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MATERIA: SCIENZE DEI MATERIALI
ARGOMENTI TRATTATI
- Struttura e classificazione dei materiali
- Proprietà, deformazioni e comportamenti dei materiali
- Materiali metallici (proprietà e diagrammi)
- Difetti dei cristalli
- Calcestruzzo e malte
- Pietre e rocce
- Materiali ceramici
- Vetri
STRUTTURA E CLASSIFICAZIONE DEI MATERIALI
Le proprietà classificano i materiali
ORGANIZZAZIONE NEI SOLIDI → STRUTTURA AMORFA: senza regolarità nei cristalli
STRUTTURA CRISTALLINA BEN DEFINITA
ES: SiO2 = silice presente sia in natura come quarzo (struttura cristallina) che come vetro (solido amorfo)
Stesso materiale (Si) ma con 2 strutture diverse hanno → proprietà diverse, i due materiali
→ LE PROPRIETÀ DELL'ORGANIZZAZIONE DELLA STRUTTURA CLASSIFICANO I MATERIALI
Solidi cristallini: forma geometrica che si ripete rigorosamente
solidi amorfi: no geom. che si ripete
i mattoni da costruzione sono gli stessi nel cristallo di quarzo e nel vetro ma nei 2 mat si dispongono in maniera ↑ anche le caratteristiche dei 2 materiali sono diverse.
CRISTALLI
Cristallo di quarzo: i piccoli atomi si dispongono in esagono e anche il cristallo sarà esagonale
Cristallo di diamante: interamente in carbonio
- Costituito da un solo cristallo (MONOCRISTALLO)
La maggior parte dei materiali invece sono POLICRISTALLINI (maggio, tavolo ecc.) sono atomi disposti in maniera ordinata ma con più cristalli che formano il materiale (orientati diversamente ma cali)
APPROFONDIMENTO
MAP 1 e 17 (par. 2.1)
Cella elementare cubo → Replicata in tutte le direzioni forma una struttura regolare, cioè cristallina
Tra i solidi cristallini e quelli amorfi esistono i solidi semicristallini, come in alcuni materiali polimerici (es polietilene HDPE o LDPE)
LE CURVE DI CONDON-MORSE
sono curve che rappresentano l'energia che tiene unita la materia
Prendo 2 atomi: (minima quantità per avere met.) Quando gli atomi sono vicini l'En è minima, per poterli staccare ci vuole + en. Allontandosi troveranno stabilità.
Più si legano e l'En diventa <. in ao ci sarà il minimo di Eo e il max di stabilità.
Per staccarli ora ci vorrà un quantità positiva che vada a superare l'En di legame che sarà negativa.
Questo punto (B) è dei metalli, per le plastiche è più piccolo (+ in alto di B).
Arrivati ad una certa dist. resistono Ce lo spiega la curva di C.M.
8/10/13
Densità = massa / Volume
Ceramica
- mat. inorganici non metallici
- Isolanti termici ed elettrici
- Resistono bene a temp. alte
- Ambienti aggressivi
- Sono fragili: si rompono dopo essere deformati solo in modo reversibile (det: elastici che).
Legame Covalente - Prevalente su Ionico (Ceramici)
- En molto forte
- Alta rigidezza
- Alta resistenza a rottura
- Alta temp. fusione
- Basse temp. dilatazione termica
Direzionale
- Fragilità
- e- non liberi
- Pessimo conduttore termico ed elettrico (buon isolante)
Materie Plastiche: Polimeri
Mat. organici costituite da lunghe catene nelle quali uno o più gruppi (monomeri) si ripetono.
Organici perché si ripetano atomi di C
Più semplice delle materie plastiche: Polietilene
H H | | - C -- C - | | H H
15/10/13 DIFETTI NEI CRISTALLI
Fortunatamente i cristalli non sono perfetti, perché se cosí fosse non riusciremmo ad ottenere leghe metalliche.
I difetti si identificano secondo della loro dimensione:
- di punto
- di superficie
- di volume
Difetti adimensionali
- vacanze
- atomi interstiziali
Vacanze = se manca un atomo
Atomo interstiziale: atomo piú piccolo che occupa uno spazio che dovrebbe essere vuoto.
Tramite questi possiamo ottenere le leghe metalliche perché l'interstiziale è in genere un atomo estraneo (diverso) oppure perché la vacanza può essere occupata.
Gli acciai INOX sono soluzioni sia sostituzionali che interstiziali.
Sostituzionale = se occupa una vacanza
Interstiziale = se occupa un interstizio
Fe - C - Cr - Ni
Se non avessi questi interstizi/sos vacanze non avremmo acciai.
La materia allo stato solido può comportarsi, come i liquidi, grazie al ruolo delle vacanze
O O . O O O O O O O O O
O O . O O O O O O O O O
O O O O O O . O O O O O O
A B → Nuovo materiale
Il modulo elastico (E) quantifica la RESISTENZA del mat.
E = E:
↕
→ E ↔ E
Y = a ⋅ x
Dice che E è proporzionale al crescere di σ ed ε.
Ad una forza esterna σ corrisponde una rez interna del materiale ε ∝ σ => E è il rapporto di questi fenomeni,
E = σ / ε ed è strettamente dipendente dal materiale
σ può essere un'azione esterna, ma E quantifica anche la reazione del materiale => LA RESISTENZA.
Di quanto si deve deformare (ε) il materiale per opporsi allo stress esterno (σ) me lo dirà E.
π def elastico
Ece > Eme > Epl
En covalente > En legame metallico >> legame debole (second)
Quindi, il modulo elastico è proporzionale alla forza del legame. Per deformare una ceramica ci vuole più forza est.
La sezione dei provini metalli può essere circolare o rettangolare
La prova è corretta solo se avviene nella zona centrale per questo le estremità sono più grosse del centro
L'operatore va a identificare con dei segni la lunghezza iniziale del mat (o tratto utile) nella sez centrale
L0
E = ΔL/L0 = L-L0
Per valutare un allungam per unità di lunghezza
Queste prove avvengono a velocità di deformazione costante
dE/dt
Perché i mat rispondono in
maniera diff a seconda della
velocità di deformazione,
bisogna però controllare
A trazione non resistono bene i ceramici (ccls), ma
bene a compressione
26
Se si dice che un mat è fragile non diciamo niente sulla sua resistenza. Diciamo solo che risponde in maniera elastica agli sforzi.
La rigidezza e la resistenza sono però collegate dalla d legge.
Dopo aver raggiunto σᵣ dobbiamo controllare la sua velocità di deformazione perché il materiale si romperebbe velocemente ma noi prolunghiamo la sua agonia.
In 2, strizione.
Tondino ormai disomogeneo.
- σ₁ = Fₜ / A₁
- σₛ = Fᵢ / A₃
σₛ > σ₁
È come se la macchina dovesse tirare 2 provini diversi, uno con sezione A₁ e l'altro con sez Aₛ. Deve però controllare la velocità di def di entrambe le sez diminuendo lo sforzo applicato.
σ = F / A₀
Per questo l'andam della curva diminuisce anche se la deft aumenta.
28/10/13
E modulo elastico
[MPa, GPa]
Parametto che quantifica la rigidità
Più e rigido e meno si deforma plasticamente per resistere ad una forza
limite elastico εel e limite di snervamento σy
[MPa]
σ → ε sempre una sollecitazione
soglia che delimita il campo elastico dopo di questo si spezza il materiale o si deforma in campo plastico
limite elastico convenzionale σ0,2 [MPa]
→ E di nuovo uno sforzo o sollecitazione Induce una def. irreversibile (plastico) del 0,2%
εpl = 0,002 (0,2%)
Resistenza a rottura σR (Resistenza a trazione σt)
Sollecitazione max che il materiale subisce nel corso della prova (se la prova è di trazione → σt)