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IL SUPERSTRATO
Complesso dei fenomeni che la lingua dei vincitori lascia sulla lingua dei vinti prima di scomparire.
Torniamo a un rapporto di forza, a un concetto di invasione. Un esercito che parla una certa lingua si
impone su una popolazione. Popoli germanici invadono territori in cui si parlava latino. ad esempio i
Burgundi danno vita alla dinastia Merovingia (i re fannulloni), da questa dinastia esce Carlo Magno che
cambia la dinastia Merovingia in dinastia Carolingia e fonda il Sacro Romano Impero. I franchi fanno mutare
il latino della Francia del nord, lo rendono molto diverso dal latino. nessuno in Francia parla più il franco,
nessuno in Italia parla più il Longobardo, però queste lingue hanno portato numerose influenze al latino
prima di scomparire. I Longobardi
I longobardi si stanziano in Lombardia (Italia del nord/pianura padana- Italia centrale/ducato di Spoleto) dal
568 al 774 d.C (quando Carlo Magno sconfigge il re Desiderio, dopo aver sposato sua figlia Ermengarda).
Termini: ordalia, faida, tappo, fiasco, zanna, Matilde, Adalberto, Fara,… come mai così pochi termini?
Perché hanno una forte soggezione del mondo romano, salve a introdurre poche leggi accettano quelle
esistenti. Carlo Magno
Diventa imperatore la notte di natale del 800
Ha innalzato il grado di istruzione e ha promosso la creazione di scuole oltre alla riforma del latino scritto e
parlato. Il latino era la lingua della chiesa, ma nell’813 d.C le prediche vengono tradotte in volgare. Carlo
Magno sostiene che il latino in cui si esprimeva il prete non era vero latino, ma latino volgare, pieno di
errori e infrazioni alle regole per avvicinarsi al parlato. Carlo Magno sapeva quindi che il latino scritto dei
suoi tempi non era il latino classico allora impose che venisse riutilizzato un buon latino classico. Quando lui
impone questa cosa muoiono quelle forme di compromesso che permettevano la comprensione da parte
del popolo. Il latino il popolo non lo capisce proprio più.
Nel 842 d.C verranno giurati in volgare i Giuramenti di Strasburgo (3 nipoti di Carlo Magno, figli di Ludovico
il Pio. Carlo il Calvo (territorio francese, Lotario (Italia e titolo imperiale)e Ludovico il Germanico (territorio
germanico). Carlo e Ludovico fanno una forma di giuramento duplice (tedesco e romanzo).
Nella Romania antica il passaggio da latino a lingue romanze è la più continuo perché in questi territori le
lingue romanze sono la diretta continuazione del latino. Il latino si è evoluto e si sono evolute anche le
lingue romanze. Inghilterra.
Romania perduta, mai nata. Si voleva conquistare l’Inghilterra, ma non è mai arrivato il latino in modo
importante. I romani abbandonarono l’impresa. L’Inghilterra non si è mai latinizzata.
La Dalmazia. Territorio illirico
San Girolamo era nato ni Dalmazia, era ciceroniano, aveva uno stile modellato sulla classicità di cicerone, si
rimproverava di essere ciceroniano e non cristiano. In Dalmazia non c’è una lingua romanza, è morte nel
secolo 1800 quando è morto un minatore, per lo scoppio di una mina, i cui nonni parlavano un antico
dialetto senza forma letteraria scritta, il dalmatico. È raro che una lingua muoia, di solito evolve. È morta
perché si trovava addosso il serbo-croato. Le lingue slave godevano di maggior prestigio rispetto a questo
dialettucolo. Qui si parla di Romania abortita, perché era nata, ma è morta presto.
In Dalmazia ci sono degli insediamenti veneti, perché è stato colonizzato dalla repubblica veneziana. Si parla
di Romània nuova, perché il dialetto romanzo è stato portato li già nato.
Le colonie extra europee
L’impero romano non comprendeva solo l’Europa ma anche le coste settentrionali dell’Africa e dell’Asia.
Le coste della più vicina Asia Minore parlavano greco, questo li salvò dalla latinizzazione perché il
greco aveva maggior prestigio.
Nell’africa nord occidentale c’erano insediamenti romani molto antichi: quella che era stata
Cartagine, che era punica e fu distrutta nel 133 ac durante la terza guerra punica, sulle sue rovine fu
sparso il sale, ma fu ricostruita qualche km più in la. Grande centro di commercio, attuale Tunisia,
Algeria e Marocco erano provincia d’africa tra le più ricche e usate da Roma. Qui si parlava il latino
nella prima metà del V sec, siamo certi di questo perché Sant’ Agostino era vescovo a Ippona, in
Algeria. Sant’ Agostino era anche lui ciceroniano, ma scriveva anche per il popolo. A Ippona il
popolo era un po’ turbato dall’eresia donatista, allora sant’Agostino scrisse degli inni da cantare
contro le manifestazioni eretiche dei donatisti. Sono inni in latino non ciceroniano, ma più vicino al
popolo, in stile romanzesco: “l’abbondanza dei peccati è solita rattristare i fratelli, a causa di ciò il
nostro signore volle che noi ammonissimo…”. Avremmo potuto aspettarci una nascita della lingua
romanza in queste zone, invece arrivarono i Verberi e i Arabi e questo non accadde. (bisogna
sapere dov’è la penisola arabica da cui vennero gli arabi. Arrivarono per diffondere l’islam a cui
Maometto aveva dato forma e struttura nella prima metà del VII sec, proclamando la necessità
della guerra santa. Arrivarono anche in penisola Iberica nel 711 a.C, tenteranno anche di passare i
Pirenei e arrivare in Francai ma verranno fermati da Carlo Magno. Si parla di Romania perduta.
Secondo la nostra cartina sulle coste settentrionali dell’africa si parla francese, in realtà si parla
l’arabo, la cartina è troppo piccola per far capire che il francese è limitato a piccoli centri territoriali
legati alla memoria dell’antica colonizzazione francese. Da un lato quini sono Romania perduta
perché c’era il latino che è stato cancellato dall’arabo, dall’altro è Romania acquistata perché con la
colonizzazione francese e spagnola (in Marocco) è stata romanizzata nuovamente. Ci sono anche
degli insediamenti minuscola di lingua italiana, sogno dell’Italia tra dine 1800 e inizio 1900 (Somalia,
Eritrea, Etiopia). singoli territori della Romania Europea:
I
Penisola iberica:
Fig. 5: situazione anno 1000:
Sono arrivati gli Arabi nel 711, passando dallo stretto di Gibilterra. Oggi in penisola iberica quasi tutto il
territorio è di lingua romanza, tranne l’area basca (a ovest tra Francia e spagna, golfo di Guascogna.) Il
basco è una lingua che non appartiene all’indoeuropei, è più antica ed è totalmente diversa dal latino, è
una lingua in regressione, ma, nella fig 5, vediamo come oggi sia rimpicciolita cmq di poco. Il Basco
sopravvive anche se non ha alle spalle grandi letterature. Come mai è riuscita a mantenere il suo territorio?
Perché la lingua è un fattore ereditario, e è così che è percepita dalle comunità. È un fattore identitario e da
sempre per mantenere la propria identità si cerca di mantenere la propria lingua. I Baschi da sempre hanno
rivendicato una diversità etnica, un’autonomia politica e amministrativa dal territorio spagnolo. Attuarono
pratiche anche come l’endogamia (sposarsi solo tra Baschi- pratica caduta quando una figlia di Guan Carlos
sposò un Basco). Tutt’oggi rivendicano la lingua basca come elemento di coesione grandissimo.
Gli arabi di spagna sono forti ricchi tolleranti colti raffinati e di buona politica culturale. Tolleranza religiosa
e coltivazione di arti e culture. Hanno mantenuto vivo lo studio della lingua greca, che dopo la caduta
romana d’occidente aveva smesso di essere praticato. Aprono una scuola a Tolone, e grazie a loro verranno
tradotti numerosi testi dal greco al latino. gli arabi arrivando in Spagna hanno trovato dei dialetti romanzi
mozarabici (non vuol dire dialetti arabi, è un aggettivo che significa “schiavo degli arabi”, ma i dialetti erano
romanzi.) C’è rimasto poco di questi dialetti perché si produssero pochi testi letterari perché questo
dialetto non era la lingua del potere e della cultura ufficiale. Erano le classi alte a produrre la maggior parte
dei testi, quindi gli arabi. Gli arabi non distrussero questi dialetti perché in territorio iberico la cultura latina
era secolare.( L’arabo è una lingua di superstrato, lascia qualcosa ai vinti prima di scomparire .-numeri,
algebra, zucchero, albicocche, alcool, chimica, magistrato, permesso, baldacchino, baldracca, cotone,
alambicco,-tanti nomi che iniziano in al, tratto caratteristico degli arabismi assunti in penisola iberica
soprattutto dal castigliano, al non faceva parte della parola araba, ma era l’articolo determinativo che
l’arabo mette davanti a ogni nome anche di persona, gli spagnoli pensavano facesse parte della parola. NB:
i termini con al in italiano derivano da un super strato spagnolo o un adstrato, mentre i termini senza al
ma arabi ci arrivano sempre da un super strato o un adstrato arabo)
Nel nord si era organizzata una sorta di resistenza contro gli arabi da parte di territori cristiani che si erano
appostati su i Pirenei, procedendo da Ovest a Est abbiamo il dialetto Galego Portoghese (possiamo
chiamarlo anche lingua-parlato da tanti in un territorio circoscritto, sviluppa una letteratura propria estesa
su lungo raggio). Poi troviamo il Leonese, dialetto di un’area abbastanza vasta rispetto all’attuale
estensione. Il regno di Castiglia con capitale Burgos era piccolino. L’Aragonese con capitale Saragozza, dove
si parlava catalano,era anche lui più piccolo rispetto ad oggi.
Fig. 6: situazione attuale.
Anche il catalano (idioma romanzo) persegue oggi giorno idee di autonomia. Adesso c’è un’enorme
estensione del Castigliano, lingua ufficiale della politica di stato. Il catalano è diventata 2 lingua ufficiale.
Qui non sembrano esistere dialetti, la parlata quotidiana coincide con la lingua nazionale.
Come si è arrivati dalla situazione dell’anno 1000 alla situazione attuale? Già tra il 1000 e il 1492 si realizzò
la massima parte della Reconquista (reconchista si legge!!), le diverse regioni linguistiche svolsero ruoli
diversi.. la parte del leone l’ha fatta il regno di Castiglia che ha riconquistato agli arabi numerosi territori
portando il dialetto castigliano, dialetto prestigioso e più visino al dialetto mozarabico di ceppo romanzo.
Anche catalano e portoghese si sono molto sviluppati.
La Francia:
notiamo come le lingue non rispettano i territori nazionali attuali.
Lingua d’oil a nord (si legge òil, non oìl)
Lingua l’oc a sud
È il modo di dire “si”. È Dante che ha definito queste due lingue.
Lingua d’oil: Sono dialetti poco conservativi e stretti parenti del francese sta