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Estratto del documento

IX.

Chiesa mondanizzata viene messa sotto accusa dalla chiesa riformatrice, reazione di carattere

morale, fase che vede marciare assieme vertici dell’autorità laica ed ecclesiasticafino a che non

si arriva sul punto in cui le ragioni morali non bastano più, subentra problema politico.

Svincolare potere e gerarchia ecclesiastica dalla laica [separazione delle due sfere], impedire

all’imperatore di nominare ecclesiastici, iniziativa di recupero della sacralità della chiesa comincia

con i laici e il clero non feudalizzato.

Cluny, monastero che nasce nel X secolo per volontà di Guglielmo d’Aquitania, per salvezza della

propria anima. Il monastero deve dipendere direttamente dal pontefice, nuova rete di monasteri

legati tra loro, attraverso il meccanismo della dipendenza dal monastero - madre. Sarà sorta di

milizia dipendente da Roma, nella fase di lotta per le investiture, Chiesa riformatrice avrà al proprio

servizio una rete di monasteri dipendente da essa.

Pratica vescovo-conte apre il conflitto che coinvolge la Chiesa, XI secoloproblema di tipo morale,

su spinta laica. Gregorio VIcontro la mondanizzazione della Chiesa, si apre discussione con

l’impero.

Clemente IIpredispone il passaggio per la succesione del pontefice. Niccolò II, sostenuto

dall’imperatore Enrico VI°paradossalmente regola elezione del pontefice, nominato dai cardinali.

Clero cardinalizio è composto da ecclesiastici che per volontà del papà hanno funzione legate alla

sfera romana, non è necessario che vivano a Roma. Niccolò II viene sostenuto dall’imperatore

Enrico III, secondo il quale il clero deve essere moralmente ineccepibile, si stabilisce che i laici non

possono investire di una carica gli ecclesiasticiimperatore non ha più possibilità di scegliere un

prelato senza che questo sia approvato dal Papa.

Anni 70, periodo critico, clero riformatore, monasteri indipendenti, rinvigorimento delle città, il

feudalesimo va in crisi. Cruciale momento con Gregorio VII e imperatore Enrico IV, il pontefice è di

formazione monastica, impone alla Chiesa un nuovo modello gerarchico, organizzativo, di stampo

monarchicotoglie sacralità acquistata in età carolingia della figura dell’imperatore. Canossa,

momento di rottura. Gregorio VII scomunica l’imperatore, non c’è più obbligo di fedeltàlibertà dei

signori feudali. L’imperatore nomina un antipapa. Gregorio si ritira nel castello di Matilde di

Canossa, assieme all’abate di Cluny, fino ad un accordo temporaneo con l’imperatore (1077).

Teocrazia: potere spirituale è più importante di quello temporale.

1075, Dictatus papae, riforma gregoriana. 1077, vicende di Canossa. 1122, Enrico V° e il pontefice

Calisto II° arrivano al Concordato di Worms, elezione dei vescovi fatta secondo canoni

ecclesiastici (clero e popolo della diocesiparadossale invenzione dello stato laico, viene meno la

simbiosi tra stato e chiesa.

Attorno all’anno Mille la situazione dell’Occidente europeo è entrata in una fase di fortissimo

sviluppo, cambiano gli equilibri tra la cristianitas europea, il mondo bizantino e quello islamico.

Quella che era l’area sottosviluppata accelera il passo e si porta in una posizione di avanguardia,

si apre un nuovo ciclo di supremazia nuova che durerà molto a lungo.

Dall’XI secolo si passa ad un equilibrio totalmente nuovo:

Consistente ripresa demografica, cessa quella condizione che si era avviata nel III secolo. Le

premesse sono forse la minore aggressività dei fattori epidemici (fino al Trecento), la minor

mortalità nelle guerre (evoluzioni tecnologiche, cavaliere, staffa, armatura pesante, lancia in resta),

disponibilità di aree abitabili, favorevoli fattori climatici, aumento della produttività (surplus da

un’economia di sussistenza ad un’economia di mercato, rivoluzione commerciale, il denaro torna

ad essere un valore). Assenza di poteri centraliassenza di ostacoli per le forze nascenti.

Introduzione del concetto di lucro cessante e danno emergente, logica alla base del prestito ad

cambia

interesse l’economia. Riapertura dei mercati, circolazione di idee, beni, sistema agile.

Difficoltà sentite molto dalle fasce basserimane sempre la fascia alta che ha bisogno di bene di

prima qualità.

Situazione di insicurezza dell’alto medioevospedizioni mercantili combinano componente

mercantile e militare. Mercante deve sapersi difendere, ha spessore economico-sociale alto e ha

una funzione militare ben definita. Militescavaliere; mercante diventa collaboratore dei cavalieri,

e viceversariqualificazione del ruolo del mercante. Prima cresce il guadagno, poi il

riconoscimento sociale. Il denaro diventa elemento di qualificazione sociale. Nasce la figura del

mercante gentiluomo, che segue l’invenzione del gentiluomo mercante.

Prime vere città mercantili sono in Italia per la favorevole posizione geografica.

Attività manifatturiera in evoluzione, grazie ad un più ampio ricorso alle tecniche: il Medioevo

recupera tecniche già conosciute con un’applicazione più diffusa. Mulini, telai pedale, ruote per

filare.

Necessità di surplus, la produzione primaria deve aumentare: rotazione triennale dei campi

(+33%), aratro con versoio di metallo + aggiogamento a spalla. 1066, battaglia di Hastings,

Guglielmo II di Normandia, diventa Guglielmo I d’Inghilterra, ordina un censimento di beni nel

1086in Inghilterra si contano 5000 mulini.

Cambia il modo di comunicaresi comincia ad usare la carta per scrivere, non più la pergamena.

La carta costa poco e si può produrre in maggior quantità, si sente la necessità di tener memoria

dei tanti rapporti commerciali che seguono il boom mercantile.

Redistribuzione demografica, necessità di nuovi spazi. In Francia molte zone di incolto passano ad

essere zone di coltivo. In Germania, necessità di spazi oltre ai tradizionali confini fluviali. Questo

fenomeno di redistribuzione non è possibile in Italia (né nelle Fiandre), a causa di una forte

tradizione cittadina e della scarsa disponibilità di terre buoneproiezione verso il commercio.

Ripresa del commercio marittimo, città italiane poste lungo le principali rotte commerciali, rotte

acquee sono le più sicure.

Nel Duecento in Italia torna il bimetallismo, nuova circolazione di denaro, nuova etica del denaro: il

denaro può rendere guadagni, grazie ad i prestiti ad interesse. Usura condannata dalla Chiesa. Il

passaggio paradossalmente avviene in ambiente teologico (presso gli ordini mendicanti cittadini,

espressione di una nuova cultura che necessita denaro), grazie alla teoria del lucro cessante e

danno emergente. Questione morale risolta da questi ordini: si fissa un limite tra il tollerabile e il

non tollerabile. Aggiustati i principi, vengono inventati gli strumenti e le modalità, come ad esempio

le cambiali.

Novità sul piano delle strutture cittadine, crescita demografica, ampliamento delle mura,

riempimento degli spazi interni, portano ad una nuova articolazione sociale: milites, negozianti,

operai, pedites. I maiores, l’alta feudalità, legata alle istituzioni del passato, entra in crisi; solo la

medio – bassa feudalità si salva, trasformandosi. Questa parte della feudalità si inurba, milites

inurbati tengono le redini delle città che crescono. Comuni in apparente contrasto con feudi, hanno

una fase iniziale di forte rapporto con il mondo feudalefase di assetto, gruppi più robusti sono

quelli che sanno reggere meglio le novità, la grande feudalità è in grado di reggere i nuovi

cambiamenti al contrario della fascia medio bassa, costretta ad avere una nuova forma di

comportamento per sopravvivere [si inurba].

Ordo, ordines componenti della società medievale in ambito della tripartizione sociale.

Bellatores (aristocrazia militare), oratores (ceto ecclesiastico), laboratores (ceto lavoratore). Ogni

ordo è sostenuto e sostiene l’altro, visione funzionale (teorica, indicativa) della società, visione

medievale.

L’elemento caratteristico del comune è la forte variabilità della situazione comunale stessa.

Nelle città un ruolo essenziale era quello del vescovo, spesso assumeva una funzione di surroga

del potere laico che si era indebolito. Tale potere laico aveva trasferito i luoghi di controllo del

potere nel contado, nei castelli contava sempre meno in città, non era in grado di controllare.

Quando le città nascono si danno nuove strutture istituzionali che devono però fare i conti con il

sistema vescovile. In una società che cresce dal basso è inevitabile che le esperienze siano fra

loro piuttosto diversela tendenza non è omogenea, sono processi autonomi totalmente diversi

fra loro, proprio perché non programmati.

Vescovo è la figura di potere più importante e si trova a comportarsi in maniera diversa di fronte

alle spinte promotrici nella formazione della città. Due poli in città: il potere spirituale associato a

quello politico e l’effettivo potere politicopossono essere in collegamento ed appoggiarsi l’un

l’altro o entrare in conflitto.

Fase consolare, consolato, magistratura cittadina e collegiale. Si riscontra in alcuni casi una

grande forza politica dei mercanti, che svolgono funzioni pubbliche. Esempio.: caso di Modena,

dove c’è già un ordine mercantile organizzato con capacità di intervento pubblico, a capo del quale

c’è un nobile collegato alla famiglia dei Canossa.

I signori del contado inurbati mantengono un contatto con la propria terra, rapporto tra città e

contado, caratteristica delle città italiane, a differenza delle realtà urbane tedesche e d’oltralpe.

Giudiciceto tipicamente urbano, istruzione legale era lunga e costosa, accessibile a pochi,

coerente con il contesto perché in linea con la forte ripresa culturale, ripresa del diritto romano,

nascita università.

Ripresa mercantile implica una moltiplicazione dei contrattinecessità di qualcuno che scriva i

contratti e amministri la complessa giustizia dell’epoca.

Istruzione diventa un valore non per sé, ma come strumento in quest’epocaaccessibile però solo

a fasce alte.

Ceto dei giudici è un ceto di vertice, ha alle spalle un benestare che consente di studiare ed

istruirsiha posizione di rilievo. Escono dalla fascia dei milites inurbati. Fase consolareforte

presenza di giudici nelle strutture che regolano la vita sociale. Padova , 17 consoli di cui 5 sono

giudici. Mantova, 4 giudici su 40 consoli, di cui di due è possibile ricostruire la discendenza

familiare, hanno origini nobiliari, passato di vecc

Dettagli
A.A. 2009-2010
14 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.canella di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Gasparri Stefano.