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TEORIA KEYNESIANA

Tentativo di spiegare fenomeno della disoccupazione di massa, che consiste in eccesso dell’offerta di

lavoro sulla domanda di lavoro; nell’economia il lavoratore è proprietario del lavoro, quindi il lavoratore

offre, il datore di lavoro domanda.

Ai suoi tempi era in vigore una spiegazione di tipo classico, secondo cui questo accadeva perché i salari

richiesti dai sindacati erano troppo alti  salari minimi maggiori di salari di equilibrio. La soluzione sarebbe

stato stroncare i sindacati, lasciare il mercato del lavoro libero in modo che tutto tornasse alla condizione di

equilibrio (vd. grafico).

Ma Keynes osservò che questo non bastava a ridurre la disoccupazione, quindi bisognava indagare meglio le

cause; egli capovolse il ragionamento per cui la domanda di beni dipende dall’offerta.

Keynes decise di lasciare invariato il salario e ripristinare la piena occupazione  aumentare domanda di

lavoro (vs destra fino che incontri O e S).

Per Keynes la disoccupazione non è dovuta ad alti salari, ma a domanda di lavoro insufficiente.

In termini macroeconomici la posizion e di Keynes si può esprimere così:

D  PIL = y  LAV

(domanda finale lorda determina PIL e reddito nazionale lordo, PIL determina domanda di lavoro)

In situazione di disoccupazione, se si riesce aumentare domanda di lavoro, i salari resteranno immutati e

quindi anche i prezzi, quindi non ci sarà preoccupazione per inflazione.

Quindi bisogna capire da cosa dipenda la domanda finale lorda  teoria keynesiana è teoria di determinazione

di D  si studia D per vedere cosa succederà nel mercato del lavoro:

D elevata = PIL elevato = reddito elevato = alta domanda di lavoro = molto lavoro impiegato

Mercato dei beni

Cosa determina D? Abbiamo visto che D = C + I + (G – T) + E. Ora specifichiamo meglio i vari addendi.

In prima fase abbiamo economia chiusa (togliamo E) e nessuna imposizione fiscale (togliamo T).

D = C + I + G.

Quindi abbiamo

• Consumi privati C : variabile più importante.

Funzione di consumo : C = C0 + cY: spiega gran parte della domanda finale lorda: 

o consumi dipendono da:

C : consumo autonomo che non dipendono dal reddito e che vengono fatti anche

 0

quando non c’è reddito (Co > 0) = componente autonoma della domanda

c: propensione marginale al consumo (=incremento che consumo subisce per

 piccolo aumento del reddito; 0<c<1  significa che quando c’è incremento del

reddito, questo reddito è consumato solo in parte, quindi una parte è risparmiata)

 All’aumentare del reddito, aumentano i consumi

Funzione del risparmio : S = S + SY perchè S = Y – C = Y – Co – cY  S = - Co + Y (1-c) 

o 0

S = - Co + SY  S = S0 + SY

S : risparmio autonomo = risparmio fatto quando non si ha reddito (entità

 0

negativa); diventa positivo solo quando si arriva a un certo reddito

S: propensione marginale al risparmio (=incremento che risparmio subisce in

 seguito a un piccolo aumento di reddito)

• Investimenti I : investimento = incremento del capitale (DK). Funzione degli investimenti

(funzione decrescente del tasso di interesse): I = I0 – bi

I = investimenti autonomi

o 0

b = sensibilità della domanda di investimento al tasso di interesse (positivo)

o i = tasso di interesse

o All’aumentare di tasso di interesse i, gli investimenti I diminuiscono: dI/di = - b < 0.

Spieghiamo per quale ragione economica è così. Gli investitori (coloro che aumentano il proprio

capitale fisico) fanno un investimento (ovvero si procurano una somma di denaro tramite una

banca e su essa pagano un tasso di interesse)  perché un imprenditore razionale decide di farlo?

Si convince che questo investimento gli darà in futuro dei redditi tali da restituire somma presa +

pagare interesse + ottenere somma residua, che sarà il rendimento del suo investimento: I = R

0 1

+ R (nel tempo 0, 1, 2…).

2

Il passaggio fondamentale è confrontare:

- costo dell’investimento dato dall’interesse

- rendimento dell’investimento dato da I + r, dove r = tasso di rendimento, tasso che

eguaglia: valore dell’investimento = somma dei rendimenti futuri attesi ma attualizzati 

attualizzazione di una somma: compriamo oggi un BOT per 1000€, su cui lo Stato deve

restituirci tra un anno il montante M = 1000€ + 1000 x 5% di 1000

capitalizzazione = M = C (1 + i), la cui è

 attualizzazione è operazione inversa: C = M /(1 + i), cioè scoprire il valore attuale

 di una somma (M) che sarà disponibile tra un anno

Ogni progetto di investimento ha un tasso di rendimento; ipotizziamo di avere tre progetti

con tassi 5%. 4%, 3%  quale sceglierà imprenditore razionale?

Confrontiamo ognuno con tasso di interesse 4,5%  unico investimento redditizio è quello

con tasso 5% perché 5% > 4,5%.

Cosa succede se cambia il tasso di interesse in 0,25%  tutti gli investimenti diventano

redditizi perché 0,25 è minore di tutti gli altri.

Al diminuire di tasso di interesse i, gli investimenti I aumentano (fatta dimostrazione!)

Per Keynes il ruolo delle aspettative è fondamentale; la posizione della curva dipende da

umori degli imprenditori:

Se gli investitori sono ottimisti prevedono rendimenti più alti di quelli dati a parità

 di tasso di interesse, la curva si sposta verso l’alto

Se gli investitori sono pessimisti prevedono rendimenti più bassi di quelli dati a

 parità di tasso di interesse, la curva si sposta verso il basso

• Spesa pubblica G : ipotizziamo che G sia data.

Quindi abbiamo che: D = C + cY + I + bi + G e che D=Y

0 0

Y = C + cY + I + bi + G

0 0

Y – cY = C + I + bi + G

0 0

Y (1-c) = C + I + bi + G

0 0 ̅

Y = [1 / (1-c)] x (C + I + G)

Equazione dell’equilibrio del mercato dei beni: dove:

0 0

• ̅

(C + I + G) sono componenti autonome della domanda

0 0

• 1 / (1-c) è il moltiplicatore keynesiano, che è maggiore di 1 ma finito perché 0<c<1 e cresce al

crescere di c. In termini economici, il moltiplicatore keynesiano è incremento che y subisce per un

piccolo incremento di una qualunque delle componenti autonome della domanda

In questa equazione le incognite sono Y e I , quindi può essere risolta da infinite coppie di valori  le infinite

0

combinazioni di Y e i si rappresenta con retta IS inclinata negativamente.

Per quale ragione economica IS è inclinata negativamente?

Ipotizziamo un aumento di i  diminuiscono gli investimenti  diminuisce D (che è uguale a Y)  diminuisce

Y (e viceversa). Quindi all’aumentare di i, Y diminuisce (e viceversa).

Come varia la posizione di IS?

La curva IS è tanto più spostata verso destra quanto più sono maggiori le componenti autonome, e tanto più

spostata verso sinistra quanto più riduciamo le componenti autonome.

Come varia l’inclinazione di IS?

L’inclinazione è data da dY/di = - (b/1-c) = -b x 1/1-c, quindi dipende da b e dal moltiplicatore keyn. (che è

maggiore di 1 e crescente al crescere di c  * sapere come trovare MK).

IS diventa tanto più piatta quanto maggiori sono b e MK, e tanto più ripida quanto minori sono b e MK.

Quanto più piatta è IS, tanto maggiore è l’incremento di reddito prodotto da una piccola riduzione del tasso

di interesse (vd. grafico): abbassamento tasse di interesse da i* a i** produce:

• sull’IS di partenza un aumento di reddito pari al segmento Y*A-Y**A

• sull’IS appiattita un aumento di reddito pari al segmento Y*B-Y**B, maggiore di Y*A-Y**A

 L’aumento di reddito al diminuire del tasso di interesse è tanto maggiore quanto più la retta IS è appiattita

verso l’asse delle ascisse.

Cosa succede ai punti che non si trovano su IS?

I punti al di fuori di IS sono punti di squilibrio* , in cui domanda ≠ offerta.

• Punti al di sopra di IS  confronto A e B: stesso reddito, ma i > ieq, quindi I < Ieq (domanda di

investimenti) quindi D < Deq  Y > D (offerta finale lorda > domanda finale lorda)

• Punti al di sotto di IS  confrontiamo C e B: stesso reddito, ma i < ieq, quindi I > Ieq, quindi D

> Deq  D > Y (domanda finale lorda > offerta finale lorda)

Mercato della ricchezza (mercato della moneta + mercato delle obbligazioni)

Scopo teoria è individuare corrispondenza tra reddito di equilibrio e livello occupazionale di equilibrio

quindi ciò che abbiamo detto finora è incompleto; quindi dobbiamo ottenere altra equazione da affiancare a

quella dell’equilibrio di domanda e offerta in un sistema con unica soluzione.

Per ottenere altra equazione studiamo altro mercato: mercato della ricchezza.

Ricchezza: somma di moneta + obbligazioni.

Moneta: insieme di beni accettati come mezzo di pagamento, misura di valore e riserva di valore; se la

moneta è l’euro, paghiamo con l’euro, misuriamo il valore con l’euro, risparmiano in euro.

Obbligazioni: titoli che danno ai loro possessori determinati diritti.

Esiste secondo Keynes un mercato della ricchezza in cui si scambiano moneta e obbligazioni, in cui

all’equilibrio ci sarà equilibrio tra domanda di ricchezza e offerta di ricchezza.

Troviamo quindi una nuova equazione  L + DB = MON/P + SB dove:

• L è domanda di moneta

• DB è domanda di obbligazioni

• MON/P è offerta di moneta in termini reali

• SB è offerta di obbligazioni in termini reali

Ora spostiamo tutto a sinistra e raccogliamo: (L – MON/P) + (DB – SB) = 0  la somma della situazione del

mercato della moneta e della situazione del mercato delle obbligazioni deve essere uguale a 0; quindi se il

mercato delle obbligazioni è in equilibrio  DB=SB  (DB-SB) = 0; in questo caso anche (L – MON/P) è

uguale a 0, e L=MON/P, quindi anche il mercato della moneta è in equilibrio.

 Se il mercato delle obbligazioni è in equilibrio deve esserlo anche quello della moneta.

Consideriamo solo più L = MON/P. L =

Secondo Keynes, la domanda di moneta L dipende tanto dal reddito quanto dal tasso di interesse, quindi

kY – hi (k e h sono due costanti)  kY – hi = MON /P ; quindi la domanda di moneta L è composta da due

0 0

parti:

• DMT= kY è domanda di moneta per scopi transativi: domanda di moneta per l’acquisto di beni,

che aumenta all’aumentare del reddito; siccome k è positivo, all’aumentare del reddito Y aumenta la

domanda di moneta

• DMS= –hi è domanda di moneta per scopi speculativi: domanda di moneta per altre ragioni,

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Publisher
A.A. 2014-2015
44 pagine
18 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher camsca di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Mornati Fiorenzo.