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ESPANSIONI DEL GRUPPO NOMINALE E DEL GRUPPO VERBALE
Vari elementi possono ricorrere alla sinistra dei costituenti nominali o verbali per precisarne caratteristiche,
particolarità, attributi, modalità. Si tratta di elementi subordinati che ricoprono la funzione grammaticale di
determinante (nominale o verbale). Essi precedono sempre, senza eccezione, il costituente da cui sono
retti.
Dimostrativi e costruzioni numerali sono determinanti nominali per eccellenza. Anche altri elementi però
sono in grado di assumere nella frase la medesima funzione e quando ciò avviene, nonostante la rispettiva
posizione di determinante e determinato sia sufficiente per segnalare la relazione grammaticale, il rapporto
di determinazione nominale può essere reso esplicito dall’inserimento della particella strutturale 力 de.
Quando il determinante è a sua volta un elemento nominale la particella de tende ad essere inserita tra
determinante e determinato quando tra i due sussiste una relazione di possesso o di specificazione, è
ǒ ǐ
fondamentale per la relazione di possesso che si forma con i sostituti personali (w de, n de , tāde…);
mentre non è di norma inserita quando il determinante segnala una caratteristica intrinseca nel nome
determinato.
Es. 力力力力力 – xuésheng de zázhì 力 le riviste degli studenti
力力力力 – xuésheng zázhì 力 le riviste studentesche (è un’unità concettuale a sé)
力力力力力 - Běijīng de dàxué 力 le università di Pechino
力力力力 – Běijīng dàxué 力 Università di Pechino (è un’unità concettuale a sé)
Il determinante nominale può essere anche un sostituto personale. In tal caso la particella strutturale de
può a volte non essere inserita quando tra determinante e determinato sussiste una relazione di amicizia o
parentela, di appartenenza o di possesso inalienabile; quindi non si usa quando questa relazione è
particolarmente intima, quando si parla di un gruppo accomunato da un’attività o un possesso inalienabile.
Es. 力力力 – mia mamma 力 non serve inserire il de perché è un possesso inalienabile e intimo
力力力力 – il mio amico, diverso da 力 力力力 – è un amico più intimo
ǒ
力力 力 w bān (la mia classe – insieme di persone accomunati dalla stessa attività)
ǒ
力力力力 力 w de jiàoshì (la mia aula – edificio)
Il de negli altri casi va soprattutto se il determinante è monosillabico. Questa regola esiste perché il cinese
ha un ritmo, è un susseguirsi di bisillabi interrotti qua e là da interiezioni.
Il de serve anche per comporre la frase relativa. La frase relativa in cinese è un lungo determinante
nominale. ǒ ǎ ǎ
Es. il film che ho visto ieri sera era bello 苹 w zuótiān w nshàng kàn de diānr, hěn h o. – io ieri sera
vedere (de) film, è bello. ǐ ǚ ǎ
Es . La studentessa seduta dietro di te si chiama Maria 苹 zuò n de hòubian de n xuésheng, jiào M lì. –
seduta è te (de) dietro (de) studentessa, chiamarsi Maria.
ǐ ǐ
zuò n de (determinante) hòubian (determinato) / zuò (determinante) n (determinato)
N.B. Hòubian non è un avverbio in cinese: sopra, sotto, oggi domani ..sono NOMI!!! ǒ
Es. Quello che hai appena detto è molto interessate苹 Tā gāngcái shuō de huà, hěn y uyìsi. – tu appena
dette (de) parole, sono molto interessanti
Quello si traduce con: le parole dette. Perché 力 ha bisogno dell’oggetto apparente 力(parola).
LA POSIZIONE DEGLI AVVERBI
Avverbi di negazione : méi 力 e bù
L’avverbio deve sempre essere accompagnato dal verbo, non si dice mai solo: “méi” o “bù”.
ǒ
Es. Io non vado: w bú qù 苹苹苹
ǒ
Non ci sono/non ho: méi y u 苹苹
ǒ
Méi si usa solo con il verbo y u 力
Avverbi yě 个 e dōu 个
yě 个 : è un avverbio che indica un’aggiunta, un “anche” oltre a un'altra cosa o un “similmente” a un’altra
cosa. Si può tradurre quindi con “anche”. Per dire “neanche” “neppure” in cinese non esiste e si costruisce
mettendo bù o méi a alla sinistra del verbo insieme a yě.
Yě sta sempre alla sinistra del verbo e questa posizione può generare ambiguità.
ǒ ǐ
Per esempio una frase come: “ tāmen yě méi y u zh “ può voler dire “loro non hanno nemmeno la carta”
oppure “neanche loro hanno la carta”.
È stato trovato però un modo per risolvere l’ambiguità: per dire “neanche loro hanno la carta” si dice “tāmen
ǒ ǐ
yě méi y u zh “. Per dire invece “loro non hanno nemmeno la carta” si enfatizza l’elemento fulcro, ovvero
ǐ ǒ
la carta e si dirà: “tāmen lián (incluso) zh yě méi y u”. L’oggetto è anticipato per esporlo e la formula con
“lián” mi permette di esporlo.
dōu 个 : è un avverbio che significa “tutti”; quando “tutti” è un nome infatti non si usa “dōu”. È utilizzato solo
per riassumere una pluralità di elementi che ho già espresso.
Es. ho già letto tutti i libri che mi hai prestato. “tutti” è un avverbio perché si riferisce ad una pluralità di libri
che ho già nominato. Quindi in questo caso deve stare alla sinsitra del verbo.
Es. Stasera sia gli studenti che gli insegnanti vanno al cinema.
ǎ ǎ
In cinese si esprime con il dōu à jīntiān w nshàng xuésheng gēn l oshī dōu qù kàndiānr
IL PREDICATO
Il commento il più delle volte costituisce una frase completa e quindi deve essere costituita da SOGGETTO
e PREDICATO. Il predicato è identificabile nel segmento di enunciato che seguo il soggetto all’interno del
commento. Nella stragrande maggioranza dei casi il predicato ha come elemento reggente un verbo e si
tratta quini di predicato verbale.
1) PREDICATO VERBALE
力力力力力力 力Wàng xiānsheng bú shàng kè. SOGGETTO corrisponde a TEMA
ǒ
力力力力力力 力Wàng xiānsheng w rénshi. Il SOGGETTO è nel COMMENTO
ǒ
力力力力力力力力力力力 力tā y u yīge didi hé yīge mèimei. ǎ
力力力力 力力力力力力力 力力力力 力tā bàba bú zài Běijīng gōngzuò, zài Shàngh i gōngzuò.
Perché non si dice: tā bàba bú gōngzuò Běijīng ?
ǎ
Si usa zài Běijīng e zài Shàngh i perché in cinese il dove si svolge l’attività non è visto come complemento,
ma sono gruppi preposizionali insieme a “zài” che determinano le circostanze temporali, locative. Quindi il
verbo viene determinato da questi e va quindi preceduto da questi gruppi preposizionali.
力力力力 力力力力 nà ge hàizi bú chī táng
ǒ
力力力力力力 力w chángcháng kàn zàzhì ǒ
Il predicato verbale è quindi composto da tutti quei verbi detti d’azione e dai verbi y u e shì (quest’ultimo
verbo esistenziale).
2) VERBO ATTRIBUTIVO o PREDICATO AGGETTIVALE
In cinese gli aggettivi è più corretto chiamarli verbi attributivi in quando tutti gli aggettivi hanno una natura
verbale. È per questo che non hanno bisogno di essere aiutati al verbo “essere”:
In funzione predicativa, i verbi attributivi hanno un insito valore contrastivo/comparativo: l’affermazione del
possesso di una qualità implica infatti il confronto, implicito o esplicito, con un termine di paragone (ideale o
reale): vuol dire che nelle frasi affermative l’interlocutore si aspetta che dopo l’affermazione ci sia anche un
contrasto con un altro elemento B. Se non si fa questa comparazione, quindi, l’enunciato è incompleto.
Il valore contrastivo nelle frasi assertive viene neutralizzato dalla eventuale presenza di negazioni o di
avverbi di grado. Pertanto quando un verbo attributivo voglia essere impiegato in modo puramente
descrittivo è necessario che ess sia preceduto da una negazione o da un avverbio di grado. In mancanza
di questi, per consuetudine si fa ricorso all’avverbio hěn 力”molto” che perde allora il suo normale contenuto
semantico.
Se la frase è negativa invece se viene inserito hěn questo riassume il significato di “molto” anche se in
cinese si preferisce esprimerlo con “tài” 力.
Es. ǐ ǎ
力Tāmen de jiàoshì dà, n men de jiàoshì xi o - 力力力力力力力力力力力力力
Qui essendoci un termine di paragone, di confronto non è necessario inserire l’hěn prima del verbo
attributivo.
力 Tāmen de jiàoshì bú dà - 力力力力力力力
Qui essendoci una negazione non c’è bisogno dell’inserimento di hěn
力Tāmen de jàoshì fēicháng dà - 力力力力力力力力
Qui non c’è bisogno di inserire hěn perché è presente un altro avverbio di grado fēicháng
力Tāmen de jàoshì hěn dà - 力力力力力力力
Qui c’è bisogno di inserire hěn perché la frase è puramente descrittiva.
Analizzare tema e commento
ǒ ǐ ǎ
Es. w shēnt bú h o 力力力力力 ǒ ǐ
力 In questa frase il tema potrebbe essere w shēnt e quindi il tema corrisponderebbe col soggetto; però si
ǒ ǐ
può anche vedere come w tema e quindi il soggetto shēnt non fa parte del tema.
ǒ
w dìdì hěn gāo 力力力力力
力In questa frase invece il significato dipende da come la frase viene pronunciata, se si mette una pausa fra
ǒ
dìdì e hěn gāo significa che mi concentro sul soggetto di mio fratello, se invece la pausa la metto tra w e
dìdì significa che mi sto concentrando su di me.
3)PREDICATO NOMINALE – COMMENTO COSTITUITO DA UN SINTAGMA NOMINALE – NON C’E’ IL
VERBO
Esistono casi di predicati aventi un nome come elemento reggente, che si caratterizzano quindi come
predicati nominali. Piuttosto marginali e di impiego limitato, sono costituiti da gruppi nominali indicanti una
caratteristica del soggetto e comprendono sovente espressioni quantitative.
ǐ
Es. Tā zh shíér suì – 力力力力力
ǒ
W dìdì sh&iacut