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Estratto del documento

LEGGI REGIONALI

Tra leggi regionali e statali vi è un rapporto di competenza, ci sono ambiti, materie di competenza

statale e materie di competenza regionale. Il modo per capire cosa è di competenza regionale e cosa

statale ce lo dice la costituzione. Parte prima della cost è dedicata ai diritti e doveri, nella parte

seconda c’è l’ordinamento della repubblica, con organi costituzionali e disciplina dell’ordinamento

delle autonomie territoriali, che si fonda sull’art 5 dei principi fondamentali. La Repubblica, una e

indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato

il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione

alle esigenze dell'autonomia e del decentramento. Art 114 della cost, che apre il titolo quinto, dice

che la repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e

dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con

propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione. Roma è la capitale

della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento. L’italia non è uno stato

federale (lo sono svizzera, austria, usa, germania) né unitario. Federale: la maggioranza dei poteri

dello stato sono ripartiti, in ogni stato federato vi sono poteri diversi, con articolazione diversa, + la

presenza di un organo costituzionale che sia rappresentativo degli stati federati. In germania ci sono

2 camere, parlamento in senso stretto e un’altra rappresentativa dei lander, che rappresentano gli

esecutivi dei singoli stati. L’italia appartiene alla categoria degli stati regionali, che riconoscono alle

regioni caratteri di essenza del proprio essere. Le regioni partecipano alla potestà legislativa, ma

altre potestà non le hanno, per esempio il potere giurisdizionale è statale. Potestà legislativa che

possono esercitare mediante un criterio di competenza. Questo rapporto stato regioni era diverso

nell’assetto originario del 1948. Vecchio art 117 prevedeva che lo stato avesse una competenza

generale su ogni materia,alle regioni si riconosceva la possibilità di legiferare con competenza

concorrente in determinate materie che la costituzione del 1948 riteneva di interesse regionale.

Competenza concorrente: lo stato dettava dei principi fondamentali di ogni materia, e le regioni

differenziavano la disciplina a seconda della realtà territoriale (approvavano proprie leggi).

Nuovo art 117 – lo stato ha competenza esclusiva in alcune materie tassativamente indicate

(competenze tipiche di uno stato unitario). Materie concorrenti: istruzione (però le norme generali

sull’istruzione sono di competenza esclusiva dello stato, i confini non sono così certi), professioni,

tutela della salute, governo del territorio. Terzo gruppo: per tutte le materie non esclusive dello

stato, c’è competenza residuale generale. Il comma 1 però prevede che sia lo stato che le regioni

devono rispettare la costituzione e i vincoli che derivano dall’ordinamento comunitario e dagli

obblighi internazionali. Alcune materie, come la tutela dell’ambiente, sono trasversali, tagliano

questa ripartizione di materie. Vi sono materie quindi che sono valori, interessi da tutelare. C’è

l’esigenza di fare un bilanciamento di interessi, attibità che tipicamente fa la corte costituzionale.

Altro problema: art 118 comma 1. Nel 48 vigeva il principio del parallelismo, dove le regioni hanno

competenza conceoorente, hanno competenza anche amministrativa. L’art 118 fa venire meno il

parallelismo: Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne

l'esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei

principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza. Il legislatore si era reso conto che non

tutte le funzioni possono essere svolte dai comuni, salvo che “per assicurarne l’esercizio unitario,

ecc.”. l’amministrazione deve rispettare la legge. Allora se lo stato x necessità razionale deve

esercitare lui una certa funzione, allora dovrà essere statale anche la legge che regola quella

funzione.

Nell’elenco dell’art 117 comma 2 e 3 non c’è la voce “lavori pubblici”. Allora le opere dovrebbero

essere fatte dalle regioni, ognuno fa una parte. Legge lunardi disciplina un procedimento particolare

per fare le grandi opere, e le regioni andarono dalla corte costituzionale, che uscì con il 118 comma

1. Esiste un problema amministrativo completo, per il rispetto del principio di legalità queste opere

dovranno essere fatte con legge statale (non c’è nel comma 1, l’ha ricavato dall’art 118). Lo stato se

vuol fare una legge di questo tipo deve avere l’accordo con le regioni.

06/04/11

Il legislatore statale può riappropriarsi di una competenza laddove voglia disciplinare un funzione

amministrativa. Tendenzialmente solo le regioni potrebbero fare leggi sulle opere pubbliche. Lo

stato ha sostenuto non tanto la tesi che vi fosse una materia dei lavori pubblici nel comma 2, art

117, e neanche che lo stato possa fare leggi in materia di interesse nazionale (che non c’è nel

comma 2 di adesso. Ma c’era prima nell’art 117, “qualora le regioni avessero fatto delle leggi in

materie nelle quali era riscontrabile un interesse nazionale, il parlamento avrebbe potuto fare un

controllo di merito sul rispetto di questo interesse nazionale” – la corte aveva ricavato il principio

per cui ove c’è un interesse nazionale lo stato potesse fare una legge. Questo principio vigeva prima

del 2001, ma dopo scompare. Lo stato ha sostenuto un’altra tesi, che ha poi condizionato molto la

corte costituzionale. Ha detto “per realizzare queste grandi opere, che sono state imposte dal diritto

europeo, lo stato deve rispettare regole di concorrenza (fare delle gare). Lo stato non può tutelare la

concorrenza se lascia fare alle regioni quello che vogliono. La tutela della concorrenza spetta allo

stato. La corte costituzionale decide di accogliere in parte questa tesi dello stato ma di dire altre

cose:

• meccanismo di individuazione delle materie residuali alle regioni non è così ampio, se si

interpretasse troppo meccanicamente questo sistema basterebbe inventarsi sempre una

materia nuova. La corte dice che i lavori pubblici non sono una materia, e di volta in volta

occorre vedere se relativamente a una certa disciplina vi siano degli interessi prevalenti.

Bisogna vedere qual è il fine che il legislatore si pone con una legge. Se il fine è tutelare

la concorrenza, il fine attrae la competenza. Tuttavia la corte mette in luce un altro

profilo:

• il riparto di competenze tra stato e regioni non è chiuso solo nell’art 117, occorre guardare al

principio di legalità dell’amministrazione, così come disciplinato dall’art 118. Per

l’amministrazione è ammesso solo ciò che la legge dice.

Lo stato tendenzialmente si riappropria di competenza nei casi in cui vi sia un fine che

giustifica la tutela di un interesse e tutte le volte in cui sia necessario rispettare il principio di

legalità. La tesi che la corte sta seguendo è potenzialmente paralizzante per le regioni, allora la

corte cerca di bilanciare questi interessi imponendogli di rispettare un paio di regole molto

significative, regole che però non sono scritte nella costituzione. Sentenza molto creativa, che

risponde all’orientamento anche culturale del momento. È vero che lo stato può riappropriarsi della

La corte comincia a interpretare la parola

potestà legislativa, ma l’art 118 parla di sussidiarietà.

sussidiarietà usando la costituzione. Se lo stato si riprende la finzione, non lo può fare da solo,

ma accordarsi prima con la regione, perché da sempre esiste un principio non scritto ma

affermato dalla corte di leale collaborazione tra stato e regioni. art 120: rispetto del diritto di

sussidiarietà e leale collaborazione, che in questo caso significa CONSENSO della Regione. Come

si fa a trovare il consenso? Il consenso si manifesterà in apposita intesa che lo stato o le regioni

dovranno trovare nell’ambito di un organo particolare che è la conferenza Stato Regioni (organo

collegiale composto dai rappresentanti di tutte le regioni, presieduto da un rappresentante del

governo, che ha funzioni consultive, nasce già negli anni 80 con carattere puramente consultivo,

eppure nella sentenza della corte assume valore quasi costituzionale – il luogo nel quale il consenso

si deve trovare). – sentenza 303/2003.

Materie trasversali: si interpretano con un’interpretazione di tipo teleologico, ciò determina

l’attrazione della competenza allo stato o alle regioni. questo significa che non è sempre

automatico, l’idea dell’interpretazione teleologica è valutata dalla corte, che va a vedere se la

soluzione scelta dal legislatore nazionale è ragionevole, si avvicina un po’ al merito della

soluzione predisposta. La corte poi si inventa l’altra idea, applicare il principio della

collaborazione, lo stato può porre delle regole ma in intesa con le regioni. la corte ha preferito

spesso valutare la materia prevalente, privilegiando quindi lo Stato. La legge dimostra tutte le sue

difficoltà applicative, ed è quindi la giurisprudenza a cercare di porre rimedio.

Sentenza 6/2004 – cosa significa la sussidiarietà costituzionale.

Le leggi regionali vengono abrogate dalle leggi statali o no? Sono fonti diverse. La giurisprudenza

della corte costituzionale, seguita dal legislatore nella disciplina con il quale stato e regioni

adempiono a obblighi comunitari, appoggiano la tesi della cedevolezza. Lo stato può intervenire

con leggi che dettino i principi fondamentali, e in quella sede può stabilire delle norme di dettaglio,

che abrogano disposizioni contrarie, però le regioni possono adottare nuove leggi che stabiliscano

diversamente dalle norme di dettaglio, osservando i principi fondamentali. La clausola di

cedevolezza è riconosciuta anche in una legge del 2005.

Esempio: materia dell’istruzione, che è disaggregata in livelli diversi. Nella sentenza 200/2009 la

corte affronta la materia: quando la corte vede che c’è un intreccio di competenze definisce se c’è

un soggetto più competente di altri. la corte dice che il principio fondamentale è quella norma che

non è auto applicativa, e nella materia dell’istruzione non coincidono sulla struttura generale

dell’istruzione, che invece è norma generale. La corte va a vedere se nel

Dettagli
Publisher
A.A. 2010-2011
38 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SolidSnake86 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto pubblico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica internazionale UNINETTUNO di Roma o del prof Cortese Fulvio.