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VANTAGGI
+ Il dominante accede per primo alle risorse e in alcuni casi se ne assicura il monopolio
+ Sono più attraenti per le femmine (ornamenti più sviluppati), quindi sono maggiormente scelti.
SVANTAGGI
- I costi elevati da sostenere per mantenere la posizione gerarchica, specialmente durante il periodo
riproduttivo (il costo del dominante: dispendio di energie)
- I maschi dominanti possono combattere tra di loro fino alla morte o non nutrirsi panche per mesi,
mettendo a rischio la propria sopravvivenza per l’anno successivo.
Il subordinato:
+ Adottando comportamenti di sottomissione, evita i costi del combattimento, può rimanere nelle
prossimità del dominante trarre vantaggio dalle opportunità che capitano per accedere al cibo o al
partner
+ Appartenendo al gruppo, trae benefici in termini di difesa dei predatori.
- Accesso limitato alle risorse
- La maturità sessuale è ritardata o addirittura la riproduzione è soppressa
- L’alto livello si stress può influenzare il suo stato di salute (social stress)
L’elevato stress è stato osservato soprattutto in laboratorio piuttosto che in natura (dove gli spazi non sono
tanto confinanti, e lo stress può essere ridotto)
Esistono dei fattori nell’ambiente naturale (disturbi ambientali) che mitigano se non annullano lo stress del
subordinato, rendendolo uguale a quello del dominante.
Nel mondo animale le gerarchie sono diffuse: perché?
- Una volta stabilita la gerarchia, diminuiscono la frequenza e l’intensità di combattimenti;
- Il subordinato tende a combattere meno con il dominante o addirittura lo evita;
- Si instaura il fenomeno dell’inerzia sociale che porta alla riduzione sia del tempo che dell’energia
impiegata negli scontri, favorendo la stabilità della gerarchia;
- La gerarchia favorisce l’efficienza di un sistema (divisione dei compiti): negli insetti sociali e nei
primati esistono marcate differenze tra individui basate sull’età, il rango e il sesso;
- Gli individui possono svolgere ruoli diversi contribuendo ad una complessa organizzazione sociale.
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Lezione 17 Come vengono mantenute le gerarchie?
- Assenza di riconoscimento “winner % loser effects”: dal pirmo incontro, rimane nella memoria
l’essere un perdente o un vincitore. Se si è perdenti, per lungo tempo eviteremo combattimenti.
- Riconoscimento di status: incontrando qualcuno, si può non riconoscere l’identità ma un suo gesto,
un segnale che rispecchi la posizione gerarchica.
- Riconoscimento individuale (più elevato, si riscontra nell’uomo): riconosco l’individuo, i suoi
dettagli, lo distinguo in mezzo ad un gruppo (vertebrati e uomo soltanto)
Nel mondo animale, i primi due maccanismi agisco insieme.
Quali sono i segnali?
• Segnale visivo:
display di minaccia
colorazioni visive: lo spinarello si colora di rosso, per indicare la sua dominanza.
posture da dominante e da subordinato: il macaco ha una postura rigida, sicura, con testa e coda
elevate nel caso del dominante; capo chinato e andatura lemme lemme per il subordinato.
• Segnale acustico:
il canto negli uccelli
il gracidio degli anfibi
bramito dei cervi
ululato dei lupi
vocalizzazioni delle scimmie
duello acustico tra larve di Lepidottero
più potente e persistente è il segnale, più l’individuo si torva a livelli elevati della gerarchia.
• Segnale chimico:
le marcature odorose: il dominante lascia una marcatura odorosa più consistente degli altri
i feromoni
allomoni (odori emessi dal dominante per essere nutrito o inibire la riproduzione dei subordinati)
l’urina come mezzo di comunicazione tra invertebrati acquatici (il gambero)
• Segnale tattile:
i cani della prateria baci: segnali tattili scambiati tra i cani di una prateria
grooming: atto per ribadire le gerarchie, non per pulire e la pseudocopulazione: il dominante del
gruppo fa finta di montare un altro maschio, di livello inferiore, per rimarcare la dominazione.
• Segnale elettromagnetico:
i knifefish neri del fantasma sono pesci che utilizzano segnali elettrici per comunicare durante
incontri agonistici. Un subordinato può cambiare il proprio status?
Essendo il testosterone la caratteristica che distingue dominante e subordinati, perché il subordinato non
aumenta il suo testosterone? Perché a lungo andare non riesce comunque a sostenere quel ruolo.
Svantaggi del testosterone:
- Riduce la fitness
- Interferisce con il sistema immunitario
- Favorisce lo stress fisiologico
- Espone gli individui alla lotta (sopravvivenza più bassa)
- Distoglie l’attenzione dalla prole (tempo dedicato solo al combattimento)
Generalmente i livelli di testosterone diminuiscono quando è trascorsa la stagione riproduttiva.
Il subordinato non ha le caratteristiche per essere dominante. Cercando di comportarsi da dominante, dopo
un successo iniziale, andrebbe incontro ad uno spreco di energie (riduzione della fitness). Può diventare
dominante solo quando cresce o quando il dominante muore. 54
Come abbassare l’aggressività e lo stress in ambienti confinati?
- Rendere complesso l’habitat: mettendo gli animali ammucchiati in un habitat che non offre stimoli
e variazioni, è naturale che ci sia combattività. L’habitat complesso, arricchito di stimoli, riduce il
numero di incontri agonistici e il tempo speso nelle interazioni. Gli individui sono occupati a esplorare
lo spazio e superare gli ostacoli, diminuendo l’attenzione verso i conspecifici.
Nei pesci (es. trota iridea) le dimensioni del territorio occupato si riducono: quando la topografia
è complessa, si riduce la visuale consapevole dei vicini e potenziali nemici
Gli individui preferiscono occupare un territorio più piccolo che riescono a vedere e controllare.
La complessità dell’ambiente, unita ad una minore densità di individui, può essere accorgimento per
prevenire o ridurre l’aggressività della specie allevata e la monopolizzazione delle risorse da parte di
pochi individui. Questo accorgimento consente di aumentare la produttività dell’allevamento e la
qualità del prodotto (il cortisolo peggiora le carni).
L’organizzazione sociale e il diverso successo riproduttivo nei carnivori
Ci sono delle specie in cui la riproduzione, l’accesso alla femmina, può essere soppressa in maniera
temporanea o tutta la vita
Soppressione temporanea
Nei leoni e nelle iene esiste un maschio (o una femmina) dominante che si accoppia con tutti i partner
disponibili. I cuccioli, alla nascita, rimangono nel branco fino alla maturità sessuale, dopodiché migrano
altrove per avere l’opportunità di riprodursi. Cercano quindi altri branchi, e si aiuta a vicenda per entrare a
capo del branco, spodestando il dominante.
Soppressione totale
Nella mangusta nana, ad esempio, esiste una soppressione totale dei subordinati, che si riproducono
raramente (bassa variabilità genetica). Sono comuni gli episodi di infanticidio: la dominanza è molto rigida.
L’importanza di apprendere il proprio posto nella scala gerarchica: il caso del molotro atro
In alcuni uccelli, come nella specie del Molotro Atro, si deve diminuire il canto: si distingue il canto del
dominante da quelli di altri maschi.
I molotri in natura si riuniscono in stormi. Esiste una gerarchia di dominazione dello stormo: il dominante ha
un canto molto potente, che stimola le femmine ad accoppiarsi (monopolio). I subordinati imparano a
modificare il proprio canto per non essere aggrediti o cacciati via.
Gli etologi hanno preso un gruppo di piccoli: alcuni sono stati messi in contatto con il canto del dominante,
altri no. Coloro che erano cresciuti senza contatto con il dominante, non modulavano il proprio canto.
Reinseriti in un altro gruppo con una precisa gerarchia sociale, cantano senza remore: non sanno di dover
modulare il proprio canto, ingenuamente, cantano come fossero un dominante. Quindi il dominante gli
attacca violentemente, anche fino alla morte.
È importante non isolare gli individui, soprattutto durante le fasi sensibili della crescita.
L’isolamento facilita i comportamenti aggressivi. L’interazione sociale è indispensabile per non creare
individui “disadattati”. Aggressione, aggressività e comportamento agonistico
Aggressione: manifestazioni di minaccia, rabbia, attacco (fattore esterno)
Aggressività: fattori motivazionali che predispongono l’aggressione
Comportamento aggressivo e quello agonistico non sono equivalenti: il comportamento agonistico
comprende anche l’aggressione, ma non solo quella. Ci sono infatti tutta una serie di segnali individualizzati.
Aggressione: parte del comportamento agonistico (la più eclatante), che comprende anche fuga e atti di
pacificazione.
Con aggressivo viene indicato ogni comportamento adatto e finalizzato a ridurre la fitness del concorrente a
vantaggio dell’aggressione: gli animali rispondono sempre a tutta una serie di stimoli, quindi l’aggressione
non è intenzione di ferire e danneggiare, non è malvagità (non si conoscono le intenzioni soggettive degli
animali). L’aggressione comprende anche comportamenti non lesivi (es. lotte ritualizzate). 55
Come nasce l’aggressività?
Il comportamento aggressivo si apprende e si può modificare. Nasce dalla frustrazione del non
raggiungimento di un obiettivo. Un fattore scatenante innesca l’aggressività, si innalzano i livelli di
determinate sostanze (Lorenz: l’aggressività è un vero e proprio istinto caratterizzato dalla produzione
endogena di eccitazione e dal relativo comportamento). Si può considerare un misto tra istinto e appreso.
Le interazioni instraspecifiche aggressive servono per:
- Determinare i territori
- Formare gerarchie all’interno dei gruppi
- Costringere ad essere autonomi i figli (le madri)
- Educare (in molti mammiferi l’aggressione parentale o verso i “deviati” ha questa funzione)
Esempi di comportamento aggressivi verso la prole:
- Nello scoiattolo, le madri dopo lo svezzamento allontano i propri piccoli, per evitare l’incesto.
- Le madri dello scimpanzé, quando il piccolo raggiunge i 5 mesi, lo costringono a spostarsi dal petto
alla schiena, dove l’ambiente è più stimolante e meno protetto, così da imparare ad integrarsi in
determinati contesti;
- L’aggressività materna favorisce lo sviluppo del piccolo.
In molti animali e nell’uomo stesso l’aggressione serve per difendere il legame con il partner (rivalità tra
fratelli e gelosia coniugale). L’aggressione serve anche come mezzo di esplorazione sociale, per saggiare le
proprie capacità di azione sociale, sop