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FORME DI FINANZIAMENTO DI MEDIO TERMINE (TRA UNO E CINQUE ANNI) E DI BREVE TERMINE (MENO DI

UN ANNO) 45

• Aperture di credito: consiste nell’affidamento concesso da una banca all’azienda, relativamente alla possibilità

di utilizzo di risorse finanziarie messe a disposizione entro limiti prestabiliti (fido) e ad un tasso di interesse

convenuto. Tecnicamente, l’utilizzo delle risorse messe a disposizione dalla banca può avvenire in funzione

delle esigenze dell’impresa, poiché la somma coincidente con il fido non viene necessariamente prelevata

interamente sin dal primo momento. Da ciò deriva che il costo del finanziamento connesso agli interessi passivi

dipende essenzialmente dall’utilizzo medio che l’impresa ha fatto dell’affidamento, oltre che da una serie di

spese, commissioni e competenze applicate dalla banca che fanno lievitare il costo effettivo del finanziamento.

Le aperture di credito dovrebbero essere adottate dalle imprese solo per esigenze temporanee di breve durata.

Infatti il prolungamento del rapporto genera una progressiva crescita del costo effettivo del finanziamento.

• Anticipazioni a scadenza fissa: si tratta di erogazione di somme di denaro da parte di una banca, per le quali

l’impresa si impegna a rimborsare nel breve periodo – ad una scadenza fissa. L’utilizzo di tale forma è

chiaramente meno elastica rispetto all’apertura di credito. Una forma particolare di anticipazione si connette con

i crediti aziendali, nel senso che le imprese, operanti vendite con concessione di dilazioni, possono ottenere

finanziamenti secondo varie formule:

 Anticipazione salvo buon fine: l’impresa riceve prima della scadenza l’importo del credito, ciò senza

che avvenga la cessione del credito stesso;

 Sconto di cambiali: l’impresa, cedendo formalmente ad una banca i crediti verso clienti rappresentati

da cambiali attive, riceve il netto ricavo dei crediti stessi, sempre con clausola salvo buon fine.

• Finanziamenti assistiti da garanzia cambiaria: il riportato (impresa) trasferisce in proprietà al riportatore

(finanziatore) titoli di credito di una data specie per un determinato prezzo. In relazione a ciò, il riportatore

assume l’obbligo di trasferire al riportato, alla scadenza del termine, la proprietà di altrettanti titoli della stessa

specie, dietro rimborso del prezzo.

• Project-financing:

• Factoring: modalità di finanziamento effettuata da operatori specializzati a ciò. Comporta la possibilità per

l’impresa richiedente di ricevere in via anticipata l’importo di un credito. Il ricorso al factoring è tipico di quelle

imprese che operano politiche di vendita basare su regolari dilazioni di pagamento.

• Leasing: un’impresa, rivolgendosi ad un istituto specializzato, dispone, senza dover procedere all’acquisto

immediato, di un bene nella forma di locazione. In sostanza, l’istituto di leasing interviene nell’operazione

acquistando o finanziando la costruzione del bene richiesto dall’impresa divenendone proprietario.

Successivamente concede in locazione tale bene all’impresa richiedente, dietro pagamento.

Al termine del periodo contrattuale è normalmente prevista la cosiddetta clausola di riscatto, che consente al

conduttore di riscattare appunto la proprietà del bene dietro il pagamento di una somma già stabilita

inizialmente in contratto.

4.3 I processi di autofinanziamento e l’analisi dei flussi finanziari

L’autofinanziamento può considerarsi espressione di una specifica politica aziendale, mediante la quale l’azienda tende

a soddisfare il proprio fabbisogno finanziario con risorse provenienti dal funzionamento del proprio processo produttivo.

Sostanzialmente, nel momento in cui il flusso di ricavi generato dalle vendite fosse in grado di sopravanzare i costi

gestionali e gli oneri figurativi, il profitto perseguito favorirà un duplice effetto:

• Sul piano economico-patrimoniale, oltre alla rigenerazione dei fattori produttivi consumati, si avrà il

potenziamento gestionale mediante reinvestimento della extra-ricchezza ottenuta, con ampliamento della

capacità produttiva;

• Sul piano finanziario, si avrà il ritorno sotto forma monetaria, il cui reimpiego nel processo produttivo favorirà lo

sviluppo aziendale.

Occorre precisare che solo la parte trattenuta in azienda, mediante l’accantonamento a riserva, favorisce un completo

effetto di autofinanziamento, poiché la parte distribuita, comportando corrispondenti uscite finanziarie, genera un

deflusso di risorse che annulla l’effetto positivo inizialmente generato dall’eccedenza dei ricavi sui costi.

Mentre lo studio della struttura finanziaria costituisce l’aspetto statico della gestione finanziaria, l’analisi dei flussi ne

rappresenta l’aspetto dinamico. Al riguardo, dato un fondo di valori, se ne studiano le variazioni, ciò utilizzando appositi

prospetti denominati rendiconti finanziari.

Rinviando agli studi specifici per gli opportuni approfondimenti, richiamiamo la configurazione di:

46

• Disponibilità monetaria netta: confronto tra la somma algebrica dei valori in cassa e conti correnti bancari e

postali attivi con i conti correnti bancari passivi, come rilevati all’inizio dell’esercizio e la stessa somma algebrica

come rilevata alla fine dell’esercizio.

1/1/n Cassa e banche c/c attivi – Banche c/c passivi = Saldo netto (a)

31/12/n Cassa e banche c/c attivi – Banche c/c passivi = Saldo netto (b)

A – B = DISPONIBILITÀ MONETARIA NETTA

L’informazione emergente da tale prospetto favorisce la conoscenza di una grandezza fondo e della sua

variazione totale avvenuta in un dato esercizio.

• Cash-flow operativo: la determinazione del cash-flow operazionale parte dall’assunto che non tutti i ricavi di

vendita dell’esercizio hanno già generato l’entrata monetaria, così come non tutti i costi di produzione hanno

generato la relativa uscita finanziaria. Dispense

1. La rendicontazione sociale

1.1 Definizione e valenze della rendicontazione sociale

La rendicontazione sociale consiste nel rendicontare ai vari portatori di interesse i risultati delle attività di rilevanza

sociale svolte dall’organizzazione, che vanno quindi oltre quelli economici, rendicontati dal bilancio tradizionale. La

rendicontazione sociale si colloca quindi all’interno dell’accountability, la quale a sua volta si colloca all’interno del

rapporto tra azienda e ambiente. La rendicontazione sociale, quindi, “si pone al servizio” della responsabilità sociale,

rispondendo ad alcune domande che il tema impone:

• Perché rendicontare? Perché le valenze che la rendicontazione sociale può assumere sono molteplici. Esse

possono ricollegarsi alla politica, alla cultura, alla trasparenza, al management, alla comunicazione, ecc.

Rappresentano i risultati che un’azienda può ottenere dall’adozione di processi di rendicontazione sociale. Il

tentativo di classificare le diverse valenze si presta anche a una lettura strettamente operativa. Se per

un’azienda che ha già avviato il processo di rendicontazione sociale le valenze dovrebbero essere abbastanza

chiare e precise, per una alla prima esperienza, invece, la consapevolezza potrebbe essere più sfumata e la

percezione delle varie valenze meno nitida. Infatti, solo a processo iniziato o concluso possono emergere delle

valenze che inizialmente non erano neanche immaginabili. Questo è quello che si chiama “valore aggiunto”

della RSI (Responsabilità Sociale d’Impresa) per l’azienda. Frequentemente, infatti, la decisione di iniziare un

processo di rendicontazione è legata alla gestione di un evento che si potrebbe “scatenare” e che, seppur non

necessariamente negativo, monopolizza l’attenzione dell’azienda. Tale evento spinge il management a un

ripensamento del ruolo dell’azienda nel suo contesto di riferimento.

L’individuazione delle valenze è collocata in due momenti dei ciclo gestionale:

 Ex ante: quando si avvia una riflessione attenta prima di iniziare il processo di rendicontazione;

 Ex post: per verificare se in fase di realizzazione si sono “centrate” le valenze individuate

precedentemente.

La classificazione delle valenze rappresenta varie realtà:

 Valenze strategiche: legate alla sfera “politica”;

 Valenze interne: legate all’organizzazione, alle risorse umane e alle tecniche vere e proprie;

 Valenze esterne: legate al marketing, alla comunicazione, ecc.

1.2 Approcci e modelli di bilancio sociale

• Modelli con enfasi sul documento: si concentrano sulla definizione dei principi e delle procedure necessarie

alla redazione di un documento di rendicontazione sociale, il bilancio sociale. Fra i modelli di enfasi, quello

maggiormente diffuso è il modello GBS (Gruppo di Studio sul Bilancio Sociale). È uno strumento di

rendicontazione sociale. Prevede un bilancio sociale costituito da azioni obbligatorie:

 L’identità aziendale: esplicitazione dell’attività istituzionale, della missione, dei valori etici di

riferimento del disegno strategico; 47

 La produzione e la distribuzione del valore aggiunto: è il principale elemento di relazione con il

bilancio civico, poiché è una riclassificazione dei dati in esso contenuto. Mette in evidenza come il

risultato d’esercizio si traduca in maggior valore per alcune categorie di stakeholder;

 La relazione sociale: sono analizzati i rapporti dell’impresa con i diversi stakeholder di riferimento;

sono esposti i risultati ottenuti in relazione agli impegni e ai programmi; sono indicati gli effetti sui

singoli stakeholder che la gestione aziendale ha prodotto.

• Modelli con enfasi sul processo: considera la redazione del documento di bilancio sociale (manca parte).

1.3 Il bilancio sociale nel settore no profit, no profit e nelle P.A.

La rendicontazione sociale, di cui il bilancio sociale è lo strumento principe, è una necessità sia per le strutture profit, sia

per quelle no profit e per le Pubbliche Amministrazioni. Le esigenze a monte e l’oggetto della rendicontazione sono però

diversi:

• Per le strutture profit: l’orientamento è alla responsabilità sociali di impresa. Si colloca quindi nello spazio etico

dei comportamenti; oggetto del bilancio sociale saranno le azioni e i risultati che riguardano politiche e iniziative

volontariamente attivate dall’impresa nell’ambito di ambiente, welfare, pari opportunità, ecc.; si parla di

rapporto sociale;

• Per le strutture no profit: l’esigenza è sia gestionale, sia di comunicazione per ottenere visibilità, consenso e

supporto. L’oggetto de

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A.A. 2014-2015
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marcyt94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Fina Laura.