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DOCUMENTI LAICI E PONTIFICI

“In perpetuum” formula che chiude il privilegio pontificio.

Viene collocata in chiusura del protocollo.

La salutatio può anche non esserci. Nel diploma di Enrico 6 non c’è. E’ una formula più frequente nella documentazione pontificia.

Arenga: in apertura del testo.

Nel diploma di Enrico 6 è seguita da una formula di pubblicazione (Che è tipica nei documenti laici: “che sappiano tutti che..”).

In comune hanno la NARRATIO che può essere limitata anche a poche parole.

Nel diploma di Enrico 6 è più complicata, ci dice che esiste una controversia tra 2 parti.

La narratio è seguita dalla DISPOSITIO, formula che esprime la volontà dell’emittente e quindi la natura giuridica dell’atto che viene

compiuto.

“Concedimus” – concediamo. I verbi dispositivi si riconoscono perché sono alla prima persona plurale. Nel documento 5 lo troviamo al

9 rigo.

Dopo la dispositivo c’è la SANCTIO (sanzione).

Ogni espressione della volontà sovrana è una legge e contravvenirne comporta una multa.

“Se qualcuno presumesse di contravvenire a quanto stabilito pagherà 100 libre d’oro”.

In ambito ecclesiastico la sanzione è di tipo “spirituale”. Si viene puniti non con il pagamento di soldi ma con l’allontanamento

(scomunica) o con la dannazione eterna.

Accanto alla sanzione negativa si può prevedere una sanzione positiva -> chi rispetta quanto stabilito ottiene la salvezza eterna.

Esempio di sanzione negativa pecuniaria

“Curtes” – serie di possedimenti.

Esempio di Ludovico 2 (pag. 101) “Se qualche uomo di alto livello o basso profilo, in modo temerario dovesse contravvenire (c’è una

serie di verbi) a quest’ordine (definito Preceptum) o se dovesse infliggere una qualsiasi violenza a questo patrimonio sappia che dovrà

pagare 20 libre d’argento o 5 libre d’oro da versarsi per metà al palatio nostro (Ludovico 2) e l’altra metà a chi ha subito la violenza, il

monastero”.

Esempio di pag. 102 Enrico V per abate di S. Giorgio a Venezia

“Se qualcuno dovesse infrangere questo edictum (legge) sappia che pagherà 100 libre d’oro, metà alle casse dell’imperatore, metà

all’abate Tribuno”.

Esempio di duplice sanctio pecuniaria e spirituale

Pag. 101 – Papa Giovanni 13

“Se qualcuno contro questo nostro ordine presumesse di agire contro questa nostra sappia che se non dovesse rinsavire da questa

idea che si è messo in testa verrà scomunicato per l’autorità di Dio e del Beato Pietro principe degli apostoli e per la nostra autorità e

quella dei 318 santi padri verrà scomunicato”.

La scomunica era un po’ un provvedimento grave anche dal pdv politico, si era resi estranei alla Chieda di Cristo: “verrà stretto nel

vincolo dell’anatema” (scomunica molto forte) e insieme a Giuda verrai immerso nelle fiamme più atroci e non potrai uscire da questa

voragine se non prima avrai pagato fino in fondo la tua pena e brucerai nel fuoco dell’inferno”.

Chi sono i 318 santi padri?

4 sec. Concilio di Nicea nel quale veniva riaffermato il dogma cristiano contro l’eresia ariana.

Il Concilio esprimendo la sua condanna all’arianesimo compie un atto giuridico producendo un documento nel quale viene ribadita

osservanza del dogma cristiano.

Come tutti i documenti pubblici aveva una sua sanzione perché anche in quel caso si trattava di difendere un dogma.

I 318 padri sono quelli del Concilio anche se non erano veramente 318 ma trattasi di numero biblico.

I padri del Concilio di Nicea li troviamo come riferimento in molti documenti. Sono figure che rendono ancora più terribile la scomunica.

Per questo vengono inserite all’interno di formule.

“Chi invece osserverà il nostro ordine apostolico riceverà la nostra benedizione, conseguirà la misericordia di Gesù Cristo, di Pietro, la

nostra. Otterrà la vita eterna e potrà essere associato a tutti i santi” -> SANCTIO POSITIVA.

Con la Sanctio si chiude il testo della documentazione pontificia.

Altra formula spesso presente è la CORROBORATIO (O CORROBORATIONE). Non è una formula che serve a convalidare ma ci

dice quali sono i mezzi usati per convalidare -> “perché questa questione sia certa abbiamo ordinato di scrivere e di apporre il sigillo di

nostra maestà” (la bulla). Il contenuto di questa formula può variare nel tempo.

Assicurava che quanto contenuto fosse quello deciso dal sovrano. Viene poi sostituita dal monogramma e acquista validità il sigillo che

poi si trasforma in bulla.

Con la CORROBORATIO si apre l’escatocollo che è graficamente distinto dal testo.

470 Leone 1 stabilisce che la sottoscrizione doveva essere fatta in colore porpora -> distinguerla dal resto del documento e renderne

difficile l’esecuzione da parte dei falsari.

Sottoscrizione emittente

E’ comune a tutti i documenti.

L’emittente interviene sempre nell’escatocollo -> “io effettivamente voglio quanto scritto”.

Pag. 226 Escatocollo diploma Carlo Magno del 781

C’è la sottoscrizione di Carlo Magno con un monogramma. Più a destra c’è la sottoscrizione della cancelleria, di chi in quel momento

ne era responsabile.

C’è il SIGNUM RECOGNITIONIS -> sottoscrizione completata da quel segno che si chiama RECOGNITIO o RECOGNIZIONE ed è

una formula che non è relativa alla validazione di un documento.

Il responsabile garantisce il corretto iter di produzione del documento.

Vi era un sigillo, nella foto vediamo uno spazio bianco perché il sigillo è andato perduto.

Il sigillo era diverso dalla Recognitio.

RECOGNITIO -> formula di cancelleria con la quale viene garantita la correttezza dell’iter di documentaione ed è tipica della

cancelleria laica.

Nel privilegio pontificio invece abbiamo un altro escatocollo possibile.

L’autografia serviva alla validazione del documento stesso.

Es. 5 nelle sottoscrizioni dei cardinali il disordine è dato dal fatto che idealmente ci sono 3 colonne. Dovevano esserci i cardinali

vescovi sotto la sottoscrizione del pontefice ed i cardinali diaconi a destra che evidentemente hanno sottoscritto prima dei cardinali

vescovi.

E’ impaginata male. Non è stata rispettata perfettamente la sottoscrizione in colonne che solitamente è presente.

Chiude l’escatocollo con una bulla.

Per quanto riguarda la forma interna viene chiuso da una data di articolazione diversa secondo l’anno di pontificato o di regno.

C’è anche una data di luogo della produzione del documento.

“Datum Laterani” per il doc. 5 (invece per il diploma di Enrico 6 è stato Liegi). La datazione del privilegio presenta un’altra data.

Nel diploma di Enrico 6 i testes invece non hanno alcun ruolo nei confronti del documento e vengono soltanto elencati.

03-11-14

Esempio pagina 103

Termine COSTITUZIONE del 529

Le parti sono divise con lettere maiuscole. Esempio E per escatocollo. Giustiniano promulga il codice.

Protocollo

Non si apre con una invocazione ma con il nome ed i titoli dell’imperatore -> aggettivo “Augustus” viene associato agli imperatori a

partire dal 1 secolo.

“prima di essere per 2 volte capo della città era stato capo della polizia”.

Il mittente è Giustiniano, il destinatario è il prefetto del pretorio.

A – il testo si apre con una ARENGA che si apre con “armi e leggi” -> sulle quali poggia l’impero romano. Leggi che servono a

giustificare l’uso delle armi.

Discorso introduttivo -> principi astratti che vengono collegati con il contenuto effettivo della legge del documento.

N – si parla di 3 vecchi codici:

- Codex hermogenianus (3 dc)

- Codex gregorianus (3 dc)

- Codex theodosianus (5 dc)

I primi 2 raccoglievano le leggi una dopo l’altra così come si era formata in modo naturale.

C’era confusione legislativa, leggi che si contraddicevano fra loro.

Theodosio è il 1 che si fa venire l’idea di istituire una commissione che possa elaborare un complesso di leggi sistemato

armonicamente. E’ il primo codice di leggi ufficiale.

Contemporaneamente venivano usati tutti e 3 i codici -> la narratio di questa legge che sta promulgando il codice parte da qui.

Alcune delle parole sono evidenziate in grassetto: “IN UNUM CODICEM” -> hanno ordinato di mettere insieme un unico codice grazie

ad una commissione. In basso, in maiuscoletto, ci sono i nomi della commissione.

D – indica la dispositivo. Importante la primissima parte. Stabilisce che a partire dall’entrata in vigore del codice devono sapere tutti,

anche gli avvocati, che i 3 codici di cui è già stata fatta menzione, più tutte le novelle che sono state emanate non sono più validi.

L’unico testo di legge applicabile sarà il codice.

Tutto quello che inizierà dovrà essere interpretato secondo il nuovo codice.

Parti in grassetto: “Il codice deve essere portato a conoscenza di tutti, di tutto l’impero e che ne verranno inviati esemplari con la loro

sottoscrizione in tutte le province e che entrerà in vigore il 16 aprile”.

E – escatocollo probabilmente conteneva una sottoscrizione dell’imperatore.

Quello che a noi rimane è una data del giorno -> 7 giorno precedente le idi di aprile. L’anno è espresso con il nome del console in

carica -> rimanevano in carica per un anno.

Manca la SANCTIO -> è un documento con il quale si promulga un codice quindi non si prevede una sanzione.

ESEMPIO 6

Questa fotocopia è la riproduzione dell’esempio 2 a pagina 105.

C’è un buco sull’originale -> c’era un sigillo.

E’ un diploma di Carlo Magno imperatore (808). Scrittura merovingia.

La leggibilità ha meno importanza. Quello che conta è la connotazione giuridica.

1° rigo – compressione laterale abbastanza evidente. C’è il crishmon. La C di Cristus viene montata, ci sono inserimenti di tratti

discendenti.

Testo compreso tra 2 serie di asterischi -> è una convenzione per far capire che si tratta di littere longate.

“In nomine patris et filii et spiritus sancti” – invocazione. A partire dagli anni 20 del 9 secolo è stata introdotta l’invocazione alla divinità

“Una et Trina”.

Abbiamo nome e titoli del sovrano emittente.

“coronato da Dio” – il suo titolo deriva direttamente da Dio.

Dice che lui è “Pacifficus” – la sua incoronazione è stata fortemente voluta da Dio.

Tutta la le

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Publisher
A.A. 2014-2015
20 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/09 Paleografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher albascura87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diplomatica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Mantegna Cristina.