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ESEMPI
32 · log83 perché 28 = 3; log252 perché 525 = 2; 25 = 24 · 23
log100004 perché 104 = 10000; log210 perché 101 = 2
42 - 43 = 625 - 2625 = 1; log416 perché 42 = 16; log83 perché 81 = 3
165 · 1625 = 216 - 225 = 1; log416 perché 42 = 16; log83 perché 81 = 3
Capitolo I
1681 · 16128 = 216 + 2128 = log416 · log16128; log81 = log243
231.6 = 53; log165 = log16; log9 = log9.2
Cenni di trigonometria; misura in radianti di un angolo α; sin α; cos α; tg α
Sia α un angolo del piano con origine in O:
Figura 1.3
Consideriamo due circonferenze centrate in O di raggio rispettivamente r ed R (cfr. Figura 1.4) e, indichiamo con l e L, rispettivamente le lunghezze degli archi intercettati dall'angolo α su di esse:
Risulta: l = rα; L = Rα
Tale numero, che non
dipende dalla circonferenza centrata in O, si chiama la misura in radianti α dell'angolo. Pertanto un angolo avrà misura di 1 radiante se la lunghezza dell'arco di circonferenza intercettato è uguale al raggio della stessa circonferenza. La misura in radianti dell'angolo giro è 2πr/r = 2π da cui deduciamo che l'angolo piatto è π radianti, l'angolo retto è π/2 radianti e più in generale la formula che ci permetterà di passare dalla misura in radianti dell'angolo α (α) alla misura in gradi (α) e viceversa: r gα = α g r .π/180 360/2 Dalla precedente proporzione segue: Tabella 1.1 misura dell'angolo in gradi sessagesimali misura dell'angolo in radianti 360° 2π 180° π 90° π/2 45° π/4 30° π/6 0° 0 Consideriamo ora un sistema di riferimento cartesiano (cfr il Capitolo 3) e riportiamoL'angolo α in modo che la sua origine coincida con quella del sistema di riferimento e una delle due semirette che lo generano giaccia sull'asse (cfr. Figura 1.5). Si conviene che la misura di α sia positiva se la semiretta che genera l'angolo e giace sull'asse ruota in verso antiorario per sovrapporsi all'altra semiretta (in caso contrario la misura di α sarà negativa).
Sia la circonferenza avente centro nell'origine del sistema di riferimento e raggio unitario (circonferenza trigonometrica):
𝑥 = {(x, y) : x2 + y2 = 1}.
Diciamo B il punto sulla circonferenza intersezione con la semiretta libera che genera l'angolo α. Ebbene, l'ordinata (y) e l'ascissa (x) del punto B si chiamano rispettivamente seno di α (sinα) e coseno di α (cosα).
Evidentemente: -π/2 ≤ α ≤ π/2, e si ha: 1 ≥ sinα ≥ -1, 1 ≥ cosα ≥ -1.
, sin 2 k sin cos 2 k cos; .k ,
Applicando il Teorema di Pitagora al triangolo rettangolo di cateti BH, OH, ed ipotenusa ugualead uno, si trova la relazione fondamentale: 2 2 .sin cos 1,
Definiamo tangente dell’angolo α (tg ) il seguente rapporto :sin tg = Tycosche ovviamente ha senso se B .cos 0 k , k2 A
Geometricamente la tangente di α rappresenta O H xl’ordinata del punto T intersezione tra la retta tangente al cerchiotrigonometrico in A e la semiretta libera che genera α ( tg α =)(cfr. Figura 1.6).
Riportiamo qui di seguito una tabella con i valori di per alcuni angoli di usosin , cos e tgpiù frequente:
Tabella 1.2 tgcossin 6 2 6 2 2 3/1215° = 4 4 5 1 5 2 510 2 5/1018° = 4 54/6 1/230° = 3 /3
Capitolo
I18 3 /2π/445° = 2 2/2 /2 1π/3 1/260° = 3 3/2π/2 1 090° = non esisteπ 0 -1180° = 0-1 0270° = 3/2π non esiste0 1 00° = 360° = 2πRicordiamo, inoltre: formule di addizione e sottrazione: sin( ) sin cos cos sin ;cos( ) cos cos sin sin formule di bisezione: 1 cos 1 cos 2 2,sin cos2 2 2 2 1 cos2 ;tg 2 1 cos formule di duplicazione : 2 2, cos 2 cos sinsin 2 2sin cos 2tg .tg2 21 tg formule parametriche: 22tg 1 tg2 2 sin , cos . 2 21 tg 1 tg2 2I grafici delle funzioni trigonometriche sono i seguenti: è una funzione periodica di periodo 2 definita per ogni , il codominio è [-1,1].xy sin x Il grafico interseca l’asse x nei punti della forma , con .k kRichiami di teoria elementare 19y OFigura 1.7 Grafico di sin x.
La funzione y = cos x è una funzione periodica di periodo 2 definita per ogni x, il codominio è [-1,1].
Il grafico interseca l'asse x nei punti della forma kπ, con k ∈ ℤ.
Figura 1.8 Grafico di cos x.
La funzione y = sin x, definita per x ∈ ℝ, è una funzione periodica di periodo π. Il suo grafico interseca l'asse x nei punti della forma kπ, con k ∈ ℤ.
Figura 1.9 Grafico di tg x.
Capitolo I
201.7 Polinomi, equazioni e disequazioni algebriche
D. Si chiama polinomio algebrico di grado (o ordine) n una combinazione lineare di potenze intere della variabile x del tipo:
p(x) = anxn + an-1xn-1 + ... + a1x + a0, con ai ∈ ℝ, an ≠ 0.
Osserviamo che il grado del polinomio (deg p(x)) è la massima potenza con cui compare la variabile x, ad esempio p(x) = 2x3 - 3x2 + 5 è un polinomio di grado 3.
di ordine 3 (deg p(x)=3). Se p(x) ha il suo grado è zero.
0 = αx
Si chiama valore del polinomio per α e lo si indica con p(α) l’espressione numerica
α = α0 + α1x + α2x^2 + ... + αn x^n
Se α si chiama radice del polinomio.
p(α) = 0
Assegnato un polinomio algebrico p(x) di grado n si chiama equazione algebrica associata al polinomio, e la si indica con p(x)=0, il problema della ricerca delle radici del polinomio.
Osserviamo che il numero delle radici dell’equazione algebrica è uguale all’ordine del polinomio contando le radici, anche se complesse e molteplici (Teorema fondamentale dell’algebra).
Teorema 1.1 (I Principio d’identità dei polinomi) Due polinomi p(x) e q(x) sono uguali se hanno lo stesso ordine, ed i coefficienti corrispondenti uguali.
1.7.1 Divisione tra polinomi
Sussiste il seguente teorema:
Teorema 1.2 Siano A(x) e B(x) due polinomi con deg(A(x)) ≥ deg(B(x))
x ))mente determinata la coppia di polinomi Q(x) (quoziente) ed R(x) (resto) tali che Q(x) = A(x) / B(x) e deg(R(x)) < deg(B(x)).
Osserviamo che α è radice di p(x) se e solo se p(x) è divisibile per (x-α) (cioè il resto della divisione deve valere zero).
ESEMPIO: Siano A(x) = x^3 - 2x^2 + 3x - 2 e B(x) = 2x^2 + x - 3.
Eseguiamo la divisione:
2x^3 - 4x^2 + 6x - 4 / 2x^2 + x - 3 = x - 2
da cui otteniamo: Q(x) = x - 2 ed R(x) = 0.
Lasciamo al lettore la verifica che: A(x) = B(x) * Q(x) + R(x).
Osserviamo infine che note α1, α2, α3, ..., αn le radici di p(x)=0 (eventualmente non tutte distinte e non tutte reali) il polinomio ammette l'unica decomposizione:
p(x) = a * (x - α1) * (x - α2) * ... * (x - αn)
( x ) ( x ) ...... ( x ) .n 1 2 nESEMPIO 2Sia . Esso ammette come radici e quindi si decompone inp ( x ) x 1 x 1 ( x 1)( x 1).1.7.2 Equazione algebrica di primo ordineSi definisce equazione algebrica di primo ordine l’equazione : .ax b 0 con a , b , a 0 b Utilizzando le proprietà dei numeri reali tale equazione ammette l’unica soluzione .x a Infatti: da aggiungendo ad ambo i membri –b risulta da cui dividendo entrambiax b 0 ax bb b i membri per si ottiene . D’altra parte è facile verificare che soddisfa la no-x xa 0 a astra equazione.ESEMPIO Risolvere l’equazione .3 x 5 0 5Aggiungendo ad ambo i membri -5 e dividendo per -3 si ottiene la soluzione .x 31.7.3 Equazione algebrica di secondo ordineSi definisce equazione algebrica del secondo ordine l’equazione: 2 .ax bx c 0 con a , b , c , a 0 2Si chiama
Il discriminante dell'equazione (e lo si indica con il simbolo Δ) è il numero b^2 - 4ac. La risoluzione dell'equazione è legata al segno di Δ. Si prova che: - Se Δ > 0, l'equazione ha due soluzioni reali e distinte. - Se Δ = 0, l'equazione ha una soluzione reale multipla. - Se Δ < 0, l'equazione non ha soluzioni reali.