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L
prodotto diviso per il numero di lavoratori
(produttività media).
AP = Q/L rappresenta l’angolo A.
L
Infatti l’angolo A diminuisce con l’aumentare di
L ciò spiega il motivo per cui l’AP è
rappresentato da una curva decrescente. L
Esiste poi il prodotto marginale del lavoro che misura quanto output in più viene
prodotto quando l’impresa varia leggermente il quantitativo di lavoro che usa MP = ∆Q/∆L
L
può essere calcolato anche come MP = [Q(L) - Q(L-∆L)]/∆L
L
L Q AP MP ∆L = 1 sempre ∆Q varia così:
L L 10
1 10 10 10 8
6
2 18 9 8 4
2
3 24 8 6
4 28 7 4
5 30 6 2
Q AP
L L
L
I grafici precedenti illustrano, nel primo una funzione di produzione, il secondo l’AP (linea
rossa) della data funzione e MP (linea verde).
Il rapporto fra le curve di prodotto medio e marginale di un’impresa quando gli input del
lavoro sono perfettamente divisibili, la curva del prodotto medio del lavoro è inclinata
(verso il basso/verso l’alto/ non è inclinata) a L se il prodotto marginale è (maggiore/
minore/uguale) al prodotto medio.
La legge dei rendimenti marginali decrescenti afferma che il prodotto marginale di un
input ha la tendenza generale a declinare nella misura in cui il suo uso aumenta, fermi
restando tutti gli altri input.
Il rapporto fra il prodotto medio e marginale
AP = Q/L = F(L)/L MP = ∂AP/∂L --> (MP*L - Q)/Lˆ2 ---> (MP - Q/L)/L
La relazione fra il prodotto medio e quello marginale di un’impresa: Quando il prodotto
marginale di un input è (maggiore/minore/uguale) del prodotto medio le unità marginali di
input (aumentano/diminuiscono/non intaccano) il prodotto medio.
MP > AP --> aumenta il prodotto medio
MP < AP --> diminuisce il prodotto medio
MP = AP --> non viene intaccato il prodotto medio
La produzione nel lungo periodo
Essa comporta che entrambi i beni siano variabili, gli economisti li dividono in: lavoro,
capitale, materiali e terreno.
Q = F(K,L)
Principio della produttività dei fattori aumentando la quantità di tutti gli input, aumenta
strettamente il quantitativo di output che un’impresa può produrre (usando metodi di
produzione efficienti). K
L K Q
1 1 10 Q
2 1 15
3 1 20
2 2 20 L
Il grafico illustra il capitale impiegato ed il lavoro impiegato per ottenere un certo
quantitativo di output, ma vi sono diverse scelte possibili.
Un isoquanto identifica tutte le combinazioni di un input che producono in maniere
efficiente un determinato quantitativo di output. Tre isoquanti e curve di indifferenza vi è
uno stretto parallelismo, infatti anche gli isoquanti possiedono delle famiglie, e l’altezza
identifica gli output, come per le curve di indifferenza l’utilità.
La famiglia di isoquanti di un’impresa consiste negli isoquanti che corrispondono a tutti i
suoi possibili livelli di output.
Proprietà degli isoquanti e delle famiglie di isoquanti
Gli isoquanti sono sottili
• Gli isoquanti non hanno pendenza positiva
• Un isoquanto è il confine fra combinazioni di input che producono più e meno rispetto a
• un dato quantitativo di output
Gli isoquanti per stretta tecnologia non si incrociano
• Gli isoquanti di livello più alto sono più lontani dall’origine
•
Sostituzione fra input
Gli isoquanti funziona come le curve di indifferenza. Anch’essi posseggono un saggio di
sostituzione che mostra come varia quando devo incrementare il capitale rinunciando ad
un unità di lavoro per produrre sempre la stessa quantità di output. Questo si chiama
saggio marginale di sostituzione tecnica tra lavoro e capitale (SMST o MRTS) = -(∆K/
∆L); l’ impresa deve sostituire K unità per un’unità in meno di L per mantenere l’output
invariato --> l’SMST corrisponde alla pendenza della tangente dell’isoquanto in quel punto.
L’SMST e i prodotti marginali
Ricordando che il prodotto marginale di un input, MP, significa di quanto si può
incrementare la produzione con un piccolo incremento della quantità di lavoro.
Immaginando di cambiare leggermente la quantità di lavoro ∆L e quella ∆K -->
moltiplicando MP * ∆L otterremmo la variazione di output dovuta alla variazione del lavoro,
stessa cosa per il capitale. A questo punto se vorremmo rimanere sullo stesso isoquanto
scegliendo ∆L e ∆K per mantenere invariato l’output, questi due effetti devono valere 0.
(MPL * ∆L) + (MPK * ∆K) = 0 --> (MPL)/(MPK) = -(∆K/∆L) ma quindi SMST = (MPL)/(MPK)
Un isoquanto ha un saggio marginale di sostituzione tecnica decrescente, cioè
diminuisce man mano che ci spostiamo l’ungo l’isoquanto, aumentando l’input X e
diminuendo l’input Y. Ricordiamo che l’SMST può anche essere calcolato come
SMST = (∂Q/∂L)/(∂Q/∂K)
Sostituzione tra input per tre speciali tecnologie di produzione
Le tecnologie si differenziano a seconda di come varia l’SMST quando
l’impresa altera gli input che usa per produrre un dato quantitativo di
output.
Perfetti sostituti due input sono perfetti sostituti se le loro funzioni
• sono identiche, in modo tale che un’impresa possa scambiare uno
con l’altro a tasso fisso. In questo caso gli isoquanti sono rette.
Perfettamente complementari (proporzioni fisse) quando gli input
• devono essere combinati in proporzione fissa, la retta sui quale
giace la quantità prodotti di output e data da K/L dove k si trova sulle
ordinate e L sulle ascisse.
Funzione di produzione di Cobb-Douglas rappresentata nel
• seguente modo Q = AK^a*L^b. Nella funzione di produzione Cobb-
Douglas si considera come condizione di esistenza che a ≤ 1 e b ≤ 1, poiché se fossero
minori di 1 all’aumentare di L, Q diminuirebbe e ciò non è possibile nella funzione di
produzione. Mpl = AbK^a*L^(b-1) mentre MPk = AaK^(a-1)*L^b --> MRTS = (b/a)*(K/L)
Rendimenti di scala
Un’impresa ha rendimenti di scala se una variazione proporzionale in tutti i suoi input
produce la stessa variazione proporzionale negli output. Ci sono tre possibilità:
Rendimenti di scala costanti: se l’impresa ha una variazione proporzionale in tutti i
• suoi input produce una variazione proporzionale nei suoi output. F(aK,aL) = aQ
Rendimenti di scala crescenti: una variazione proporzionale nell’uso di tutti gli input
• produce la stessa variazione più che proporzionale nell’output. F(aK,aL) > aQ
Rendimenti decrescenti: se una variazione proporzionale in tutti i suoi input produce
• una variazione negli output meno che proporzionale. F(aK,aL) < aQ
I fattori di produzione dei rendimenti di scala crescenti e decrescenti
I fattori che spiegano la presenza di rendimenti di scala crescenti sono molteplici, ad
esempio la specializzazione, o leggi fisiche. I fattori a creare rendimenti di scala
decrescenti sono difficili da comprendere.
Differenza di produttività e cambiamento tecnologico
Nelle imprese è importante il progresso tecnologico cioè la capacità di un’impresa di
trasformare gli input in output cambia nel tempo.
Un’impresa ha una produttività maggiore quando può produrre di più output usando la
stessa quantità di input. In ogni modo equivalente, la sua funzione di produzione sale
verso l’alto a ogni combinazione di input.
Un progresso tecnico neutrale non ha alcun effetto sul SMST in corrispondenza di
qualunque combinazione di input; cambia semplicemente il livello di output associato a
ciascun isoquanto dell’impresa.
Le differenze di produttività di due imprese sono dovute ai diversi mercati nelle quali
operano, diversi livelli di competenza tecnica e organizzativa.
I costi
Il costo totale di un’impresa per produrre un particolare livello di output è rappresentato
dalla spesa necessaria per produrre quella quantità nel modo più economico. Tale costo è
suddiviso in costi variabili e costi fissi.
I costi variabili (VC) sono i costi degli input che variano al variare del livello di output
• dell’impresa.
I costi fissi (FC) sono i costi di quegli input il cui utilizzo non cambia al variare del livello
• di output di un’impresa, con la possibile eccezione che l’impresa può evitarli se decide di
non produrre alcunché. A loro i costi i fissi si dividono a loro volta in recuperabili e
irrecuperabili. I costi recuperabili se l’impresa non sostiene il costo non producendo
alcun output. Irrecuperabili se l’impresa sostiene i costi anche non producendo alcun
output.
La funzione di costo di un’impresa descrive il costo totale necessario per produrre ogni
possibile livello di output. È una forma di Costo totale = C (Output)
C(output) = FC + VC C = wL + rK
La funzione di costo variabile dell’impresa dà il costo variabile dell’impresa a qualunque
possibile combinazione di output, ed è di forma Costo variabile = VC (output)
I costi opportunità sono i costi associati ala rinuncia di opportunità di impiegare una
risorsa nel miglior uso alternativo.
I costi di input variabile nel breve periodo
Nel breve periodo avremo uno dei due input che è fisso quindi se assumiamo i capitale
come input fisso K = K Q = f(K,L) ---> F(L)
√L W(Q)^2
Se la funzione costo è Q = L^(1/2) --> --> Q^2 = L
Q VC
L Q
La funzione di produzione rispetta la legge del prodotto marginale di sostituzione
decrescente infatti MPl = ∂Q/∂L --> (1/2)(1/√L) al crescere di L la quantità prodotta
diminuisce.
C VC FC Q
I costi di input variabili nel lungo periodo K
La funzione costo Q = F(K,L)
Il costo minimo per produrre dipende dalla combinazione
di K con L. C = wL + rK
La curva nera è un isoquanto, mentre le rette rosse sono
Isocsti. La retta isocosto contiene tutte le combinazioni
di input con lo stesso costo. Se la funzione costo è
C = wL + rK la retta isocosto é: K = (C/r)-(wL)/r Q = Q0
Come si può vedere dalla figura le rette isocosto sono
infinite ma la scelta migliore di combinazione tre i due
input è rappresentata dalla retta di isocosto tangente alla L
curva isoquanto di produzione.
La famiglia di rette di isocosto contiene un insieme di rette isocosto avente stessa
pendenza ma diverso livello di costo.
Per la produzione a costo minimo si applica il principio di non sovrapposizione: l’area
al di sotto della linea di isocosto che contiene la combinazione di input a costo minimo di
un’impresa per produrre Q unità non si sovrappone con l&rs