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IL CITOSCHELETRO
Il sistema membranoso interno organizza il citoplasma in spazi circoscritti con precise
caratteristiche biochimiche. L'impalcatura fibrillare interna è costituita da micro filamenti, micro
tubuli, filamenti intermedi, implicati in funzione di sostegno dell'architettura cellulare, ma sono
anche responsabili della motilità cellulare. Micro filamenti e micro tubuli sono inoltre sedi del
continuo ricambio delle loro subunità costituenti, e sono definite come strutture altamente
dinamiche.
Componente actinica delle citoscheletro
i micro filamenti rappresentano una forma polimerica (F-actina) dell'actina globulare (G-actina)
actina monomerica
l'actina è una proteina globulare con peso molecolare di 42,3kDa. È presente in tutte le cellule
eucariotiche dove si rivela come la componente proteica maggiormente rappresentata. Le
differenze strutturali tra le diverse isoforme (molecole strutturalmente differenti con il medesimo
ruolo biologico) di actina sono minime e riconducibili alla sostituzione di qualche residuo
aminoacidico nella struttura primaria. Indicano come alfa le isoforme muscolari e con beta quelle
cosiddette citoplasmatiche.
SITI DI INTEGRAZIONE
La G-actina presenta vari tipi di integrazione per composti differenti:
1) sito per l'ATP: ogni monomero è legato a una molecola di ATP. Per questo la zia G-actina è
indicata come ATP actina. L'ATP viene idrolizzata a ADP che rimane legata alle subunità proteiche
costituenti polimero. Al contrario F-actina è chiamata a ADP actina. L'energia della ATP non
sembra venir utilizzata nell'assemblaggio.
2) sito ad affinità per ioni metallici di bivalenti: ad esempio magnesio; la molecola subisce un
cambiamento di configurazione adatta alla polimerizzazione
3) siti per gli ioni metallici monovalenti: ad esempio potassio; caratterizzati da una bassa affinità
4) quattro siti a bassa affinità per il calcio
actina polimerica: i micro filamenti
a bassa forza ionica, a pH basico, e a basse concentrazioni di calcio e ATP, la proteina si mantiene
in forma monomerica; mentre con un aumento delle concentrazioni di ioni metallici la G-actina
polimerica in lunghi filamenti (F-actina) costituiti da due file di monomeri globulari avvolti a doppia
elica.
POLARITÀ DEI MICRO FILAMENTI
il termine polarità indica una differenza morfologica e/ o funzionale presente ai poli opposti di una
macromolecola. L'actina monomerica ad esempio dopo alla polimerizzazione presenta una polarità
marcata. Le due estremità di questo filamento (end) mostrano una configurazione spaziale è un
comportamento chimico differente. L'estremità verso la quale si rivolge la punta di freccia è definita
pointed end, mentre il lato opposto è indicato come barbed end. L'assemblaggio dell'unità è più
rapido alla barbed end, mentre alla end risulta favorito il disassemblaggio.
FASI DELL’ASSEMBLAGGIO
La polimerizzazione dell'actina è un fenomeno tetrafasico, suddivisibile in:
1) attivazione del monomero: che comporta un cambiamento conformazionale subito dalla
molecola proteica in seguito all'attivazione del sito ad alta attività da parte dello ione metallico
bivalente
2) nucleazione: alcuni monomeri di actina, superata la barriera termodinamica sfavorevole, si
aggregano a formare i nuclei di polimerizzazione, che in seguito si allungano per apposizione di
nuove subunità. Questo processo, essendo termo dinamicamente sfavorito, è la parte limitante
dell'intero processo.
3) allungamento: aggiunta di nuovi monomeri a entrambe le estremità dei nuclei di
polimerizzazione. È la fase più veloce di tutto il processo, e durante questa fase la quantità di
polimero cresce esponenzialmente.
4) annealing: in questa fase i filamenti corti si legano insieme a formare polimeri di lunghezza
maggiore.
DECORSO DELLA POLIMERIZZAZIONE
un primo tratto di questo processo è parallelo alle ascisse, in cui la formazione di polimero e nulla.
Questa è definita la fase di ritardo, e comprende le fasi di attivazione nucleazione ovvero quelle
fasi in cui si deve superare una barriera energetica; superate queste fasi la curva si impenna e vi è
una formazione cospicua di filamenti (allungamento); successivamente la curva tende a tornare
orizzontale (annealing) e non vi sono variazioni nella quantità di polimero. Al termine della
polimerizzazione si raggiunge la steady state, uno stato stazionario che è però molto dinamico.
Nella steady state una certa quantità di monomeri allo stato stazionario continua a essere
incorporata nei filamenti a livello della barbed end, mentre la pointed end rilascia nel mezzo
ambiente un eguale quantità di subunità. Si assiste così ad un flusso di subunità proteiche diverse
filamenti. Tale flusso è unidirezionale e va dalla barbed alla pointed end. Tale fenomeno è reso
possibile dalle proteine motrici che idrolizzano ATP.
MOBILITAZIONE DEI MONOMERI DI ACTINA
Le beta tirosine catturano le subunità actiniche subito dopo il loro rilascio da parte del polimero;
questo è subunità portano legate ADP e non ATP; successivamente le beta tirosine passano alle
subunità actiniche a un'altra proteina, la profilino, che ha il compito di preparare il monomero
dell'actina alla successivo assemblaggio facilitando lo scambio di ADP con ATP. La liberazione di
ATP actina dalla profilina può avvenire grazie all'intervento di un prodotto intermedio delle ciglia dei
fosfatildilinositidi, localizzato a livello plasmalemma. Un segnale esterno attiva il ciclo. Il complesso
profilina-actina presenta alta affinità e il PiP2. A questo punto i complessi si scendono e l'actina
viene rilasciata nel citoplasma andando così incontro a polimerizzazione. Il complesso profilina-
PiP2 si scende ulteriormente.
PROTEINE ONCELLARI DELL'ACTINA
tutti i processi cellulari actina-dipendenti sono sostenuti dall'F-actina, la quale è coadiuvato da un
certo numero di proteine oncellari che in virtù della diversa modalità di legame con l'actina,
influenzano il raggiungimento della tridimensionalità, che è alla base dei singoli eventi actina-
mediati. Queste proteine vengono dette Binding protein
PROTEINE ONCELLARI DELL'ACTINA MONOMERICA
profilina
beta timosine
DNAsi 1
vitamin D-binding protein
Depactina e actoforina
proteine oncellari del micro filamento
le actin binding protein che interagiscono con la F-actina vengono generalmente suddivise in base
all'azione svolta sulla F-actina stessa:
End blocking protein: un gruppo di proteine che, recandosi alle estremità di filamenti, né bloccano
l'attività. Vengono a loro volta suddivisi in:
barbed end capping protein, che bloccano l'aggiunta di nuovi monomeri all'estremità del filamento
e maggiormente la tendenza ad allungarsi;
pointed end capping protein
Cross linking protein: le molecole proteiche appartenenti a questa famiglia hanno il compito di
promuovere e stabilizzare legami trasversali tra i filamenti di actina, dando luogo a reti
tridimensionali;
miosina: esamero formato da due catene pesanti e due coppie di catene leggere. Rappresenta la
proteina motore del sistema actomiosinico. In presenza di F-actina forma gel contrattili, e il suo
legame con essa è temporaneo e dipende dall'idrolisi dell'ATP;
actin binding protein
filamina
spechina
distrofina
caldesmone
fascina: tende a unire longitudinalmente tra loro i filamenti di actina
alfa-actina
side binding protein: si legano alla superficie laterale del filamento, la cui funzione è quella di
stabilizzare il filamento di actina, andandosi a legare parallelamente all'asse maggiore del
filamento stesso lungo i solchi che si vengono a creare tra le due file di subunità actiniche
specializzate.
MODALITÀ ACTINO MEDIATA
Le manifestazioni motorie actino mediate possono essere suddivise in due tipi principali:
1) movimenti propulsivi, i quali avvengono attraverso una semplice polimerizzazione del actina, e
si manifestano tramite l'emissione di uno pseudopodio, ovvero l'estroflessione di un'ernia
citoplasmatico nella direzione del futuro movimento cellulare. Il formarsi e il dissolversi dei
differenti tipi di proposizioni dipende da informazioni ambientali e ricevute dal plasmalemma e
elaborate dalla membrana plasmatica. ligandi specifici per i recettori di membrana riarrangiano il
cortex cellulare che si espande in maniera elastica formando e estroflessioni. Il principale
costituente del citoplasma corticale è l'actina. Il processo di polimerizzazione avviene in maniera
esplosiva. In un leucocito la semplice emissione del pseudopodo non porta di per sé al movimento
della cellula. All'evento propulsivo deve quindi seguire una fase di retrazione attiva, che
risulterebbe inefficace se l'estroflessione citoplasmatico non si fosse nel frattempo ancorata
all'substrato tramite una complessa formazione eversiva detta placca di adesione. La retrazione
attiva dello pseudopodio si trasforma nel movimento dell'intera cellula verso il punto di contatto tra
pseudopodio e substrato.
2) movimenti retrattivi, i quali hanno bisogno di un'altra proteina. Il movimento ameboide è
scomponibile in una prima fase di preparazione che viene portata avanti dal semplice
cambiamento di stato dell'actina, e una seconda fase sostenuta da un evento retrattivo di tipo
contrattile che porta all'idrolisi dell'ATP.
Struttura della molecola e del filamento di miosina
La miosina è una proteina in una struttura quaternaria. È un esamero le cui componenti
polipeptidiche possono essere raggruppate in due catene pesanti, che per un tratto si avvolgono a
formare un'elica lineare (coda della miosina) e a una estremità divergono per assumere una
configurazione globulare (testa della miosina); due coppie di catene leggere addossate alla testa. Il
filamento di miosina è costituito da due metà speculari in cui le molecole che si associano testa-
coda, sfasandosi di un quarto della loro lunghezza e ruotando di 60°. In questo modo le code della
molecola si riuniscono a formare il corpo del filamento, mentre le teste sporgono dall'asse
principale in diverse direzioni. Al centro del filamento le molecole di due metà si affrontano coda a
coda.
Come è per l'actina anche della miosina ne esistono diversi e isoforme, di cui la principale è la
miosina citoplasmatica, costituita da una catena pesante +1 coppia di catene leggere. In questa
categoria ritroviamo la miosina IA e IB, le quali non sono in grado di formare filamenti pur
interagendo comunque con l'actina.
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