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5.6.1 LE FONTI DI FINANZIAMENTO

Le fonti di finanziamento possono essere distinte in fonti a capitale di rischio e fonti a capitale di debito.

Le fonti di finanziamento a capitale di rischio sono principalmente il capitale sociale, gli aumenti di capitale

sociale, che possono essere a pagamento (conferendo nuovi beni) o gratuiti (spostando parte delle riserve a

capitale sociale), e l’autofinanziamento.

Le fonti di finanziamento a capitale di terzi sono i finanziamenti a medio-lungo termine (prestiti

obbligazionari, mutui), finanziamenti a breve termine (sconto di cambiali, aperture di credito in c/c, incasso

s.b.f di ricevute bancarie, riporto), il leasing e il factoring.

5.6.2 LA GESTIONE FINANZIARIA DEGLI IMPIEGHI

Nell’ambito della gestione degli impieghi la gestione finanziaria si occupa principalmente del controllo degli

investimenti utilizzando i c.d. calcoli di convenienza economico finanziaria.

Alcuni di essi tengono conto del valore attuale dei flussi, altri no.

Quelli che non tengono conto del valore attuale dei flussi sono il pay-back period e il ROI; quelli che

tengono conto dei flussi sono il VAN, il DCF e l’IRR.

Il pay-back periodo o periodo di recupero dell’investimento ci dice in quanti anni i flussi di cassa originanati

dai ricavi netti eguaglieranno i flussi di uscita sostenuti per l’investimento.

Posto che U = uscite iniziali

E = flussi di entrata medi

P = numero di anni di recupero dell’investimento

P = U/E

Il ROI (Return On Investment = redditività dell’investimento) consente di misurare il rendimento economico

di un investimento in percentuale.

Posto che U = uscite iniziali 18

E = flussi di entrata medi

ROI = E/U

Il VAN (Valore attuale netto) in più rispetto al ROI tale indice consente di attualizzare i flussi di entrata e

uscita provocati dall’investimento.

Stesso discorso vale per il DCF (Discounted Cash Flow = flusso di cassa scontato) che utilizza i flussi di cassa

attualizzati.

Infine vi è l’IRR (Internal Rate of Return = tasso interno di rendimento), che viene utilizzato quando gli

investimenti si prolungano nel tempo.

5.7 L’EQUILIBRIO AZIENDALE

Un’azienda è in equilibrio quando esistono contemporaneamente equilibrio economico, finanziario e

monetario. Per determinare tali equilibri si può ricorrere a margini o indici.

5.7.1 ANALISI DELLA STRUTTURA FINANZIARIA E PATRIMONIALE TRAMITE INDICI

Per analizzare la struttura finanziaria e patrimoniale si possono usare degli indici:

- elasticità degli investimenti, che indica in quale misura gli investimenti in immobilizzazioni e attivo

corrente incidono sul capitale investito:

- elasticità dell’immobilizzato, attivo immobilizzato/impieghi o capitale investito;

- elasticità del circolante, attivo corrente/ impieghi o capitale investito;

- elasticità dei finanziamenti, indica in quale misura le singole fonti di finanziamento incidono sul totale

delle fonti di finanziamento:

- elasticità del capitale permanente, capitale permanente/totale fonti di finanziamento;

- elasticità del capitale di terzi, capitale di terzi/totale fonti di finanziamento;

- solidità del patrimonio, indica in quale misura si sono formate riserve che rendono più rilevante il

patrimonio netto rispetto al capitale sociale, minore è l’indice maggiore è la solidità: capitale

sociale/patrimonio netto;

- indipendenza finanziaria, indica in quale misura il patrimonio netto incide sulle fonti di finanziamento,

maggiore è l’indice maggiore è l’indipendenza, patrimonio netto/totale fonti di finanziamento.

5.7.2 ANALISI DELLA SITUAZIONE FINANZIARIA TRAMITE MARGINI E INDICI

L’analisi della situazione finanziaria ci permette di capire in quale misura l’impresa riesce a sopperire con le

fonti agli impieghi. Essa può essere fatta o con margini o con indici.

Mediante margini:

- margine di tesoreria, liquidità – passivo corrente, evidenzia la capacità dell’impresa, dopo aver coperto i

debiti a breve, di finanziare nuovi investimenti;

- margine di struttura, patrimonio netto – immobilizzazioni, indica in quale misura il patrimonio netto

finanzia le immobilizzazioni;

- capitale circolante netto, attività correnti – passività correnti, indica in quale misura l’impresa, dopo aver

coperto le passività correnti, riesce nel breve periodo a finanziare altri investimenti.

Mediante indici:

- indice di liquidità o acid test, corrisponde al margine di tesoreria;

- indice di disponibilità o current ratio, corrisponde al capitale circolante netto;

- grado di indebitamento o leva finanziaria, dato dal rapporto tra totale attivo e patrimonio netto.

5.7.3 ANALISI DELLA SITUAZIONE ECONOMICA TRAMITE INDICI

L’equilibrio economico si raggiunge quando un’azienda ha una redditività sul capitale proprio, tale

redditività è misurata tramite l’indice ROE (return on equity), dato dal rapporto tra reddito operativo e

patrimonio netto.

Il ROE può essere ottenuto moltiplicando tre indici:

- ROI (return on investment), dato dal rapporto tra reddito operativo e impieghi;

- grado di indebitamento, ottenuto dal rapporto tra impieghi e patrimonio netto;

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- incidenza sul reddito dei fenomeni di extra gestione.

Il ROI può a sua volta essere scomposto arrivando a due indici:

- ROS (return on sales), rapporto tra reddito operativo e ricavi di vendita;

- turnover o rotazione del capitale investito, rapporto tra ricavi di vendita e totale attivo.

20

CAPITOLO 6

IAS E IFRS

Secondo il codice civile, il conto economico va rappresentato con una struttura scalare e con esposizione

delle voci secondo natura.

Lo Ias 1 (a) consente di scegliere secondo quale criterio valutare le voci:

- secondo natura, molte aziende lo scelgono per non far risaltar punti di forza o debolezza.

- secondo destinazione, ciò permette di rappresentare meglio i risultati aziendali anche intermedi e perciò

viene utilizzato anche nel sistema di reporting.

Lo Ias 16 "Immobili, impianti e macchinari" e 38 "Attività immateriali" (b) prevedono di utilizzare in

alternativa al codice civile (valutazione prudente --> iscrizione di immobilizzazioni al costo) il metodo della

rideterminazione del costo o fair value. Ciò consente di aumentare i valori patrimoniali dell'azienda.

Secondo l'Ifrs 2 (s) "Pagamenti basati su azioni”, le stock option (azioni sull'acquisto) pagate ai dipendenti

devono essere iscritte nei costi del personale --> costi del personale aumentano e perciò si iscrive una

riserva per stock option. 21

CAPITOLO 7

GOVERNANCE

7.1 IL GOVERNO DI IMPRESA

Nel 1998 sono state emanate leggi di corporate governance con l'intento di regolare i rapporti tra gli esponenti di

maggioranza, minoranza, gli organi di governo e gli organi di controllo dell'impresa.

Le modalità di governo dipendono dalla composizione della compagine aziendale e dal grado di stabilità di tale

compagine, dalla combinazione tra le due modalità di governo derivano tre distinti modelli di corporate

governance:

- public company, frequente nei paesi anglosassoni, caratterizzata da una pluralità di piccoli azionisti e investitori

istituzionali, senza un vero e proprio azionista di maggioranza. Il soggetto economico (gruppo di comando) è il

management, di conseguenza l'obiettivo è quello di creare valore economico finanziario. Esse devono essere

necessariamente quotate in borsa, hanno obiettivi a breve termine perché la Borsa risente dei risultati anche

trimestrali, e hanno un'elevata capacità finanziaria in quanto possono fare leva sugli aumenti di capitale degli

azionisti;

- impresa padronale, fortemente caratterizzata dall'imprenditore che è proprietario delle azioni e manager

operativo e di conseguenza è il soggetto economico. Spesso le imprese padronali non sono quotate in borsa, il

valore fondamentale è l'utile distribuibile e il potenziale finanziario è basso in quanto bisognerebbe ricorrere

all'autofinanziamento o al finanziamento da parte dell'imprenditore.

- impresa consociativa, caratterizzata da un nucleo di azionisti di riferimento, ciascuno dei quali non ha posizioni di

dominanza. Il soggetto economico è rappresentato da banche o management, il ruolo della borsa è importante ma

non come nelle public company in quanto la circolazione delle azioni è limitata ai soli azionisti di riferimento, il

valore fondamentale è la continuità e la crescita occupazionale, il potenziale finanziario è alto.

7.2 LE STRUTTURE DI IMPRESA

Sulla base di quanto detto, si possono individuare sviluppi di tipo giuridico che consentono di individuare sistemi di

governo differenziati:

- sistema tradizionale, che prevede un organo di gestione rappresentato da un consiglio di amministrazione o da un

amministratore. Il collegio sindacale è organo di controllo, lo statuto è redatto dai soci e ci possono essere

numerosi comitati formati dagli amministratori che non hanno rilievo decisionale ma hanno funzione propedeutica

alle decisioni del CdA;

- sistema monistico, la Governance spetta al CdA e al suo interno viene creato un comitato per la gestione. Questo

sistema è rimane vicino a quello tradizionale;

- sistema dualistico, sono previsti due organi: consiglio di sorveglianza e il consiglio di gestione. Il consiglio di

sorveglianza è nominato dall'assemblea degli azionisti mentre il secondo dal consiglio di sorveglianza.

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7.3 LE STRUTTURE DI GOVERNO

Altro aspetto importante della Governance è come viene realizzato il controllo interno:

- a livello di corporate governance dal CdA, vengono svolte attività di approvazione, coordinamento, valutazione

(nei sistemi dualistici il consiglio di sorveglianza);

- ad un primo livello dal responsabile dell'internal auditing che svolge attività di revisione, o dall'organismo di

vigilanza e compliance che fa rispettare le norme;

- ad un secondo livello dal controller che verifica coerenza tra obiettivi e risultati e da risk manager che è

responsabile della gestione operativa del rischio;

- ad un terzo livello dal management operativo che supporta il primo e il secondo livello.

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CAPITOLO 8

SISTEMA DI AMMINISTRAZIONE E CONTROLLO

Con il termine sistema di amministrazione e controllo ci si riferisce a 3 sistemi:

A - ovvero il processo che consente di quantificare i fenomeni aziendali mediante dati

sistema informativo,

che si trasformano in flussi;

B - processo che consente la rilevazione di informazioni consuntive secondo un

sistema amministrativo,

metodo che produce output amministrativi consuntivi;

C - che da due tipologie di output:

sistema di programmazione e controllo,

- sistema delle

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Publisher
A.A. 2014-2015
51 pagine
2 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher perroandrea di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Capocchi Alessandro.