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Cavour voleva unificare tutte le banche di emissione in un unica banca. Si trasformo cosi la Banca nazionale
sarda in Banca azionale del regno d'italia aperta a milano nel 1859 la quale nonostante riusci ad assorbire
molte banche vide il suo progetto bloccato. tuttavia questo non impedi alla Banca nazionale di assumere di
fatto una forte preminenza.
negli anni post-unitari erano sorti alcuni istituti di credito ordinari come la società di credito mobiliare
italiano (1863) il banco di sconto e sete (1863) le prime banche popolari ed istituti di credito cooperativo
ispirati al modello tedesco.
negli anni 1870-74 alcune delle nuove banche fallirono mentre altre proseguirono la loro attività in un
ambiete che ritorno vivace quando la sinistra storica concesse più protezionismo (1878), avviato progetti
ferroviari ed infrastrutturali ed infine abolito il corso forzoso. le banche che si buttarono in queste attività
furono soprattutto il Credito Mobiliare e la banca generale le quali erano le più grosse fra le banche ordinarie.
il 1 gennaio 1894 entro in funzione la banca d'Italia mentre il 1 ottobre fu fondata a Milano la banca
commerciale italiana anche chiamata Comit. qualche mese dopo nacque un altra banca ovvero il Credito
Italiano (6 febbraio 1895). oltre ad esse altre 2 banche furono fondate che sono il banco di Roma (1880) e la
banca italiana di sconto (1898) che assieme a Comit e Credit costituiranno il gruppo delle grandi banche
miste.
l'idea dell'intenso attivismo statale italiano era stato determinato dalla necessità di forzare con meccanismi
sostitutivi dell'iniziativa privata il passo dello sviluppo economico allo scopo di riagganciare (catching up) i
paesi che si erano industrializzati per primi.
i principali impegni della Destra storica furono quelli della costruzione di una macchina amministrativa con
un minimo di coerenza e della creazione di infrastrutture specialmente ferrovie che pero nel 1862 ci si rese
conto che i fondi pubblici non bastavano provocando grosse difficoltà della finanza pubblica.
con il governo della sinistra storica maturo una svolta: nei primi anni 80 vennero istituiti 2 commissioni
d'inchiesta ovvero una sulla marina mercantile e l'altra sulle industrie meccaniche e navali che accertarono
l'arretratezza dell'italia nel campo delle costruzioni di navi di ferro e raccomandarono di introdurre sussidi e
agevolare la costruzione di una moderna acciaieria (6 dicembre 1885 venne varata una legge che prevedeva
sussidi per le costruzioni navali in ferro).
spesa pubblica e protezionismo servirono a creare l'industria metallurgica, meccanica e quella delle
costruzioni.
con il governo giolitti vennnero effettuati interventi nel mezzogiorno senza pero nessuna concrea
realizzazione. furono solo i governi repubblicani successivi che ripresero le fila del discorso giolittiano
interrotto.
nel 1881 fu approvata la legge di rientro al Gold standard che pero vide una nuova uscita nel 1894 a causa
della crisi bancaria.
nei primi anni del 1890 la banca d'italia fu in grado di prendere più strettamente in mano le redini della
politica monetaria soprattutto importante fu la sua politica dei salvataggi. la prima grande crisi che dovette
affrontare fu quella del 1907 di origine internazionale in cui promosse 2 consorzi bancari per sostenere la
SBI e la difesa dei valori azionari. in seguito dovette farsi promotrice di un altro consorzio bancario per la
sistemazione della crisi della siderurgia nel 1911. per questi motivi fu affiancato un braccio operativo nel
campo del sostegno alle banche e alle industrie ovvero il consorzio per sovvenzioni su valori industriali
(CSVI 1914).
nel dicembre del 1903 il governo su iniziativa di Luzzatti intervenne a favore della costruzione di case
popolari con esenzioni fiscali, credito speciale e altre agevolazioni concesse a cooperative, società di
beneficienza ed istituti autonomi
la crescita delle città faceva sorgere grossi problemi di organizzazione dei servizi pubblici cosi si fece strada
alla fine dell 800 la convinzione che il modo più equo ed efficiente fosse quello della municipalizzazione che
avrebbe fornito nuovi introiti alla casse comunali.
per quanto riguarda la cura della salute nel novembre del 1859 si istituirono i consigli sanitari, con la legge
sanitaria del 1888 e con la legge sulle opere pie del 1890 si istituì il consiglio superiore di sanità, il medico
provinciale, l'ufficiale sanitario comunale e si riordino la gestione degli ospedali. un ultimo campo in cui le
esigenze di tutela della salute delle classi operaie andavano di pari passo con la necessità di far fronte alle
proteste popolari fu quello della cosiddetta legislazione sociale sul modello tedesco anche se in italia fu
molto lento.
3 sono stati i fattori principali che hanno influenzato il diffondersi dell'istruzione popolare ovvero
umanesimo, nazionalismo ed protestantesimo. a milano e a torino si era diffusa l'istruzione oltre che popolare
anche tecnica con scuole di incoraggiamento di arti e mestieri di cui la più famosa a milano fondata nel 1838.
con la riforma gentile del 1923 nasce una scuola elementare uguale per tutti ed una biforcazione in liceo-
ginnasio e scuola tecnica-istututo. dapprima le scuole erano sotto la supervisione della MAIC (1865) con
scarsi risultati pero le cose migliorarono quando tale supervisione passo nelle mani del ministero della
pubblica istruzione (1877). le scuole che diedero i migliori risultati furono sicuramente le 2 scuole di
ingegneria di milano e torino ovvero i 2 Politcnici.
le alternative che avevano le classi più povere erano principalmente 3: emigrazione, protesta sindacale e
cooperazione nella seconda metà dell 800 ci furono scoppi di protesta popolare spontanea sempre repressi
con la forza. è solo con la fondazione nel 1891 in poi delle camere del lavoro che tale protesta assunse
connotati moderni soprattutto attraverso l'uso dello sciopero
per quanto riguarda la cooperazione invece la più antica radice è data dalle società di mutuo soccorso che si
diffondono in italia nella metà dell 800. nel 1886 venne tenuto a milano il primo congresso dei cooperatori
italiani ed l'anno dopo si costituì una federazione delle cooperative italiane che muterà il nome in lega delle
cooperative nel 1893.
molti furono i motivi di disagio economico che spinsero alla protesta vari gruppi sociali nel dopoguerra. i 2
partiti principali erano sicuramente il partito socialista e quello popolare fondato da don Sturzo nel 1919.
oltre a questi troviamo anche i fasci di combattimento fondati da mussolini nel 1919 (alleati con i
nazionalisti) che pero non erano ancora rilevanti come gli altri 2. solo con l'avvicinamento degli industriali al
fascismo fu creato nel novembre del 1921 il partito nazionale fascista.
le politiche monetarie e fiscali seguivano un corso ciclico durante il fascismo e furono dettate dalle necessità
di un sistema economico sottoposto a shock di notevole portata. si possono pero identificare delle linee di
tendenza generali: le politiche monetarie furono ortodosse legate al gold standard mentre le politiche fiscali
dopo la promessa del governo di pareggiare il bilancio condussero ad un elevato livello di spesa pubblica.
il grosso problema ereditato dal governo fascista era sicuramente quello del deficit di bilancio pubblico infatti
il governo di mussolini si impegno subito a raggiungere il pareggio di bilancio che poteva essere fatto o
riordinando il sistema giudiziario in modo da aumentare la pressione fiscale oppure comprimendo la spesa. fu
adottata la seconda con tagli soprattutto nella spesa militare che riportarono il bilancio dello stato in pareggio
nel 1924-1925.
tutto questo provoco il licenziamento di numerosi impiegati pubblici e questo insieme ad altri motivi diede
adito a forti critiche degli ambienti industriali contro il ministro della finanza de stefani che persuasero
mussolini a sostituirlo con volpi nel giugno del 1925.
la permanenza di volpi al dicastero delle finanze fu di breve durata (dal 1925 al 1928) ma costellata di gravi e
contrastate decisioni. inoltre in quegli anni mussolini introdusse dei provvedimenti monetari coerenti con
quella che mussolini chiamava "la battaglia della lira" ovvero la sua rivalutazione alla quota di 90 lire per
sterlina.
negli anni 30 quando i paesi più importanti decisero di uscire dal gold standard il regime fascista decise di
continuare e addirittura assieme ad altri paesi formo il "blocco dell'oro". durante questi anni furono fatti
anche interventi di sollievo della crisi attraverso il grosso salvataggio industrial-bancario che porto alla
fondazione dell'IRI (1933). nell'ottobre del 1936 anche l'italia abbandono il gold standard.
per quanto riguarda l'agricoltura con il regime fascista le cose non cambiarono molto le uniche cose da tener
nota sono le leggi sulle bonifiche e la "battaglia del grano" del 1925.
negli anni tra 1922 e 1925 ci fu un boom delle esportazioni italiane il quale pero non altero la composizione
di tali esportazioni basate sempre su prodotti agricoli e tessili. intanto erano iniziati i preparativi per la guerra
d'africa che ebbero il merito di far uscire l'italia dal gold standard. tali preparazioni furono accompagnate
dall'introduzione di un vero e proprio controllo governativo del commercio internazionale italiano. la
colonializzazione non porto pero ai frutti sperati.
il 1939 è un anno di notevole crescita mantenuta nel 1940 mentre dal 1941 in poi inizia quella parabola
discendente che porterà il paese al caos e al collasso. c'è da dire che il periodo fascista non segnò una battuta
d'arresto nel processo di industrializzazione del paese inoltre la continuazione dell'industrializzazione non
segui una linea di conferma ed espansione delle iniziative passate (le ambizioni imperialistiche di mussolini
portarono alla nascita di una serie di novità nel campo delle industrie tecnologicamente più avanzate novità
che si rivelarono strategiche per la ricostruzione dell'economia italiana dopo la fine della II guerra mondiale).
la guerra aveva portato al notevole allargamento delle fabbriche di esplosivi esistenti e alla fondazione di
nuovi impianti come ad esempio il catrame che poteva essere utilizzato oltre a produrre esplosivi anche a
produrre coloranti e farmaceutici sintetici fino ad allora solo importati. inoltre fu sempre la guerra che
convoglio verso alcune imprese sufficiente liquidità per permettere loro di realizzare piani di fusione ed
investimenti che le portarono alla necessaria dimensione critica di grandi imprese.
nel periodo fra le 2 guerre si assiste ad una nuova fase dello sviluppo dell'industria elettrica mondiale volta
alla razionalizzazione della produzione in sistemi nazionali integranti e alla diffusione delle applicazioni nel
campo delle correnti deboli: telefonia e radio. i gruppi elettrici italiani erano 3: Edison (la sua strategia era