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FARMACOLOGIA
1. FINESTRA TERAPEUTICA E FORMULAZIONI FARMACOLOGICHE
Le principali caratteristiche farmacologiche si possono riassumere in: qualità, sicurezza ed efficacia. Occorre
infatti valutare gli effetti collaterali, che dipendono in primis dalla dose somministrata. La risposta in
funzione della dose del farmaco è la seguente: Curva sigmoidale. Vi ritroviamo la FINESTRA
Finestra Terapeutica
Risposta TERAPEUTICA, compresa tra la minima dose attiva e
la massima dose tollerabile senza effetti tossici.
NB ci possono essere effetti collaterali anche nella
finestra terapeutica.
Log (dose farmaco)
In un medicinale, il farmaco è sempre associato a degli ECCIPIENTI (o veicoli) che sono sostanze senza
attività farmacologica ma che possono modificare i vari processi farmacocinetici. Inoltre, danno forma e
consistenza al farmaco. Il farmaco può avere diversi tipi di formulazione: solida (polvere, compressa,
capsula, confetto, supposta), liquida (soluzioni, sospensioni, emulsioni, gocce, sciroppi), e a rilascio
controllato (micro o nanosfere, cerotti transdermici, liposomi, sistemi osmotici etc). Queste ultime hanno
diversi vantaggi: controllano il livello ematico del farmaco, diminuiscono il numero di somministrazioni
giornaliere, evitano fenomeni di sovra-sottodosaggio e minimizzano quindi gli effetti collaterali. Di seguito
un confronto tra somministrazione di un farmaco convenzionale vs farmaco a rilascio controllato:
Concentrazione ematica del farmaco
Riconosciamo: C
Area A: zona di INEFFICACIA (no effetto terapeutico)
Area B: zona TERAPEUTICA B
Area C: zona di TOSSICITA’ A
tempo
La somministrazione orale di un farmaco provoca un iniziale innalzamento della concentrazione del
farmaco in circolo dopo essere stato assorbito nell’intestino, per poi diminuire man mano che l’organismo
provvede al suo smaltimento. Con queste oscillazioni di concentrazione, il farmaco può facilmente
raggiungere le aree A e C. In un farmaco a rilascio controllato invece, la sua concentrazione aumenta
progressivamente fino ad arrivare a plateau (quando la velocità di assorbimento eguaglia la velocità di
eliminazione), permettendo quindi di ridurre il numero di somministrazioni.
2. FARMACODINAMICA
Un farmaco può agire in modo SPECIFICO o in modo ASPECIFICO. Nel primo caso, la maggior parte di
farmaci appartenenti a questo gruppo determina il proprio effetto legandosi in modo specifico a
macromolecole (pompe, trasportatori, enzimi, canali ionici, acidi nucleici). I farmaci invece aspecifici
agiscono mediante le proprietà chimico-fisiche del farmaco stesso, hanno come bersaglio soprattutto
l’acqua e sono utilizzati come lassativi o diuretici o come sostanze che aumentano il volume ematico.
La farmacodinamica studia in particolare l’interazione tra i farmaci ed i recettori. Un farmaco ha due
principali tipi di interazione con un recettore, e a seconda di questro ritroviamo:
- FARMACO AGONISTA: farmaco che si lega al recettore e genera una risposta biologica; in genere
un agonista riproduce gli effetti di un composto endogeno.
- FARMACO ANTAGONISTA: Gli antagonisti sono farmaci che si legano con alta affinità ai recettori,
ma non sono in grado di indurre di per sé una risposta biologica. L’effetto farmacologico di un
antagonista è dovuto alla sua proprietà di inibire l’effetto dell’agonista endogeno che agisce
attraverso lo stesso recettore. A sua volta, l’antagonista si distingue in COMPETITIVO (che si lega
allo stesso sito recettoriale dell’agonista con un legame debole, quindi compete con l’agonista per
quel recettore e può essere spiazzato da esso) e in NON COMPETITIVO (lega lo stesso sito
recettoriale dell’agonista con un legame covalente, oppure ad un sito diverso sullo stesso recettore,
quindi non può essere spiazzato dall’agonista). L’antagonismo competitivo è di tipo reversibile,
mentre quello non competitivo è di tipo irreversibile.
Altri concetti importanti in farmacodinamica sono:
la potenza di un farmaco, ossia la capacità di indurre un effetto con una certa dose;
l'efficacia di un farmaco, ossia l'entità massima dell'effetto che il farmaco può indurre;
la EC50 di un farmaco, ovvero la concentrazione di farmaco che genera un effetto pari al 50%
dell'efficacia.
l'IT di un farmaco, ovvero l'indice terapeutico di un farmaco, è il rapporto tra la DL50 (dose che
provoca la morte del 50% dei soggetti) e la DE50 (dose capace di dare il 50% dell'effetto massimo
ottenibile da quel farmaco). Tanto più il risultato è maggiore di 1, tanto più il farmaco può ritenersi
sicuro; al contrario con valori prossimi a 1 il farmaco risulta più pericoloso e necessita di dosaggi più
attenti.
3. FARMACOCINETICA
La farmacocinetica studia il destino del farmaco nell’organismo, si occupa quindi dell’assorbimento, della
distribuzione, del metabolismo e della eliminazione (ADME) del farmaco.
Esistono vie di somministrazione possibili: le vie ENTERALI (in cui il farmaco viene introdotto attraverso
l’apparato digerente –via linguale, sublinguale, rettale) e le vie PARENTERALI (in cui il farmaco viene
introdotto al di fuori dell’apparato digerente, ma per via intravascolare, intramuscolare, inalatoria o
cutanea per esempio).
a) ASSORBIMENTO
È l’insieme dei processi (attivi e passivi) che consentono il passaggio del farmaco dal suo sito di
somministrazione alla circolazione sistemica. Per far ciò, il farmaco deve superare diverse barriere
biologiche, di numero e di tipo diverso a seconda della via di somministrazione utilizzata (barriera
epiteliale, endoteliale e metabolica per i farmaci somministrati oralmente per es.). L’assorbimento
di un farmaco è regolato da:
- natura chimico-fisica del farmaco stesso: più il farmaco è piccolo, più verrà assorbito facilmente; il
farmaco deve avere un buon coefficiente di ripartizione olio-acqua (CR), avere in altre parole un
buon grado di idrolipofilia: deve essere abbastanza idrofilo da rimanere in soluzione ma abbastanza
lipofilo per poter attraversare le membrane biologiche.
- dalle caratteristiche anatomo-fisiologiche della superficie assorbente: un farmaco verrà assorbito
più velocemente maggiore è la superficie di assorbimento, maggiore è la permeabilità e la
vascolarizzazione di tale superficie.
Un concetto da evidenziare è la BIODISPONIBILITA’ del farmaco. La biodisponibilità è la frazione di
farmaco somministrato che raggiunge la circolazione sistemica in forma chimicamente
immodificata. È determinata dall’efficienza con cui il farmaco viene assorbito. Chiaramente un
farmaco somministrato per via endovenosa ha una biodisponibilità del 100%, a differenza di un
farmaco somministrato per via orale che può essere metabolizzato a livello epatico o inattivato dal
pH acido dello stomaco e quindi avere una biodisponibilità minore). Come si calcola:
Concentrazione F plasmatica Curva 1: farmaco somministrato per via endovenosa;
Curva 2: farmaco somministrato per via orale;
1 BIODISPONIBILITA’: AUC orale/AUC endovenosa * 100
(dove AUC = area sottesa alla curva)
2 tempo
b) DISTRIBUZIONE
È il processo che implica la distribuzione del farmaco dal compartimento plasmatico a quello
extraplasmatico. Infatti una volta che il farmaco è entrato in circolo, per poter agire deve trasferirsi
nei tessuti e negli organi bersaglio. La distribuzione è influenzata da diversi fattori, quali il flusso
ematico (il farmaco tende ad accumularsi più rapidamente nei tessuti maggiormente perfusi), la
permeabilità capillare, il legame con proteine plasmatiche (legame reversibile ma che comunque
rallenta l’accesso del farmaco al sito d’azione e anche l’eliminazione del farmaco dall’organismo,
può creare inoltre fenomeni di competizione). Il trasferimento del farmaco liberato dal sangue ai
tessuti può comportare un significativo aumento della concentrazione del farmaco sul suo sito
d’azione e l’insorgenza quindi di effetti tossici. Inoltre ogni compartimento del nostro corpo
possiede particolari costituenti chimici con diversa affinità per il farmaco: si parla di VOLUME DI
DISTRIBUZIONE APPARENTE. Altro concetto importante è il TEMPO DI DIMEZZAMENTO (il tempo
necessario affinché la concentrazione plasmatica del farmaco dimezzi).
c) METABOLISMO
È il processo di biotrasformazione che ha lo scopo di modificare nell’organismo la struttura del
farmaco per renderlo più idrosolubile e polare (quindi facilmente eliminabile). La maggior parte dei
farmaci viene metabolizzata prima di essere escreta, ma non tutti: alcuni lasciano l’organismo
immodificati (Barbital). Gli enzimi preposti alla biotrasformazione si trovano in intestino, rene,
cervello, sangue e fegato. Le reazioni catalizzate da questi enzimi possono essere divise in 2
categorie:
1) Reazioni di fase 1, che comprendono reazioni di ossidazione, riduzione, idrolisi e
idratazione grazie alle quali il farmaco acquisisce gruppi chimici grazie ai quali il metabolita
che si forma (più idrosolubile del composto di partenza) possa essere coniugato con un
composto endogeno fornito dall’organismo (chiamati cofattori) dalle reazione di fase 2.
2) Reazione di fase 2 (o di coniugazione), che fornisce cofattori (quali acido glucuronico,
amminoacidi, acido acetico, gruppi metilici, glutatione etc) che favoriscono poi l’escrezione
del farmaco.
d) ESCREZIONE
È il meccanismo di eliminazione del farmaco. Gli organi deputati a tale scopo sono quelli
appartenenti all’apparato respiratorio, il rene e l’intestino. Tramite l’apparato respiratorio
vengono eliminate sostanze gassose o volatili a temperatura corporea (v. anestetici inalatori). Il
rene provvede all’eliminazione di farmaci idrosolubili e piccoli tramite i processi di filtrazione
glomerulare (che filtra solo il farmaco in forma libera), secrezione tubulare (i metaboliti coniugati
vengono trasferiti tramite carrier nei tubuli prossiimali e in questo caso viene filtrato anche quella
quantità di farmaco che prima era legata a proteine plasmatiche a seguito della loro dissociazione)
e riassorbimento tubulare (facilitato dal riassorbimento di acqua da parte del nefrone) che portano
alla formazione dell’urina. La capacità del rene di estrarre il farmaco dal sangue viene misurata con
la clearance renale (volume di sangue depurato dal sangue nell’unità di tempo da parte del rene).
Dopo somministrazione orale, la maggior parte del farmaco viene riversata nell’intestino con la bile
(escrezione biliare). La quota di farmaco nella bile viene secreta dagli epatociti mediante carriers.
Nel lume intestinale sono presenti infine enzimi in grado di scin