Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Sì.
Chi è il leader che il partito conservatore ha dichiarato tale?
Un certo David Cameron ; questo è l'automatismo. In Italia invece il Capo dello Stato non può far scattare automatismi, a lui è
richiesto di andare a individuare, in termini PROBABILISTICI, la personalità politica che ha le maggiori chances. Prima di tutto
la “personalità politica” non è necessariamente il leader di un partito, potrebbe non esserci coincidenza tra il candidato premier e il
leader del partito. Mentre nel centro destra c'è quasi sempre stata, almeno negli ultimi anni, questa coincidenza, nel centro sinistra
no, un esempio sono le candidature di Prodi, per cui non c'è nessuna coincidenza. Il nostro sistema politico non offre alcuna
semplificazione tra il soggetto che guida il partito e il candidato premier. Al Capo dello Stato non si può indirizzare
automaticamente verso una scelta di questo tipo; in secondo luogo a lui è richiesta una valutazione probabilistica, lui non ha
nessun vincolo.
Facciamo un esempio: pare che Renzi sia un leader con molto seguito ed è segretario del PD, ora immaginiamo che domani il
candidato premier del PD sia Fabrizio Cassella; il Capo dello Stato, a fronte di una eventuale vittoria del PD, non ha alcun obbligo
di nominare il candidato Fabrizio Cassella, assolutamente non noto, lui deve fare una valutazione…
Questo candidato ha delle possibilità di andare in Parlamento, ottenere e mantenere una maggioranza? Oppure è più probabile
una formazione di governo sostenuto, difeso e guidato dal leader politico del partito? Nel Regno Unito questa valutazione non ci
potrebbe essere, perchè la Regina deve nominare il leader del partito che ha ottenuto la maggioranza, di conseguenza il partito si
organizza in modo tale da avere coincidenza tra leader e candidato premier.
Ma quindi la Convenzione si basa sulla capacità di organizzazione del partito o il partito si organizza modellandosi sulla
convenzione?
È un discorso un po' lungo da affrontare, ma soprattutto opinabile; l'effetto però della combinazione di queste due cose porta al
risultato che vi ho illustrato. In Italia in questa situazione il Capo dello Stato cosa dovrebbe fare? Qualora manchi una
maggioranza assoluta si chiede come possano governare, allora fa le consultazioni, elabora un giudizio proprio, non è
discrezionale e arbitrario, anche se basato su una valutazione personale, si deve ricercare chi ha le maggiori probabilità, allora
convoca la delegazione del partito “vincitore” e cerca di capire come pensano di ottenere la maggioranza assoluta. Ognuno dirà
qualcosa, proporrà delle alleanze e quindi delle contrattazioni tra i diversi soggetti, alla fine il Capo dello Stato si fa un'idea e
quindi la coalizione che ha maggiori probabilità di poter ottenere l'appoggio delle Camere, perchè è un programma condiviso, è
questa e indica il suo leader Pinco Pallino. Rendendo il tutto estremamente banale, mentre in Inghilterra questo risultato porta
all'incarico del leader del partito, in Italia porterebbe l'incarico a una coalizione tra i diversi soggetti.
Dov'è il dato costituzionale? 15
Questa valutazione di opportunità politica, che riguarda la legislatura, in Italia è fatta dal Capo dello Stato, in Inghilterra è fatta dal
leader del partito che ha ottenuto la maggioranza relativa, considerato che se in Italia il Capo dello Stato riesce a “togliere la
castagna dal fuoco” e, una volta fatte le consultazioni, trova un modo per ottenere un valido sostegno al programma di governo;
questa valutazione la Corona Inglese non la fa, ma incarica il leader del partito e a questo punto è lui a dover trovare un soggetto
con cui stipulare un'alleanza che gli garantisca l'appoggio del programma di governo in Parlamento.
NB: I programmi politici inglesi, a differenza dei nostri, non sono gonfi di punti programmatici, inapplicabili sul pdv pratico, ha
maggiore continuità tra le programmazioni…come si capisce se i programmi pur avendo punti in comune sono diversi? Guardo
l'ordine in cui si presentano i programmi, la presenza o meno di sollecitazioni grafiche, la parte sociale del programma della
Thatcher parlava nel senso di rendere il mercato del diritto sociale il più aperto possibile ( renderlo quindi meno statalizzato, ma al
prezzo più competitivo possibile e con il migliore rapporto prestazione prezzo). La presa di posizione sui singoli punti era
sensibilmente più netta rispetto ai nostri programmi.
Possono cambiare i sistemi elettorali, ma essi non determinano i rapporti in linea di massima con il parlamento, non ostante i
diversi sistemi elettorali si possono creare analoghe situazioni in formazione del governo, bensì dipenderà dalle modalità di
esercizio dei poteri costituzionali del capo dello stato. Questa è un interpretazione decisamente più pragmatica di un approccio
fatto invece in funzione di scienza delle politiche.
Scioglimento del governo: il potere di scioglimento spetta al potere esecutivo: nella forma presidenziale il potere di attribuire il
potere di sciogliere il governo spetterà alla carta costituzionale, stabilisce non tanto i casi in cui deve essere sciolto bensì le
modalità di esercizio senza far prevaricare un potere sull'altro, quindi il processo di rinnovo delle camere ( es. rinnovo parziale
ogni due anni dei componenti della camera dei rappresentanti, generando un parlamento ad assetto variabile ogni due anni)
consentendo una frequente verifica del consenso, la stabilità dell'esecutivo è garantito per 4 anni ( salvo impeachment, ossia la
messa in accusa verso il capo dello stato) La costituzione garantisce la possibilità di rinnovare nel breve periodo, consentendo un
continuo divenire, in questo modo si controbilancia l'impossibilità di “licenziare” gli eletti.
Nei governi parlamentari invece la storia è diversa: ho parlamento legittimato, che sostiene l'azione di un altro organo, l'esecutivo.
Ci sono due velocità diverse: la velocità di investitura da parte dell'elettore del parlamentare in termini di legittimazione, più lento
dell'altro processo di legittimazione, ossia da parte del parlamento verso il governo. La costituzione ha la funzione sostanziale di
regolare due fattispecie: la prima di superare fasi di stallo parlamentare (es. parlamento non riesce a trovare all'interno un
consenso per sostenere azione di governo, e il parlamento è composto da diverse singolarità che impediscono le dimissioni e che
renderebbe lungo la formazione di un nuovo governo), la carta sposta il vertice di permanenza della carica di governo e di
legittimazione del parlamento sulla base di una decisione politica del governo, svolgendo una funzione di individuazione e
supporto. Ogni paese ha un esigenza: di svilupparsi e non solo sopravvivere, che viene incarnato nel programma politico.
In che direzione vanno queste energie impiegate?
Vengono impiegate verso un miglioramento generale, seguendo quello che è un obiettivo comune (es. più soldi in tasca, più
protezione sociale, meno regole per impresa, più istituti di formazione, ecc.) Il programma politico viene organizzato anche
secondo un ordine gerarchico di necessità, dando maggiore priorità a un punto rispetto a un altro, focalizzando le risorse in
funzione dei risultati perseguiti, da calcolare nell'arco temporale della legislatura, quindi 5 anni.
Lo sviluppo di un programma di governo dipende strettamente dal consenso del parlamento, incriccandosi invece il meccanismo,
allora occorre sbloccare il sistema attribuendo all'organo più abile il potere di scioglimento dell'organo meno abile, dunque il
governo può sciogliere le camere, rimettendo la palla agli elettori. Questa partita si gioca sotto due aspetti:quello politico e quello
di garanzia costituzionale, in quello politico si passa nel tavolo del primo ministro che chieda al capo dello stato lo scioglimento
delle camere. Bisogna considerare la missione istituzionale degli organi con il realismo politico di chi ricopre le cariche: il
realismo politico, in qualunque dinamica organizzativa, i soggetti tendono a interpretare se stessi in quel ruolo, in assenza di
regole di periodica verifica degli organi arriveremo a strutture davvero rigide degli organi in quanto rimangono in carica
continuativamente per un certo periodo. Devo creare dei meccanismi per cui il passo indietro sia compensato da un adeguato iter
di rinnovo.
In UK: il potere di scioglimento della camera dei comuni spetta al premier.
Nei governi presidenziali possono vivere diversi periodi del mandato, spezzettabili in parti: in base alla parte in cui esso si trova
dovrà modulare le azioni di governo, sulla base della sua composizione parlamentare, ha un discreto controllo del suo mandato e
delle sue azioni di governo. Diversamente accade nelle forme parlamentari: es. in UK non vige una garanzia di durata
dell'esecutivo, bensì un limite massimo di durata (tendenzialmente dai 4 ai 5 anni) se nulla succede prima, alla scadenza del 5o 16
anno viene rinnovata l'elezione dei componenti della camera dei comuni, ricominciando la formazione di governo; ci sono delle
differenze, infatti possono esserci delle sfiducie ( non presenti nella forma presidenziale)…
Come?
Attraverso un voto di fiducia e un voto di sfiducia (es. la mancanza di approvazione di un provvedimento su cui si chiede la
fiducia non consegue un decadimento immediato, ma lascia un segno indelebile su il cammino della legislatura che costringe di
fatto a rassegnare le dimissioni); la durata dell'esecutivo è condizionata comunque dalla volontà dell'organo eletto dai cittadini, il
parlamento. L'esecutivo quindi sa che ha una durata massima (4 o 5 anni) ma non sa, dal momento in cui assume il potere, quanto
effettivamente durerà.
A fronte di questa incertezza qual è il comportamento più razionale dell'organo titolare del potere esecutivo? È quello, nell'arco
temporale della legislatura, di trovare il giorno in cui interrompere il suo percorso che sia il più possibile vicino al termine ultimo
(allo scadere dei 5 anni). Ma bisogna considerare che non ci si vuole limitare alla singola investitura, ma bisogna trovare il
momento per interrompere il mandato in cui si ha la maggior probabilità di ottenere nuovamente l'investitura del potere esecutivo.
Il discorso è banale, ma se io oggi ho il maggior consenso politico popolare, facciamo finta che sia il 6/5/2010 e che David
Cameron sia uscito con la maggioranza assoluta;
Qual è il momento migliore per interrompere quell'esperienza e avviarne un'altra?
Oggi stesso. Perchè abbiamo una certezza, abbiamo appena avuto la maggioranza assoluta. Quindi io devo andare a trovare il
momento, il più vicino possibile alla scadenza, sfruttando al massimo i