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(CFC).
Nel punto in cui c’è il buco le radiazioni solari arrivano e sono più forti. Si è visto che a volte, a
seconda dei venti, si riduce e si sposta.
Sostanze che producono CFC:
- Schiume 44
- Condizionamento delle auto
- Refrigerazione commerciale
- Aerosol
- Solventi
- Condizionatori e refrigerazioni casalinga
Il sole è l’energia primaria che muove la terra e gli ecosistemi; funziona bene quando c’è lo
schermo di ozono, la quantità giusta di gas serra e tutto contribuisce a far funzionare bene la terra.
L’energia tra i viventi
Il passaggio di energia tra gli esseri viventi, che sta alla base di tutti gli ecosistemi, consente
l’instaurarsi di una catena alimentare formata da diversi livelli trofici:
1. Produttori: piante, coloro che, grazie all’energia solare, restituiscono l’ossigeno che serve
per gli altri esseri viventi
2. Consumatori: coloro che consumano e si nutrono dei produttori
3. Detritivori: si nutrono degli scarti e rendono disponibili di nuovo per le piante, tutta una
serie di sostanze, come l’azoto e il carbonio, che altrimenti rimarrebbero intrappolate nella
materia marcescente
Piramide ecologica
Alla base vi sono i produttori che devono essere il maggior numero rispetto ai consumatori. Sono
seguiti dai consumatori (erbivori, carnivori e onnivori); superpredatori (aquile o grandi carnivori in
Africa perché non vengono mangiati da nessuno). I superpredatori devono essere in numero
ridotto in quanto hanno esigenze di nutrimento molto elevate.
Tutti questi equilibri si mantengono se non interviene l’uomo o altri elementi che li disturbano.
Si parla di reti trofiche in cui si hanno anche più di 100 specie coinvolte.
Questo sistema si regge bene con i suoi equilibri che sono molto complessi.
Produttori primari: sono alla base della rete trofica, sono piante e alghe. Costituiscono il 99%
della componente biotica. Usano il sole per la fotosintesi (producendo l’ossigeno e gli zuccheri).
Dove non ci sono produttori primari, non c’è catena trofica.
Consumatori primari: sono gli erbivori che sono presenti in tutti gli ecosistemi, sia quelli acquatici
che quelli terrestri (il riccio marino è un erbivoro).
Consumatori secondari: sono i carnivori. I grandi felini sono i carnivori per eccellenza. Abbiamo
altri animali come le aquile, pesco come il luccio, i ragni.
Tra un produttore e l’altro l’energia è parzialmente dissipata e la materia viene riciclata. L’energia
solare è catturata e convertita in energia chimica che attraversa un ecosistema passando
attraverso 3 o 4 livelli trofici.
Consumatori terziari: i superpredatori sono animali che si nutrono di altri carnivori.
Detritivori: vivono dei resti degli altri organismi. Si dividono in:
Saprofagi: si nutrono di animali morti. Aiutano a decomporre l’animale morto e rendono
disponibili le sostanze per le piante che ricominciano il ciclo
Decompositori: si nutrono di foglie morte, rami, cortecce. Funghi, muffe mucillaginose
Domanda: di cosa si nutrono i decompositori? Di foglie morte
Il ciclo del carbonio (Non studiare); il ciclo dell’azoto (non studiare)
L’ossigeno
Dell’aria è prodotto dalle piante e non era presente prima della comparsa della vita. Partecipa
indirettamente agli altri cicli.
Ecosistemi
Si trovano nella biosfera (compresa tra 10 km sopra il livello del mare e pochi metri sotto terra).
Ecosistemi acquatici: sono i più diffusi. I sistemi di acqua dolce non sono tutti uguali: ruscelli di
montagna, fiumi veri e propri, paludi, zone di contatto tra l’acqua dolce dei fiumi e quella del mare.
45
- Ecosistemi d’acqua dolce: tutto ciò che scorre nella terra e non è mare. Possono essere
ad acqua corrente o ferma
- Ecosistemi marini: possono essere litoranei (vicino alle coste) o marini
Ecosistemi d’acqua dolce: uno dei problemi maggiori è l’eutrofizzazione (buon nutrimento).
Troppo spesso questi nutrienti sono troppo abbondanti. Noi con gli scarichi dell’industria e degli
allevamenti riversiamo nell’acqua delle quantità di azoto che fa aumentare la concentrazione di
alcuni organismi viventi come i cianobatteri. C’è un’eccessiva ricchezza di nutrienti, c’è una
proliferazione eccessiva che forma delle patine verdi. Visto che non passa l’ossigeno e la luce, gli
organismi che vivono sotto questo strato, muoiono soffocati.
Si dividono in:
Ecosistemi ad acque lentiche: acqua ferma come quella dei laghi, degli stagni. Ci sono
delle correnti che sono nulle o molto basse
Ecosistemi ad acque lotiche: fiumi e torrenti dove le correnti sono forti
A seconda dell’ecosistema ci sono delle comunità che si sono adattate all’ambiente.
Si distingue:
- Zona litoranea: vicino alla riva, dove generalmente si trovano le piante
- Zona limnetica: acque aperte, sono presenti tutte le forme di vita
- Zona profonda: non ci sono tutte le forme di vita e soprattutto le piante
Gli ecosistemi possono essere diversi
Ecosistemi marini: gli oceani coprono il 75% della superficie terrestre. La vita è presente a tutte
le profondità, con grandi diversificazioni. Una particolarità degli oceani è che c’è attività sul fondo
marino, dove c’è attività geologica con vulcani. Nell’Atlantico c’è la dorsale atlantica da cui esce
materiale lavico.
Gli organismi fotosintetici vivono nelle zone più superficiali. Meno del 40% della luce assorbita va
oltre 1m di profondità e meno dell’1% riesce a passare i 50 m.
Si divide:
Zona litoranea: vicino alla costa
o Zona pelagica: lontano dalla costa dove nuotano cetacei, squali (condroitti) e i delfini
o Zona bentonica: zona abissale, dove non arriva luce e ci sono gli organismi bentonici
o
Quando ci troviamo in zone esposte a maree, troviamo, nella zona intertidale (quella delle
maree):
- Conchiglie
- Patelle
- Altri tipi di chiocciole come i balani
Hanno tutti la conchiglia perché questa trattiene l’acqua evitando la disidratazione e che questi
molluschi siano mangiati dai predatori.
Nelle zone perennemente sommerse la maggior parte degli organismi sono senza conchiglie.
Le stelle marine si trovano nella zona litoranea; lo zooplancton si trova nella parte pelagica; nella
zona abissale troviamo i pesci abissali e i calamari.
Ecosistemi terrestri
Variano in base al clima (temperatura e precipitazioni, legate all’altitudine e latitudine e alla
stagionalità).
La temperatura atmosferica varia di 0.5°C ogni 100 metri (specie artiche possono vivere sulle alte
montagne dell’equatore). Sono suddivisi in biomi: aree caratterizzate da una particolare
vegetazione
Domanda: Che cos’è un bioma? Cosa caratterizza un bioma? È un ecosistema
terrestre caratterizzato da una vegetazione
• Foresta temperata
• Foresta di conifere o taiga 46
• Tundra
• Prateria
• Savana
• Macchia mediterranea
• Deserto
• Foresta pluviale tropicale
Lezione 12
Gli ecosistemi terrestri non hanno confini netti, bensì labili: non corrispondono a confini politici.
Comunità e specie di un bioma possono essere simili in zone geografiche distanti, in differenti parti
del mondo. Il bioma mediterraneo, con la sua tipica vegetazione, può essere trovato in Italia e in
California, Sud Africa, Argentina…
Foresta delle zone temperate
Foresta decidua (alberi che perdono foglie, querce, betulle, faggi, aceri) e mista (con conifere,
abete).
Estati con poche precipitazioni e inverni freddi. Ci vivono molti animali.
Foreste di conifere
Foresta di zone fredde. Taiga: inverni lunghi e rigidi, neve, anche alberi decidui (betulle, pioppi).
Tra gli animali troviamo l’alce.
Foreste alpine: zone con inverno umido ed estate fresca. Piante di grandi dimensioni. Tra gli
animali troviamo stambecchi e camosci.
Tundra artica
Ambienti molto freddi, si raggiungo anche i -35°. Sono una cintura sopra le foreste di conifere.
Permafrost: terreno sempre gelato, con profondità anche di 500m. Quando arriva il bel tempo,
non riesce a scongelare tutto per la sua profondità: si scongela quindi per pochi cm in estate, e
non si avranno quindi vere e proprie piante, alberi, perché non hanno capacità di crescere in una
sola estate e nemmeno la possibilità di andare in profondità con le proprie radici. Troviamo quindi
muschi e licheni, arbusti: organismi vegetali che riescono a crescere velocemente nel corso
dell’estate, possibilità di nutrimenti per gli animali.
La volpe artica è uno degli animali: presenta questo colore per mimetizzarsi, così come gli orsi
polari.
Prateria delle zone temperate
All’interno dei continenti, sono zone di transizione. Alternano periodi secchi a stagioni caldo-
fredde e incendi. Grandi praterie americane, di steppa russa, pampas sudamericane.
Sono caratterizzate da numerosi incendi per le calde estati: non troviamo quindi alberi, che non
sarebbe in grado di rinascere e svilupparsi velocemente tra inverno ed estate, ma erbe
(graminacee) e, a volte, piccoli arbusti, una vegetazione che riesce a crescere in brevi periodi.
I bisonti sono tipici delle grandi praterie americane.
Savane
Grandi praterie tropicali, con alternanza di stagioni secche e umide.
Pochi sono gli alberi sparsi: acacie, in mezzo a graminacee. Le acacie sono spinose, per difesa e
per trattenere acqua: sono alberi adattati alla vita molta calda dell’estate, quando può non piovere
per molto tempo. Animali tipici: leoni, zebre, elefanti, giraffe.
Deserto
Ha pochissime precipitazioni, con formazioni di zone umide di breve vita. Sono caratterizzati da
una forte escursione termica diurna: il giorno è molto caldo, la notte molto fredda. Le piante
tipiche sono i cactus (piante grasse, che non hanno bisogno di molta acqua, avendo capacità di
trattenerla e non disperderla, in zone di scarsità) e animali adattati, come il dromedario (riesce a
trattenere liquidi per molto tempo, riesce a sopravvivere per molti giorni anche senza cibo e acqua:
è utilizzato come animali da trasporto dalle popolazioni locali). Il dromedario è tipico dell’Africa, il
cammello dell’Asia. 47
Macchia mediterranea
Aree con inverni miti e piovosi, estati lunghe e secche, sono presenti alberi piccoli come gli olivi e
arbusti aromatici come il ginepro. Animali tipici: lucertola, cinghiale.
Foresta tropicale
Zona equatoriale, stessa durata di giorno e notte. Non sono presenti le stagioni: il clima è lo
stesso per tutto l’anno. Si ha quindi una vegetazione costante, senza ricambio di foglie. Piove
molto: tipica è la vegetazione della foresta pluviale, con la pi&ugra