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TEOLOGIA
Per esame:
slide + documenti (inter mirifica, communio et progressio, aetatis novae, comunicazione e missione)
consegnare 5 esercizi + scheda del documento per la giornata mondiale delle comunicazioni sociali
-‐ relazione scritta di 3 pagine su uno dei documenti fatti durante l’anno (inter mirifica, communio et
progressio, aetatis novae, comunicazione e missione, rapido sviluppo, documenti del pccs, messaggi per l
giornata mondiale delle comunicazioni sociali, 2 focus proposti).
All’esame bisogna presentare il libro letto, discutere la relazione fatta + due domande sul corso.
LEZIONE 1
La teologia è una scienza che studia le varie religioni del mondo sotto il profilo della comunicazione con dio
o con le altre persone.
Addomesticare la parola: ultimamente si ha poca cura della comunicazione. La comunicazione è un gesto,
un silenzio, un’emozione, una condivisione, una rete.
Il corso è focalizzato sull’importanza della comunicazione e sul valore della persona.
L’Intercultura significa aprirsi alle altre idee, non solo alle proprie. Bisogna cogliere la ricchezza dell’unità
nella diversità. L’Intercultura è indispensabile per la crescita in tutte le età e in tutti i contesti.
Teologia: scienza e studio della natura di Dio. La teologia dogmatica studia i dogmi, morale studia la
morale, pastorale studia il compito del pastore, fondamentale. Rapporto tra teologia e comunicazione: la
teologia della comunicazione fatica a trovare un profilo epistemologico. Esistono studi che affrontano le
interrelazioni tra le discipline teologiche e le discipline di area comunicativa.
Un cambiamento significativo è avvenuto a partire dal Concilio Vaticano II: con il Decreto Conciliare Inter
Mirifica del 1963, e con l’istruzione pastorale Communio et Progressio del 1971 che entra nel particolare
declinando i vari aspetti della comunicazione. Il decreto inter mirifica è l’istituzione, molto generica non nel
dettaglio, mentre l’istruzione pastorale communio et progressio spiega cosa bisogna fare.
Durante il concilio vi erano difficoltà di dibattito a causa di due posizioni contrastanti: quelli che volevano
un documento ampio ed esaustivo e quelli che volevano un documento che contenesse solo alcuni
determinati riferimenti.
Paolo VI con la lettera apostolica motu proprio (di sua iniziativa) in fructibus multis del 1964 orienta la
prospettiva della riflessione della chiesa. I media propongono nel nostro tempo problemi che influiscono
non sono nella cultura ma anche nella civiltà e nel costume pubblico ma anche sulla stessa religione.
L’istruzione pastorale Communio et Progressio non è solo un documento che colma i vuoti del Decreto inter
Mirifica, è molto di più. È un documento cui hanno contribuito persone provenienti da ambienti
professionali specifici, teologici ed esperti in comunicazione. Da qui si sviluppano le prime riflessioni sulla
teologia della comunicazione. Tratta la scienza della comunicazione in ambito teologico.
La teologia della comunicazione è nata con la stesura di alcuni documenti:
A tutte le genti e ad ogni creatura, radiomessaggio di Pio XI nel 1931 in cui il papa usa il nuovo
ü mezzo di comunicazione (radio)
Enciclica Vigilanti cura di Pio XI del 1936
ü Enciclica Miranda Prorsus di Pio XII del 1957. I mezzi di comunicazione devono essere indirizzati al
ü fine di rendere l’uomo un dispensatore di Dio.
Motu proprio boni pastoris di Giovanni XXIII del 1959 che da origine alla pontificia commissione per
ü la cinematografia, la radio e la televisione.
Decreto conciliare inter mirifica del 1963 che da origine all’istruzione della pontificia commissione
ü per le comunicazioni sociali.
Non è teologia della comunicazione quando:
prende a prestito pezzi del sapere contemporaneo (social media) sulla comunicazione per mettersi
ü al passo coi tempo
rilegge la sua storia ritrovando tematiche che riguardano la comunicazione
ü tenta si tradurre il linguaggio per renderlo più suggestivo.
ü Si confonde teologia della comunicazione con teologia dei media
ü
Quindi la teologia della comunicazione ha come oggetto l’azione ecclesiale in termini di progettualità, per
realizzare il luogo di salvezza di Dio sull’uomo e sulla storia, qui e oggi, all’interno di un contesto fortemente
permeato e segnato da un sistema dei media. E’ una riflessione teologica, sulla prassi del credente, qui e
ora.
La teologia della comunicazione si fonda sull’evento cristiano che implica una relazione tra Dio e gli esseri
umani, tra i membri di una comunità cristiana e tra le comunità cristiane e il resto dell’umanità.
Una teologia della comunicazione richiede oggi una valutazione lucida delle nuove relazioni che si
instaurano tra gli individui, i gruppi, i popoli, e una presa di coscienza critica sugli effetti provocati da questa
congiuntura. La teologia della comunicazione deve essere non solo contestuale (legata cioè a uno stato
specifico della società), ma anche particolare in quanto cerca di considerare l’esperienza religiosa, e quella
umana in gene