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Preparazione:
Conoscere cosa può accadere
Capacità di gestire la sorpresa e l’emozione: attitudine mentale
Dotarsi di sistemi che consentono la reazione: sistemi e metodi preordinati
Fasi della preparazione:
Analisi delle aree di vulnerabilità: identificare, impatto, probabilità, rischi, interlocutori coinvolti.->
costruire un sistema di gestione delle crisi.
Comitato di crisi: risorse e competenze.-> isolare la gestione della crisi dalla normale gestione degli
affari; mantenere il piano di preparazione aggiornato; monitorare l’evoluzione delle vulnerabilità.
Piano di crisi: procedure, sistemi e materiali.-> elaborare un efficace risposta.
Crisis Training: simulazioni/esercitazioni di crisi.
Le dinamiche di percezione del rischio
Rischio: un certo livello di rischio è esistente in ogni attività umana. Il problema è di valutare qual è questo
livello, decidere se è accettabile o meno, ed in caso di risposta negativa, decidere il da farsi per ridurlo a valori
accettabili.
-> Dal punto di vista scientifico il rischio di un evento è una funzione della probabilità di accadimento e delle
conseguenze dello stesso. Rischio = frequenza x magnitudo = F x M
Reazioni: difficoltà di previsione delle reazioni:
Individualista Gerarchica
Egualitaria Fatalista
I miti della percezione del rischio:
La gente vuole rischio 0 anche se accetta rischi ogni giorno.
Comunicare il rischio genererebbe il panico, ma trattenere le info è visto come nascondere i fatti.
Difficoltà dovuta a far comprendere alla gente concetti tecnici complessi.
Percezione del rischio: la percezione del rischio è determinata dalla componente di pericolo reale e dalla
componente emotiva di indignazione.
Non segue schemi logici.
Gli atteggiamenti di base sono differenti da persona a persona e difficili da cambiare.
La percezione è influenzata dall'esperienza familiare e il grado di controllo.
L’emozione è il principale fattore nella valutazione del rischio.
Fasi della percezione del rischio:
Rifiuto Depressione
Rabbia Accettazione
Contrattazione
Comunicare il rischio
La comunicazione del rischio è un processo interattivo di scambio d’informazioni e di opinioni sul rischio tra
i valutatori del rischio, gestione del rischio, e altre parti interessate.
o Non rassicurate troppo, poiché una stima elevata di pericolo modificata al ribasso è più accettabile
di una stima modificata al rialzo.
o Affermate una persistente attenzione prima di dare aggiornamenti rassicuranti.
o Invece di fare promesse sul risultato, esprimete l’incertezza della situazione e un fiducioso
affidamento al “processo in atto” per risolvere il problema.
o L’ansia della gente viene ridotta dall’azione e da una ripristinata sensazione di controllo.
o Lasciate alla gente il diritto di avere paura.
Una cattiva comunicazione: può aggravare una crisi.
Cosa evitare:
o Attendere di avere informazioni sicure per informare all’interno e all’esterno.
o Aumentare l’audience.
Credibilità: fattore fondamentale, poiché la gente giudica il messaggero prima del messaggio soprattutto in
termini di fiducia.
Messaggi: devono essere chiari, concisi e reiterati. Devono essere ben definiti e non devono mirare a più di
3 punti chiave.
Cosa fare:
• Riconosci che cosa rappresenta una buona notizia: utilizzo di mezzi di comunicazione.
• Creare fiducia: Descrivi le azioni dell’organizzazione per prevenire, gestire, ridurre i rischi.
• Costruisci l’appoggio e la comprensione dei dipendenti.
• Sii aperto, flessibile, disposto ad accettare responsabilità.
Sei modi per ridurre l’Outrage (indignazione):
• Circoscrivete il problema ai valori medi, non agli estremi.
• Riconoscere i propri errori, ripetutamente.
• Ammettere i problemi attuali, con enfasi.
• Discutere i propri risultati con umiltà.
• Condividere il controllo, essere verificabili.
• Portare le preoccupazioni in superficie.