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INTRODUZIONE ALLO STUDIO DEL LINGUAGGIO (i): LINGUISTICA STORICA
LEZIONI PROF.SSA COTTICELLI
La LINGUISTICA STORICA nasce come superamento delle teorie catastrofiche riguardanti la questione e lo sviluppo delle lingue all'inizio dell'Ottocento. Essa non è altro che un settore della linguistica il cui oggetto di studio è lo sviluppo di una lingua, in particolare questo indipendente. La linguistica storica si basa sul principio della parentela linguistica, concetto che descrive il rapporto genealogico di lingue che mostrano una parentela genetica, cioè che riguardano l'uso di un vocabolario comune o una stessa protolingua e formano quindi una famiglia linguistica. Il rapporto di parentela tra queste lingue viene definito dimostrato tramite corrispondenze fonologiche, morfologiche lessicali, che fanno derivare tramite la comparazione, una rispettiva linguistica madre.
Il significato del termine p.e. non è comunque rigidamente fissato esso si usa in senso lato per indicare un insieme di lingue che dimostrano una parentela genealogica e, ad es., famiglie linguistiche indipendenti di solito viene per indicare un ramo linguistico, cioè un sottogruppo di lingue che mostrano uno stretto rapporto genealogico come ad es. la famiglia delle lingue germaniche all'interno del rispettivo indipendente.
Indoeuropeo
[ted. Indogermanisch; Indoeuropäisch; ingl. indoeuropean]. Famiglia linguistica comprendente ca. 140 lingue e parlata da ca. 2.000 milioni di persone; in base al numero dei parlanti è la famiglia linguistica più diffusa in assoluto. La denominazione fa riferimento ad un dato geografico, cioè alla sua diffusione, come anche parallelamente la denominazione “indogermanisch”, diffuso in zone germanofone, che corrisponde ad un concetto a parentela, con cui si vuole indicare il ramo più orientale (—Indo-Ario, mentre il— Tocario, scoperto successivamente, è attestato in una zona ancora più a oriente) e quello più occidentale (—Germanico in Islanda). La denominazione più diffusa è quella della variante “indoeuropeo”. Alla famiglia fa, appartengono le seguenti sottofamiglie: —indo-iranico, —tocario, —armeno, —anatolico, —albanese, —greco, —italico (le lingue da esso derivate, cioè le —lingue romanze), —baltico, —slavo (da alcuni considerate come un'unità genetica balto-slava), —celtico, —germanico. Due dei sottogruppi, il tocario e l'anatolico, sono estinti.
L'inizio dello studio scientifico dell'indoeuropeo è sicuramente
legato alla scoperta del sanscrito e del perfino, se ci
sono ugualmente con le lingue europee era stato notato da
Sir William Jones 1786 in quale lesse testi di letteratura
indiana antica e scoprì parole molto simili alle corrispondenti
denominazioni di latino e greco germaniche.
es. PATER MATER FRATER STA TAPAS
(padre) (ate) (tine)
Sebbene non ci sia ancora trovata un’origine comune accertata,
la linguistica storico-comparativa del XIX secolo ipotizza
l’indoeuropeo come unica origine comune delle lingue
indoeuropee anche le protolingua la cui esistenza
si suppone appunto sulle base delle corrispondenze di
corrispondenze costanti e non casuali tra le lingue che
da che deriva e conseguenza considerato il punto
d’origine per lo sviluppo delle lingue stesse.
METODO SCIENTIFICO COMPARATIVO
- distinzione verticale nell'interno delle singole lingue (latino, italiano, gotico, greco, persiano, germanico) dati in materiale più unito delle singole lingue anche di epoche diverse.
- comparazione orizzontale tra le lingue; nella comparazione si possono individuare parole che si possono assomigliare ma che non hanno un’origine comune, è il caso dei PRESTITO, es. vanem / oro uno stesso fonetico
MICIEVO FORMA ARCAICA
lat. pater gr. paterp antico indiano pitar goto. fatan
VII-VI sec 1500 aC 1000 aC IV sec dC
- Ricostruzione delle protolingua e di singoli suoni comuni tra loro e che derivano tutti dallo stesso antenato
- il paleostudio che cerca di ricostruire una storia di ciascuna lingua fissandone le caratteristiche principali furono i tedeschi Rott e Bopp
diaspora. Come un sasso gettato nell’acqua forma delle onde
concentriche che pero’ si possono sovrapporre, analogamente
viene ipotizzato anche lo sviluppo di un mutamento linguistico,
che ha luogo da un centro innovativo e si diffonde attraverso
onde concentriche; i settori linguistici vicini nel tempo e
nello spazio risulteranno di conseguenza per lo piu’ in molti
settori di un’unitario linguistico di isoglosse coincidenti.
Il primo albero genealogico di A. Schleicher (1853).
Le onde di J. Schmidt (1872).
L’albero genealogico dell’indoeuropeo secondo Schleicher.
Rappresentazione delle concezioni moderne di Schmidt per la distribuzione
delle lingue indoeuropee.
2. Leggi fonetiche. La legge fonetica è una formula
descrittiva che suppone di descrivere un mutamento fonetico avvenuto
da una fase linguistica a un'altra.
Essa è specifica e caratterizzante di una determinata
lingua,
e ha un inizio e una fine,
e investe tutte le ricorrenze di quel preciso fonema
all’interno di una lingua, in quel luogo e in
quel periodo.
Gli elementi devono quindi essere COSTANTEMENTE
corrispondenti.
Il concetto di "legge fonetica" risale alla scuola dei
neogrammatici, noto anche come "scuola di Lipsia", gruppo
di linguisti formatosi intorno agli anni '70 del XIX
secolo appunto a Lipsia. Per i neogrammatici importanti
erano
- lo "storicismo": lo scopo principale della ricerca scientifica
sono l'osservazione e la descrizione dei
mutamento storici delle lingue tramite
quello che è il metodo storico comparativo
- l'inaccessibilità delle leggi fonetiche: esse erano il
fenomeno-base che agiva senza eccezioni.
E dove non si può plausare, esso sono
inaccessibili, le eccezioni vengono spiegate
come un regolare adattamento a forme
impreparate o affini.
Una legge fonetica molto importante è per esempio quella
che nelle lingue germaniche ha portato alla sostituzione
delle sorde p con le spiranti f (es. pater →
father), cambiamento diventato caratteristico delle lingue
di difficile pronuncia, alle quale viene appunto aggiunta una
consonante.
ingan (siren) sfinan
In linguistica storica indica tutte
le forme riscontrate come fonemi,
morfoli - interne parole.
5) ANAPTISSI - Judin aggiumiento di`ni elemento vocalico
al'interno di un gruppo congenstistico (Cy^C)
es.: picolorogo - picicolopo
Tre sono fenomeni strunnuraliche rientrano nell'ambite del
strumento fonetico di una lingua descansedene appunto
tre possibilità di modificazione o fonologizzacione
depanologizzazione
ripalogizzazione
La rosozizzatione ho come ogletto finire l'acquizione di
fenemi. La più comune e la fenologizzazione superficia, oviero
di all'jeros (poi diversi or uno stesso fonoma)
L'italiano, por esempio, ha une fonemon in plù rispetto ad
laltro, cioe be spero delle pebalutte
La deponologizzazione ha come ogletto finire la pordita di
uno o più foreni dell'interno dello strodo d'una lingua.
Col'vetimino, ad esempio, le vonili ereno lo fra brevi e
lunghe, mentre nel siftemo vocacio tancico iteliano esse
dono /i/. Ne, moccuro infurt, tre per una genila di fonomeni
concornenti in vetimimo le vocali si oponneno trar di loro
per il nero dirfillitto delle lunglienzza (es. pcilu/peule,
persolo). Nel tardo lentano di'opposhisano cudure vive ne
introduvu cu sistema d'oppocizone bastio sur apporsione e
clurglor diello locure asimetriclo che non valere cioé per ciujii.