Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
COMPOSIZIONE TERRENI
Devono contenere C,N,P,S, H O (per idrogeno e ossigeno) e si dividono in quelli di cui è nota la
2
composizione esatta (Sintetici) e quelli di cui non è definita (Complessi).
I sintetici possono essere usati per stabilire specifiche proprietà metaboliche e stabilire se quell’organismo
è prototrofo (se in grado di sintetizzare tutto) o auxotrofo (non riesce a sintetizzare qualcosa anche in
seguito a mutazioni).
I complessi invece non hanno composizione totalmente nota poiché è ottenuto da estratti di animali o
microrganismi (come lieviti, soia o residui di macellazione) ma comunque ricchi di substrati molto vari per
crescere più tipi di microrganismi; Essendo più ricco di nutriente permette la crescita di colonie in circa 1/3
del tempo.
TERRENI SELETTIVI
Favoriscono la crescita di una specie e sfavoriscono tutte le altre grazie ad agenti selezionanti come i Sali
biliari: bloccano i G+ ma non influenzano i batteri enterici isolandoli quindi in una coltura.
TERRENI DIFFERENZIALI
Non sono inibitori, crescono più specie ma comportandosi diversamente l’una dall’altra; si distinguono
proprietà di tipo metabolico evidenziabili con cambiamenti di colore solo in alcuni di essi (es. Agar di
MacConkey che distingue in base al colore. È utile per colonie di partenza miste in cui i vari batteri si
comportano diversamente; MacConkey evidenzia la capacità degli enterobatteri di usare determinati
substrati: ci sono lattosio e peptone come fonti di carbonio ed energia, Sali biliari e due coloranti, rosso
neutro (indicatore di pH, rosso a pH acido e neutro a pH=9) e cristalvioletto che agisce come inibitore per i
G+. È differenziale per le due fonti di C utilizzabili dagli enterobatteri, evidenziando in scuro quelli con
metabolismo fermentatorio (sfruttando lattosio) e in chiaro quelli che non sfruttano gli acidi.
Coli è cresciuto e si è colorato perché fermenta
molti acidi e li inietta nell’ambiente variando il
colore rosso neutro in opaco per i Sali precipitati.
Salmonella non fermenta e usa il peptone
catabolizzando NH , basica, che schiarisce il
3
colore e rimanendo traslucido mantenendo
integri i Sali.
21
Esempio: MSA e Agar-Sangue Brodo con peptone e lattosio a cui viene
aggiunto del sangue animale defibrinato che
conferisce il colore rosso; crescono tanti
microrganismi, tra cui Streptococcus, il cui
comportamento cambia: dove scompare il
colore sono stati lisati tutti gli eritrociti in un
processo di β-emolisi per nutrirsi dell’eme
mentre dove esso rimane, l’eme si accumula
come prodotto di scarto (α-emolisi o no-
emolisi) indicando il tipo di batterio presente.
Il Mannitol Salt Agar (MSA) distingue tra
staphilococchi buoni e cattivi cambiando la
propria colorazione in presenza di patogeni e
rimanendo del rosa naturale se ce ne sono di
fisiologici. Il colorante è il rosso-fenolo che
reagisce al pH acido di S.Aureus, per l’utilizzo di
mannitolo mentre non reagisce per il
metabolismo peptonico. Salt pwechè contiene
Sali di NaCl inefficace sui Sttaphilococchi ma
agente selezionante sugli altri microrganismi.
REPLICAZIONE DNA PROCARIOTI
È un meccanismo semiconservativo che parte da
un’unica origine e procede in maniera bidirezionale; si
arresta quando le due forche si incontrano, caso non
presente in alcuni plasmidi come i plasmidi-F che sono
unidirezionali. La duplicazione nei procarioti avviene
grazie all’enzima DNA-Polimerasi che però non è in grado
di svolgere l’α-elica, di iniziare a partire da due
desossinucleotidi trifosfati (poiché necessita di primers) e
di unirli; sono in grado solo di estendere il filamento in
una sola direzione mentre per il resto sono necessarie
alcune proteine accessorie. Il meccanismo è discontinuo
perché su uno dei due filamenti la sintesi non avviene “in
continui” bensì a frammenti che prendono il nome di
frammenti di Okazaki la cui unione avverrà in seguito.
I buchi lasciati dai primers a RNA verranno poi riempiti e
legati da una serie di proteine ed enzimi. In E.Coli ci sono 5 DNA-Pol, di cui solo la
III e la I intervengono in questo
processo: III interviene nella
duplicazione e I interviene nella
riparazione dei frammenti mentre le
Isomerasi rilassano le molecole di DNA
e le DNA-Girasi agiscono sui due nuovi
filamenti di DNA e li separano. 22
L’inizio della sintesi avviene in una ORI-C di circa 250 bp, caratterizzata da alcuni elementi nucleotidici,
chiamati DNA-Box, riconosciuti dalla DNA-A, una proteina ATPsintasi sensibile a sequenze specifiche;
quando avviene il legame forma un dominio con essa che cambia la topologia della doppia elica arrivando
ad indebolire i legami idrogeno presenti a monte e separando i filamenti con una bolla in cui poi si inserirà
una Elicasi (due, una per filamento) il cui compito sarà di svolgere i filamenti in senso opposto.
Infine entra e si
lega anche SSB
(Single Strand
Binding) per
impedire la
riassociazione dei
due filamenti,
seguita da DNA-G,
altro nome della
RNA-Polimerasi che
sintetizzerà i
primers.
Tale processo negli
eucarioti inizia in
una certa fase del
ciclo cellulare, nei
batteri però è presente un tipo di controllo diverso: dipende dalla disponibilità di ORI-C a legarsi con DNA-A
e dalle DAM, metilasi presenti solo sul nuovo filamento e che ne impediscono la replicazione.
Il genoma di E.Coli misura circa 4,6 Mbp e, con la velocità di replicazione delle polimerasi, il tutto dovrebbe
completarsi in 35 minuti; sperimentalmente però si è visto che in laboratorio esso si riproduce in soli 30
minuti grazie ad una diversa modalità di controllo e coordinazione delle fasi del ciclo cellulare.
La DNA-Pol III ha 4 tipi di subunità:
Una catalitica (esonucleasi)
Una “sliding Clamp”: funge da morsetto
scorrevole sul DNA
Una Clamp-Loader (verde nel disegno)
Dimero Tau (τ): tiene uniti i due nuclei enzimatici
La RNA-Nucleasi H rimuove i primers a RNA formando dei “buchi” riempiti dalla DNA-Pol I con le sequenze
nucleotidiche di DNA mancanti e collegando i vari frammenti con legami fosfodiestere grazie all’intervento
di una ligasi a DNA; la terminazione avviene con lo scontro delle due forche in una zona ricca di sequenze
dette TER (da Termination) che richiamano proteine TUS per fermare il processo ed infine con l’intervento
di una Girasi (la topoisomerasi IV) che separa i due plasmidi ancora incastrati tra loro.
I dati indicano che mediamente viene sbagliata una base su un milione mentre l’aggiunta di basi extra è
8
ancora più rara (1 su 10 ) vista la presenza di sistemi di correzione (chiamata anche Profreeding) svolta da
proteine accessorie al nucleo catalitico; ai virus questo invece capita molto più di frequente, circa 1 su
3 4
10 /10 . 23
METABOLISMO
Si riferisce a reazioni biochimiche cellulari che
sintetizzano o demoliscono alcune molecole
per cui è necessaria dell’energia; i processi di
sintesi, nei procarioti e negli eucarioti, sono
simili a differenza di quelli catabolici poiché
quest’ultimi sono in grado di ricavare energia
dall’ambiente potendo attingere a diverse
fonti. Gli eucarioti sfruttano elementi come il
Carbonio organico (si parla di Chemio-
Organotrofi) così come alcuni procarioti ma
altri, come le piante, sono fototrofi. Troviamo
anche specie Chemio-Litotrofe cioè organismi in grado di vivere con molecole inorganiche come S, NH , CO,
3
H e H S o Archea che, a differenza degli eucarioti, sono in grado di sfruttare la CO .
2 2
L’uomo si definisce un Chemio-Organotrofo Eterotrofo poiché usa atomi di carbonio che ricava da
macromolecole come i carboidrati mentre le piante sono Fototrofe Autotrofe in quanto sfruttano il
Carbonio inorganico atmosferico per trasformarlo in composti organici.
CATABOLISMO
Produce elementi che permettono di compiere Anabolismo, ovvero processi di sintesi, come molecole ad
alta energia di idrolisi o con potere riducente; le reazioni che provocano sono redox cellulare dove il
substrato nutritivo può accettare o donare energia sfruttando molecole in grado di immagazzinarla
temporalmente come ATP, PEPE o acetilfosfato. I processi cellulari però comprendono anche reazioni di
-
deidrogenazione, in cui gli elettroni (e ) vengono raccolti da coenzimi, come ad esempio il NAD, che passano
da una forma ossidata ad una ridotta per un certo periodo. 30.03.14
CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA
La divisione più semplice che è possibile effettuare è tra metabolismi Aerobi ed Anaerobi: agli estremi
infatti troviamo i cosiddetti aerobi ed anaerobi Obbligati, organismi che necessitano assolutamente della
presenza o dell’assenza di una certa condizione per respirare e quindi vivere e compiere metabolismo.
24
Tra gli Aerobi troviamo i Facoltativi, specie per cui non è strettamente necessaria la presenza di ossigeno
ma che ne traggono comunque benefici, dotati di metabolismo fermentativo alternativo ed i Microaerofili
in cui una tensione di ossigeno superiore a 20% risulta dannosa.
Tra gli Anaerobi invece troviamo gli Aerotolleranti, i quali pur reggendo l’ossigeno non lo mantenendo un
metabolismo a fermentazione.
FERMENTAZIONE
L’accettore ed il donatore di elettroni sono sempre molecole organiche, utilizzate in ambienti privi di
ossigeno come sacche di gas, paludi o il colon animale; l’ATP è prodotto in un processo chiamato
Fosforilazione a livello di substrato insieme ad una certa quantità di equivalenti riducenti che verranno
consumati (cioè ridotti a NADH e FADH ) e riossidati (recuperati come NAD e FAD) nel corso del
2
metabolismo. È uno dei più antichi metabolismi, evolutosi per primo e rimasto uguale in alcuni organismi
mentre in altri viene usato come fase preliminare per una serie
di reazioni più ampie; i substrati sono carboidrati, polimeri di
monosaccaridi di cui il glucosio è il miglior esponente, e
proteine. Il metabolismo del glucosio incrocia diverse vie con
l’acido piruvico, suo prodotto ossidato (nel Glc ha 0 mentre nel
PYR il carbonio ha +2 o +3) i cui elettroni saranno accolti dai
coenzimi.
Nella Glicolisi il PYR viene ridotto per riossidare il potere
riducente del NAD che così viene riciclato: ciò avviene
riducendo il PYR in diverse molecole a seconda del tipo di
metabolismo dell’organismo in questione. Si divide in 6 tipologie in cui però i caratteri generali sono uguali
per tutti; sono molto importanti per scopi pratici come produzione di alimenti, molecole industriali e
diagnosi patologiche: