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Il test di Ames serve per quantificare il potenziale genotossico di una matrice
ambientale. L'impatto sull'ambiente, sulle opere e sulla salute del particolato è
massiccio. Il PM <=5um arriva fino agli alveoli polmonari, mentre il PM 10 viene fermato
dai peli del naso. Il decreto n.60 ha previsto a partire dal 1/1/2005 che il valore di 50
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ug/m , per il PM10 nelle 24 ore, non deve essere superato per più di 35 volte l'anno. I
mesi più critici sono sempre quelli invernali. La situazione è migliorata molto nel corso
degli anni, grazie alle diverse soluzioni preventive adottate. Il contributo delle
automobili è sempre più piccolo; in ogni caso le sorgenti del PM sono tante e
contribuiscono variamente al totale. Alcune sorgenti sono la combustione industriale e
non, il trasporto, gli incendi, l'incenerimento dei rifiuti agricoli, ecc..
L'azione preventiva si basa come al solito sulla riduzione delle emissioni.
_NOx
Gli ossidi di azoto originano da diverse fonti e possono essere primari e secondari.
Derivano per il 49% dagli autoveicoli, per il 27% dalla produzione di energia e per il 19%
dalle emissioni industriali, commerciali e residenziali. Secondo l'EPA (Environmental
Protection Agency), i NOx sono gli unici inquinanti a non essere diminuiti dopo il Clean
Air Act del 1970; la riduzione di questi inquinanti è un punto cruciale per un'aria più
pulita. L'unica prevenzione possibile è quella di ridurre le altre emissioni, come quelle di
idrocarburi, che portano alla formazione dei NOx secondari i quali sono inquinanti
fotochimici. Uno degli effetti principali dei NOx è la formazione dell'ozono a livello del
suolo; ciò può causare danni ai bambini e alle persone con asma e problemi respiratori.
L'ozono può essere trasportato dalle correnti e quindi espletare i suoi effetti anche
lontano dal luogo di origine; inoltre è danneggiata la vegetazione. I NOx, insieme ai SOx,
sono responsabili delle piogge acide, un problema ora quasi totalmente superato ma che
in passato a generato diversi danni alla vegetazione e alle opere, oltre che a rendere
così acide le acque di laghi e fiumi da non poter permettere la vita. L'uomo è colpito
soprattutto a livello respiratorio (enfisemi polmonari, bronchiti, aggravamento malattie
cardiache). La presenza di tanto azoto nelle acque causa l'eutrofizzazione, la quale
porta ad una minore presenza di O e quindi ad una riduzione della vita sotto la
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superficie acquatica. N O, un NOx, è un gas serra, e concorre con tutti gli altri al
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surriscaldamento globale. Nell'atmosfera i NOx reagiscono con una varietà di sostanze
tra cui idrocarburi, composti organici e ozono, formando talvolta dei composti tossici
come nitrosammine. Infine, la presenza massiccia di NOx nell'aria causa una riduzione
della visibilità.
Nello studio comprendente le 21 città europee, Torino è risultata la più inquinata anche
sotto il profilo dei NOx. I picchi non ci sono solo in inverno ma anche in estate, a
seconda delle condizioni climatiche. Le fonti primarie di NOx prevalgono su quelle
secondarie. Per migliorare la situazione bisognerebbe ridisegnare i flussi del traffico in
modo da ridurre il più possibile le emissioni. In ogni caso, le varie leggi che regolamento
le prestazioni dei motori volgono verso una costante diminuizione di NOx.
_INQUINAMENTO INDOOR
E' solamente dagli anni '90 che si è avuta coscienza della presenza di un inquinamento
indoor (detto anche 'non tradizionale', riferendosi a quello outdoor come 'tradizionale';
outdoor + indoor -> esposizione totale), oltre che outdoor. Oltretutto, questo tipo di
inquinamento è spesso più tossico e più concentrato (a parità di emissione), in quanto in
un ambiente chiuso c'è meno diluizione; inoltre le persone passano più tempo in
ambienti indoor. La quantificazione dell'inquinamento indoor risulta però difficile dal
momento che esso dipende dal microambiente, dall'efficienza di ventilazione, dalle
sorgenti e dalle abitudini di vita. L'inquinamento indoor può essere quantificato con
rapporti del tipo winter/summer o in/out (1, tanto fuori quanto dentro; >1, più
concentrato all'interno; <1, più concentrato all'esterno).
Il ministero dell'ambiente definisce l'inquinamento indoor come la presenza di
contaminanti fisici, chimici, biologici ed ecologici in ambienti chiusi NON presenti
naturalmente in sistemi esterni aperti di elevata qualità (1991). Secondo la definizione
più recente di Beltrami Gadola, l'inquinamento indoor è l'inquinamento di un ambiente
interno dove si svolgono le attività umane eccetto quelle direttamente produttive (es.
fabbriche). La presenza di inquinanti all'interno di un ambiente può portare ad un
discomfort, cioè condizioni di malessere dovute agli inquinanti ma anche alla presenza
di allergeni di origine biologica (come muffe o peli di gatto). In pratica, se alterate, le
condizioni fisiche (vibrazioni e rumori), chimiche e biologiche di un ambiente di vita
possono influire negativamente sulla salute. Per esempio, case costruite su terreni non
stabili o contenenti metalli pesanti, piuttosto che costruite con legni di origine non
controllata contenenti fitofarmaci, possono influire sulla salute umana. Tempo fa le
vernici contenevano benzene e altri solventi, che ora – per legge – non possono più
essere utilizzati (prevenzione primaria). Tra gli inquinanti indoor ci sono solventi come il
metilcloroformio, tetracloroetilene, benzene, trielina, oppure fitofarmaci, o ancora
prodotti per la pulizia. Tutti questi inquinanti sono classificati in base ad una scala di
tossicità. Certi composti, come quelli cancerogeni, devono essere trattati previa
conoscenza delle loro proprietà e adozione di prevenzioni come i DPI. Molti prodotti
prima usati in forma di polveri sono liquidi, in modo che non possano essere respirati:
un'altra azione preventiva effettuata a livello legislativo. I condizionatori mal mantenuti
possono essere una fonte di inquinamento indoor veicolando patogeni come Legionella
pneumofila, agente della legionellosi. Altre patologie causata da elevati livelli di
inquinamento indoor sono febbre di pontiac, influenza, aspergillosi, infiammazioni delle
prime vie aeree, ecc.. Alcune forme di allergie causate dalla presenza di allergeni
chimici o biologici possono sfociare in asma e crisi respiratorie, con risvolti più o meno
gravi. Per evitare ciò è bene eliminare le varie fonti di allergie. A seconda dei
comportamenti e delle abitudini adottati, le condizioni ambientali negli ambienti
confinati possono quindi migliorare.
TABELLA SLIDE: leggo bene
Oggi, addirittura, le case produttrici di colle e vernici seguono la tendenza generale
cercando di essere più 'eco', 'green', cioè a favore dell'ambiente. Comunque, a seconda
delle categorie lavorative si è più o meno esposti ad un tipo di inquinamento: una
casalinga sarà più esposta all'inquinamento indoor di un vigile o di un contadino, che
subiranno invece quello outdoor. Ciò dipende anche dalle variazioni stagionali. Le
caratteristiche di popolazione, di costruzione degli edifici e delle attività negli edifici
sono fattori che contribuiscono alla qualità dell'aria interna.
Alcuni problemi importanti sono quelli causati dall'amianto, la cui correlazione con il
mesotelioma pleurico è ormai nota, e quelli causati dalla lana di vetro, le cui particelle
in fase dispersa sono simili all'amianto ma sembrano provocare soltanto irritazioni
respiratorie. Gioca un ruolo consistente anche la T, che se mantenuta alta favorisce
l'evaporazione di solventi chimici; si è dimostrato inoltre che ha effetti negativi sul
metabolismo (fa ingrassare). Il processo di caratterizzazione del rischio passa attraverso
le seguenti fasi:
Identificazione dell'inquinante pericoloso;
– Descrizione dell'esposizione umana;
– Analisi della reazione dose-risposta;
– Caratterizzazione qualiquantitativa del rischio espressa mediante o una stima del
– rischio individuale per unità di esposizione o dell'incidenza nella popolazione a
rischio degli effetti considerati.
Gli inquinanti indoor possono avere effetti respiratori, genotossici, irritativi,
cardiovascolari, sistemici, oltre che causare infezioni e tossicosi da agenti biologici e la
sick building syndrome. Quest'ultima – sindrome dell'edificio malato - è una reazione al
microclima che colpisce la maggior parte degli occupanti di un palazzo e che non può
essere correlata con una causa evidente quale un’eccessiva esposizione ad un singolo
agente o un difetto del sistema di ventilazione. Il termine “edificio malato” è stato
coniato per definire gli edifici con problemi di inquinamento indoor (fonte: OMS). Un
edificio è considerato malato quando, in coloro che vi soggiornano, insorgono patologie
che possono essere messe in relazione con l’inalazione dell’aria in esso contenuta
(Ministero dell'ambiente). Ci sono quindi diversi sistemi per garantire un comfort
ambientale di elevata qualità, in modo che quando si entra in un luogo non si percepisce
alcun fastidio. Anche di questo si occupa il ministero dell'ambiente.
Le principali 5 categorie di disturbi riscontrati negli occupanti di un edificio malato
sono: irritazione oculare o nasale e delle prime vie aeree, irritazione cutanea, disturbi
nervosi, iperattività aspecifica (agitazione generale), disturbi dell'olfatto e del gusto. I
sintomi sistemici devono essere infrequenti e l'irritazione sensoriale deve essere il
disturbo dominante. L'andamento epidemico dei sintomi indirizza la ricerca delle cause
verso l'ambiente confinato e non verso altri agenti esterni. Il senso di malessere può
provocare anche danni economici, perciò è importante creare un ambiente a misura
d'uomo per evitare che la capacità lavorativa dei dipendenti diminuisca. Un'altra azione
preventiva è stata quella del divieto di fumo negli ambienti pubblici e quindi in quelli
lavorativi.
I sintomi riscontrati possono essere raccolti in tre gruppi principali: reazioni acute
fisiologiche o sensoriali, reazioni psicosociali e variazione subacuta di variabilità ai
fattori ambientali. Da qui possono nascere varie iniziative per migliorare l'ambiente di
lavoro, per esempio un ufficio, quali il mantenimento di T e umidità adeguate, un
ricambio d'aria sufficiente, una buona illuminazione, la presenza di mobili e arredi che
non emettano formaldeide e altri solventi (l'emissione di VOC è strettamente legata alla