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TESI DI FONDO SULLA "REINVENZIONE" DEL CAPITALISMO

"Presto, i rich data invaderanno copiosamente i mercati globali, e lo faranno a costi contenuti. Saremo in grado di combinare enormi quantità di dati con il machine learning (l'apprendimento automatico) e innovativi algoritmi di matching (abbinamento) per creare un sistema adattivo capace di identificare il miglior partner possibile di transazione sul mercato."

"I mercati convenzionali non possono competere con quelli data-driven."

(Ricorda: quelli convenzionali sono basati sul prezzo che permette confronti immediati, anche se la "perfezione" dei mercati non esiste, di fatto, nella realtà) (Rinvio alla 'Forme di mercato': MICROECONOMIA)

Rich Data: grandi quantità di dati

Machine learning: apprendimento automatico delle macchine, più digitali e che sanno imparare dal mercato.

Matching: abbinamento. Ad esempio, abbinamento tra domanda e offerta

Cosa sono i mercati convenzionali? I mercati convenzionali sono basati sul prezzo. L'introduzione della moneta sul mercato ha consentito confronti immediati rispetto al mercato fondato sul baratto. I mercati convenzionali sono efficienti, ma non sono perfetti.

Quattro sono le forme di mercato che esistono:

  • Concorrenza perfetta: numero elevato di imprese, prodotto omogeneo, stessa tecnologia per tutti, assenza di barriere all'entrata e all'uscita. In un contesto del genere nessuna impresa avrebbe potere di mercato e influenzerebbe il livello dei prezzi. Si tratta di imprese price-taker, che prendono il prezzo così come è sul mercato. Prezzo uguale al costo marginale e non c'è esercizio del potere di mercato.
  • Monopolio: situazione opposta alla concorrenza perfetta
  • Concorrenza monopolistica: le imprese sono in numero limitato
  • Oligopolio: mercato dominato da poche grandi imprese che detengono una buona porzione

della quota di mercato. Queste decidono il livello dei prezzi e sono dunque price-maker. Il prodotto è differenziato. Ci sono numerose barriere all'entrata e all'uscita.

«Possiamo supporre che l'avvento di mercati data-rich si basi principalmente su:

  1. I progressi nella capacità di elaborazione dei dati;
  2. I progressi nella tecnologia di rete;
  3. La qualità e la profondità dell'elaborazione stessa;
  4. L'aiuto di algoritmi intelligenti (per identificare le corrispondenze);
  5. I sistemi adattivi, che oggi sono in grado di imparare le nostre preferenze nel tempo.»

Mercati tradizionali (= monetari, basati sul denaro e funzionamenti in base al meccanismo dei prezzi, mai imperfetti/inefficienti a causa delle c.d. 'asimmetrie informative', oltre che del 'potere di mercato' di cui godono alcune imprese) (Ricorda: CONCORRENZA PERFETTA, CONCORRENZA MONOPOLISTICA, OLIGOPOLIO, MONOPOLIO)

Questi mercati funzionano

Bene e sono efficienti ma sono lontati dall'essere perfetti, come vuole la concorrenza perfetta. Nella realtà P=MC non accade mai. Due sono le situazioni che si originano: o le imprese fissano P>MC oppure in questi mercati vi sono "asimmetrie informative" o le esternalità, legate ai fallimenti del mercato.

Vs. Mercati data-rich (= di gran lunga più efficienti nell'aiutarci a ottenere ciò che ci serve)

Quindi, ieri e in parte oggi:

  • Mercati tradizionali,
  • + Ruolo dell'impresa ("gerarchia") come meccanismo di coordinamento delle attività.

Mentre ora (e soprattutto nel prossimo futuro):

"Piuttosto che battaglie tra imprese, assistiamo [adesso] a un passaggio più generale dalle aziende ai mercati, poiché il mercato, grazie ai dati, migliora costantemente in ciò che fa."

L'approfondimento: "I mercati data-rich" (cap. 4)

Esempio di Jason Lescontro

‘Libratus’ (= sistema di machine learning combinato un’infinità di dati eassemblato in un supercomputeralla Carnegie Mellon University) al tavolo da poker …- «Libratus straordinario – scrivono gli autori -non perché esegue più calcoli al secondo di quanto faccia ilnostro cervello, ma perché le sue decisioni non sono offuscate dai vincoli cognitivi umani».

MKT convenzionali- Flusso di informazioni sul prezzo (che condensa tutte le preferenze)- Coi prezzi si abbinano le preferenze fra venditori e acquirente

MKT data-rich- Un’intera gamma di informazioni relative alle preferenze (degli individui)- Per tradurre le info in decisioni, c’è bisogno non solo di più dati …- … ma anche di metodi e strumenti giusti per lavorare con quei dati- «Ciò che consente migliori matching (abbinamento domanda – offerta) è l’efficacia che abbiamo acquisito neltaggare e

Categorizzare le informazioni:

Esempio ESPN e YOU TUBE:

"Questi taggatori [di video] hanno ricevuto una formazione che consente loro di utilizzare una gerarchia di parole chiave ben sviluppata - quella che gli esperti del settore definiscono 'ontologia'."

L'ontologia dei dati, settore in espansione (ad es., start-up informatiche)

Altri esempio Spotify e Apple Music, Netflix e Amazon

"Un matching più orientato agli schemi ricorrenti e basato sui rich-data si sta affermando in un'ampia varietà di contesti e in forme diverse."

"Prossimo salto di qualità in fatto di matching" (es. SABERR).

Doc. # ..., pp. 70-71 (in classe)

"Tutti gli elementi necessari per ri-creare il mercato sono operativi:

i. Ontologia dei dati per estrarre dati preziosi da flussi enormi,

ii. Algoritmi di matching,

iii. Sistemi di machine learning che identificano le nostre preferenze osservandoci."

6 Marzo

verticale, che operano in un determinato territorio e sono specializzate nella produzione di beni o servizi complementari tra loro”. I Distretti Industriali sono quindi aggregazioni di imprese che si trovano nello stesso territorio e che operano in settori produttivi complementari. Queste imprese, di solito di piccole e medie dimensioni, collaborano tra loro per sfruttare sinergie e vantaggi competitivi, come la condivisione di conoscenze, risorse e infrastrutture. I Distretti Industriali sono stati definiti e studiati per la prima volta in Inghilterra nel XIX secolo, ma è in Italia che hanno trovato la loro massima espressione. Infatti, è proprio in Italia che si è sviluppato il cosiddetto "Modello emiliano", che ha fatto dei Distretti Industriali uno dei pilastri dell'economia italiana. Il Modello emiliano si basa sull'idea che la collaborazione tra imprese, anziché la competizione, possa portare a risultati migliori. Le imprese all'interno dei Distretti Industriali si specializzano in specifici settori produttivi e si integrano tra loro, creando una rete di fornitori e clienti che favorisce l'innovazione, la qualità e l'efficienza. L'asse strategico della Via Emilia, che attraversa l'Italia da Piacenza a Rimini, è stato identificato come uno dei principali territori in cui si concentrano i Distretti Industriali italiani. Esistono diverse "mappe" italiane dei Distretti Industriali, realizzate da istituzioni come l'ISTAT, MEDIOBANCA-UNIONCAMERE e l'ISP, che evidenziano la presenza e la distribuzione dei Distretti Industriali sul territorio italiano. Negli ultimi anni, il Modello emiliano ha subito una "metamorfosi", ovvero un cambiamento profondo. I Distretti Industriali si sono evoluti e si sono adattati alle nuove sfide dell'economia globale, come la digitalizzazione e la globalizzazione. Oggi, i Distretti Industriali italiani sono sempre più orientati all'innovazione e alla sostenibilità, cercando di mantenere la loro competitività nel contesto internazionale. In conclusione, i Distretti Industriali sono aggregazioni di imprese che operano nello stesso territorio e che collaborano tra loro per sfruttare sinergie e vantaggi competitivi. Il Modello emiliano ha fatto dei Distretti Industriali uno dei pilastri dell'economia italiana, ma negli ultimi anni si è evoluto per affrontare le nuove sfide dell'economia globale.

verticale e alla specializzazione produttiva in genere concentrate in un determinato territorio e legate da una comune esperienza storica, sociale, economica e culturale”.

Integrazione orizzontale fa riferimento a imprese con lo stesso core business e che si collocano allo stesso punto della catena produttiva. Integrazione verticale fa riferimento a imprese che si occupano di due o più fasi dei ciclo produttivo.

Secondo il prof. Giacomo Becattini (1987) ciò che unisce fortemente tra loro le imprese che vi appartengono “è una rete complessa e inestricabile di economie e diseconomie esterne, di congiunzioni e connessioni di costo, di retaggi storico-culturali che avvolge sia le relazioni interaziendali che quelle più squisitamente personali”.

Una “COMUNITA’ DI PERSONE” secondo la celebre definizione del compianto Professore emerito dell’Università di Firenze.

Economie esterne: espressione che fa riferimento ai distretti,

sono economie che possono realizzarsi tra grappoli di imprese. L'efficienza in questo caso non è solo legata alla dimensione, sono economie esterne all'impresa ma interne al distretto - economie esterne di agglomerazione. Inghilterra di fine '800 È necessario fare un passo indietro... Alfred Marshall, Principi di Economia (1890): - Osservò la presenza di concentrazioni spaziali di imprese che non potevano essere spiegate dalla disponibilità di risorse naturali: ad es., Sheffield e Northampton. - L'analisi economica aveva sempre sottolineato il ruolo delle "economie di scala": ossia, la riduzione dei costi medi a livello di singola imprese all'aumentare della produzione. - Ora (1890), la concentrazione della produzione in un dato territorio riduceva i costi del settore industriale, pur in presenza di piccole imprese. Insomma, A. Marshall introduce in letteratura il concetto di "economie esterne" (di agglomerazione).

agglomerazione):- Sono economie di scala (leggi: riduzione dei costi medi) che si verificano a livello di settore industriale anziché di singola impresa

Sempre Marshall spiega perché un'aggregazione di imprese concentrata dal punto di vista geografico può essere efficiente (leggi: produrre a costi inferiori) di un'impresa isolata

Egli (Marshall) identificò tre ragioni che Paul Krugman nel suo Geografia e commercio internazionale (1990) così riassume:

  1. “Bacino di lavoratori” con qualifiche adatte - per fare il lavoratore in quel distretto (aspetto umano, sociale)
  2. “Fornitori specializzati” di input intermedi - meccanica di precisione/avanzata
  3. “Spillover” (“ Traboccamenti”) di conoscenza - è un qualche cosa creato nel distretto che trabocca dall'impresa, crea un sapere comune che fa avanzare tutto il distretto

Queste 3 ragioni tra loro sono miscelate,

affinché in un distretto si realizzano economie di agglomerazione efficienti, devono COESISTERE. Capitolo 2 di questo libro di Krugman dice che: “Marshall identificava 3 ragioni della localizzazione, in primo luogo concentrando un gran numero di imprese di industria nello stesso posto, un centro industriale dà luogo a un mercato congiunto per lavoratori con qualifiche specializzate. Questo mercato congiunto “labor poor ...” avvantaggia sia lavoratori che imprese”. Marshall cita qui nel libro “un’industria localizzata ottiene sempre grande vantaggio dal fatto di offrire un mercato comune di lavoro specializzato. Gli imprenditori affluiranno a ogni luogo dove abbiano la probabilità di trovare opera dotati di specialità di cui hanno bisogno. Coloro che cercano occupazione accorrono dove ci sono molti imprenditori che hanno bisogno di un lavoro specializzato e dove è possibile trovare quindi un buon mercato.

o è sempre disponibile, il proprietario si trova spesso a dover fare i conti con la mancanza di personale qualificato. Questo crea non solo problemi di produzione, ma anche un aumento dei costi e una diminuzione della qualità del lavoro svolto. Per risolvere questo problema, il proprietario decide di investire nella formazione del personale. Organizza corsi di formazione interni, in cui gli operai possono acquisire nuove competenze e specializzarsi in determinate aree. In questo modo, il proprietario può contare su un pool di lavoratori qualificati che possono essere utilizzati in caso di necessità. Inoltre, il proprietario decide di collaborare con scuole e istituti di formazione esterni, per garantire un flusso costante di nuovi lavoratori qualificati. Questo permette di ridurre i tempi di formazione e di avere sempre a disposizione personale specializzato. Grazie a queste iniziative, il proprietario riesce a risolvere il problema della mancanza di personale qualificato. La fabbrica diventa più efficiente, i costi diminuiscono e la qualità del lavoro migliora. Inoltre, gli operai sono più soddisfatti e motivati, perché hanno la possibilità di crescere professionalmente e di acquisire nuove competenze. In conclusione, investire nella formazione del personale è fondamentale per risolvere il problema della mancanza di personale qualificato. È un investimento che porta numerosi vantaggi sia per il proprietario che per gli operai, e che contribuisce a migliorare l'efficienza e la qualità del lavoro svolto.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
68 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/05 Diritto dell'economia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher EC96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Understanding Global Economy e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Mosconi Franco.