creare dinamicità e coinvolgimento nell'inquadratura. Un movimento fluido e continuo può seguire un personaggio o un oggetto, mentre un movimento brusco o spezzato può creare tensione o suspense. In conclusione, l'inquadratura cinematografica è il risultato di scelte artistiche e tecniche che influenzano la rappresentazione visiva di un'opera cinematografica. La combinazione di elementi come lo spazio ambientale, l'illuminazione, la composizione e il movimento della macchina da presa contribuiscono a creare un'esperienza visiva unica per lo spettatore.quando è esplicitamente artificiale. Spesso l'ambiente è legato alle figure che ne entrano a far parte e può essere in sintonia o in contrasto con queste figure stesse. L'illuminazione Per quanto concerne, illuminare uno spazio non significa soltanto dargli luce sufficiente affinché sia ben visibile allo spettatore, ma anche imporre un certo tipo di lettura a cui lo spettatore non può sottrarsi. Una prima distinzione si ha tra luce diegetica, ossia quelle luci che fanno parte della scena del film, e luce extradiegetica, ossia quella luce fornita dai riflettori, propria solo della produzione del film. Spesso la funzione della luce diegetica è quella di giustificare gli effetti della luce extradiegetica. Un'ulteriore distinzione si ha tra luce contrastata, che crea dei netti contrasti tra zone in luce e zone in ombra e che viene utilizzata, solitamente, in scene particolarmente drammatiche, e luce diffusa, che è più omogenea.Nello spazio cinematografico si utilizza, solitamente, la luce per creare diverse atmosfere. In base alla direzione della luce si ha una distinzione tra:
- Luce frontale, che elimina le ombre ed appiattisce l'immagine
- Luce laterale, che tende a scolpire i tratti del volto
- Controluce, che evidenzia i contorni della figura
- Luce dal basso, che distorce i tratti del viso e crea effetti drammatici
- Luce dall'alto, che suggerisce la presenza di una luce diegetica che si trova al di sopra del personaggio
Per quanto concerne le fonti dell'illuminazione, occorre distinguere:
- Key light, che è la luce primaria
- Fill light, che serve ad attenuare o riempire le ombre create dalla key light
L'illuminazione ha anche lo scopo di mettere bene in rilievo i personaggi per favorire il processo di riconoscimento dello spettatore, a meno che si voglia mantenere un certo effetto di mistero sul personaggio effettuando un gioco con le luci e le ombre.
Scala dei piani:
Con "scala dei piani" si intende delle inquadrature
Tipi di inquadratura:
- Il campo lungo, ossia l'inquadratura che raccoglie uno spazio molto esteso e che ha, solitamente, uno scopo descrittivo. Se è presente una figura umana è subordinata alla rappresentazione del paesaggio.
- Il campo medio, che stabilisce un certo equilibrio tra ambiente e figura umana.
- La figura intera, dove c'è un predominio del personaggio sull'ambiente. Il personaggio occupa due terzi di altezza dell'inquadratura.
- Il piano americano, che riprende il personaggio dalle ginocchia in su.
- La mezza figura, dalla vita in su.
- Il primissimo piano, solo il volto.
- Il particolare, riprende una parte del volto o del corpo.
- Il dettaglio, ossia un piano ravvicinato di un oggetto.
Angolazioni:
Le angolazioni, a partire dal piano base in cui la telecamera è posta frontalmente al soggetto e si trova alla sua altezza, sono pressoché infinite e ampie e distanziate per poi arrivare a piani più ravvicinati. Bisogna, quindi, distinguere:
ognuna conferisce un valore diverso all'oggetto rappresentato; ad esempio le inquadrature dal basso conferiscono un carattere di potenza, mentre quelle dall'alto una dimensione di debolezza.Poiché l'inquadratura è racchiusa in una cornice immaginaria è opportuno distinguere l'oda quello fuori campo. È in campo tutto ciò che ci viene mostrato, mentre è fuori campo tutto ciò che non ci viene mostrato ma che fa parte dell'ambiente; per tale motivo è sufficiente un movimento della macchina da presa per mostrare il fuori campo e per rendere fuori campo tutto ciò che prima era in campo.
Burch stabilisce che lo spazio fuori campo è suddivisibile in sei categorie: quelle che stanno ai lati dell'inquadratura, ossia destra, sinistra, alto e basso, una che è oltre la scenografia e una che sta dietro la macchina da presa. Lo spettatore può essere reso consapevole
differenza riguarda il fuori campo sonoro, che si riferisce ai suoni che si sentono ma che non provengono direttamente dalla scena visibile. Questo può creare suspense o anticipare eventi futuri. In conclusione, il fuori campo è un elemento importante nella narrazione cinematografica che permette di ampliare la storia e coinvolgere lo spettatore in modo attivo. Utilizzando le entrate e le uscite di campo, lo sguardo dei personaggi e i suoni fuori campo, si possono creare effetti emotivi e suscitare curiosità nel pubblico.distinzione si ha tra fuori campo concreto, ossia quello che abbiamo già avuto modo di vedere, e fuori campo immaginario, ossia quello che non abbiamo mai visto e che, probabilmente, non vedremo mai. La soggettiva è un'inquadratura che ci consente di vedere ciò che vede il personaggio, in altre parole il punto di vista dello spettatore coincide con quello del personaggio. La soggettiva viene così rappresentata: in una prima inquadratura viene rappresentato un punto nello spazio dove c'è un personaggio che guarda, dopodiché vi è un'inquadratura che mostra un oggetto da una posizione che sembra corrispondere a quella del soggetto iniziale e, quindi, si suppone che il personaggio sia lì a guardare l'oggetto. Al termine soggettiva vengono spesso affiancati quelli di semi-soggettiva e falsa soggettiva. La semi-soggettiva è quella inquadratura che, pur rappresentando lo sguardo di un personaggio, non rispetta del tutto la sua prospettiva.suo compito è formattare il testo fornito utilizzando tag html. ATTENZIONE: non modificare il testo in altro modo, NON aggiungere commenti, NON utilizzare tag h1; Il testo formattato con i tag html è il seguente:sua posizione poiché può essere più lontana o più vicina all’oggetto di quanto ne è il personaggio. La semi-soggettiva si ha anche quando la macchina da presa non sostituisce lo sguardo del personaggio, ma si colloca alle sue spalle che finiscono, quindi, ad entrare in campo. La falsa soggettiva è quella inquadratura che simula una soggettiva per rivelarsi, poi, oggettiva.
movimenti di macchina
Per quanto riguarda i questi possono essere:
- Panoramica, quando la cinepresa, fissata su un cavalletto, ruota il proprio asse in senso orizzontale o verticale.
- La carrellata, quando la cinepresa è sistemata su un carrello che scorre su dei binari o su un veicolo a pneumatici, ossia su una camera car. In questo caso è la cinepresa che si sposta nello spazio.
- Il travelling, che unisce la carrellata alla panoramica.
- La macchina a mano, in cui è l’operatore a tenere la cinepresa in mano o su una spalla. In questo caso il
Il movimento di macchina è quello della velocità: più lento è il movimento maggiore è l'attesa a cui è sottoposto lo spettatore e si crea, quindi, un effetto di suspense. Al contrario, un movimento di macchina veloce tende ad introdurre degli elementi inaspettati e produce un effetto sorpresa.
IL MONTAGGIO
Tecnicamente il montaggio è quella operazione che unisce la fine di un'inquadratura con l'inizio di quella successiva, ciò può avvenire tramite:
- lo stacco, vale a dire il passaggio diretto da un piano a quello successivo.
- La dissolvenza, che si distingue in tre forme:
- D'apertura, ossia un'immagine che appare progressivamente
- Di chiusura, ossia un'immagine che scompare progressivamente
- Incrociata, quando l'immagine che scompare e quella che appare si sovrappongono per alcuni istanti
- L'iris, quando l'immagine appare o scompare chiudendosi o aprendosi in un foro
La tendina, quando l'immagine successiva appare facendo scorrere via quella precedente.