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Il mese non veniva numerato ma indicato col nome del santo la cui festa cadeva in quel
giorno, valente sia per le grandi festività come natale, sia per i giorni comuni. soprattutto i
francesi facevano ricorso a questa catalogazione. oppure si usava la festa del santo
patrono, o qualche festa non religiosa tipo carnevale o ferragosto, coincidenti con
importanti lavori agricoli e con la corresponsione dei canoni dei coltivatori verso i
proprietari terrieri (registro fondiario). Venezia caso a parte, usato nel giorno di San
Michele il 29 settembre (scadenza anno amministrativo, decadenza degli ufficiali della
carica). Altra data veneziana era San Pietro il 29 giugno: era la data di rientro in patria
delle navi mercantili salpate l'anno prima per il mediterraneo orientale, dove svernavano.
Dovevano rientrare il 29 per restituire i prestiti ottenuti con l'interesse. Poi le navi
risalpavano a luglio. Da queste date era possibile calcolare a ritroso queste date: die
quinto ante/post pascam, ad esempio. !
!
I giorni della settimana: venivano indicati con certa frequenza notarile del basso
medioevo, con errori frequenti, usando vecchi nomi pagani romani: lunedì=luna,
martedì=Marte, mercoledì=mercurio...con variazioni nel sabato e domenica: sabato era
giorno di Saturno ma mutato dal nome del giorno festivo degli ebrei; domenica era il giorno
del sole che diviene dies domini, giorno del Signore. !
Le ore: dal 300 in poi troviamo le ore nel ricevimento di messaggi o lettere. I romani
dividevano il giorno a metà, luce e buio, di 12 ore ciascuna (dalle 7:00 (hora prima) alle
18:00 (hora dodicesima) la luce, dalle 18:00 alle7:00 il buio), così pure nel medioevo con
gli orari di apertura dei consigli cittadini. !
!
Nascita e sviluppo della diplomatica: essa è una disciplina che nasce nel XVII secolo,
con dei precedenti, per dimostrare l'autenticità o la falsità di determinati documenti
imperiali o pontifici che concedevano diritti a determinati ecclesiastici. Fin dall'alto
medioevo si riscontrano precedenti, anche se le testimonianze sono rare e difficili da
provare. Si trattò di tentativi di verifica basati sull'intuito e sulle capacità personali dei
singoli esaminatori. Di solito era possibile valutare l'attendibilità di un documento solo se
aveva pochi anni. Nel caso di epoche remote il discorso cambiava, causa diverse linee,
quali cambio di stili o di modalità documentali. Il primo salto di qualità si verifica con
l'umanesimo, fra il XIV e il XV secolo quando alcuni umanisti italiani riuscirono in base alle
loro conoscenze storiche a conseguire risultati di un certo rilievo. Tra tutti si ricordano:
Petrarca; ebbe lunghe frequentazioni con le cancellerie, in particolare veneziana. nel 1161
riuscì a dimostrare all'imperatore Carlo IV la falsità di alcuni processi risalenti da Cesare e
Nerone. Nel secolo successivo Lorenzo Valla dimostrò la falsità della Donazione di
Costantino (questione dei diritti concessi da Costantino in Italia alla Chiesa): la
falsificazione avvenne alla fine dell'XI secolo, nel contesto della lotta per le investiture tra
Chiesa e Impero. Impulso decisivo per la disciplina fu dato dalla Riforma Protestante, la
quale aveva come proprio cavallo di battaglia la storia della Chiesa cattolica, compilati in
funzione di accusa verso la Santa Sede (XVI secolo). L'avvio a questa contesa fu dato da
alcuni studiosi di area tedesca, conosciuti come Cinturiatori del Magdeburgo, autori di
libri divisi in centurie. Nel 1559 pubblicarono l'opera nella quale criticarono una 70ina di
documenti della chiesa di Roma dimostrandone la falsità. Tale opera fu oggetto di forti
polemiche da parte di Cesare Baromio, il quale scrisse gli annales ecclesiastici, opera i
11 volumi nei quali l'autore trascriveva un gran numero di documenti con i criteri di allora,
oggi discutibili, per dimostrare l'autenticità di questi documenti riferiti a varie nazioni
dell'Europa cristiana, tra cui l'Italia. Queste prime opere diplomatistiche o
protodiplomatistiche avevano come argomento comune la contestazione dell'operato della
chiesa di Roma, pro o contro il papato. !
Passaggio successivo avvenne nel corso del XVII secolo quando si verificarono i Bella
Diplomatica, le guerre diplomatistiche: esse consistevano nel fatto che uno o più autori
prendevano in esame un determinato documento o gruppo, ne sostenevano l'autenticità o
la falsità, dopodiché un altro autore contestava i risultati a cui gli studiosi rispondevano. Si
trattava di studi riguardanti documenti di emanazione imperiale o pontificia, relativi a casi
particolari e normalmente la veridicità si basava su considerazioni storiche, esaminando
personaggi e dati, assieme ai formulari utilizzati. Su un piano diverso si posero le
polemiche che avvennero in Francia a partire dal primo ventennio del XVII secolo: la
congregazione dei benedettini riformati, che facevano a capo del monastero di san Mauro,
avevano promosso nel 1618 la verifica dei documenti nel monastero. Pubblicarono una
serie di opere conservate a Saint Germaine de Pres, fondata in età merovingia. 50 anni
dopo la direzione della biblioteca fu assunta da Jean Mabilon, considerato il vero
fondatore della diplomatica, il quale intraprese l'edizione degli Acta Sanctorum Ordinis
Sancti Benedicti: si trattava di pubblicare le vite dei santi appartenuti all'ordine
benedettino, da San Benedetto da Norcia, inserendovi anche dove possibile la
documentazione ad essi pertinenti. I gesuiti diedero vita ad un iniziativa analoga, non tanto
come ordine quanto in singolo, Jean Bolland, che fondò una congregazione gesuita di cui
non ne fece parte. I bollandisti pubblicarono gli Acta Sanctorum, con la differenza che
non volevano occuparsi di una categoria di santi ma di tutti i santi, dai primordi della
Chiesa. Quest'opera aveva tale scopo, in suddivisione del giorno in cui cadeva la loro
ricorrenza, con integrazioni e cercando testimonianze più credibili e purificandoli da
leggende aggiunte, che i protestanti contestavano e che offrivano il destro per criticare la
Chiesa. Tale opera è ancora in corso, esistente da 370 anni. !
Tra gesuiti e benedettini si giunse allo scontro: i primi contestavano l'autenticità di alcuni
documenti regi dei Merovingi riguardanti il loro ordine. I gesuiti avevano mesos in
discussione gli atti di Sant Alberto da Gerusalemme, autore della regola dei Carmelitani
(eremiti del monte Carmelo, in terra santa). Essi sostenevano che il loro ordine avesse
tratto origine dal profeta Elia. I carmelitani ricorsero all'inquisizione spagnola che
condannò nel 1695 i gesuiti. Risposta più ferma fu quella avanzata da Mabilon, che nel
1681 pubblicò il De Re Diplomatica, considerato il primo trattato della diplomatica. Quale
fu il suo merito? fu quello di disporre di un materiale molto più ricco rispetto a quello di chi
lo aveva preceduto, in quanto aveva libero accesso a conventi e biblioteche che facevano
parte del suo ordine. Poté così vedere un numero consistente di documenti non ancora
esaminati. Secondo merito fu aver distinto in categorie i documenti che esaminava. Terzo
merito quello di aver preso in considerazione sia i caratteri interni intrinseci ma anche
quelli esteriori, estetici (carta, pergamena, papiro, tipo di inchiostro, segni, tipo di scrittura,
sigilli) studiandoli di pari passo con quelli interni (formulari). Mabilon operò con
documentazione francese, svizzera o belga. !
Il XVII secolo, secolo dei lumi, fece estendere la disciplina a tutta l'Europa Occidentale,
anche se i principi rimasero sempre quelli del Mabilon. Nel secolo successivo la disciplina
continuò a svilupparsi sia dal punto di vista della trattazione periodica (troviamo i primi
trattati di diplomatica generale nei quali gli autori tentavano di enunciare regole generali).
Ebbe successo la corrente che voleva procedere all'analisi di documenti su istituzioni
create appositamente e finanziate dagli stati. !
Tutto ciò è legato allo sviluppo del nazionalismo che nel XVIII non esisteva, sviluppatosi
nelle guerre napoleoniche nei singoli stati, tesi a trovare le origini delle virtù che
caratterizzavano la nazione. La prima tra tutte fu anche quella più invisa, ossia la
Germania. Fino al 1870 non è unita, però era ricca e voleva vedere affermate le proprie
radici. Nel 1831 si diede avvio ad un opera che continua ancora oggi, i Monumenta
Germaniae Historia: sono un progetto di pubblicazione relativa a tutta la storia della
Germania, divisa in varie serie: i diplomata, per intendere i documenti più solenni emessi
da re e imperatori di stirpe tedesca. poiché anche i franchi erano di stirpe germanica, i
Monumenta contengono i documenti dai Merovingi in poi. Dal 1831 uscirono una decina di
volumi. Altre serie sono le Leggi, emanate dai sovrani; serie a parte sono le cronache in
volgare tedesco, e via dicendo...Accanto all'edizione integrale, nel corso del XIX secolo si
ebbero edizioni di Regesti, brevi riassunti di testi documentari, nella lingua propria degli
autori di questi libri. Essi sono utili per conoscere quanti documenti si sono conservati. Le
opere più importanti sono i cosiddetti regesta Imperii, ossia imperiali, che sono gli stessi
documenti dei Diplomata con la differenza che condengono documenti non ancora
pubblicati. !
Oltre alla documentazione imperiale anche quella pontificia fu oggetto di studio, sia pure a
livello meno impegnativo: i regesta pontificum romanorum. una prima edizione si fermò
al pontificato precedente a Innocenzo III, una seconda fino a Benedetto XI. In Italia
l'impulso alle edizioni di fonti fu all'inizio dell'Unità. Si pensò che il nuovo stato unitario non
potesse dimenticare il passato: presso le antiche capitali furono create le società di storia
patria, ancora esistenti. Si tratta di associazioni create e finanziate dallo stato allo scopo
di valorizzare la storia locale mediante la pubblicazione e lo studio della documentazione
relativa a questa storia. Dalla loro fondazione esse promossero la pubblicazione di testi
documentali relativi alla storia del loro territorio, in particolare quella che ebbe più
successo fu quella dei Codici Diplomatici. Quello più famoso è quello Padovano,
pubblicato in 3 volumi (1870), che raccoglieva testimonianze dall'età romana alla pace di
Costanza. Nel XX secolo fu pubblicato quello Veronese, fermatosi al 963. Accanto alle
edizioni di fonti vi sono collane di monografie storiche, con vari e ampi argomenti. !
Iniziativa simile a quella promossa in Germania si affermò in Francia sotto Napoleone III,
che avviò l'iniziativa morta con lui, tendente a pubblicare le cronache della storia della
Francia e dei francesi in generale, inserendovi le cronache delle crociate, sia verso la terra